In questo rapido flash sui credit default swap vi illustro come mai il mercato è ancora in preda alla confusione e all’incoerenza.
O se preferite, non siamo di certo arrivati alla normalizzazione post elezioni politiche. Ci sono dei disequilibri che non sono ancora stati assorbiti. Questi disequilibri portano a delle stranezze che rientreranno e che illustrano lo stato caotico del momento.
Come ben sapete, i CDS o credit default swap sono dei derivati che vengono utilizzati come copertura del debito. Comprando un CDS su un emittente, si compra un’assicurazione sul default dello stesso e quindi ci si tutela sullo stato di insolvenza dello stesso.
Quindi è normale avere un CDS più caro quando l’emittente è meno sicuro (si paga un premio maggiore).
Qual è la stranezza del momento? E’ che oggi il mercato sta prezzando questo rischio ancora in modo relativo. Infatti, come si evince da questo grafico, oggi il CDS sull’Italia addirittura ha un prezzo maggiore di quello delle due banche più grosse, ovvero Unicredit e Intesa San Paolo.
Leggermente sopra si trova MPS.
Ma questo mi pare possibile? In realtà si, in quanto si paga la componente speculativa. Se si “scommette” su un peggioramento del rating o di un aumento del rischio emittente, la strada più breve e remunerativa presente sul mercato è “shortare” il sottostante oppure comprare un CDS.
In questo caso è chiaro che i forti afflussi di denaro su questo derivato ne hanno fatto lievitare il prezzo oltre il suo “fair value”. Ulteriore conferma che la speculazione la sta facendo da padrone.
STAY TUNED!
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Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
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BTP e CDS: regna la speculazione sul debito italiano,