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Economia

MACHIAVELLI: ITALIA PUNTO DI NON RITORNO!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Punto di non ritorno, in senso figurato è un momento, un punto oltre il quale non è più possibile tornare indietro, interrompere un’azione o un processo in corso, una condizione raggiunta la qual, il cambiamento diventa irreversibile.

Lo scetticismo di molti è stato spazzato via dagli eventi recenti della storia contemporanea, nulla è impossibile, soprattutto se si continua a sottovalutare gli effetti di una impressionante mancanza di equità, di una iniqua distribuzione della ricchezza che questo turbocapitalismo, questa finanza criminale ha prodotto.

Come ho scritto nel mio libro ( che, se di Vostro interesse, potete ordinare cliccando nel banner a destra del blog…) in una piccola introduzione al capitolo ” Mondo derivato, ovvero un mondo alla deriva. ” riportando le parole di James Tobin consigliere economico di J.F. Kennedy e maestro del professor Monti, Nobel all’ Economia 1981 e padre della famosa Tobin Tax…

” Temo che stiamo dedicando sempre più risorse, incluse le migliori energie dei nostri giovani, ad attività finanziarie lontane dalla produzione di beni e servizi, fuori misura rispetto alla loro produttività sociale. Sospetto che l’immenso potere dei computer venga messo a servire questa «economia di carta», non per svolgere una transazione a minor costo, ma per gonfiare la quantità e la varietà degli scambi finanziari. (James Tobin)

Anche il leggendario e compianto Federico Caffe’ a sua volta maestro di Mario Draghi e altri economisti italiani, non scherzava nella sua accusa rivolta alla finanza attuale…

 «Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica, con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati, favorisca non già il vigore competitivo, ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di rispamiatori, in un quadro istituzionale che, di fatto, consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere – legislativi, sindacali, sociali – che vincolano l’attività produttiva «reale» nei vari settori agricolo, industriale, di intermediazione commerciale, e la concreta «licenza di espropriare l’altrui risparmio» che esiste nei mercati finanziari».

Il nostro fumettista preferito Rich, un paio di anni fa è stato decisamente profetico…

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Punto di non ritorno, l’orizzonte degli eventi, il confine oltre il quale nemmeno la luce è in grado di fuggire alla forza gravitazionale, un buco che qualcuno vorrebbe già definire nero, come teorizzato nella fisica relativistica, “wormhole” il buco del verme, la scorciatoia per accelerare il passaggio da un punto dell’universo all’altro, per viaggiare alla velocit della luce.

Nessuno sa dove si andrà a finire, se penso a tutti coloro che hanno teorizzato catastrofi con la Brexit o con il recente referendum italiano viene da sorridere, nessuno sa quale è l’orizzonte finale degli eventi.

Scrive Francesco Palmas nelle sue Retrospettive 

​​Niccolò Machiavelli nei suoi scritti, adottò prospettive dirompenti sulla natura e l’esercizio del potere. Elesse lo Stato a fondamento di tutto, cui niente vietava, nei limiti dell’ordinamento giuridico e delle possibilità di successo dei mezzi impiegati.(…) Anticipò i canoni patriottici degli eserciti post-1789. In teatro, propugnava tanto l’attacco d’ala, quanto la manovra avvolgente, similmente a quanto fatto da Annibale a Canne; ritenendo insulsi gli ordini prestabiliti e immutabili, suggeriva di lasciare ai comandanti la massima libertà d’azione (…)

Machiavelli consigliava al Principe di affinare l’arte bellica, per difendere lo Stato ad ogni costo, unica istituzione capace di sottrarre l’uomo all’egoismo individuale, al disordine e all’inciviltà. Biasimava le milizie mercenarie, consapevole che la vis militare non può prescindere dall’amor preispatrio, né dall’etica civile.

Confesso che amo più l’afflato patriottico di Dante, rispetto a quello del Principe, per il Sommo Poeta, la vita politica procedeva da istanze religiose, etiche e morali, in Machiavelli non vi era invece spazio per la trascendenza o, meglio, la religione.

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Primo dovere dello Stato è trattare i sudditi come cittadini, sciveva il Machiavelli non come soggetti: castelli e fortezze sono inutili senza il sostegno popolare, vera garanzia di sicurezza. Di più: patria, nazione e popolo coincidono. «Un popolo è più prudente, più stabile, e di miglior giudizio che un principe», ma spetta a questi inculcare il sentimento d’appartenenza nazionale continua Francesco Palmas…

Sacrifica  l’individuo allo Stato ma, al tempo stesso, elegge il popolo a supremo difensore. Tanto il potere repubblicano, quanto il principesco sono de-limitati dall’ordinamento giuridico. Un principe legibus solutus «è pazzo»; un popolo cui tutto sia concesso non «è savio». . Ove non imperi la legge, non può esservi una vera politìa, un regime politico democratico. Spetta a Machiavelli il merito d’aver ribadito la centralità dell’etica pubblica nell’architettura dello Stato-comunità: «io non credo che sia cosa di più cattivo esempio in una repubblica, che fare una legge e non la osservare, e tanto più, quando la non è osservata da chi l’ha fatta».

Abbiamo scritto per mesi e anni che una guerra commerciale, il protezionismo sono stati bocciati dalla storia, ciò non significa che la globalizzazione sia la migliore soluzione, c’è sempre una via di mezzo.

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L’austerità espansiva, la ricerca spasmodica di limiti e regole o riforme anacronistiche, una unione monetaria bocciata completamente dalla storia,  stanno cancellando il sogno dei padri fondatori. Da nessuna parte c’è scritto che l’esperimento, il governo del cambiamento riuscirà nell’intento di cambiare le sorti di questa fallimentare moneta unica, ma bisogna provare, non si può perseverare con gli stessi errori prodotti sino ad oggi da una plutocrazia europea che cerca solo di difendere i suoi privilegi.

Questa è essenzialmente una crisi antropologica, lo sto urlando da anni, il sequestro della democrazia e della pace sociale da parte della finanza è totalitario, questo non significa che il popolo sia esente da colpe, per anni ha assecondato questa immensa illusione.

Qualcuno si meraviglia ancora che in questo blog, un blog di economia e finanza, si parli di anime e di uomini e donne, di antropologia. Ora posso confidarvelo, io non ho mai amato particolarmente la finanza, l’economia invece mi ha sempre affascinato, ma per combattere questo nemico, ho dovuto andare oltre i miei limiti.

Studiare, conoscere, imparare, cercare di capire i punti deboli e non limitarmi ad approfittarne, ma cercare di condividere il più possibile questa immensa crisi antropologica e come poter difendersi e cercare soluzioni e opportunità anche attraverso la finanza etica o sistemi economici alternativi, forse è per questo che ho sempre rifiutato proposte offerte di lavoro e proposte economiche importanti. Forse è per questo che nonostante tutte le avversità nel mio mondo, sono ancora qui con Voi, grazie alla stima e all’affetto, al Vostro prezioso sostegno!

Domani insieme al nostro Machiavelli,  daremo una rapida occhiata insieme, alle dinamiche empiriche e tecniche di questa crisi che è solo all’inizio, perché credetemi, anche se questo governo è nato, faranno di tutto per distruggerlo, distruggere il nostro Paese, se come vorrebbe Oettinger e tanti altri, gli italiani non si piegheranno ai desiderata dei mercati.

In particolare un focus dettagliato su andamento dello spread ma soprattutto dei BTP e rendimenti, oltre a dollaro e tresuries americani.

Buona fortuna Italia, la verità è figlia del tempo.

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Economia

Il punto nodale del contratto di governo

Author: Ivan Invernizzi Rete MMT

Parte il nuovo Governo. A meno di riaggiustamenti dell’ultimo minuto, ne conosciamo il programma. Realizzare i contenuti del contratto di governo significa, a monte, delineare i confini dello spazio della politica economica. Se quello spazio sarà ampio o ristretto dipende in prima istanza dai vincoli alla spesa che uno Stato si auto-impone. Uno Stato mobilita risorse reali, realizza cose, prima di tutto nella misura in cui si concede di spendere per farlo. Quando lo Stato si astiene dallo spendere nonostante vi sia forza lavoro non impiegata in processi produttivi, sta rinunciando a parte della produzione e a parte delle realizzazioni a cui puoi arrivare.

Quando uno Stato si astiene dall’ampliare il deficit in presenza di disoccupazione o sottoccupazione di lavoratori e aziende, sta negando a se stesso la possibilità di essere produttivo, perché decide di lasciare nella completa improduttività una parte delle risorse reali presenti sul suo territorio.

Non spendere è sempre meno produttivo che spendere male.

Se partiamo dal presupposto che le valute sono creazioni statali, dev’essere chiaro che ogni astensione dalla spesa è sempre una scelta politica. Dev’essere sempre chiaro che il debito pubblico è una scrittura contabile. Se in Eurozona il debito pubblico può creare problemi, è perché l’Eurozona, che crea l’euro, decide così. Non i mercati. Non la natura intrinseca dell’economia capitalistica, ma l’Unione europea.

La povertà, le disuguaglianze, i rapporti di forza subalterni dei lavoratori sono una conseguenza prima di tutto di questa scelta di fondo. Il programma migliore del mondo, in termini di diritti del lavoro, lotta alla povertà, tutela del risparmio, è un programma vuoto se:

  • non si spende per realizzarlo,
  • si lascia la disoccupazione dilagare.

Anche il programma migliore si rivela uno specchietto per le allodole se non ci sono queste due condizioni.

Veniamo ora al contratto di governo. Pagina 17, capitolo “Debito Pubblico e Deficit”:

L’azione del Governo sarà mirata ad un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio sia della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostengo del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni. Al fine di consolidare la crescita e lo sviluppo del Paese riteniamo prioritario indurre la Commissione europea allo scorporo degli investimenti pubblici produttivi dal deficit corrente in bilancio, come annunciato più volte dalla medesima Commissione, ma mai effettivamente e completamente applicato. Per quanto riguarda le politiche sul deficit si prevede, attraverso la ridiscussione dei Trattati dell’UE e del quadro normativo principale a livello europeo, una programmazione pluriennale volta ad assicurare il finanziamento delle proposte oggetto del presente contratto attraverso il recupero di risorse derivanti dal taglio agli sprechi, la gestione del debito e un appropriato e limitato ricorso al deficit. Intendiamo inoltre pervenire, come evidenziato dalla Corte dei Conti, a una massima trasparenza sulle operazioni in derivati effettuate dagli organi dello Stato e enti locali limitandole a quelle aventi lo scopo di migliorare la spesa legata agli strumenti di indebitamento.

Alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni, l’Italia chiederà la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo.

Permane nel programma un’accezione negativa del debito pubblico, che però è la valuta che lo Stato ha immesso nel settore privato e che non ha ancora raccolto con le tasse (e che prende tre forme: riserve bancarie, contanti e titoli di Stato).

Voler ridurre il debito pubblico equivale a ridurre la ricchezza finanziaria privata. Se lo Stato ritira più soldi di quelli che immette con la spesa, necessariamente si riduce il risparmio privato.

Partiamo male, ma… c’è un ma. Il contratto parla di scorporare gli investimenti produttivi dal calcolo del deficit. Al di là di come un investimento potrà essere etichettato come produttivo o meno, questo punto potrebbe essere un modo, in linea teorica, di aumentare il deficit quanto basta per eliminare una buona parte della disoccupazione e della povertà.

Lo Stato potrebbe riacquisire uno spazio di politica economica ampio, riuscendo potenzialmente a riportare in primo piano una politica di sviluppo industriale e piena occupazione, cambiando così radicalmente il significato storico dell’UE.

Savona questo lo sa e forse, anche nel nuovo ruolo, ha l’autorevolezza, l’esperienza, gli appoggi politici e sociali e la legittimazione istituzionale per portare l’UE a un bivio storico: negare questa evoluzione (nonostante la stessa Commissione europea vi abbia fatto cenno) o cambiare il DNA dell’UE in un aspetto fondamentale.

Giusto per essere chiari: questa riforma del conteggio del deficit è qualcosa a cui Varoufakis non si era mai neanche avvicinato. E lo fecero fuori ugualmente.

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Economia

TRENDS 2.0.79: REPUBBLICA 3.0. L’ITALIA CHE VERRA’

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

TRENDS - Analisi tecnica intermarket

Finalmente abbiamo un Governo e nasce quella che per molti è la Terza Repubblica. Ma ora parte la grande sfida e qui vi spiego cosa potrebbe succedere sopratutto sui mercati e per i nostri BTP. La chiave di tutto è in una slide…

Eccoci quinci con il nuovo video di TRENDS. Certo, la componente politica è stata determinante in questa settimana, ma è altrettanto vero che adesso, con un Governo che tranquillizza i mercati per qualche settimana, bisogna fare i conti con altri fattori. E muoverci proprio in prospettiva di cosa potrebbe accadere. Credo che i ragionamenti fatti in questa sede siamo molto importanti. Condivisibili? Non lo so ma di certo vi faranno pensare. Bando alle ciance. Eccovi il video di questa settimana.

Come sempre ho provato per l’ennesima volta a tracciare una serie di scenari per i vari mercati: forex, commodity, equity, bond, analizzando anche le varie correlazione. Ma ho deciso di lasciare la visione del video agli amici sostenitori del blog.

Quindi… benvenuti al nuovo numero di TRENDS, con tanti grafici e tante analisi intermarket che vi aiuteranno a capire le dinamiche dei mercati finanziari, sempre più correlati ed interessanti.

Riprendetevi i post di questa settimana, credo ne valga proprio la pena e poi, se possibile, sostenete questo progetto di cultura finanziaria e di consapevolezza operativa. La registrazione è stata fatta in modo abbastanza impulsivo e diretto, cercando di sintetizzare e velocizzare i ragionamenti. Spero di essere comunque comprensibile. Come sempre critiche e commenti sono ben graditi. Lascio massima libertà ai lettori di contribuire (se vorranno) all’iniziativa, cliccando qui sotto, in modo tale da capirne anche il livello di gradimento. Sappiate che il Vs sostegno è MOLTO importante per la continuazione di questo progetto che vive solo grazie al Vostro sostegno.

Eccovi il video. Buona visione a tutti!

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Danilo DT

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Economia

Finance Round-Up: China, Bitcoin, and Retail


Stores are scrambling to stay in the good graces of their customers and shareholders, but will it be enough? Melissa Armo discuss the retail scene with Bart Chilton. China is set on debuting a technologically advanced city; Caleb Maupin has the story. Bitcoin bulls see a bright a future, but what does Naeem Aslam have to say? Ebola rears its ugly head again in Africa; Alex Mihailovich explains how the medical community is reacting! That and more on Boom Bust! [1092] Follow us on Twitter:
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FUGA dall’ITALIA: anzi no!

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts


Parte il Governo Conte e lo spread BTP Bund festeggia, dopo un periodo di vera e propria “fuga dall’Italia”. Ma è già giunto il tempo di festeggiare? Forse prima è meglio trovare i fondi per rendere concreto il programma di Governo che a queste condizioni non è credibile.

Quanto pesa la speculazione su questo mercato? Beh, diventa difficile addirittura non ammettere che la speculazione ha un peso quasi assoluto.
E pensate che addirittura negli USA si vuole cancellare la Volcker Rule permettendo alle grandi banche d’affari di utilizzare il capitale proprio per operazioni speculative… Insomma, se già adesso il “fair value” era sempre più relativo (se non dal punto di vista teorico), in futuro sarà sempre tutto più relativo.

In questi giorni abbiamo assistito ad un vero e proprio “fuggi-fuggi” dall’Italia. Complice ovviamente la complessa situazione politica anche se poi a calcare la mano ci ha appunto pensato la speculazione.

L’outflow sugli ETF è da record ma non poteva certo essere diversamente. Se non che proprio ieri sera, ecco la sorpresona. Alla fine arriva l’intesa e si fa il Governo!

(…) Dopo 88 giorni di trattative spesso convulse arriva la soluzione della crisi di governo. Giuseppe Conte ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo esecutivo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conte ha accettato l’incarico e ha presentato al capo dello Stato la lista dei ministri. Il giuramento del nuovo governo è fissato alle 16 al Quirinale. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i fautori dell’intesa che ha consentito la nascita dell’esecutivo M5s-Lega, saranno vicepremier. Paolo Savona – il nome che aveva fatto fallire il primo tentativo di Conte 4 giorni fa per l’opposizione di Mattarella alla sua designazione all’Economia – resta nel governo ma va alle Politiche europee. – [Source

Evviva! E quindi rischio scongiurato? Beh, questo è ancora tutto da dimostrare in quanto il mercato ora festeggia sulle ali dell’euforia. Ma la cosa incredibile è la volatilità su certi asset. Prendete ad esempio lo spread BTP Bund sul titolo a due anni. Questo movimento vi sembra coerente?

Anche perché resta sempre un piccolo problema. Mettiamo da parte le battaglie che il governo giallo verde porterà in Europa per una maggiore equità (condivisibilissime) e concentriamoci su questo altro aspetto.

I dati della slide sono abbastanza recenti e quindi coerenti con quello che è il programma di Governo. Inoltre c’è la solita nota dolente del debito pubblico.
Vi propongo una slide che addirittura rincara la situazione.
Secondo quanto detto dalla nota Carmen Reinhart il rapporto debito PIL per l’Italia non sarebbe il 132% ma il 160% includendo il “debito” del Target2.

Severe political uncertainty, chronic slow growth, and a sovereign-debt level currently hovering around 160% of GDP already is enough for Italy to trigger a debt crisis. And there is no plausible resolution that would not generate additional risks and complications. [Source] 

Questa rappresenta una provocazione, ovvio, ma resta il fatto che qualcosa bisognerà fare e soprattutto dall’estero aumenterà senza dubbio la pressione su come verrà gestito il debito. E vista la slide sopra proposta del programma di Governo, il debito più solo salire e non certo scendere. E secondo voi sarà così facile avere capra e cavoli?

Caro Dott. Conte, Le auguro buon lavoro ed è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. E da parte mia le auguro di trovare le risorse per rendere concreto quanto promesso. Perché ora mancano le condizioni.
Motivo in più per cui, magari, i mercati dovrebbero attendere un attimino prima di festeggiare, anche se come detto, regna la speculazione che in un lampo ti toglie e ti dà.

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Danilo DT

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