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Economia

Binomio Pir e incentivi, un’opportunità per le Pmi che puntano alla quotazione

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

I piani individuali di risparmio (Pir) e gli incentivi alla quotazione: un “binomio perfetto” per le Piccole e medie imprese che vogliono intraprendere la strada della quotazione. Questo il tema principale di discussione al centro della conferenza stampa “Credito d’imposta sui costi di Ipo e processo di quotazione su Aim”, organizzata da Ir Top a fine febbraio a Milano, durante la quale è stato presentata la terza edizione del libro “La quotazione delle Pmi su Aim Italia e gli investitori istituzionali nel capitale” a cura di Anna Lambiase, ceo di Ir Top Consulting. Un’occasione per fare il punto sul mercato Aim Italia che oggi conta 96 società (+25% rispetto al 2016), con una raccolta totale (Ipo+secondario) di 3,4 miliardi di euro. Un mercato che ha un’opportunità di contesto da poter cogliere: ossia l’accoppiata Pir-incentivi.

Parlando del credito d’imposta e dei Pir, secondo Anna Lambiase, “si è creato un binomio perfetto”. “Il credito d’imposta rappresenta un volano importante per la crescita di questo mercato perché ancora oggi la voce costi rappresenta per le aziende che intendono quotarsi un deterrente”, afferma Lambiase definita nel corso dell’incontro “Lady Aim” ricordando che questa novità introdotta dal Governo in Finanziaria “consente un risparmio del 50% sui costi di Ipo, la diversificazione delle fonti di finanziamento e la possibilità di accedere anche successivamente a nuova finanza”.

Pir, ma non solo

Tra quelle che vengono etichettate come misure per la crescita, la Legge di Bilancio 2018 ha approvato il credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione in Borsa delle Pmi fino al 31 dicembre 2020, con una misura di complessivi 80 milioni di euro nel triennio 2019-2021, per un importo massimo di 500 mila euro ad azienda. I costi sono espressi in funzione della struttura, dimensione e della complessità aziendale e, a prescindere dall’esito dell’operazione, includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di Ipo e supportare la società nel processo tra cui l’advisor finanziario, Nomad, società di revisione, società di comunicazione e investor relation, studio legale e fiscale, e infine Borsa Italiana e Monte Titoli.
In una nota Ir Top sottolinea che il focus della norma verte sui soggetti destinatari, le Ppmi italiane secondo la definizione dell’Unione Europea che prevede il rispetto dei seguenti parametri: Unità Lavorative-anno comprese tra 10 e 250; fatturato annuo compreso tra 2 e 50 milioni di euro o totale annuo di bilancio compreso tra 2 e 43 milioni di Euro. Nel calcolo dei parametri occorre valutare eventuali rapporti di controllo
o collegamento societario. Quanto ai mercati di quotazione target, la norma si riferisce sia ai mercati regolamentati che non regolamentati, come Aim Italia o Euronext growth.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Francesco Filippo Carpano, presidenza del del Consiglio dei ministri. “Lo sviluppo de mercati di capitali può essere secondo me un modo per saltare questo “nanismo industriale” che agisce da forte freno alla crescita del prodotto. Di fronte al credito bancario che si è razionato, molte imprese sono state costrette a trovare delle fonti alternative di finanza”, ha dichiarato Carpano. “Sicuramente rappresentano una grandissima novità, ma le riflessioni personali che ho fatto sui Pir è che andavano fatti vent’anni fa. Li facciamo oggi, meglio tardi che mai. Penso che in futuro non vadano cambiate le aliquote in termini di vincoli in portafoglio”, ha rimarcato Carpano.

Sul tema ha poi aggiunto: i “Pir hanno finalmente unito le esigenze di capitale di rischio della nostra economia reale con la virtuosità del nostro risparmio domestico, risolvendo l’annoso problema della scarsità degli scambi sulle small e mid-caps. Nel loro primo anno d’introduzione abbiamo infatti assistito ad un raddoppiamento della capitalizzazione dell’Aim Italia, un aumento di circa sei volte del suo controvalore medio giornaliero e ad un aumento esponenziale della raccolta di capitale”.

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Economia

Guerra valutaria in criptovalute ?

Author: Marco Dal Prà Finanza.com Blog Network Posts

Circolano da alcuni giorni notizie ed informazioni che messe assieme palesano un possibile cambio di scenario negli equilibri economici tra Europa e Stati Uniti, se non anche innescare una nuova forma di guerra valutaria. Tutto nasce da una semplice linea di indirizzo della commissione europea ma prima di vederla, facciamo un rapido passo indietro per capire cosa c’è nei “fondamentali”.

Oggi sono in molti a sapere che dietro l’acronimo ICO, cioè Initial Coin Offering, c’è una raccolta fondi in criptovalute volta solitamente a finanziare una start-up o comunque nuove iniziative di tipo tecnologico. Il sottoscrittore versa i suoi asset ed in cambio riceve un token, in modo del tutto simile a chi riceve una azione di una SpA.

Pochi però sanno che le ICO girano praticamente tutte sulla piattaforma Ethereum (quella della omonima criptovaluta), anche se tecnicamente tale operazione si potrebbe fare con molte altre criptovalute. L’unica esclusa è proprio bitcoin perchè attualmente non offre ai programmatori una piattaforma così semplice come quella di ethereum, ma anzi offre strumenti molto limitati.

Ecco quindi che grazie ad Ethereum le ICO hanno preso il volo, tanto che nel 2017 con le ICO svoltesi in tutto il mondo sono stati raccolti oltre 5 Miliardi di Dollari.

Una cifretta piuttosto interessante.

Chi vuole farsi soffiare questo affare ?

Ebbene, forse al parlamento europeo qualcuno ha pensato bene che sarebbe meglio cogliere la palla la balzo ed agevolare le ICO nel vecchio continente per dare alle imprese europee un nuovo canale per finanziarsi con capitali freschi.

Del resto negli USA attualmente, a proposito di ICO, stanno nascondendo la testa sotto la sabbia se non addirittura facendo terrorismo mediatico, pertanto perché aspettare con il rischio di farsi soffiare l’affare ?

Ecco quindi che arriviamo al comunicato dello scorso 1 Febbraio della Commissione Europea (link qui), passato quasi inosservato, con il quale è stato lanciato l’Osservatorio sulle criptovalute, per approfondire la tematica e soprattutto valutare le opportunità che offrono alle imprese.

La cosa curiosa è che l’osservatorio è stato dato in affidamento all’esterno tramite gara, che è stata vinta guarda caso dalla società americana CONSENSYS, nella cui home page troviamo scritto:

Harness the power of Ethereum ConsenSys is a global formation of technologists and  entrepreneurs building the infrastructure, applications,  and practices that enable a decentralized world.

In pratica Consensys si occupa dello sviluppo di applicazioni per la piattaforma Ethereum, quella che appunto si usa per fare le ICO.

Cosa significa tutto questo ?

Per ora nulla, ma vorrei ricordare che per i governi “regolamentare” non significa vietare (come qualcuno sostiene), ma può significare anche legalizzare.

Le ICO pertanto potrebbero servire per portare nuovi capitali alle imprese europee, quelli forse che aveva promesso Junker ma che non si sono mai visti. Altro che i Buyback azionari che dominano Wall Street : qui c’è l’idea di dare all’Europa un nuovo slancio per ricerca, sviluppo e per nuovi posti di lavoro.

E concorrenza nei confronti delle Corporations americane, ma senza stanziare un centesimo !

Dall’altra parte avremo quindi uno Zio Sam che dovrà inventarsi qualcosa per difendersi, nel dilemma se aprire alle ICO togliendo capitali da Wall Street, o veder nascere una nuova serie di aziende concorrenti dotate di armi “informatiche” molto più avanzate di quelle che hanno i suoi big dell’Information Technology.

Le criptovalute sarebbero quindi un modo per sparigliare le carte nell’equilibrio tra Europa e Stati Uniti. Un sistema che sta preoccupando anche JP Morgan, visto che sta pensando di introdurre nel suo portafoglio anche criptovalute, come ha scritto Bloomberg in questi giorni  in questo articolo LINK.

In tempi in cui Jamie Dimon sosteneva che bitcoin è una frode sono davvero lontani.

Link Utili

Qualche dato sulle ICO lo trovate qui : https://elementus.io/blog/token-sales-visualization/

Ringraziamenti

Ringrazio Mariangela Badano che ha scovato questa notizia sul sito Criptonoticias.

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Economia

Investire sulle ICO: cinque parametri di selezione


Eugenio Benetazzo descrive ed analizza cinque semplici parametri di valutazione che consentono di pre-selezionare una ICO (initial coin offering) durante il suo periodo di lancio. Successivamente a questo primo screening si dovrà passare alla fase di analisi finanziaria e dello specifico business model. Il prossimo workshop a Bologna su ICO & Altcoins Investing:
http://www.eugeniobenetazzo.com/ico-altcoins-investing/ Dove cercare il rating di una ICO: 1) www.icorating.com
2) www.icobench.com
3) www.icowatchlist.com Segui i miei outlook di mercato:
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[1029] Puerto Rico’s Debt And ETPs


Boris Ilyevsky joins Bart Chilton as they discussed exchange traded products! Puerto Rico’s debt is a major problem, but could Citigroup have contributed to the issue through the buying of debt? Cate Long joins us from New York to discuss. That and more on Boom Bust. Follow us on Twitter:
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Economia

THE END IS NEAR: PENDING HOME CRASH!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

Risultati immagini per pending home hed geye

Prosegue la strepitosa scia previsionale degli analisti americani che restano per l’ennesima volta sorpresi dai pessimi dati in arrivo dall’economia…

Usa: scende a 61,9 punti indice Chicago Pmi a febbraio, minimi di agosto, sotto stime

L’indice Pmi di Chicago, che misura l’andamento dell’attività aziendale e manifatturiera nell’area di Chicago, ha decelerato il passo a febbraio portandosi sui minimi dello scorso agosto e deludendo gli analisti. Il dato si è comunque confermato a livelli associati a una fase positiva. Il dato si è portato a 61,9 punti da 65,7 punti di gennaio. Il dato è peggiore delle previsioni degli analisti, che attendevano un calo a 64 punti. America 24

Ma il vero e proprio crollo, la classica ciliegina sulla torta arriva dal mercato immobiliare con il collasso dei compromessi di vendita sulle case esistenti…

Avevamo appena finito di scrivere ad inizio settimana che l’aumento dei tassi sui mutui avrebbe frenato sensibilmente le compravendite e subito arriva la conferma…

Usa: -4,7% numero compromessi case esistenti a gennaio, minimi di oltre 3 anni, sotto le stime

A gennaio il numero di compromessi per la vendita di case esistenti negli Stati Uniti è inaspettatamente calato portandosi sui minimi di oltre tre anni. Tutte le principali regioni hanno registrato declini su base mensile e annuale il mese scorso.

Il dato, reso noto dall’associazione di settore National Association of Realtors, è sceso del 4,7% a 104,6 punti rispetto a dicembre, quando il dato si era portato a 109,8 punti (rivisto al ribasso). L’indice è stato come detto inferiore alle previsioni degli analisti, che attendevano un +0,5%. Su base annuale il dato è sceso del 3,8% rispetto al gennaio 2016, minimi dell’ottobre 2014 (quando arrivò a 104,1 punti). Un valore di 100 punti, pari alla media del 2001, è considerato “normale” o equilibrato rispetto all’attuale popolazione americana.

Anche in questo caso il baraccone degli analisti americani è riuscito a fare una pessima figura, passando dalla fantasia per un aumento del 0.4 % ad un crollo reale di quasi cinque punti.

“L’economia è in ottima forma, molti dei mercati del lavoro locali sono molto forti e i redditi stanno lentamente salendo ma ci sono ben pochi dubbi che il ritracciamento del mese scorso nei compromessi si sia verificato per via di livelli incredibilmente bassi di case disponibili sul mercato e per via di un balzo improvviso dei tassi sui mutui”, ha detto Lawrence Yun, capo economista del Nar. Per lui, a farne le spese di più sono le persone meno abbienti. America 24

In ottima forma è solo l’umorismo di questi economisti da baraccone, l’economia invece sta decisamente rallentando.

A beneficio di coloro che credono alle favole, nel cerchietto quello che accadde all’indice Pending Home Sales nel 2013, quando i tassi esplosero…

Nel frattempo nulla di interessante dalla seconda lettura del pil dell’ultimo trimestre, se non una revisione al ribasso della spesa dei consumatori e delle scorte e un piccolo rialzo nella spesa per investimenti nell’immobiliare. Il core PCE stabile a 1,9%.

Puntuale invece arriva la conferma a quello che scriviamo da sempre, ovvero che il debito è la più colossale ipoteca che la storia mette sul cammino della crescita e nel mese di dicembre esce il nuovo record storico negativo sulle carte di credito…

Credit card debt could damage romantic relationships

Quella del debito killer delle relazioni ci mancava proprio, 3 americani su 4 considera il debito eccessivo una dinamica in grado di distruggere le relazioni.

Abbiamo visto alcune settimane fa che il potenziale esplosivo del debito delle carte di credito è vicino ai 12 miliardi di dollari, con un aumento delle insolvenze oltre 11 % nel quarto trimestre.

Oltre il 5 % è l’aumento anche delle insolvenze di chi ha contratto un mutuo ipotecario negli ultimi anni vicino ormai ai 56 miliardi di dollari.

Stanno rifacendo in grande stile gli stessi errori che hanno preceduto la Grande Recessione del 2007, stessi eccessi, questa volta alla leva demenziale, il tutto ovunque carte di credito, debito degli studenti, credito al consumo soprattutto nel settore automobilistico, credito ipotecario soprattutto commerciale ma anche privato.

Pochi come noi, vi faranno osservare il crollo del credito bancario in America proprio come nel 2013, quando i tassi esplosero.

Ma davvero c’è ancora qualche fesso che crede che l’inflazione salirà e i tassi andranno chissà dove?

Suggerisco di rileggersi attentamente quello che abbiamo scritto nel nostro ultimo manoscritto, EPIC MOMENT 2018 a proposito di dove andranno i tassi e soprattutto di come la riforma fiscale produrrà una sensibile frenata del mercato immobiliare.

Più la Fed aumenta i tassi a breve e più i tassi finiranno in negativo!

L’aumento dei tassi di interesse sta già cominciando ad avere un significativo impatto sul mercato immobiliare e siamo solo al 3 % sul decennale, al 4,80 su mutui trentennali.

Ovunque stanno aumentando le inadempienze, ma non bisogna dirlo in giro, la festa deve continuare, sino a che l’orchestra suona.

Quando l’orchestra smetterà di suonare, la musica cambierà, sta già cambiando, il sottofondo è assordante, ma sta arrivando, la nuova tempesta perfetta questa volta non lascerà scampo a chi è in mare aperto. Buona Consapevolezza, nell’attesa… Treasure!​

Un tesoro, questo è ciò che sei
Dolcezza, sei la mia stella d’oro
So che potrai far avverare i miei desideri
Se tu mi permetterai di custodirti
Se tu mi permetterai di custodirti

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