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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 22 Febbraio 2018

Author: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2019/2020

Setup Mensile:
ultimo Dicembre (range 21833 / 22838 ) [ in attesa ] barra outside rialzista
prossimi Marzo

Setup Settimanale:
ultimi: 2/5 Gennaio, 8/12 Gennaio ( range 21613//23474) [ uscita rialzista ]
prossimi 19/23 Febbraio

Setup Giornaliero
ultimo : 16 febbraio (range 22618/ 22807 ) outside ribassista
19 febbraio ( range 22568/22860) uscita ribassista
20 febbraio ( range 22477/22702) uscita ribassista
prossimi 22,26

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300
ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,
COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606,

Angoli Mensili Febbraio 20870,21900, 22600, 23080, 24530, 25250
Angoli Settimanali: 21600, 21980, 23020, 23720
Angoli Giornalieri 22362, 22464, 22567, 22642,22797,22886

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale

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Economia

How Music Helped James Baldwin Made Sense of Inequality


What can music offer to economists? Ed Pavlić, Distinguished Research Professor of English and African American Studies at the University of Georgia, explains how music offered a powerful lyrical companion to the social scientific tools used by the great midcentury critic of American society, James Baldwin. Referring to his book, Who Can Afford to Improvise? James Baldwin and Black Music, the Lyric and the Listener, Pavlić discusses Baldwin’s immersion in the performative tradition in African American music, which could communicate harsh social and economic realities into a relatable and transportable form. Baldwin was not the only prominent black thinker who engaged with music: Frederick Douglass studied slave work songs that, in Pavlić’s words, captured “tactical survival, tactical rebellion.”

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Economia

PMI: quando la crescita economica resta comunque su livelli molto elevati

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Per una volta permettetemi di spezzare una lancia a favore del mercato e della crescita economica. Questa mattina abbiamo avuto come protagonista l’indice PMI manifatturiero e non, che ha dato segnali di indebolimenti in Francia, Germania e Unione Europea.

(ANSA)  – ROMA, 21 FEB – In Eurozona l’indice Pmi manifatturiero cala a 58,5 punti a febbraio da 59,6 di gennaio. E’ la stima preliminare elaborata da Markit/Bme ed è inferiore alle previsione di 59,2. Anche il settore dei servizi mostra un calo posizionandosi su 56,7 (da 58 di gennaio) e di conseguenza l’indice composto scivola a 57,5 da 58,8 punti di gennaio. In rallentamento anche l’attività della Germania dove a febbraio l’indice manifatturiero scende 60,3 da 61,1 punti di gennaio e quello dei servizi a 55,3 da 57,3. L’indice composto mostra così un calo a 57,4 da 59 punti di gennaio.

E questo calo dell’indice PMI va a giustificare la negatività dei mercati.
Bisogna però essere onesti.

Anche se il dato è apparentemente negativo, stiamo sempre parlando di un periodo di crescita economica ben superiore alla media storica. Gli utili aziendali in Europa continuano ad essere forti ed il tasso di crescita continua essere previsto a +16% y/y.

Questo dato SE verrà confermato non potrà che far reggere le borse a livelli più che difendibili, rendendo quindi gli storni come occasioni di acquisti. Anche se è molto complicato capire e gestire la nuova volatilità del mercato (che sembra essere parzialmente rientrata) e poter anche prevedere i movimenti del tasso inflazione in USA e non solo.

Già domani sarà interessante vedere il sondaggio IFO tedesco che confermerà oppure no tale prospettiva. Se poi la BCE non stravolge le cose e mantiene fede ai suoi impegni a livelli di QE, se l’inflazione negli USA si calma un po’, se il trend dei tassi USA tende a stabilizzarsi un po’, se insomma il mercato si tranquillizza un po’, potremo anche avere discrete prospettive nel medio termine soprattutto per l’equity. Ma bisogna stare molto all’erta. Le attese sono elevate, i rischi sono tanti e basta poco per cambiare il quadro della situazione. Molto poco.
Chiudo con quella che possiamo definire la “chiusura del cerchio”. Il mercato sconta questo. Se le promesse saranno mantenute, allora bene per l’equity soprattutto dell’Eurozona. In caso contrario, siete stati avvertiti.

E sappiate che i numeri sono abbastanza (tanto) aggressivi.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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AL LUPO AL LUPO ARRIVA L’INFLAZIONE SALARIALE!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

Dal Giappone, il nostro ambiente di studio preferito, quello che da quasi trent’anni sta sperimentando gli effetti della più colossale deflazione da debiti della storia arriva la “smoking gun” pistola fumante che ci aiuta a cancellare ogni probabilità di inflazione nei prossimi anni…

Vorrei solo fare notare a tutti che il Giappone, ha già sperimentato una trumpnomics alla leva esponenziale, tutte le politiche monetarie possibili, quantitative easing, liquidità a go go ovunque e una serie di stimoli fiscali impressionanti provenienti dalla famigerata Abenomics .

Dopo lo scoppio della più spettacolare bolla finanziaria della storia, il Giappone non si è più ripreso, ne demograficamente, ne economicamente.

Il risultato è quello che vedete qui sopra, ovvero ZERO crescita dei salari, qui sotto invece la dinamica dell’inflazione o meglio della deflazione.

Loro, i media mainstream, non vi racconteranno mai la verità, Icebergfinanza è l’unico in Italia che dal 2009 vi racconta perché per ancora qualche lustro non ci sarà inflazione e soprattutto inflazione salariale. Solo grazie al giornalismo alternativo, siamo riusciti in una intervista a raccontarvi la realtà…

Tornando al Giappone, dopo mesi e mesi di crescite economiche meravigliose in arrivo e di miracoli dall’economia americana è davvero strano che le aziende giapponesi non sentano il bisogno di assumere o aumentare i salari…

TOKYO (Reuters) – Più della metà delle aziende giapponesi non prevede di aumentare i salari di base nei prossimi mesi, una battuta d’arresto per il primo ministro e la principale lobby del paese che ha chiesto aumenti salariali del 3% carburante per una rinascita economica.

In un sondaggio mensile di Reuters, solo meno della metà ha dichiarato che avrebbero aumentato i salari e la maggior parte di questo gruppo ha affermato che l’aumento sarebbe stato simile al livello dell’anno precedente, circa il 2%.

Il primo ministro Shinzo Abe e il gruppo commerciale Keidanren stanno cercatndo un aumento del salario del 3% per incoraggiare il consumo e l’inflazione, elementi chiave dell’offerta di Abe per sconfiggere anni di deflazione.

Un aumento del PIL nel quarto trimestre segnalato la scorsa settimana ha segnato la più lunga espansione economica del Giappone dagli anni ’80, ma aumenti significativi dei salari rimangono inafferrabili anche se il mercato del lavoro è nella forma migliore da circa quattro decenni.

Attenzione però, perchè 1,8 % di questo aumento è un semplice automatismo legato all’anzianità dei dipendenti.

Molte aziende sono caute nell’aumentare i salari in quanto significa avere costi fissi più elevati per il personale, quindi preferiscono invece pagare premi unici.

Ma come, con le migliori prospettive economiche in arrivo, questi hanno paura di aumentare i costi fissi del personale, ma non stiamo entrando nel migliore dei mondi possibili?

“Sarebbe un peso nel caso le condizioni economiche peggiorassero”, ha scritto nel sondaggio, un responsabile di produttore di attrezzature per il trasporto.

Quindi riassumendo, solo il 48 % ha intenzione di aumentare i salari, ma di questo 48 % solo il 14 % prevede aumenti superiori allo scorso anno.

In Giappone, i salari di base rappresentano la maggior parte delle retribuzioni mensili. L’aumento della retribuzione base è stato praticamente congelato dai primi anni del 2000, a causa della persistente deflazione.

Ribadisco che si tratta di un aumento annuale di un miserabile ZEROVIRGOLADUE per cento, che verrà attuato solo dal 48 % delle aziende.

Faccio notare che il governo giapponese ha aumentato gli incentivi fiscali per le società che aumentano i salari, tuttavia il 52 % degli intervistati ha dichiarato che l’aumento al 3 % è irrealistico, il 7 % “fuori questione”.

Nei giorni scorsi uno smemorato di nome Calenda, uno che ama la globalizzazione ma non conosce il significato di delocalizzazione, ha definito gentaglia quelli della Embraco, solo perché facevano i loro interessi, ovvero delocalizzavano dove costava di meno produrre, no in Asia, ma in Slovacchia alla faccia di più Europa.

Embraco si impunta, Calenda: «Non incontro più questa gentaglia»

Fa sorridere che un partito come il Partito Democratico, attento più al capitale che al lavoro, si indigni per una delocalizzazione che è la natura intrinseca della globalizzazione che loro tanto amano e auspicano.

L’Ue: “Saremo intransigenti sulla chiusura di Embraco

Il dossier Embraco è arrivato sul tavolo della Commissione europea. Margrethe Vestager ha assicurato che l’Ue sarà «intransigente». Carlo Calenda ha ribadito che «il governo non molla di un millimetro». La confederazione dei sindacati europei ha promesso «tutti i passi possibili per bloccare l’operazione». Ma le possibilità di trovare una soluzione europea che eviti il trasferimento in Slovacchia della multinazionale, pronta a chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri, sono ai minimi termini. Per questo il governo è al lavoro con l’Ue per tamponare le ferite e contenere i danni: il fenomeno delle delocalizzazioni all’interno dell’Unione – frutto del dumping salariale e fiscale – è una questione che non può essere ignorata. Al momento, però, non esistono strumenti adeguati per contrastarlo.

Il ministro Calenda propone alla commissaria Vestager un fondo contro le delocalizzazioni.

Prego, prego? Un fondo contro le delocalizzazioni? Ma la globalizzazione non si ferma dicevano loro, non si può fermare il progresso.

Ma tu pensa, si parla di dumping sociale e fiscale, materia nella quale la Germania di Angela Merkel è campione del mondo…

Crisi, Germania accusata di dumping sociale davanti all’Unione 

Lunedì vi abbiamo raccontato che lo straordinario aumento per la classe media americana si riassume tutto in ben OTTO CENTESIMI DI DOLLARO in più all’ora rispetto allo scorso anno, una meraviglia un CENTINAIO DI DOLLARI in più all’anno, roba da far tornare persino l’inflazione.

Da noi, ci ha pensato lui a fare il lavoro sporco ad imporre ad un Paese impaurito la deflazione salariale e la distruzione della domanda interna attraverso Monti.

Risultati immagini per draghi stipendi icebergfinanza

Chiudiamo con una nota di speranza, almeno qualcuno sta guadagnando qualcosina…

Grazie ai programmi di incentivazione Marchionne ha accumulato un pacchetto di 16,41 milioni di titoli Fca, oltre a 11,86 milioni di azioni Cnh e 1,46 milioni di azioni Ferrari, per un controvalore, ai corsi attuali, di oltre 570 milioni di euro.(ANSA).

Il buon Marpionne avrebbe dovuto spendere almeno 23.600 dollari al giorno dal primo giorno della sua nascita ad oggi per contribuire al rilancio dei consumi, ma che cavolo compra con soli 23.600 dollari in un giorno?

Immagine incorporata 1

Ehi bellezza è il capitalismo, la globalizzzzzzazione e tu non ci puoi fare nulla, se non essere più produttivo e smetterla di frignare. ;-)

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Bitcoin: il crollo della percentuale di dominance


Eugenio Benetazzo analizza la caduta della Bitcoin Dominance sulla capitalizzazione mondiale delle criptovalute e le recenti analogie evidenziate dalle stampa finanziaria internazionale con la bolla della New Economy avvenuta durante il 2000. Workshop a Bologna il 10.03.2018 su ICO & Altcoins Investing:
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