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Economia

Le imprese ed il benessere economico

Author: Gianluca Campo Rete MMT

Riattivare il lavoro delle aziende

Al mondo delle imprese è ben noto come l’economia sia guidata dall’ammontare di produzione che sarà venduta ai clienti. Questi ultimi, attraverso i loro consumi, permettono infatti alle imprese di avere un ricavo monetario, che a sua volta rende le imprese in grado di effettuare investimenti ed aumentare l’occupazione. In questo modo, tanto più i fattori produttivi disponibili in un territorio saranno impiegati tanto più si potrà godere della ricchezza prodotta.

In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, la sola spesa privata non è pero in grado di avviare il circolo virtuoso sopra esposto. È pertanto indispensabile una politica economica da parte dello Stato in grado di riportare la spesa complessiva all’interno dell’economia ad un livello che permetta alle imprese di produrre e vendere in condizioni di piena occupazione.

In particolare, è adesso necessaria una politica di bilancio di disavanzo pubblico, ovvero un taglio delle tasse ed un aumento della spesa pubblica che, portando contabilmente ad un pari aumento di risorse finanziare nel portafoglio del settore privato, migliorerebbe il bilancio di famiglie ed imprese e consentirebbe il raggiungimento di un benessere economico che ad oggi non è scorto all’orizzonte.

Il futuro delle imprese italiane, che tanto hanno onorato il Paese, passa quindi dall’eliminazione di irresponsabili vincoli di bilancio pubblico contenuti nei Trattati europei e dall’adozione di appropriate politiche di disavanzo da parte dello Stato.

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Economia

Telefonia: costi nascosti e trappole, la tariffa rischia di raddoppiare. Inchiesta su 5 operatori

Author: Redazione Finanza.com Finanza.com Blog Network Posts

Pacchetti tutto incluso? Macché. Spesso le offerte sulle tariffe telefoniche nascondono costi per servizi aggiuntivi non richiesti ma comunque attivi sulle sim, che fanno balzare il prezzo dell’offerta sottoscritta. Dall’ascolto della segreteria telefonica ai servizi “ti ho cercato”, dai costi di attivazione a quelli per rinnovare il proprio piano tariffario, al canone mensile per l’antivirus, tutti già attivati automaticamente sulla sim al momento della sottoscrizione del contratto. Nel caso in cui questi servizi non siano disattivati dal consumatore, il prezzo dell’offerta sottoscritta potrebbe anche raddoppiare. E’ ciò che emerge dall’ultima inchiesta di Altroconsumo effettuata sui cinque principali operatori telefonici in Italia: Tim, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb. Una nuova vicenda che si inserisce in un quadro delle compagnie telefoniche già poco trasparente  con il giochetto della fatturazione a 28 giorni.

L’inchiesta, effettuata in 50 punti vendita in cinque città d’Italia (Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli), ha messo in luce la poca trasparenza su servizi aggiuntivi non richiesti, imboscati nei contratti. Alcuni possono essere successivamente bloccati, ma le disattivazioni sono macchinose, da effettuarsi al telefono con il servizio clienti, mai nei negozi, oppure attraverso il sito internet. Soprattutto prevedono che l’utente abbia consapevolezza che si tratti di servizi a pagamento: non sempre è così.

Anche perché sembra che la forza vendita non contribuisca minimamente a chiarire le idee al consumatore. Anzi. Dall’inchiesta di Altroconsumo emerge che nei punti vendita sono pochi gli sforzi per adeguare la proposta alle esigenze del cliente, tanti per occultare i costi dei servizi attivati preventivamente sulle sim. Sono proprio i costi extra soglia, quelli su cui gli addetti preferiscono glissare più frequentemente. I negozi che non li menzionano, neanche quando si fa riferimento a possibili spese aggiuntive, sono quasi tutti: addirittura 48 su 50.

Ma andiamo a vedere cosa è successo. Altroconsumo racconta che l’intento, nei diversi punti vendita, era di cambiare operatore, con un’aspettativa di domande su quale fosse il profilo di consumo o le necessità di utente. Il profilo preso in considerazione: 500 minuti di chiamate, pochissimi sms (meno di cinque al mese, per il resto Whatsapp) e un giga per navigare. Nemmeno un addetto alle vendite su due (48%) ha voluto saperlo, né ha chiesto quale fosse la tariffa in uso. Il 32% delle offerte consigliate conteneva minuti illimitati, cosa assolutamente inutile per il profilo e che avrebbe fatto lievitare il costo fisso mensile fino a 15 euro. Anche per quanto riguarda internet si puntava in alto: il 36% ha proposto tariffe con più di 10 giga mensili.

Con questi risultati in mano, Altroconsumo ha segnalato la vicenda all’Agcom e all’Antitrust chiedendo di attivarsi affinché le società di telefonia inseriscano nella comunicazione al pubblico delle offerte commerciali il prezzo finale pagato dal consumatore, comprensivo di tutte le sue componenti.

Questa inchiesta si inserisce nel quadro di poca trasparenza delle compagnie telefoniche. Anche con la vicenda della fatturazione a 28 giorni il consumatore ha subito un aumento della spesa annuale dell’8,6%. Con il ritorno alla fatturazione mensile, stabilito dalla legge di bilancio, l’incremento è stato spalmato sui 12 mesi, senza aumentare in proporzione i servizi offerti. Così, chi aveva per esempio un contratto che includeva 500 minuti di chiamate ogni quattro settimane, usufruiva di 6.500 minuti complessivi all’anno. Ora che i 500 minuti tornano a essere accreditati ogni mese (quindi due o tre giorni dopo), i minuti annuali disponibili per le chiamate diventano 6.000. Con la conseguenza che il costo del singolo minuto diventa maggiore. E lo stesso vale per il corrispettivo degli sms e del traffico dati. Insomma la nuova legge è stata interpretata dalle società di telecomunicazioni a loro favore a scapito ancora una volta dei consumatori.

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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 22 Febbraio 2018

Author: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2019/2020

Setup Mensile:
ultimo Dicembre (range 21833 / 22838 ) [ in attesa ] barra outside rialzista
prossimi Marzo

Setup Settimanale:
ultimi: 2/5 Gennaio, 8/12 Gennaio ( range 21613//23474) [ uscita rialzista ]
prossimi 19/23 Febbraio

Setup Giornaliero
ultimo : 16 febbraio (range 22618/ 22807 ) outside ribassista
19 febbraio ( range 22568/22860) uscita ribassista
20 febbraio ( range 22477/22702) uscita ribassista
prossimi 22,26

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300
ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,
COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606,

Angoli Mensili Febbraio 20870,21900, 22600, 23080, 24530, 25250
Angoli Settimanali: 21600, 21980, 23020, 23720
Angoli Giornalieri 22362, 22464, 22567, 22642,22797,22886

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale

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Economia

How Music Helped James Baldwin Made Sense of Inequality


What can music offer to economists? Ed Pavlić, Distinguished Research Professor of English and African American Studies at the University of Georgia, explains how music offered a powerful lyrical companion to the social scientific tools used by the great midcentury critic of American society, James Baldwin. Referring to his book, Who Can Afford to Improvise? James Baldwin and Black Music, the Lyric and the Listener, Pavlić discusses Baldwin’s immersion in the performative tradition in African American music, which could communicate harsh social and economic realities into a relatable and transportable form. Baldwin was not the only prominent black thinker who engaged with music: Frederick Douglass studied slave work songs that, in Pavlić’s words, captured “tactical survival, tactical rebellion.”

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Economia

PMI: quando la crescita economica resta comunque su livelli molto elevati

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Per una volta permettetemi di spezzare una lancia a favore del mercato e della crescita economica. Questa mattina abbiamo avuto come protagonista l’indice PMI manifatturiero e non, che ha dato segnali di indebolimenti in Francia, Germania e Unione Europea.

(ANSA)  – ROMA, 21 FEB – In Eurozona l’indice Pmi manifatturiero cala a 58,5 punti a febbraio da 59,6 di gennaio. E’ la stima preliminare elaborata da Markit/Bme ed è inferiore alle previsione di 59,2. Anche il settore dei servizi mostra un calo posizionandosi su 56,7 (da 58 di gennaio) e di conseguenza l’indice composto scivola a 57,5 da 58,8 punti di gennaio. In rallentamento anche l’attività della Germania dove a febbraio l’indice manifatturiero scende 60,3 da 61,1 punti di gennaio e quello dei servizi a 55,3 da 57,3. L’indice composto mostra così un calo a 57,4 da 59 punti di gennaio.

E questo calo dell’indice PMI va a giustificare la negatività dei mercati.
Bisogna però essere onesti.

Anche se il dato è apparentemente negativo, stiamo sempre parlando di un periodo di crescita economica ben superiore alla media storica. Gli utili aziendali in Europa continuano ad essere forti ed il tasso di crescita continua essere previsto a +16% y/y.

Questo dato SE verrà confermato non potrà che far reggere le borse a livelli più che difendibili, rendendo quindi gli storni come occasioni di acquisti. Anche se è molto complicato capire e gestire la nuova volatilità del mercato (che sembra essere parzialmente rientrata) e poter anche prevedere i movimenti del tasso inflazione in USA e non solo.

Già domani sarà interessante vedere il sondaggio IFO tedesco che confermerà oppure no tale prospettiva. Se poi la BCE non stravolge le cose e mantiene fede ai suoi impegni a livelli di QE, se l’inflazione negli USA si calma un po’, se il trend dei tassi USA tende a stabilizzarsi un po’, se insomma il mercato si tranquillizza un po’, potremo anche avere discrete prospettive nel medio termine soprattutto per l’equity. Ma bisogna stare molto all’erta. Le attese sono elevate, i rischi sono tanti e basta poco per cambiare il quadro della situazione. Molto poco.
Chiudo con quella che possiamo definire la “chiusura del cerchio”. Il mercato sconta questo. Se le promesse saranno mantenute, allora bene per l’equity soprattutto dell’Eurozona. In caso contrario, siete stati avvertiti.

E sappiate che i numeri sono abbastanza (tanto) aggressivi.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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