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The Cost Of The Olympics


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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 14 Febbraio 2018

Author: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2019/2020

Setup Mensile:
ultimo Dicembre (range 21833 / 22838 ) [ in attesa ] barra outside rialzista
prossimi Marzo

Setup Settimanale:
ultimi: 2/5 Gennaio, 8/12 Gennaio ( range 21613//23474) [ uscita rialzista ]
5/9 Febbraio Comit
prossimi 19/23 Febbraio

Setup Giornaliero
ultimo : 12/13 febbraio (range 22034/ 22513 +event est. ) [ in attesa ]
prossimi 16,19,20

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300
ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,
COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606,

Angoli Mensili Febbraio 20870,21900, 22600, 23080, 24530, 25250
Angoli Settimanali: 21570, 21990, , 22380, 23150
Angoli Giornalieri 21705, 21861, 22002, 22109, 22472, 22605, 22766

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale

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Economia

Mercati: tre approcci possibili all’investimento con i certificati SG Corridor

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

I Corridor Certificate, nuovo strumento finanziario proposto da Societe Generale e quotato sul SeDex, possono essere sfruttati per implementare differenti strategie all’interno di mercati laterali

Societe Generale ha da poco proposto sul mercato SeDex di Borsa Italiana i primi certificati Corridor, pensati per offrire la possibilità di ottenre rendimenti positivi anche in contesti di mercati laterali/non direzionali. I Corridor sono caratterizzati da un profilo di rimborso chiaro e trasparente: è prevista la possibilità di investire su uno specifico sottostante con l’aspettativa che, nell’arco di vita del prodotto, il valore di tale sottostante rimanga sempre all’interno di un “corridoio” delimitato da una Barriera Superiore e una Barriera Inferiore predefinite. In tal caso a scadenza il Corridor riconoscerà un valore predefinito pari a 10 euro; in caso contrario, con quindi la violazione della Barriera Superiore o di quella Inferiore nel corso della vita del prodotto, l’investitore perderà integralmente il capitale investito.

Tre possibili approcci
I Corridor si prestano a differenti approcci all’investimento. In particolare:
1)Buy & Hold fino a scadenza: il profilo di rimborso è semplice e trasparente, il mark-to- market del certificato durante la sua vita può risultare molto volatile in prossimità delle barriere

2) Buy & Sell opportunistico: bisogna essere in grado di comprendere ed interpretare con precisione i parametri che influiscono sul prezzo di mercato del certificato (greche)

3) Buy in prossimità delle Barriere e vicino alla Scadenza: approccio estremamente speculativo

Gli SG Corridor si prestano inoltre all’utilizzo sia in regime di bassa volatilità che di alta volatilità con le Barriere fissate all’emissione che risulteranno più ampie in contesti volatili.

Societe Generale ha quotato in totale 62 certificati Corridor che si rifanno a 6 dei sottostanti maggiormente utilizzati dai trader italiani: l’indice FTSE MIB, i titoli delle due maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo e Unicredit), l’oro, il future sul petrolio WTI e il tasso di cambio euro/dollaro. Qui trovi la lista completa della nuova famiglia Corridor


Funzionamento dei Corridor

Condizione essenziale per il rimborso a scadenza dell’importo fisso di 10 euro per certificate è che, durante la vita del prodotto, il valore del Sottostante rimanga sempre all’interno di un “corridoio” predefinito, delimitato da due barriere che non devono essere mai raggiunte o superate al rialzo (Barriera Superiore) o al ribasso (Barriera Inferiore).
Sono due i possibili scenari per questa famiglia di prodotti:
– se durante tutta la vita del prodotto il valore del Sottostante non raggiunge o supera né la Barriera Inferiore né quella Superiore, l’investitore riceve 10 Euro per ogni Corridor detenuto;
– se, invece, una delle Barriere viene raggiunta o superata, il Corridor si estingue immediatamente e anticipatamente senza corrispondere alcun importo e l’investitore perde tutto il capitale investito.
Il prezzo dei Corridor nell’arco di vita del prodotto (le durate sono di 3, 6 o 9 mesi) oscillerà quindi tra 0 e 10 euro andando a riflettere implicitamente la probabilità che a scadenza venga riconosciuto o meno il valore di 10 euro. Se i sottostanti si mantengono abbastanza distanti dalle due Barriere il prezzo dei Corridor andrà ad avvicinarsi a quota 10 euro, di contro un avvicinamento a uno dei due livelli Barriera comporterà una discesa del prezzo del certificate.

Niente rischio cambio
I Corridor non sono soggetti a effetto compounding e neanche al rischio cambio (anche per i certificati con sottostanti non denominati in euro).

I Corridor hanno liquidità infragiornaliera fornita da Societe Generale e sono negoziabili ogni giorno in tempo reale sul SeDeX di Borsa Italiana a un prezzo di mercato compreso tra 0 e 10 euro circa. I Corridor si rivolgono ad investitori evoluti che intendono sfruttare strategicamente la presenza di mercati che non hanno un chiaro andamento rialzista o ribassista.

Questi certificati sono emessi da SG Issuer (gruppo Societe Generale) e garantiti da Societe Generale. L’investitore è esposto al rischio di credito di Societe Generale (rating S&P A; Moody’s A2; Fitch A+). In caso di default di Societe Generale, l’investitore incorre in una perdita del capitale investito.

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Economia

IL VASO DI PANDORA: la scoperta di quanto era già noto

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Il flash crash che ha colpito i mercati finanziari ha riempito di paura gli investitori che si vedono traghettare dalla Goldilocks Economy alla Relative Economy. Le motivazioni erano per i lettori di I&M già note. Ma ora anche i media tradizionali se ne rendono conto.

Quindi oggi sul Sole24Ore finalmente scopriamo l’acqua calda. Nessuna polemica, ma semplicemente una presa di coscienza che anche i giornali (benchè specialistici essendo il Sole24Ore il giornale i finanza principale in Italia) iniziano a parlare di tutto quanto abbiamo detto fino ad ora.
Segno che dobbiamo “voltare pagina” ed andare oltre.
Quindi quanto scrive il pur sempre ottimo Morya Longo non ci sconvolge il sonno perché per noi sono cose arcinote. Un ripassino non ci fa male di certo.

L’aspetto più interessante del flash-crash avvenuto sulle Borse mondiali a inizio febbraio è la reazione di economisti, analisti e investitori. Tanti di loro si sono affrettati a commentare che l’economia mondiale resta solida e che dunque le Borse possono tornare a crescere. Questo è vero. Però proprio il flash-crash ha dimostrato che la turbolenza può non nascere da motivi economici (questi possono anche essere anche solo pretesti), ma dagli squilibri che si trovano nei meccanismi interni dei mercati finanziari. Algoritmi, strategie d’investimento particolarmente aggressive, scommesse in massa su parametri come la volatilità. Speculazioni. E non solo. (…)

Ecco fatto, la nostra teoria, ampiamente provata da quintali di numeri che ho snocciolato negli ultimi mesi, viene perfettamente descritta da chi è giornalista di professione e che quindi ha capacità dialettiche ben migliori rispetto alle mie.

(…) Come moderne giraffe 2.0, tanti investitori hanno “allungato il collo” per andare a cercare rendimenti e profitti finanziari dove prima nessuno arrivava. (…) Si tratta di strategie remunerative, certo, ma con possibili rischi nascosti. Rischi nuovi, per cui spesso sottovalutati. (…) Ecco, in questa inchiesta, i 5 lati oscuri della finanza. Uno ad uno. (…)

Direi che non fa una grinza, fino ad ora.

VIX: Il caso dell’indice Vix che misura la volatilità di Wall Street, solitamente chiamato indice “della paura”, è l’unico “baco” già emerso. (…) A trarre tutti in inganno era il fatto che il Vix fosse molto basso e dunque segnalasse bassa “paura”: questo ha favorito l’esposizione sui mercati azionari e le speculazioni sul Vix stesso. Il realtà il Vix non era basso perché i rischi erano assenti, ma perché tutte queste strategie stavano creando una bolla proprio sul Vix. Insomma: un rischio nuovo è stato confuso per un non-rischio. (…)

Grafico VIX by Tradingview

Esatto, un VIX artificiosamente compresso verso il basso dal sistema. Il motivo era chiaro: mantenere lo status quo, evitando la volatilità che sarebbe diventata destabilizzante. Un mercato che quindi sembrava il migliore dei mondi possibili (Goldilocks Economy) dove la crescita era lenta ma costante e pian pianino si continuava a generare ricchezza artificiale. Ma era ovvio, sui mercati non esistono pasti gratis ed un bel giorno qualcuno avrebbe presentato il conto. Siamo saliti con una scala mobile, siamo scesi in stile Bungee Jumping. Inoltre ve lo ribadisco per l’ennesima volta, e cercate di assimilarlo perché è importante. Il mondo della finanza oggi è molto legato alla volatilità e alla gestione del rischio. Il numero di fondi, prodotti finanziari, gestioni che sono basati su questi principi sono innumerevoli. Se il VIX si stabilizzerà in area 30 (da area 10 a cui eravamo abituati) comporterà l’OBBLIGO a chi gestisce questi prodotti, umano o software che sia, a diminuirne l’esposizione sul rischio, quindi nuovo sell off su equity, high yield, titoli a spread ecc.

CORRELAZIONI: (…) un tempo era molto probabile che quando i mercati azionari andavano bene soffrivano quelli obbligazionari. (…) Dopo la crisi tutto è invece cambiato: negli ultimi anni, grazie all’abbondante liquidità, hanno guadagnato azioni, obbligazioni, Paesi emergenti, titoli di Stato. Settori tradizionalmente decorrelati, sono diventati correlati. Si pensi che nel 2017 nessun’asset class ha chiuso l’anno in perdita. (…)

Eccolo qui, il mercato UNIDIREZIONALE di cui tanto abbiamo parlato. Finalmente state iniziando a capire che il problema numero uno sarà difendere il patrimonio? In altri termini, se quando l’equity corregge ci ritroviamo con i bond che seguono a ruota, cosa difenderà il capitale? Chiedete al vostro consulente di fiducia, vedete che vi risponde. Come potete capire, queste nuove correlazioni hanno fatto saltare la cosiddetta filosofia della DIVERSIFICAZIONE, che una volta poteva proteggere,, ma ora non più. Semplicemente occorre cambiare strategia.

ILLIQUIDITA’: (…) Paradossalmente nel periodo delle grandi iniezioni di denaro da parte delle banche centrali, grandi fette di mercato sono diventate illiquide: è cioè difficile vendere titoli quando ce n’è bisogno. Questo perché le regole partorite dopo la crisi del 2008 hanno costretto le grandi banche d’affari a non svolgere più il ruolo di “garanti” della liquidabilità: un tempo erano loro i grandi «market maker», ora molto meno. Negli anni del boom di emissioni di bond, i mercati secondari sono dunque andati in “secca”. (…)

Fate MOLTA ATTENZIONE quando sottoscrivete degli investimenti. Molti prodotti, oggi, sono confezionati con sottostanti che apparentemente sembrano “sexy” con rendimenti interessanti. In realtà nascondono un palese rischio illiquidità. Il 2008 ha insegnato molto, ma come sempre l’investitore ed il mercato (cannibale di commissioni) non recepiscono la lezione. E quello che più mi preoccupa è che molte fette di mercato potenzialmente a “rischio illiquidità” è in mano a prodotti passivi (ETF). Motivo? Essendo passivi sono comandati da un software che in determinate condizioni, in modo “bovino”, opera senza guardare in faccia nessuno. Se per esempio un ETF sui “leveraged loans” o su titoli “high yield” dovesse muoversi massicciamente in un mercato illiquido, sapete che succede? Beh, il 2008 insegna… Citofonare ABS.

BOND MATUSALEMME: (…) Il concetto è intuitivo: se una società emette un bond che scade tra tre anni l’investitore rischia poco, ma se emette un titolo che scade tra 50 anni il pericolo che qualcosa vada storto è più elevato. Così in questi anni distorti, dove contava più racimolare rendimenti che stare attenti ai rischi, gli investitori hanno comprato grandi quantità di obbligazioni “Matusalemme”. (…)

Ve l’abbiamo detto in tutte le salse, questi BOND sono un business per chi li emette e non per chi li compra anche perché spesso si tratta di emittenti che avevano fame di capitali e che volevano sfruttare la possibilità di pagare interessi bassi per scadenze lunghissima. Ma l’ingordo investitore, questi rischi, spesso non li VUOLE proprio capire. Ovviamente questi bond, oggi sono i più volatili ed i più pericolosi. Inutile piangere sul latte versato. Se li avete in portafoglio fatevi un esame di coscienza e VALUTATE con attenzione che fare. Ricordate i tanti post, i tanti grafici ed i tanti discorsi fatti nei video di TRENDS sull’argomento? Spero siano serviti a qualcosa.

ALGORITMI: Ormai il 66% degli scambi azionari in Borsa è fatto da algoritmi. Cioè da computer che vendono e comprano azioni in autonomia, seguendo complessi calcoli matematici. Il «flash-crash» ha però mostrato che anche queste macchine, apparentemente perfette, possono prendere cantonate. E far scattare vendite automatiche molto velocemente. Il motivo è che gli algoritmi basano i calcoli su serie storiche di dati, sovrappesando però quelli più recenti. (…)

Evviva! Finalmente lo avete capito! Immane liquidità presente sui mercati, generata dalle banche centrali. Soldi che non si sanno come e dove investirli. Delega a prodotti a gestione passiva o legata alla volatilità che quindi hanno generato una mega colossale bolla. Ma proprio quei prodotti continuano ad avere un’esposizione sui mercati estremamente importante.

CONCLUSIONE: adesso si sta iniziano a prendere coscienza del mostro che la finanza ha generato. Se pensavate quindi che la correzione di questi giorni sia la “soluzione” ed abbia messo le basi per una ripartenza, beh, credo sia illusorio. Anche perché, come leggerete nel prossimo post, qualche problemino chi ogi è in “cabina di regia” potrebbe avercelo…

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Economia

Terrorismo in stazione: arrivano i contatori del debito pubblico

Author: Redazione Rete MMT

All’appello degli strumenti del terrorismo economico mancavano i maxischermi a led che ricordano ai passanti l’entità del debito pubblico. Ora ci sono anche quelli. Ieri l’Ansa ha rilanciato l’ultima iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni: nelle stazioni di Milano Centrale, di Roma Termini e di Roma Tiburtina alcuni maxischermi a led segnaleranno ai passanti la crescita del debito pubblico. La campagna “ogni promessa è debito” proseguirà sino alle elezioni (e questo non è un caso…). La think-tank italiana, che promuove il pensiero di Milton Friedman, sa ciò che il semplice cittadino ignora: per smantellare lo Stato bisogna puntare ai tagli alla spesa pubblica.

Ma per far digerire ciò che normalmente sarebbe odiato, come una qualità di vita peggiore del passato (meno servizi, meno reddito, meno risparmio) è necessario far credere che esiste un mostro, il debito pubblico, che diventa ogni giorno più grande. Anche quando non lo vedi. E tu, passante che vai veloce alla stazione per raggiungere un treno o per correre in ufficio, non potrai non vedere quel mostro che lampeggia nel maxischermo a led. “Ogni promessa è debito” è lo slogan della campagna. Chi chiederebbe ai politici di impegnarsi per fare maggiori investimenti, incrementare i servizi pubblici, aumentare le assunzioni statali e così via pur sapendo che la spesa pubblica alimenta un mostro che incombe sulle future generazioni? Nel suo genere, quello del terrorismo mediatico, è uno slogan che può funzionare.

Ma quel mostro non esiste.

Che tu sia un pendolare abituale, un turista fugace, uno studente che torna a casa, puoi camminare sereno nella stazione. Il debito pubblico dello Stato non è un problema, anzi. È un numero che misura ciò che lo Stato ha creato per te, compresa la stazione in cui ti trovi. Il problema è un altro: il monopolista della valuta è in grado di acquistare con la sua valuta tutto ciò che serve per garantire un futuro sereno alla collettività. Non alimenta né mostri né debiti sulle spalle delle future generazioni. È un problema invece per gli Stati che non sono monopolisti della valuta. Ma questo, i maxischermi a led dell’Istituto Bruno Leoni non lo raccontano…

E se vuoi saperne di più:

Debito pubblico nazionale: perché preoccuparsi per qualcosa che non esiste?

I nostri figli pagheranno la mancanza di debito pubblico

Il debito pubblico e il futuro dei nostri figli

ME/MMT: la valuta come monopolio pubblico