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[997] A Closer Look At The Hotel Sector


We’re checking in on the hotel sector with Hilary Fordwich as she discusses the ins-and-outs of the industry with host Bart Chilton. Wall Street is breaking records left and right, Trinity Chavez has the story. Alex Mihailovich joins us from Toronto as Canada files a complaint against the United States with WTO. Follow us on Twitter:
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The deceitful propaganda campaign of Fix the Debt


This lying organization is out to screw Americans.

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FTSE MIB: ora nel mirino 23.500 punti

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

FTSE MIB: ora nel mirino 23.500 punti | tradingideas

FTSE MIB: il listino italiano mostra i muscoli e tenta oggi la rottura della ex trend line rialzista di lungo medio lungo periodo tracciata dal minimo di giugno 2017. L’indice, che sembra aver preso di mira i 23.500 punti, sta mostrando anche maggior forza relativa rispetto agli indici europei di grado superiore, Dax e Eurostoxx che invece rimangono nei pressi dei rispettivi supporti statici dei 13.206 e 3.600 punti.

Enel: prende una pausa Enel che, dopo aver invertito direzione con forza il 3 gennaio, e aver rotto la resistenza statica dei 5,2 euro, torna su tale livello. Da verificare se il titolo avrà la forza di rompere la trend line ribassista tracciata sui massimi del 8 dicembre e 9 gennaio con resistenze a 5,42 e 5,5 euro. Una ripresa dei corsi sotto 5,2 euro avrebbe supporti a 5,12 e 5 euro.

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FINANZA PASSIVA: i giornali scoprono il cigno nero!

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Ci voleva un po’ di tempo e poi finalmente anche i giornali si sono resi conti di quanto la finanza passiva sia diventata determinante e volumetricamente pericolosa per i mercati finanziari.
In passato ho più volte parlato di come ormai il peso di hedge funds, ETF e prodotti guidati da software anche di risparmio gestito tradizionale, abbiano ormai raggiunto dimensioni mastodontiche.

In questi prodotti “passivi” è finito molto di quel denaro che la gente ha tolto dalla “finanza tradizionale” causa rendimenti troppo bassi, oppure soldi che arrivano indirettamente dalle casse delle banche centrali.

Mille miliardi di dollari. Secondo le stime di HFR, è solo questione di tempo (poco, per la verità) e gli asset gestiti dagli hedge funds quantitativi supereranno la barriera del suono del trilione: nell’ottobre scorso si trovavano infatti a quota 940 miliardi, quasi il doppio rispetto al 2010. Un caso emblematico è quello della newyorchese Two Sigma, uno dei leader del settore, passata dai sei miliardi di dollari in gestione del 2011 agli oltre 50 miliardi dell’anno scorso.

Domanda: sapete quanto vale il PIL mondiale? Circa 77.000 miliardi di USD… E non ditemi che viviamo in un’economia di carta…

Attenzione poi perché gli hedge funds sono solo una parte della storia. Se allunghiamo lo sguardo anche su Etf e fondi tradizionali, secondo Morgan Stanley le strategie quantitative “controllano” già circa un trilione e mezzo di dollari, dopo una crescita media del 15% annuo delle masse gestite dal 2012 in poi.

Ebbravi amici de Il Sole 24 Ore. Ci è voluto un attimino ma anche voi lo avete capito.

Ma con il dominio degli algoritmi si moltiplicano anche i rischi, come ha sottolineato un recente e molto interessante studio del Financial Stability Board (“Artificial intelligence and machine learning in financial services: market developments and financial stability implications”), l’organismo internazionale istituito dal G20 per monitorare la stabilità dei mercati mondiali. (…)

Il giornale cita poi diversi tipi di rischi che possono essere tali ma che secondo me non sono sistemici. E poi finalmente prendono in considerazione quello che è il VERO rischio della finanza passiva.

(…) C’è un terzo importante rischio: parte delle strategie di investimento adottate delle intelligenze artificiali sono state sviluppate negli ultimi anni, ossia in un contesto di volatilità ai minimi storici e di solida crescita delle Borse. (…) Quale sarà infatti la reazione degli algoritmi al primo “Cigno Nero”, l’evento negativo completamente inaspettato? Cosa avrebbero fatto le intelligenze artificiali nell’autunno del 2008, quando il sistema finanziario mondiale collassò sfiorando per la prima volta nella storia l’implosione? E’ una domanda assolutamente legittima. (Source) 

Diciamo che la conclusione dell’articolo è un po’ vaga, meglio intervenire.

Provo a spiegarvi io la questione. Se il mercato gira, e la volatilità aumenta, la maggior parte di questi prodotti di finanza passiva, a partire dagli Hedge Funds, passando da molti prodotti Absolute Return e Total Return che lavorano a “volatilità controllata”, fino ad arrivare agli ETF di ultima generazione più “certificates” di vario tipo, devono per forza di cose rispettare le regole con cui sono stati creati. E quindi alla violazione di certi livelli di stop loss, al raggiungimenti di determinati picchi di volatilità in modo costante, dovranno liquidare.
Me lo immaginate cosa succederebbe sui mercati se MASSIVAMENTE ci fosse un intervento che sarebbe volumetricamente incontrollabile, senza poi dimenticare che è comandato dalle intelligenze artificiali?

STAY TUNED!

Danilo DT

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Economia

MERCATI: inflazione sugli scudi, bond al ribasso. Ma occhio al falso segnale

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

C’è fermento nell’aria. Lo si vede sui grafici, lo si percepisce nell’aria. Ci sono aspettative importanti, ci sono dati rassicuranti, buona parte dei quali ampiamente discutibili (vedi il post precedente sul lavoro) ma tutto serve per far aumentare la fiducia che è poi il motore trainante di tutta la macchina economica.
Tra le tante cose successe nelle ultime ore merita sicuramente considerazione la pubblicazione dei verbali della riunione del consiglio direttivo della Bce che si è tenuta il 13 e 14 dicembre scorsi.

In realtà non c’è veramente nulla di nuovo. Si parla di possibili cambiamenti in ambito di linguaggio su quelle che sono le caratteristiche della politica monetaria. Si tratta quindi di forward giudance e non di operatività spiccia. Ed ovviamente il tutto dovrà essere conforme alle logiche che ormai conosciamo a memoria: modo PROGRESSIVO, senza traumi, nella speranza che l’inflazione vada a convergere ulteriormente verso l’obiettivo, che conosciamo ormai benissimo, ovvero il 2%.

Un commento, che non vuole essere pessimistico ma puramente realistico, potrebbe essere questo. Quando il sentiment è particolarmente positivo, si tende a vedere il bicchiere “mezzo pieno”. Questa volta è esattamente così, ma con un’aggiunta interessante.
E’ vero che il verbale sul meeting BCE non aggiunge nulla di nuovo, ma c’è un elemento che potrebbe giustificare questa positività. Condizionale, nota bene.
Questo elemento è l’andamento del tasso inflazione in Eurozona. Quindi si tratta di Goldilocks, di reflazione, o di qualche altro fenomeno?
Eccovi spiegato il motivo del “condizionale”.

Ci sono dei fattori che sono puramente “volatili” che stanno condizionando il mercato, intermarket compreso.
Un petrolio che “vola” a 64 $ /bar condiziona per forza l’andamento del tasso inflazione. Le conseguenze in ambito intermarket si vedono anche sul Dollaro USA (più debole) ad esempio.
Ed è ovvio che la componente energetica ha un peso specifico importante nel calcolo del tasso inflazione All items, ovvero onnicomprensivo.
Ma sappiamo anche che l’inflazione importante, quella che conta è quella CORE, ovvero depurata da tutte quelle componenti volatili quali ad esempio appunto i prezzi delle materie prime.
Per intenderci, con l’inflazione CORE possiamo provare a capire se veramente c’è crescita e soprattutto se i salari si stanno muovendo. Altrimenti, senza i salari che salgono, con quali soldi si aumentano i consumi? Con le riforme fiscali che non ci sono?

Ecco lo straordinario incremento degli stipendi e dei salari, innanzitutto in Italia, previsti per il 2018.
Non mi sembra che sia il massimo della libidine. Se poi ci aggiungiamo i dati farlocchi sul lavoro di ieri, credo si sia la chiusura del cerchio.
Continuiamo pure a vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma forse le cose non stanno proprio così.

Stipendi e salari: come aumenteranno nel 2018

La BCE giustamente vede rischi a livello inflazione, magari nei paesi più forti come la Germania, ma in Italia le cose stanno decisamente in modo diverso. Ed in generale, l’inflazione core in Eurozona non è (al momento) fonte di preoccupazione.
Quindi, mi aspetto per un 2018 i tassi a brevissimo (Eonia ed Euribor) non in particolare movimento. Potrebbe esserci un intervento sulle “deposit facilities” oggi al -0,40% .
E poi ci sono i tassi a medio lungo termine dove l’impatto del QE ed indirettamente del mercato, diventano elementi ben più invasivi. Ma parlare di vero interventismo della BCE, oltre a quanto programmato, lo vedo abbastanza fuori luogo.

STAY TUNED!

Danilo DT

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