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Economia

PRICE TO PAY: fuori dalla crisi finanziaria. Ma a quale prezzo?

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Dire che siamo fuori dalla grande crisi finanziaria può suonare strano, soprattutto per noi italiani che siamo ancora nel bel mezzo della ristrutturazione del nostro sistema bancario.
Quando parliamo di crisi finanziaria globale, però, parliamo non tanto dei nostri NPL, un caso molto più italiano di quanto possiamo immaginare, ma della bolla immobiliare che è culminata con la crisi subprime negli USA. L’effetto domino sul tessuto finanziario globale è stato devastante. E quando noi ci lodavamo davanti a tutti, dicendo che il nostro sistema bancario non era esposto sui derivati ed era più solido (si, come no…) gli USA arrancavano. Bisognava intervenire, evitare il collasso globale. E allora sono intervenute le banche centrali con delle manovre di politica monetaria espansiva che non sto a ripetervi.

E’ chiaro però che è stata una mossa di “emergenza” e quindi uno sforzo che non distribuiva “pasti gratuiti” ma c’era un prezzo da pagare. Uno dei tanti è sicuramente questo: il DEBITO.
Quante volte vi ho scritto che stiamo affogando nel debito? Eccovi le prove definitive, anche se forse non ce n’era bisogno.
L’istituto IIF  (Institute of International Finance) poi ripreso dal Sole 24 Ore, ci spiega tutto.

Grafico Sole 24 Ore

DEBITO GLOBALE pari a 233.000.000.000.000 $ che tradotto significa 223mila miliardi di dollari. In un anno ben 16.500 miliardi di USD, in 10 anni + 71.000 miliardi USD. E’ evidente che il debito globale aggregato, quindi composto da tutte le forme di debito, ha addirittura accelerato nell’ultimo anno ed il 70% di tutti questo debito è stato generato nell’ultimo ventennio.
Per la cronaca il debito aggregato italiano è pari al 350% del PIL, che è tanto ma è pur sempre meno del 400% registrato dai nostri cugini francesi, meglio messi come debito pubblico ma molto peggio come debito privato.
Le criticità maggiori per l’Iif sono fondamentalmente due nel breve termine:

1) la prima legata al mondo dei paesi emergenti. Nel 2018 andranno in scadenza titoli per 1.500 miliardi. Che succede se i tassi USA crescono più del previsto? Che succede se il Dollaro USA si rivaluta oltre le aspettative?

2) la seconda è la riforma fiscale USA che non potrà che aggiungere debito al debito.

3) la terza è la Cina. Protagonista di molti nostri post sull’argomento, resta una delle principali cause di preoccupazione. Un debito pubblico cinese che è pari a 4.600 miliardi di dollari. Se aggiungiamo anche i veicoli finanziari delle municipalità locali arriviamo a 11.500 miliardi di dollari Usa. Un debito aggregato ufficiale (governo, società, famiglie prendendo dati forniti dal regime…) pari a 257% del Pil. Numeri secondo molti assolutamente irreali. C’è chi dice addirittura che tale cifra dovrebbe essere moltiplicata per 15. Livelli irreali, come irreale il quando del debito che stiamo analizzando.

Tutto molto interessante e preoccupante ma sono il primo a dire che nell’immediato rappresenta SOLO statistica, perché come tutte le bombe finanziarie che si rispettano, nulla accadrà fintanto che il castello di carta regge.
Questione di tempo? Può darsi. Difficile da quantificare, non c’è dubbio. Però siate pronti. Immaginatevi se dovesse mai succedere qualcosa sul fronte Cina ed il mercato ad un certo punto deve prendere atto, in questo caso che succede?

STAY TUNED!

Danilo DT

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Economia

[993] Commodity Commotion: What To Expect In 2018


Peter Schiff from Euro Pacific Capital joins Bart Chilton as they discuss the commodities market and what to expect from gold, silver, oil, and more. Steve Malzberg discusses the upcoming fight for a budget as the Wall and DACA are on the chopping block. Tech is big business but could it lead to tech addiction? We cover that and more in today’s headlines. Follow us on Twitter:
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Economia

WALL STREET: la borsa USA si prepara allo spunto finale

Author: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

wall-street-fear-index

Ecco come il mercato può rivoluzionarsi in pochissimo tempo e malgrado l’ormai lungo rally ci troviamo alla concreta possibilità di assistere alla fase finale del rialzo. Ci sarà più volatilità ma non per questo avremo guadagni non interessanti. Analisi del COT report prodotto dal CFTC [Guest post]

Cari amici, nella prima settimana dell’anno, i mercati azionari internazionali, hanno inaspettatamente esordito con i botti ed i fuochi d’artificio. Stabiliti nuovi importanti record a Wall Street, ma anche l’Europa e l’Asia non sono state da meno. Evidentemente gli investitori credono in un’accelerazione della crescita economica a livello globale. A dire il vero gli altri mercati, quelli non azionari, non esprimono lo stesso entusiasmo e fiducia.

Una contraddizione ? Non credo proprio, anzi la pacatezza degli uni costituisce la ragione dell’esuberanza degli altri e disegna il tratto davvero peculiare di questo ciclo economico.
L’apparente contraddizione è peraltro ben visibile sullo scenario intermarket. Registriamo, infatti, diversamente dal passato, che da almeno un anno la crescita Usa è sostenuta ed accompagnata da un progressivo indebolimento del dollaro. Negli ultimi 12 mesi la valuta americana ha infatti perso circa il 10 % del proprio valore. Ciò tuttavia non ha impattato sulle altre più importanti economie del globo, ancora sorrette da politiche monetarie estremamente generose ed espansive. La svalutazione del dollaro, inoltre, ha favorito una ripresa delle quotazioni delle commodities, ed in particolare del petrolio. Ciò è senz’altro un bene per i Paesi produttori, in particolare per la Russia ed i Paesi Arabi che mostrano apprezzabili segnali di ripresa.

L’apprezzamento delle commodities, in termini reali, ossia al netto della svalutazione del dollaro, è tuttavia ancora molto limitato ed esiguo, pari ad un modesto + 5 % negli ultimi 2 anni. Se si allarga invece l’orizzonte di osservazione, si constata che negli ultimi 10 anni, ossia dall’anno 2008, anno dell’ultima grande crisi, le commodities hanno perso, in termini reali, circa 1/3 del proprio valore. Questa circostanza, sottovalutata da più, è a mio avviso la ragione fondante, il motore primario, di questo anomalo ed interminabile ciclo economico. Ciclo del tutto particolare e peculiare, caratterizzato da un’espansione economica alquanto moderata, ed assolutamente privo d’inflazione. Caratteristiche queste confermate anche dagli andamenti del mercato obbligazionario. Basti pensare che oggi, dopo quasi 9 anni di ininterrotta crescita economica, i rendimenti dei bond decennali Usa stazionano ancora all’esigua quota del 2,47 %, ossia solo 100 bps in più del loro minimo storico. Crescita economica senza inflazione, una sorta di EDEN per i mercati azionari, talmente improbabile ed eccezionale da risultare non credibile e non riconoscibile a tantissimi investitori che si sono purtroppo persi uno dei più grandi bull market della storia. Le ragioni, demografiche economiche e tecnologiche, che stanno alla base di questo innovativo paradigma dell’economia sono, a mio avviso, ancora tutte presenti. Forse solo un errore di politica monetaria, compiuto per contrastare un’inflazione che assolutamente non c’è, potrebbe far imballare il sistema e far deragliare di conseguenza i mercati finanziari internazionali.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 104.408
Large Traders : + 86.929
Small Traders : + 17.479

Si consolida, pertanto, definitivamente, il nuovo assetto del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, nuovamente variazioni molto ingenti nelle posizioni dei diversi operatori, pari a ben 32.302 contratti. In particolare, i Large Traders, del tutto coerentemente, essendo degli operatori trend- following, acquistano altri 27.800 contratti long, e portano l’entità della loro posizione Net Long quasi sui massimi di sempre. Gli Small Traders, più cauti, acquistano anch’essi altri 4.502 contratti long, e consolidano ulteriormente la loro nuova posizione Net Long. I Commercial Traders, anche in quest’ultima ottava, prendono atto della crescente fiducia delle altre 2 categorie di operatori, a cui cedono l’intero lotto dei 32.302 contratti long, assumendo una posizione di copertura Net Short, quasi record, superiore alle centomila unità. Le davvero molto ingenti movimentazioni di queste ultime due settimane hanno completamente ridisegnato l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Come interpretare tutto ciò, cosa vogliono dirci ? A me sembra che preannuncino l’entrata nella fase pericolosa, ma molto profittevole, dell’euforia dei mercati azionari. Sinora infatti i mercati sono cresciuti con continuità ma abbastanza gradualmente. Nelle ultime settimane si nota invece una decisa accelerazione del ritmo d’ascesa. Peraltro le posizioni dei diversi operatori sono divenute molto celermente davvero marcate ed ingenti.

Ricordano molto quelle assunte nel corso del 2013, anno in cui l’S&P 500 registrò un incremento del 30 %. Come ricordato lo scenario intermarket non preannuncia affatto l’arrivo di sconquassi, anzi tutt’altro. C’è però l’incognita delle Banche Centrali, ed in particolare della FED, che si propone di effettuare altri 3 rialzi dei tassi nel corso del 2018. Rialzi, al momento, del tutto immotivati. Nel sistema infatti non c’è un’inflazione che li renda necessari e giustificabili. Molto probabile che vogliano, invece, calmierare l’unica inflazione allo stato ben visibile, ossia quella dei valori azionari. Il primo rialzo dei tassi è previsto per la prossima primavera, sino ad allora è pertanto molto probabile che i mercati azionari scontino in fretta quanto più rialzo possibile, e poi inizino a correggere.

Futuro prossimo si prospetta, quindi, ancora positivo per i mercati azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Nella prima settimana dell’anno, il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito una performance positiva pari al + 4,71 %. Performance superiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 4,01 %. Una sovra-performance dello 0,70 %, beneagurante per il resto dell’anno, in cui ci attendiamo una sovra-performance complessiva del 16 %, ossia pari alla sovra-performance media degli ultimi 5 anni. Ciò detto, questa settimana, in coerenza con l’analisi sopra esposta, non muto l’assetto del mio portafoglio costituito dall’85 % di posizioni long e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net Long pari al 70 %. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Lukas

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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 9 Gennaio 2018

Author: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ in attesa ]
prossimo 2019/2020

Setup Mensile:
ultimo Dicembre (range 21833 / 22838 ) [ in attesa ] barra outside
prossimi Marzo

Setup Settimanale:
ultimi: prossimi 2/5 Gennaio ( range 21613//22762) [ uscita rialzista ]
prossimi 8/12 Gennaio

Setup Giornaliero
ultimo : 8 Gennaio (range 22704/ 22899 + event est. ) [ in attesa ]
prossimi 10. 15,16

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300
ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,
COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606,

Angoli Mensili Gennaio 20750,21600, 22230, 22730,23210
Angoli Settimanali: 21980,22550, 22850, 23450
Angoli Giornalieri 22434, 22572, 22653,22807, 22902,22982

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre sull’articolo unico settimanale.

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Economia

EURO: tassi in rialzo da ottobre 2019. Dove andrà il cross EURO DOLLARO?

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

L’inizio 2018 è stato caratterizzato sicuramente da una buona positività sui mercati finanziari. Borse ancora al rialzo e unidirezionalità degli asset che viene ancora rispettata, il tutto in un contesto di volatilità molto bassa.
Goldilocks, con l’inflazione che poi non è nemmeno così invasiva. Anche se come ho già detto, la crescita non è poi così anemica.
Chi sta avendo dei comportamenti un po’ strani è il cambio Euro Dollaro (Cross EUR USD).
Infatti per certi versi l’andamento sarebbe giustificato da un miglioramento congiunturale in Eurozona più forte delle attese. Ma occorre anche dire che siamo di fronte a due scenari prospettici a livello di politica monetaria divergenti.
Infatti come è noto la FED sta attuando un percorso di normalizzazione, con tassi di interesse progressivamente in crescita. La BCE invece continua con la sua “campagna acquisti”. Il quantitative easing continua anche se a ritmi ridotti, visto il taperingo che porta gli acquisti a “soli” 30 miliardi di Euro mensili. Però è chiaro che continua ad essere una politica espansiva.
Leggete che dice chi più di tutti è contro il QE Europeo:

(..) E’ legittimo fissare una chiara fine per il programma di acquisto titoli della Bce. Lo ha dichiarato il numero uno della Bundesbank e membro del board della Bce, Jens Weidmann (…) che dice: “la verità è che, anche dopo il termine degli acquisti, la politica monetaria rimarrà molto espansiva”. (…)

Quindi ci può stare l’esaurimento del QE Europeo ma gli stessi tedeschi sono consci del fatto che poi i tassi di interesse resteranno molto bassi ancora per un po’. Anche perché ci sono diversi problemini che devono essere sistemati. Ne parliamo a breve, intanto guardate cosa sconta il mercato.

E’ vero che rispetto ad un mese il mercato sconta un aumento dei tassi più “prossimo” ma parliamo sempre di ottobre 2019 come data prevista per un primo aumento dei tassi. Dove saranno in tale data i tassi USA? Probabilmente in area 2,75% – 3%. E noi probabilmente quindi in area 0,25%. Spread tra i 250 ed i 275 basis points.

FED DOT PLOT 2017 2018

Ci sono però anche alcuni elementi che giocano a favore di un’ulteriore rivalutazione dell’Euro. Infatti molti analisti già vedono area 1,30. Il motivo? La riforma fiscale. Infatti in passato questo tipo di riforme hanno sempre avuto effetti negativi sul cross EUR USD.

Leggero vantaggio dell’Euro sul Dollaro USA? Magari questo elemento potrebbe portare la partita in equilibrio se non a favore di un rafforzamento dell’USD.

(…) La presenza nei bilanci di molte banche di asset deteriorati rappresenta un problema per il fondo europeo di garanzia sui depositi: “l’ordine corretto sarebbe prima di ridurre i rischi e poi di dividerli”, spiega Weidmann, secondo il quale “un’altra esigenza è quella di ridurre la dipendenza fra banche e Stati”. (Source)

Questo però sottointende un altro problema. Il sistema bancario europeo ha ancora da scontare parte degli NPL che sono in pancia e che spesso “saltano fuori” quando proprio qualche istituto di credito non può più farne a meno.
Se proviamo a fare la somma delle parti, una politica di tassi di interesse a livello di banche centrali, con un quadro qualitativo del credito peggiore, sono elementi che dovrebbero far propendere ad un indebolimento della moneta unica e non ad un rafforzamento.
Concludo dicendo che in questo momento molti operatori stanno coprendo le posizioni lunghe sul dollaro. Questo in realtà è ottimo per l’Euro e significa che in molti ritengono elevato il rischio di un ulteriore indebolimento. Ma come avrete capito questa cosa non mi convince, soprattutto in ottica di medio lungo termine.
Il differenziale dei tassi è sempre più netto, e molti fondi Hedge stanno convertendo le loro posizioni sul valutario, tornando fortemente LONG sull’USD.
Poi lo sappiamo, il valutario è un mercato complicato e intrigato. Ma poco importa, vi ho espresso il mio parere. E questo è il mio grafico che vi lascio in pasto. Buon appetito.

Grafico Euro Dollaro EURUSD by Tradingview

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Danilo DT

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