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DRAGHI: IL GRANDE BURATTINAIO!

BRUXELLES (WSI) – La Bce vuole abbassare le remunerazioni degli europei pur mantenendo l’obiettivo di una inflazione vicina alla soglia del 2% prestabilita. Draghi ha lanciato un appello nemmeno troppo velato in cui chiede di poter aggiustare gli stipendi per aiutare l’euro. Si tratta in pratica di una svalutazione non monetaria bensì salariale nel blocco a 18.

Abbandonare così come salvare la moneta unica ha un prezzo. “Il prezzo da pagare per voler mantenere a tutti i costi l’euro comporta dei costi economici, ma anche dei costi in termina di perdita di crescita e dei costi sociali”, dice Charles Sannat, giornalista e analista ‘contrarian’, professore di economia in diverse università di business parigine.

(…) Interrogato sui rischi di ritornare al sistema del XIX secoo, in cui i salari e i prezzi potevano abbassarsi e aumentare fortemente, Draghi ha difeso la necessità di adottare una “svalutazione interna” (ovvero abbassare i costi di un paese se non è possibile abbassare i tassi di cambio).

Adesso, solo adesso che la tua ricette demenziale non funziona, solo ora che l’inflazione salariale è morta, chiedi di aumentare i salari alla fine di un ciclo economico, in vista di una nuova recessione globale?

In fondo nulla di particolare, ha solo cambiato idea, oggi chi non cambia idea, peccato che queste politiche economico/finanziarie criminali, queste demenziali austere fobie, questi inviti POLITICI a ridurre salari e distruggere occupazione, hanno annientato intere generazioni e stanno distruggendo l’Europa.

Immagine2Ma certo anche il modello sociale è morto, si dai facciamo come gli Stati Uniti, Mario chi te l’ha suggerito gli amici di Goldman o Angela?

Noi di Icebergfinanza, abbiamo una memoria storica di ferro, dalle nostre parti la verità è figlia del tempo, e purtroppo per loro non ci sfugge nulla!

Ideologie fallite e ricette inutili applicate, medici che si vantano di aver inventato cure miracolose dopo aver clamorosamente sbagliato diagnosi e non aver fatto prevenzione, ecco la sintesi dei banchieri centrali di oggi.

Se volete dare una mano alla consapevolezza non avete che da rendere virale questo post, una volta che tutti avranno capito, forse solo allora resterà ancora una speranza!

Autore: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Filling the Fed chairs


The Fed has some seats to fill, Danielle DiMartino Booth is back to give us her thoughts on who could fill those seats. Follow us on Twitter:
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[939] The cryptocurrency conversation


Cryptocurrencies are on the rise as countries move to figure out what they do, Bart Chilton is back to discuss it with host Lindsay France. Are Millennials being left behind economically? Bianca Facchinei examines the situation. Cuba is looking to change its economic situation, Vito Echevarria says oil is the key. Follow us on Twitter:
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Ftse Mib, finale d’ottava poco brillante. Intesa Sanpaolo in attesa di reazione

Dopo aver toccato a inizio mese i massimi degli ultimi due anni a 22.860 punti, l’indice Ftse Mib ha repentinamente invertito la rotta, appesantito dal comparto bancario. Potrebbe ora scendere a testare la linea di tendenza rialzista ottenibile unendo i mimini del 30 giugno e del 29 agosto, attualmente transitante in area 22.000/22.050 punti. Il test del supporto dinamico, e successivamente della soglia psicologica dei 22.000 punti, arriverebbe dopo la cadura dei minimi della seduta del 10 ottobre a 22.261 punti. La violazione di area 22.000 darebbe un segnale negativo e favorirebbe ribassi in direzione di 21.581 punti in prima battuta. Lo scenario descritto verrebbe archiviato, almeno temporaneamente, se l’indice recuperasse quota 22.613 punti, evento che rimetterebbe in gioco i masimi biennali a 22.860 punti. Solo una violazione di quest’ultima soglia, confermata in chiusura di seduta e accompagnata da incremento dei volumi, aprirebbe le porte alla scalata sopra quota 23.000.

Il doppio massimo segnato da Intesa Sanpaolo il 29 settembre e il 3 ottobre in area 3 euro è stato seguito da due settimane di ribasso durante le quali il titolo ha perso oltre il 5%. Il movimento è stato innescato dalle nuove proposte della Bce per la gestione dei non-performing loans nel portafoglio delle banche. Sembra destinato a portare l’azione a contatto con il supporto di quota 2,78 euro, sui minimi dell’8 settembre. In direzione di questi minimi converge anche la linea di tendenza rialzista tracciabile con i minimi del 18 aprile e del 21 giugno, attualmente a 2,71 euro. Sarà un test molto importante. Se Intesa Sanpaolo dovesse violare al ribasso il doppio supporto, andrebbe a chiudere il gap rialzista lasciato aperto lo scorso 26 giugno da 2,638 euro. Il pericolo verrebbe allontanato su recuperi di 2,942 euro.

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INFLAZIONE DOVE SEI CARA INFLAZIONE!

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Come abbiamo scritto nell’ultimo Machiavelli, in attesa di conoscere nei dettagli la nuova Federal Reserve di Trump, conoscere l’uomo che darà il via all’era dei tassi negativi, andiamo a dare un’occhiata veloce a quanto hanno dichiarato nell’ultimo incontro i governatori …

La Federal Reserve sembra intenzionata ad aumentare i tassi a dicembre nonostante una inflazione al palo. È quanto emerso dai verbali della riunione degli scorsi 19 e 20 settembre del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa. Nel documento si legge che «quasi tutti» i membri dell’Fomc «sono stati d’accordo nell’indicare nel comunicato» diffuso il mese scorso dopo il loro meeting che «un approccio graduale nell’alzare i tassi sara’ probabilmente necessario». Tuttavia, si legge, «molti» hanno espresso preoccupazione che un’inflazione bassa quest’anno «possa riflettere non solo fattori transitori» – come indicato in più occasioni dal governatore Janet Yellen – «ma anche sviluppi che potrebbero risultare più persistenti». Verbali Fed: tassi su a dicembre anche se inflazione ferma

… ma anche sviluppi che potrebbero risultare più persistenti.

Questo gruppetto di inutili personaggi che amministrano l’istituzione privata più importante del mondo, non conoscono la storia o meglio si rifiutano di comprendere che l’America e il mondo intero sono nel bel mezzo di una sindrome giapponese, che questa è una…

«Serve pazienza»
Alcuni hanno chiesto «pazienza» nel rimuovere l’approccio accomodante della Fed. «Una valutazione dei trend dell’inflazione è necessaria»…

Su da bravi, prendetevi questo weekend e studiate a fondo gli effetti deflattivi della vostra politica monetaria, non serve molto a comprendere che più liquidità date ai vostri azionisti, le banche e più il mondo viene inondato da deflazione.

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Suvvia, unico in Italia, ci sono arrivato io che sono un blogger qualunque. figurarsi se non potevate arrivarci voi1

O forse no, perché come diceva Brad DeLong che ha davvero scritto un pezzo memorabile sulla professione economica in genere…

I principi economici che sostengono le loro teorie sono un inganno: non sono verità fondamentali ma mere manopole da girare e regolare in virtù delle giuste conclusioni che emergono dall’analisi.

Le giuste conclusioni dipendono da quale dei due tipi di economisti si è. Il primo sceglie, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e gira e regola le sue ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al suo orientamento e che possono compiacere gli alleati. Il secondo prende tutte le ossa della storia, le butta in una casseruola, accende il fuoco e le fa bollire, sperando che le ossa trasmettano degli insegnamenti e suggeriscano i principi per guidare gli elettori, i burocrati e i politici della nostra civiltà, mentre avanzano lentamente verso l’utopia. ( Sole24Ore )

Ve lo dice anche il vecchio Ben, uno che non faceva una mossa senza chiedere consiglio a Goldman Sachs…

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Washington, 12 ott – Ben Bernanke, il governatore della Federal Reserve che ha preceduto Janet Yellen, e’ tornato a suggerire che prima di alzare i tassi la banca centrale Usa lasci correre l’inflazione temporaneamente oltre il suo target di crescita annua del 2%. Bernanke ha presentato una sua ricerca al Peterson Institute for International Economics a Washington, nell’ambito di una conversazione a cui ha partecipato anche il numero uno della Banca centrale europea Mario Draghi. “Determinando i target dei prezzi, periodi con inflazione sotto gli obiettivi prefissati (che probabilmente si verificano quando i tassi sono fermi vicino allo zero), dovrebbero essere seguiti da periodi in cui la banca centrale permette all’inflazione di portarsi sopra il target, arrivando a una politica di tassi ‘piu’ bassi per piu’ tempo’”. Lo studio di Bernanke – la cui tesi ricalca quella di due economisti della Fed, Michael Kiley e John Roberts – e’ giudicato interessante da Lael Brainard, ma il membro del Board della Fed ritiene che un approccio cosi’ controverso sarebbe difficile da comunicare e da calibrare con altre misure come l’acquisto di asset. Inoltre, la combinazione di tassi e di una disoccupazione bassi che ci sarebbero durante periodi di inflazione oltre i target, potrebbe portare alla creazione di rischi per la stabilita’ finanziaria.

Bernanke ha poi smontato la tesi di chi crede che l’allentamento monetario della Fed abbia dato benefici soprattutto ai ricchi.

Bernanke può smontare tesi, provare a prendere in giro, un gruppetto di inutili idioti, giornalisti o economisti con le sue tesi, la realtà è sotto gli occhi di tutti, mani nella storia il QE generalizzato ha creato una simile disparità di ricchezza.

Ciao Ben, tornate nell’anonimato della storia, insieme a Greenspan hai fatto finta di non vedere la madre di tutte le bolle, quando in giro per l’America in molti ti suggerivano di fare attenzione alle pratiche predatorie dei mutui subprime, tu hai fatto finta di nulla, anzi sostenevi che non c’era alcun pericolo, goditi i milioni di dollari che ti regalano le banche d’affari ad ogni conferenza, ma non ci rompere i cosiddetti con le tue fesserie.

Ieri anche lei, l’unica che sembra capirci qualcosa è stata chiara…

Fed’s Brainard: In future recessions, could signal that rates at zero …

Il presidente della federazione di Dallas Robert Kaplan dice che il rendimento basso del decennale americano è un segno “minaccioso” uno sviluppo  “un po ‘inquietante”.

Secondo alcuni nostri informatori e credetemi sono tanti, sembra che qualche ingenuo ad alto livello, addirittura tra le banche, si sta preparando a scommettere su un sensibile rialzo dei tassi in Europa a breve entro cinque anni. Sarà la più spettacolare tonnare della storia!

“Quello che non voglio fare è aumentare i tassi così velocemente sino ad invertire la curva di rendimento perché la storia ha dimostrato che una curva di rendimento invertita è un precursore di una recessione”.

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