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OUTLOOK Dollaro USA: esperimenti con target price

Il Dollaro USA è sempre molto sensibile agli eventi politici, soprattutto se di matrice USA. In effetti proprio ieri il biglietto verde è tornato un po’ più debole, a causa delle complicazioni sul fronte della approvazione del budget e dei tagli alle tasse. Il famoso pacchetto fiscale di Trump (ovvero la sua riforma fiscale) si scontra, come previsto, con alcuni senatori che sembrano fare opposizione “a tutti i costi”: e siccome al Senato USA bastano 3 repubblicani contrari alle mosse di Trump per mandare in tilt le proposte e mettere in minoranza il partito, capite benissimo che il mercato teme che gli intoppi non mancheranno di certo nei prossimi giorni.
Lo stimolo fiscale che sembrava in arrivo, quindi, incontra i suoi bei ostacoli. Inoltre continuano a girare voci su chi prenderà il posto della Yellen. Alcuni giornali USA vedono come candidato numero uno non più Warsh ma Powell e, malgrado sia una colomba rispetto ad altre opzioni (VEDI QUI), per molti rappresenta invece un pericolo in quanto non essendo un economista, potrebbe essere un Presidente meno influente e carismatico.

Insomma, le chiacchiere da bar non mancano mai, mentre un po’ meno chiacchiere sono le trimestrali che stanno uscendo e che usciranno. Le previsioni sono “incredibilmente” (visti i livelli raggiunti) buone.
E se poi si raggiunge un compromesso anche sulla riforma fiscale? Beh, potrebbe essere una manna dal cielo per il Dollaro USA, che ora si trova in una situazione fondamentalmente laterale.

Testa spalle ribassista in formazione sul cross EURUSD?

Quindi quanto vi illustro ora è PURA fantasia in quanto questa figura non si è ancora formata ma potrebbe, a tendere, visto anche quanto detto prima, diventare realtà.
Eccovi un “Progetto di testa spalle ribassista” con un Dollaro USA che contro Euro potrebbe tornare a quota 1,13. Pura e sana follia? Vedremo che cosa ci dirà il tempo…

STAY TUNED!

Danilo DT

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Financial news: Around the world in 30 minutes

https://www.youtube.com/watch?v=13QPGIO2kFM
The IMF is estimating economic growth for many countries around the world, RT’s Alex Mihailovich discusses it with host Lindsay France. Bart Chilton joins us again as we dissect tax reform while Denmark makes moves into the shared economy. Follow us on Twitter:
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Titoli del lusso alle prese con i massimi assoluti: LVMH in gap rialzista sopra 235 euro

Partita in moderato rialzo la seduta di Piazza Affari. L’indice FTSE Mib ieri si è appoggiato ai su

Quando un lavoratore matura la convinzione che è necessario iscriversi alla previdenza complementar

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life cycle non sempre ti salva la pensione.

Quando un lavoratore matura la convinzione che è necessario iscriversi alla previdenza complementare si accorge subito che deve fare una serie di ulteriori scelte a cascata sulle quali non sempre è adeguatamente preparato.
Come paradossalmente ha fatto notare Mefop, a nessuno, dovendo fare un viaggio aereo sarà chiesto di scegliere la rotta, scegliere dove e quando atterrare perchè è già tutto stabilito e durante la navigazione ci pensano le torri di controllo.
Ma nella previdenza complementare non è così.

Quasi tutte le scelte sono a carico del lavoratore ed i “piloti automatici” messi in piedi convincono poco.

La prima scelta riguarda l’adesione: E’ opportuno aderire alla previdenza complementare o accontentarsi del “poco ma sicuro” garantito dalla pensione Inps e tenersi il Tfr che ha rendimenti garantiti? E se si decide ad iscriversi, basta il proprio contributo e quello del datore di lavoro, più il Tfr maturato dal giorno dell’adesione per avere una integrazione sufficiente oppure è il caso di fare un versamento aggiuntivo?
Una volta stabilito tutto questo, si entra nel campo della “Alta finanza”. Le forme di previdenza complementare, si sa, investono le somme versate dai lavoratori sui mercati finanziari I fondi investono in vari “comparti” che corrispondono a diverse linee di investimento: bisogna decidere a quale comparto di investimento iscriversi, cioè come investire i propri soldi, se scegliere un investimento garantito oppure rischiare in prodotti con più alti rendimenti, optare per il monetario o il bilanciato.

E’normale che un lavoratore qualsiasi di fronte a queste domande non sappia cosa fare, ci vogliono competenze specifiche.
Servirebbe un consulente, possibilmente terzo, che non vende prodotti o quantomeno non ha finalità di lucro. Oppure conoscere i meccanismi automatici di tutela dell’iscritto nella sua vita lavorativa fino alla pensione, come il cosiddetto «lifecycle», letteralmente “ciclo della vita”: consiste nell’adeguamento periodico degli investimenti dalle forme più rischiose a quelle più tranquille man mano che si avvicina l’età della pensione.

In sostanza, un giovane neoassunto trentenne versa le sue quote periodiche in un comparto di investimento a maggior componente azionaria, a maggior rischio e maggiore potenzialità nel lungo termine; che corrisponde al suo orizzonte temporale.

La componente azionaria si ridurrà a tappe prestabilite per lasciar sempre più spazio a titoli obbligazionari o garantiti, che diventeranno prima maggioritari poi esclusivi negli ultimi anni di lavoro.

L’automaticità di questo meccanismo ha il pregio di standardizzare le scelte correlandole all’anzianità contributiva e anagrafica. E ci si risparmia dall’onere di decisioni che nella gran parte dei casi risultano difficili anche per i professionisti della finanza.

In Italia il lifecycle è stato adottato da tempo dalla gran parte dei numerosi fondi aperti e Pip,e fra i fondi negoziali da Previmoda.
Il lifecycle serve soprattutto a ottimizzare la volatilità dei mercati e la gestione del rischio, insito in qualsiasi scelta finanziaria. Un alternativa concorrenziale è utilizzare per il portafoglio titoli affidabili, dalla volatilità estremamente contenuta, come quelli indicizzati all’inflazione. Attenzione, però: questo automatismo non garantisce risultati e non protegge totalmente da rischi ed eccessiva volatilità di Borsa ne nella sua ripresa. Tuttavia la teoria che le azioni nel lungo termine rendono più delle obbligazioni non è stata smentita. Così se mancano decenni alla conclusione del proprio piano previdenziale ci si può fidare delle azioni. Infatti in linea generale, coloro che nel 2009 sono passati all’obbligazionario per recuperare tutto quello che avevano investito poi si sono trovati di fronte a rendimenti a tasso zero.

Camillo Linguella

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FED: chi sarà il successore di Janet Yellen?

I “totonomine” del personaggio che sostituirà Janet Yellen come presidente della FED è già partito da un po’. In effetti non dobbiamo dimenticare che il mandato di Janet Yellen scade formalmente alla fine del gennaio 2018 e quindi non dovrebbe tardare la comunicazione del nome tanto atteso dai mercati, da parte di Donald Trump e del suo staff.

Prendendo una soffiata sparata da Bloomberg, sembra che i nomi potenziali in realtà siano 5. Ancora Janet Yellen, più Gary Cohn, consigliere economico dell’amministrazione, Kevin Warsh, già banchiere ed ex membro della Fed, l’attuale governatore del board della Fed, Jerome Powell e, last but not least, un nome molto “forte”, ovvero quel, John Taylor, vale a dire colui che ha ideato la tanto discussa (in questi giorni, tanto da definirla, per alcuni, obsoleta) “Taylor rule”.

Inutile che mi chiediate chi sarà il vincitore del “contest”: vi posto invece una curiosità che forse vi interesserà. Ovvero per gli scommettitori, chi sarà il nuovo presidente della FED? Beh, guardando le quotazioni, l’esito sembra legato a due persone.

Kevin Warsh, in testa per tanti giorni ma con quotazioni in discesa nelle ultime sedute, e Jerome Powell. Su una scala di quanto siano falchi o colombe, potrete notare che il primo è stato in passato un gran bel falco…

Mentre il secondo è un “centrista” puro.

Tempi duri per le colombe? Dipende, quest’ultimo potrebbe essere più malleabile del primo, ma di certo siamo abbastanza lontani da stili vicini al super dovish espresso da Janet Yellen. Se poi Donald Trump, come dice qualcuno, vorrà un falco al suo fianco, allora la scelta cadrà su Warsh. Se invece cercherà maggiore equilibrio ed un compromesso tra le due figure (Yellen e Warsh) allora la scelta cadrà su Powell che potrebbe trasformarmi in “nuova colomba”.

Forse solo una è la certezza. Chiunque sarà il nuovo presidente della FED avrà una bella patata bollente da gestire. Se avremo un “falco” allora possiamo prevedere tassi che saliranno in modo più aggressivo, ma con il rischio di prossime nuove recessioni con rallentamento economico. Se invece avremo una “colomba”, allora la festa potrebbe continuare ma occhio. La situazione potrebbe anche scappare di mano e la bolla speculativa diventare ingestibile. Ed infine, se la FED rimarrà alla Yellen, allora avremmo una continuità che però non ha ben chiaro dove vuole andare a parare e, sopratutto, non si sta rendendo conto che si sta facendo dominare troppo dal mercato.

Quindi, cari amici, non ci resta che aspettare, con una consapevolezza. Chi sarà il nuovo presidente della FED influenzerà non solo gli USA ma anche il resto del mondo. Basta pensare agli effetti su bond e forex. E quindi indirettamente su export, bilance commerciali e debito. Vi sembra poco?

STAY TUNED!

Danilo DT

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