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Economies Live in Societies. Why Do So Few Economists Acknowledge That?


Rather than continue to narrow the field, economists need to ask what they’re missing. University of Chicago professor and former governor of the Reserve Bank of India Raghuram Rajan–who famously warned against financial market risks before the global financial crisis–discusses financial market volatility and how to restrain it, as well as debt and when it makes sense to write it off. He also touches on the impact of political dysfunction on economies, and why central bankers today shoulder so much of the burden of reviving economic growth. He sees the need for economists to be mindful of narrowing their focus too much, and to instead ask, “What are we missing? What aspect of society are we missing?” To get a better grasp of how economies actually work, economists need to account for financial, social, and political factors, says Rajan.

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What you should be doing after this Fed move


The zombies are doing everything wrong after this latest Fed move.

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FOMC: parte la exit strategy. Quali reazioni per i mercati finanziari?

Era assolutamente scontato un “nulla di fatto” sui tassi di interesse, al FOMC chiusosi ieri sera. Anzi, un movimento sui tassi sarebbe sicuramente stato destabilizzante (mossa a questo punto attesa per fine anno). Però, attenzione, questa volta qualcosa di un po’ più sorprendente c’è stato.

Parliamo di bilancio FED. L’annuncio era atteso, ma sul quando e sul come c’erano perplessità. Ed invece la Yellen si veste da falchetto e comunica al mercato che la “storica” exit strategy può avere inizio. Da ottobre, il bilancio FED inizierà a diminuire. Quindi i 4.500 miliardi di dollari dovranno essere visti come un TOP, da contrapporre al “floor” dei 900 miliardi nel 2008, sulla scia degli acquisti di Treasury e bond ipotecari varati in risposta alla crisi.

La metodologia per diminuire il Bilancio FED è fin troppo semplice ed ovvia. I titoli in scadenza non saranno rinnovati. Quindi mancherà sul mercato un compratore MOLTO importante, fenomeno questo che potrebbe avere anche impatti psicologici sul sistema (cosa che poi potrebbe toccare un giorno anche all’Eurozona). Il ritmo della diminuzione del bilancio FED sarà pari a circa 10 miliardi di USD mensili (picco massimo previsto in area 50 miliardi al mese con un ritmo di crescita di 10 miliardi a trimestre).

Notate bene: la comunicazione è importante ed abbastanza “rivoluzionaria”, nel senso che è una rivoluzione per la politica monetaria USA. Ma allo stesso tempo la Yellen non ha voluto sorprendere troppo il mercato, disegnando in modo chiaro il percorso.

Si parte con 10 miliardi al mese ed ogni trimestre si incrementerà di 10 miliardi fino ad un massimo di 50 miliardi al mese. Tutto chiaro, programmato e trasparente. Ma pur sempre rivoluzionario.

E poi, in perfetto stile Draghi, la Yellen ammette la necessità di raffreddare l’economia che si surriscaldi (speculazione compresa?) ma allo stesso tempo, se lo scenario dovesse nuovamente deteriorarsi, nulla vieta un ritorno al QE.
Ecco fatto, tutto al contrario di tutto, non si chiudono le porte, tutto può succedere. Ed a comandare sarà ancora la congiuntura macroeconomica ed i mercati.

La domanda che tutti si pongono ovviamente è questa: con la partenza della exit strategy, come risponderanno i mercati? Innanzitutto la prima reazione ce l’abbiamo con il Dollaro USA, che si rafforza partendo dal buon livello in area 1,20. E poi le borse? Beh, inutile dirlo. Essendo all’interno di un vero e proprio esperimento di politica monetaria, non è facile fare delle previsioni. Però questo grafico potrebbe darci delle interessanti indicazioni. E’ la correlazione tra il Bilancio FED e l’indice SP500.

Visto che la correlazione è così forte, diminuendo il bilancio FED, non c’è il rischio che i mercati cambino anche direzione dopo tanti anni, approfittando delle nuove tendenze della politica monetaria del FOMC? Lo scopriremo solo vivendo. Intanto non dimentichiamo che con un’economia cosi globalizzata, potrebbe essere la somma di tutte le politiche monetarie delle varie banche centrali a fare la differenza (visto che ad esempio BCE e BOJ non hanno certo mollato il tiro), ma è altrettanto vero che poi, alla fine, sono sempre gli USA il modello ed il benchmark per tutto il pianeta. Nel dubbio, quindi prendersi non troppe scommesse potrebbe anche non essere sbagliato.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 22 Settembre 2017

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016 (range 15017/21194 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2017

Setup Mensile:
ultimo Agosto (range 21329 / 22065 ) [ uscita rialzista ]
prossimi Ottobre

Setup Settimanale:
ultimi: prossimi 11/15 settembre ( range 21901//22325. ) [ uscita rialzista ]
prossimi 25/29 Settembre

Setup Giornaliero
ultimo : 21 Settembre (range 22399/ 22530 + event est ) [ in attesa ]
prossimi 25

Angoli annuali indice 2017 16500, 17400, 19800/20000, 20600, 22500, 23900
Angoli annuali comit 2017 755, 869, 1010, 1088/1094, 1155, 1280, 1330 ,1510

Angoli Mensili Settembre 20200, 20800, 22050, 22700
Angoli Settimanali: 21550, 22050, 22350, 22550,23200
Angoli Giornalieri 22257, 22425, 22487,22558,22680

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerannSetup e Angoli di Gann

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Autore: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

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Atlantia, prezzo si appoggia a quota 27 euro. Per il Dax si avvicinano le elezioni di domenica

Immagine anteprima YouTubePiazza Affari consolida i rialzi e scambia ancora in trading range. L’indice FTSE Mib veleggia fra i supporti a 22.300 e le resistenze grafiche a 22.500 punti. Solo il breakout di quest’ultimo livello potrebbe favorire un nuovo impulso verso i target a 22.600 punti.

Atlantia: titolo in una fase delicata. Dal punto di vista grafico infatti il titolo potrebbe subire le pressioni di valutazioni troppo elevate. Dopo i massimi storici toccati la scorsa ottava è stata disegnata una candela ribassista che nel breve potrebbe influenzare le contrattazioni e portare ad un rapido test delle ex resistenze a 26,18 e 25,75 euro.

Il Dax si avvicina alle elezioni di domenica tentando di smarcarsi al rialzo da quota 12.500 punti. A mettere i bastoni fra le ruote a questo movimento dell’indice è la trendline disegnata con i low del 24 febbraio e 20 aprile scorso. Solo il breakout di questa linea di tendenza potrebbe favorire un nuovo spunto verso i primi target a 12.600 punti.

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