Categorie
Economia

BCE e proiezioni macroeconomiche: ecco cosa si aspetta Mario Draghi

La “mano invisibile” di Smith negli ultimi anni è stata molto meno invisibile di quanto si possa pensare. Quella che l’economista Adam vedeva come “provvidenza”, successivamente rivista da Pareto come “provvidenza pilotata” ha visto le banche centrali vere protagoniste del mercato. E le banche centrali (in concerto coi governi, non sempre recettivi sui consigli dati da FED, BCE e similari) hanno fatto (e stanno facendo) di tutto per cercare di “guidare” economia, consumi, sentiment.

Parleremo nei prossimi giorni della FED, visto che il FOMC sarà protagonista a fine mese. Intanto merita ancora attenzione la BCE, che invece, come ampiamente previsto anche in QUESTO POST, nel meeting di Settembre non ha portato grandi novità, rinviando di fatto qualsiasi decisione al mese di ottobre.

E allora perché questo post?

Forward guidance. La BCE ha cercato da sempre di comunicare in modo più o meno indiretto al mercato quali saranno le sue mosse future, proprio per evitare l’”effetto sorpresa” e quindi abbattendo sul nascere il rischio volatilità.

Quindi capite che l’uscita dell’analisi previsionale BCE rappresenta molto più di un semplice report possibilistico. Ci dice piuttosto DOVE la BCE vuole portare l’economia, se tutto va come previsto. Mentre gli altri cercano di prevedere la BCE ci dice DOVE vuole andare. Che ci riesca non ne abbiamo certezze, ma la cosa interessante è che negli ultimi anni la volontà di Draghi e soci ha decisamente dominato e dato direzioni concrete ai mercati, direzioni che poi si sono avverate.

Morale, le proiezioni macroeconomiche BCE di settembre meritano un po’ di considerazione, visto che rappresentano ciò che possiamo considerare come target per la BCE.

(…) L’espansione economica nell’area dell’euro dovrebbe proseguire nell’orizzonte di proiezione a tassi ben superiori al potenziale. Dopo un picco post-crisi del 2,2% nel 2017, la crescita media annua del PIL in termini reali sarebbe pari a circa l’1,8% nel 2018 e nel 2019. L’orientamento molto accomodante della politica monetaria, i progressi conseguiti in passato nella riduzione della leva finanziaria nei vari settori e il perdurante miglioramento dei mercati del lavoro dovrebbero sorreggere la domanda interna. Al tempo stesso, nonostante il recente apprezzamento dell’euro, ci si attende che la ripresa mondiale sostenga le esportazioni dell’area. L’inflazione complessiva registrerebbe un calo nel breve periodo, determinato principalmente da effetti base nella componente energetica, per poi tornare a salire fino a raggiungere l’1,5% nel 2019. L’inflazione di fondo, seppur frenata dal recente apprezzamento del tasso di cambio dell’euro, dovrebbe aumentare gradualmente nel tempo a seguito dell’atteso assorbimento dell’eccesso di capacità produttiva. (…) [ECB

Direi che tutto questo resta nella normale amministrazione, nulla di particolarmente innovativo. Ma tra le altre righe del report noto qualcosa di interessante…

(…) L’orientamento molto accomodante della politica monetaria della BCE continua a trasmettersi all’economia e le aspettative riguardo ai tassi di interesse di mercato futuri (incorporate nelle ipotesi tecniche alla base di questo esercizio previsivo), restano basse nell’orizzonte temporale considerato. (…)

Evidente cosa vuol fare la BCE: continuare a fare il possibile per tenere sotto pressione per il lungo termine i tassi di interesse a livelli bassissimi. Eccovi la tabella previsionale che lo testimonia.

Lasciamo perdere l’analisi previsionale sul prezzo del petrolio che come ben sappiamo, è legato a fattori molto complessi, ma concentriamoci su due parametri: tasso Euribor e rendimenti dei titoli di stato a 10 anni.

La volontà è quella di tenere i tassi a breve a livelli risibili. E allo stesso tempo è evidente che il tasso dei bond decennali non deve salire di poco ed in modo molto progressivo. Questa previsione rispetta le logiche più volte espresse, dove la BCE vuole essere garante di un ritorno alla normalità utilizzando un percorso magari lungo ma il più possibile indolore.

Questi numeri però mettono in dubbio, secondo me, quello che è un percorso più aggressivo che invece si aspetta il mercato. Quali gli effetti più immediati sui mercati? Ovviamente sui bond (che dovrebbero mantenersi forti) che potrebbero NON trovarsi orfani del sostegno del QE a causa di tapering particolarmente aggressivi, ma anche sui cambi (Euro in indebolimento) visto che i tassi non dovrebbero salire più di tanto in Europa.

E anche in ambito di crescita economica e di Tasso Inflazione non aspettiamoci nulla di straordinario…

Poi per carità: questo è quello che vuole la BCE e lo ha scritto nero su bianco (a scanso di equivoci). Ce poi ci riesca pienamente, questo è da dimostrare.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 10.0/10 (1 vote cast)

BCE e proiezioni macroeconomiche: ecco cosa si aspetta Mario Draghi, 10.0 out of 10 based on 1 rating

Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Categorie
Economia

IMMIGRAZIONE FORZATA CON “PACCO” – ANALISI EUR/ZAR – Analista Marco Magnani

Quello che sta succedendo nel nostro paese è ormai chiaro a coloro che hanno voglia di vedere: si chiama “immigrazione forzata” finalizzata a creare “svalutazione interna”.

Vi siete mai chiesti come è possibile, e perché mai, i nostri politici permettono un’entrata così massiva di immigrati?

Perché vengono accolti, dato loro da mangiare e da dormire, facendogli fare quello che vogliono, senza porre un limite a ciò, anzi, “riempendo” letteralmente l’Italia in ogni angolo, contro ogni logica.

Vi siete mai chiesti perché il nostro stato pur avendo :

  • la maggior parte di pensionati con meno di 700 euro al mese di pensione, costretti a rivolgersi alla Caritas per sopravvivere;
  • un tasso di povertà delle famiglie in forte crescita;
  • cittadini terremotati che vivono in tende e container da decenni ai cui sono state fatte promesse mai mantenute;
  • un tasso di disoccupazione giovanile allarmante;
  • una quantità di Italiani che si vedono obbligati ad espatriare per sopravvivere e trovare lavoro;
  • un regime fiscale da “usura”.

Con tutte queste problematiche (e molte altre ancora), che andrebbero risolte nell’interesse dei propri cittadini, i nostri politici sono premurosi per gli immigrati e dediti alla loro accoglienza, questa l’unica priorità.

Ovviamente i costi di questa opera sociale sono a carico dei contribuenti, certo e chi doveva pagare?

Sono a carico dei cittadini che pagano e che non ricevono, perché quanto dovrebbero ricevere va impiegato in molti sperperi e … nel business dell’immigrazione.

Ma ora siamo già al secondo livello di questa accoglienza: gli immigrati “devono” lavorare.

Quindi vengono inseriti nelle Aziende Italiane “gratuitamente”, la Cooperativa che li “gestisce” li paga uno/due euro l’ora.

Personalmente non mi scandalizzo per il fatto che siano sottopagati, è pieno il mondo di esseri umani che lavorano per quel tipo di retribuzione e non frega niente a nessuno.
Ciò che reputo scandaloso è che vengano pagati con soldi degli Italiani (le cooperative sono sovvenzionate dallo stato) per imparare i lavori degli Italiani.

Capite cosa sta succedendo? Lo stato ospita stranieri, li mantiene e li fa lavorare pagandoli con i soldi dei contribuenti. Tra qualche anno, quando avranno imparato il lavoro, sostituiranno i lavoratori Italiani che se vorranno lavorare dovranno “adattarsi” a retribuzioni da fame.

Ecco! Questa è la svalutazione interna programmata.

Si diminuiscono i costi dei salari e degli stipendi, non potendo fare una svalutazione esterna sulla propria valuta … e voilà il prodotto Italiano è tornato competitivo in termini di prezzo.

E gli Italiani? Ma chi se ne frega degli Italiani! L’importante e che le grandi Aziende Italiane, ormai in mano a multinazionali e finanzieri esteri o banche, facciano profitto.

Degli Italiani non importa più a nessuno, di certo non ai nostri politici, se così si possono ancora chiamare.

EUR/ZAR
Passando al cross EUR/ZAR aggiorniamo la nostra periodica previsione.

Dopo il test dei prezzi sul canale inferiore, come avevo previsto nei report precedenti si è verificato il rialzo, ciclo Annuale e Biennale attualmente rialzisti.


Il ciclo Ventennale è sul suo ultimo ciclo Economico, che dovrebbe finire sul minimo del ciclo Biennale in corso.

Bisogna tuttavia stare molto attenti in quanto potrebbe verificarsi una troncatura del ciclo, nel qual caso il minimo precedente sarebbe anche il minimo del nuovo ciclo Economico.

Ancora presto per dubitare di una cosa del genere ma le possibili alternative non sono mai da tralasciare, per ora è solo conversazione, vedremo quando saremo sul massimo del ciclo Biennale come sarà la questione.


Per il momento abbiamo il massimo del ciclo Annuale (che dovrebbe anche essere quello del Biennale), previsto dal DNA che combacia con quello della previsione sviluppata attraverso il Battleplan visto prima, questo fattore è determinate.


Al momento quindi la previsione più probabile è una salita fino a quota …. Omissis ….. per il primo target della chiusura del ciclo Ventennale.



LINK OMAGGIO DI UN MESE
Al seguente link trovate un mese di navigazione gratuita per tutti i servizi di Rating&Consulting!!!

http://www.ratingconsulting.eu/home/services/attiva-la-prova-gratuita?p=2&t=ott2016


LINK OFFERTA ALL INCLUSIVE
Al seguente link trovate l’offerta All Inclusive per tutti i servizi di Rating&Consulting, che comprende anche un percorso formativo di 25 corsi on line.

http://www.ratingconsulting.eu/home/services/offerta-promozionale-all-inclusive?p=2&t=ott2016


Per info sul Percorso Tecnico Ciclico Predittivo e Analisi Visiva:
Ing. Francesco Filippi 349 466 18 24
[email protected]


VN:F [1.9.20_1166]

Rating: 0 (from 0 votes)

Autore: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

Categorie
Economia

[922] Unions vs. Emmanuel Macron

https://www.youtube.com/watch?v=hgwlTY-dlnA
Emmanuel Macron is the new president of France, but he’s facing marches and protests. Economist Prof. Steve Keen joins Lindsay France to discuss it. Bianca Facchinei is taking a look at the opioid crisis and its financial impact on small towns in America. Former U.S. Trade Commissioner Bart Chilton is back and we’re talking about the Federal Open Market Committee meetings. Follow us on Twitter:
https://twitter.com/RT_BoomBust

https://twitter.com/BiancaFacchinei Check us out on Facebook — and feel free to ask us questions:
http://www.facebook.com/BoomBustRT
http://www.facebook.com/LindsayDaleFrance
https://www.facebook.com/biancafacch

Categorie
Economia

ITALIA: L’EURO E’ IN PERICOLO!

Mentre vi bevete le camomille che Padoan e il premier Gentiloni vi somministrano quotidianamente, noi proseguiamo ascoltando cosa ci racconta uno dei falchi che vivono nella Foresta Nera tedesca…

Altro che Grecia. Per i tedeschi il vero Stato da tenere d’occhio è solo uno: l’Italia. Perché l’avvento di una crisi finanziaria che colpisca duramente il nostro paese è l’unico evento che potrebbe far davvero saltare l’euro e l’Eurozona. Il salvataggio greco in confronto si configura come un gioco da ragazzi. Parola di uno dei personaggi più influenti in Germania dal punto di vista economico: il professore Clemens Fuest, presidente dell’Ifo institute, il centro studi più importante di tutta la Germania.

Clemens Fuest, presidente dell’Ifo institute, all … – Huffington Post

Voi non fermatevi a leggere solo l’intervista, leggete tutto sino alla fine, noi abbiamo il vizio di dimostrarvi perchè il giochetto dell’euro non può stare in piedi e il perchè, quindi non perdetevi …

Fin qui nessuna novità, si sa i tedeschi hanno la memoria corta, ma corta davvero viste le precedenti esperienze storiche…

Settanta banche tedesche bocciate agli stress test 

Quei rischi eccessivi delle banche tedesche

Ma sono bravi, anzi bravissimi a distogliere l’attenzione dalla trave conficcata nei loro occhi, urlando quotidianamente per additare la pagliuzza della povera Italia che si appresta ad affrontare le elezioni con una vera e propria armata brancaleone che discute di tutt’altro, un triste squallore…

“L’Euro è in pericolo – ci dice fissandoci intensamente -. Immaginate un’altra crisi in Italia. Se il paese dovesse aver bisogno di ricorrere al Meccanismo europeo di stabilità (il fondo salva-Stati, ndr), molte persone in Italia potrebbero dire che non vogliono essere più governati da Bruxelles. Questo potrebbe distruggere l’Euro. Inoltre, se l’attuale stagnazione in Italia andrà avanti, la gente potrebbe incolpare l’Euro e chiedere di abbandonarlo”.

Su questo ha ragione perché finirà così lo dice la storia, lo suggerisce la superficialità degli attuali tecnocrati e burocrati europei.

Il resto è spazzatura e la lascio leggere a Voi!

Sul sito Econbrowser | Analysis of current economic conditions and policy  nel frattempo abbiamo un’altra piccola perla da dedicare a tutte le anime sperdute euriste che vivono nei mondo dei sogni in attesa che la realtà apra loro gli occhi…

L’allargamento e la persistenza degli squilibri di conto corrente a livello internazionale hanno rifocalizzato la reale distorsione dei tassi di cambio al centro dei dibattiti internazionali. Quali sono le rettifiche di cambio necessarie per correggere gli squilibri eccessivi? Come valutare se una valuta è fondamentalmente disallineata, vale a dire sotto o sopravvalutata? Introduciamo un nuovo database, EQCHANGE, che comprende i tassi di cambio nominali e reali, nonché il livello di equilibrio dei tassi di cambio effettivi per più di 180 paesi dal 1973 in poi. Rappresenta il più ricco e più grande database pubblicamente disponibile sull’equilibrio dei tassi di cambio e corrispondenti disallineamenti.
Capisco che per molti è arabo, spesso anche per il sottoscritto tradurre non è semplice, quindi vediamo di semplificare. Tralasciamo la descrizione della metodologia e andiamo direttamente ai risultati con un grafico e poi ragionandoci sopra…

.

Risultati: valutare i disallineamenti monetari e identificare gli squilibri macroeconomici
Gli autori aggiungono … “Noi non solo valutiamo il segno e la relativa grandezza dei disallineamenti di valuta in tutta la zona, ma possiamo anche dare un suggerimento sui loro driver.”

La Figura 1 fornisce una prova sulla configurazione dei disallineamenti monetari nel 2016 (l’anno più recente per i quali sono disponibili dati) nell’area dell’euro.

Manca tutto il recente movimento di rafforzamento dell’euro!

Noi riportiamo direttamente le conclusioni…

Pertanto, la principale considerazione è che la correzione della sovravalutazione nei paesi periferici e nei nuovi membri è stata principalmente spiegata con un reale deprezzamento del tasso di cambio che ha compensato i  peggiori fondamentali  (Cipro, Grecia, Italia e Portogallo) o un eccessivo miglioramento dei fondamentali per conseguire tale adeguamento (Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia e Slovenia).

È quindi probabile che questa correzione, che non è guidata da un reale rafforzamento dei fondamentali, non sarà sostenibile a lungo termine.

In particolare, potrebbe essere profondamente alterata dal recente apprezzamento dell’euro.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro, buona fortuna Italia!

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 9.9/10 (10 votes cast)

VN:F [1.9.20_1166]

Rating: +6 (from 6 votes)

ITALIA: L’EURO E’ IN PERICOLO!, 9.9 out of 10 based on 10 ratings

Autore: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

Categorie
Economia

ETF grandi protagonisti: la gestione passiva regna (e mette a rischio i mercati)

Nei post precedenti ho più volte citato come uno dei fattori più importanti da considerare, l’evoluzione dal punto di vista tecnologico dei mercati finanziari.
Grazie a software sempre più potenti e precisi, sono stati creati dei sistemi incredibili che gestiscono tonnellate di denaro. Sono ovviamente i software protagonisti nella gestione passiva degli ETF, i grandi protagonisti del mercato.

Della potenza e della pericolosità, permettetemi, di questo fenomeno ne abbiamo avuto un assaggio qualche mese fa, quando una vendita repentina di un forte volume di quote del maestoso ETF SPDR Gold Trust, se non erro il possessore numero 7 al mondo per quantità di oro fisico detenuto, ben oltre la quantità detenuta da diverse banche centrali, ha generato un crollo importante del metallo giallo che è sceso dalle stelle (area 1800 $ /oz) alle stalle (area 1200 $ /oz) in pochi mesi.

Malgrado questa debacle, gli ETF sono cresciuti a dismisura, sia dal punto di vista numerico he dal punto di vista qualitativo e dimensionale. Cosa c’è di più efficiente? Si può comprare un intero listino con una transazione, il loro valore è sempre in linea col mercato (questo vale per i più liquidi), si possono comprare e vendere con estrema velocità e sono anche molto economici. Quindi sono perfetti NON solo per i piccoli risparmiatori. Anzi, sottolineo, sono eccellenti soprattutto per i grandi money manager. Non è infatti un caso che i fondi comuni e le SICAV ne siamo pieni zeppi ed addirittura le banche centrali siano grandi compratori di prodotti passivi. Per esempio, voi avete una vaga idea di quanti ETF abbia in pancia la Bank of Japan, più conosciuta come BOJ?
Ma questa è un’altra storia.

Intanto però voglio portare alla vostra attenzione un grafico che forse vi sembrerà banale, ma banale non è in quanto fotografa il cambiamento epocale della pelle del mercato. Domina la gestione passiva, dominano i computer ed i trading system, domina l’intelligenza artificiale…

Questo grafico è eloquente. Ed a contribuire in modo determinante è stata poi proprio la politica monetaria che ha generato tantissima liquidità che NON viene investita nel ciclo economico ma nella finanza. Ed in che modo? Nei comodi ed economici ETF oppure in prodotti Absolute Return o Total Return.

Che differenza c’è tra queste due categorie di investimento?

Possiamo definire come Absolute Return quei prodotti che hanno l’obiettivo di generare un rendimento positivo su un periodo non superiore ai 12 mesi. Essi dovrebbero essere in grado di conseguire questo risultato indipendentemente dalle condizioni di mercato, grazie alla possibilità di assumere posizioni corte sulle differenti fonti di rendimento e/o di spostare gli investimenti verso la liquidità o suoi succedanei.

Invece la definizione di Total Return fa invece riferimento a quei prodotti che presentano una forte focalizzazione sulle “best ideas”, si caratterizzano per elevata ricerca dell’Alpha e strategie non vincolate a pre-definiti indici di riferimento ed hanno come obiettivo di rendimento quello di raggiungere un certo traguardo annuo, utilizzando comunque i vari strumenti finanziari tradizionali al’ interno del loro portafoglio.

Sintetizzando, i TR mirano a generare un ritorno aggiuntivo rispetto ai rendimenti di un determinato benchmark, gli AR investono in tutte le classi di attivo, sempre in ambiente long-short e possibilmente con leva finanziaria, mentre il sottostante è generalmente costituito da derivati.
E da cosa sono costruiti questi prodotti? La maggior parte di essi proprio da ETF o similari.

Perché parlo di “pericolosità”?

Perché, proprio come è successo per l’oro nel periodo prima citato, i prodotti passivi permettono ai possessori grande manovrabilità. E se capita che arriva un sell off con tanto di correzione? Il rischio è che scattino gli stop loss e da un sassolino…si arrivi alla frana. Chi potrebbe fermare questo fenomeno? Di certo NON chi ha creato la liquidità che potrebbe solo fungere da spettatrice, magari cercando di frenare il crollo con qualche alchimia strana, senza però riuscirci pienamente.

A dire il vero, le banche centrali ed il sistema finanziario in genere, può solo fare una cosa: evitare che tutto ciò accada, mantenendo lo “status quo”. Leggasi: volatilità ai minimi termini.
Che ci riescano all’infinito lo dubito. Intanto però, fino ad adesso, ci sono riusciti.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 10.0/10 (2 votes cast)

ETF grandi protagonisti: la gestione passiva regna (e mette a rischio i mercati), 10.0 out of 10 based on 2 ratings

Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts