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Analisi Euro Dollaro Lunedì 14 Agosto 2017 – Time Frame 4h


PREVISIONE
In seguito alle ipotesi fatte nell’articolo precedente, posso ora chiarire alcuni punti sulla fine dei cicli Weekly e sul Mensile attuale.

CICLI WEEKLY
In tutte le ipotesi fatte mancavano due giorni che non era ancora chiaro a quale ciclo attribuirli, mentre ora sappiamo che il secondo ciclo Weekly è finito il 4 Agosto, portando a nove giorni la sua durata, mentre il terzo è finito regolarmente il 10 Agosto.

Il quarto Weekly quindi dovrebbe finire il 17 Agosto e con esso il Mensile, ipotesi fatta sin dall’inizio (avevo ipotizzato il 15), essendosi allungato di due giorni il secondo Weekly.

Come vediamo dalla figura del time frame a 4h, riusciamo finalmente a tracciare il canale ribassista dei cicli Weekly, che vedrebbe la sua base al valore 1,1650 (avevo ipotizzato nello scorso articolo 1,1630 come valore estremo, ma allungandosi di un giorno la sua durata, troveremmo un valore leggermente più alto).
Naturalmente non è detto che lo raggiunga!

NOTA
Come potete osservare dal grafico, nella mezzeria inferiore del canale ribassista in blue, oscillano i cicli a Tre Giorni (2/3gg) mentre il target del Weekly è il doppio circa del suo sotto ciclo che è appunto il Tre Giorni.

Notiamo inoltre che questi ultimi due cicli Mensili non avranno i minimi allineati, una volta tracciata una trend line parallela a quella che passa per i loro massimi e passante per il minimo di inizio del primo Mensile del 20 Giugno 2017; per cui la mia ipotesi è che siamo in presenza di un ciclo Bimestrale, dalla cui fine faremo ulteriori considerazioni sul nuovo canale rialzista e sui suoi target.

Dal 20 Dicembre 2016 sarebbero così passati nove mesi; ne mancherebbero tre per finire un ciclo Annuale, poi altri tre di congestione, su un livello ancora non identificato, per dare luogo all’inizio del ciclo Annuale successivo.

NOTA
Ricordo che il ciclo Trimestrale è il sotto ciclo del ciclo Annuale (in questo caso vale la Regola del 4).


INDICATORI CICLICI
1) L’indicatore ciclico Daily è ribassista;
2) L’indicatore ciclico Tre Giorni è ribassista:
3) L’indicatore ciclico Weekly è ribassista;
4) L’indicatore ciclico Mensile è ribassista;
5) L’indicatore ciclico Trimestrale è rialzista.
4) L’indicatore ciclico Annuale è rialzista.

Il mix di questi indicatori, ci segnala un momento complesso dove è difficile operare per posizioni di lungo periodo a meno di non avere grandi capitali.

Ci troviamo infatti in corrispondenza di un Battleplan Bimestrale che sta facendo il suo massimo, tormentato da tutti i suoi sotto cicli Weekly e a Tre Giorni, col rumore di fondo dei cicli Daily di ampiezze che possono variare a seconda delle soste cicliche dei cicli inferiori al Daily.

Troviamo infatti un ciclo Weekly apparentemente rialzista, quanto sembrava che la Velocità della Media Mobile Centrata (tratteggiata sottile bianca in ogni grafico), avesse incrociato la Linea dello Zero al rialzo (linea orizzontale al centro di ogni grafico).
Ma in seguito all’indicatore ribassista Mensile e al ciclo a Tre Giorni, anch’esso ribassista, vediamo che la Velocità della Media Mobile Centrata si trova ora dopo l’incrocio al rialzo delle due medie mobili veloci, segno che tale Velocità probabilmente sta per essere “risucchiata” verso il basso in questo caso a causa di un ciclo superiore ribassista: il Mensile.

Le due medie mobili veloci dell’indicatore Mensile invece (rossa e gialla in ogni grafico) stanno facendo una figura pericolosa: l’”OCCHIELLO”: ossia incrociano al rialzo subito dopo avere incrociato al ribasso e credo domani, dovrebbero incrociare nuovamente al ribasso per dare la possibilità al Mensile di terminare.

Quindi è indispensabile attendere fino al 17 circa prima di prendere qualsiasi posizione!



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Autore: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

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Economia

WALL STREET: correzione chiamata a gran voce, ma…

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Venti di guerra, tensioni internazionali, geopolitica che torna protagonista. Ma in realtà questa correzione sembra quasi spinta e sponsorizzata dalle “mani deboli”. La tendenza di lungo periodo non è intaccata.  [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, la ricomparsa del rischio geopolitico sulla scena mondiale ha indotto, inevitabilmente, nervosismo e volatilità su tutti i mercati finanziari internazionali. Auguriamoci che, anche questa volta, non si trascenda e ci si limiti a sterili ed insensate provocazioni verbali. Non si comprende peraltro quale sia il vero motivo del contendere tra la piccola Nord Corea e gli Usa. Sorge il dubbio che dietro tale improbabile confronto se ne nasconda un altro ben più corposo e pericoloso, ossia quello economico politico e militare tra Usa e Cina. 

In ogni caso, per il momento, sullo scenario intermarket si registra un improvviso ed inevitabile Risk Off. In particolare, il dollaro Usa cede lo 0,5 % e riprende il suo down-trend, che dura ormai da ben 9 mesi, e che ha prodotto una svalutazione complessiva della valuta Usa pari a circa il 10 %. Le commodities, invece, appaiono dopo molti mesi stabili, anche se in quest’ultima settimana abbiamo assistito ad un inevitabile apprezzamento del bene rifugio per eccellenza, ossia dell’oro, che sfiora nuovamente i 1.300 dollari l’oncia. Effetti più consistenti si sono registrati sul mercato obbligazionario. Il rendimento sul bond decennale Usa arretra infatti di 8 bps e torna a quota 2,19 %. Arretrano comunque anche i rendimenti sulle scadenze più brevi, in particolare quello sui 2 anni torna a quota 1,30 %. L’inclinazione della yield curve Usa resta pertanto quasi immutata, e l’ipotesi di una nuova recessione dell’economia americana appare quindi ancora lontana ed improbabile. Segnalo altresi che, grazie al QE della BCE, tuttora in corso, l’inclinazione della yield curve dei Paesi Europei è maggiore di quella Usa, e ciò fa ben sperare per la crescita economica del Vecchio Continente. Il Risk Off si è, invece, materializzato con maggiore intensità ed evidenza sui mercati azionari. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P500, registra infatti la peggior performance degli ultimi 5 mesi e storna dell’1,43 %. Ancor maggiori, ossia tra il 2 ed il 3 %, le perdite registratesi su tutti i listini europei ed asiatici. Una correzione ordinata e non scomposta, peraltro attesa ed auspicata, dopo molti mesi di ininterrotti rialzi, che permette di eliminare qualche eccesso valutativo, e rivelarsi pertanto del tutto salutare.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 22.824
Large Traders : + 36.254
Small Traders : – 13.430

Si riconferma quindi la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Nell’ultima ottava registriamo, comunque, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 5.225 contratti. In particolare, i Large Traders cedono 1.064 contratti long, e riducono leggermente la consistenza della loro posizione Net Long. Gli Small Traders, invece, si dimostrano sempre più scettici e timorosi, cedono infatti altri 4.161 contratti long, e conducono la loro inconsueta posizione Net Short sui livelli più estremi degli ultimi anni. I Commercial Traders, anche questa settimana, sono quindi costretti ad acquistare l’intero lotto dei 5.225 contratti long, ed a ridurre ulteriormente la consistenza della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, del tutto analoghe a quella precedente, ci segnalano che gli operatori più deboli sono alquanto preoccupati per i venti di guerra, e temono storni significativi dei valori azionari. A mio avviso, invece, trattasi di un pretesto per indurre una salutare correzione dei listini azionari, dopo mesi di ininterrotti rialzi.

Vedo comunque, nelle prossime settimane, una volatilità in aumento e non più sui livelli infimi degli ultimi mesi. La correzione, se si alimenterà, sarà comunque del tutto ordinata e circoscritta e non superiore al 4 – 5 % già auspicato i miei precedenti post. A livello intermarket non esistono infatti, allo stato, le premesse per una correzione di maggior entità e consistenza. Una correzione pertanto salutare, che consoliderà l’up trend di lungo periodo sull’equity Usa e mondiale, e che potrebbe costituire l’ennesima ottima occasione d’acquisto. (Buttate un occhio al VIDEO FREE di TRENDS di questa settimana! ndr)

Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, temporaneamente incerto, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dall’inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 11,47 %. Performance positiva e soddisfacente, ma ancora inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 12,61 %. Una sotto-performance dell’ 1,14 %, che segnala che, negli ultimi mesi, sul nostro listino l’effetto momentum ha alquanto latitato. Latitanza che si ritiene transitoria, e che non fa venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, incremento leggermente dal 75 al 77,5 % le mie posizioni long e riduco dal 25 al 22,5 % le posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 55 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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Autore: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

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Economia

BITCOIN: nuovi record ed una curiosa correlazione

Quando abbiamo parlato in passato di criptovalute e soprattutto di Bitcoin,  abbiamo detto che non ci aspettavamo crolli verticali ed irrecuperabili, ma che si poteva trattare di correzioni, magari anche corpose, che però non decretavano la fine di un fenomeno che ha ancora molto da dire.
Ed in effetti, dopo una bella correzione, ecco che il Bitcoin torna a dominare l’attenzione degli operatori, della speculazione e anche degli investitori.
In modo quasi snello, il Bitcoin scende al di sotto di $ 3.700. Per poi decollare fino a $ 4,135.00. E notate bene, una settimana fa Bitcoin ha raggiunto il valore massimo di tutti i tempi fino ad allora, passando oltre i $ 3.000 per la prima volta.
Non vado ad elencarvi le possibili moivazioni di questo rally, sono secondo me tutte molto discutibili. Di concreto c’è solo questo.

GRAFICO Bitcoin (BTC/USD)

Ho provato a “giocare” un po’ con Fibonacci ed il risultato è quantomeno interessante. 1,618 praticamente raggiunto, on volumi in calo ed RSI alle stelle.
Quindi rally che è giunto al capolinea? Unica certezza è una volatilità che sicuramente sarà non bassa nelle prossime sedute. E comunque credo sia veramente impossibile poter prevedere l’andamento del Bitcoin per le prossime settimane, anche se a dire il vero c’è un tassello che è quasi incredibile e che voglio farvi vedere.

Voi tutti sapete che il Bitcoin è una moneta “virtuale” che nasce, vive e cresce in rete. Guardate questa incredibile correlazione. Sono messi a confronto il grafico del Bitcoin con i volumi delle ricerche su Google proprio sul Bitcoin. Verrebbe quasi da dire che più è “mass market” e ricercata sul web e più il suo valore sale. Che sia questo un nuovo (e decisamente MOLTO curioso) strumento di valutazione di asset finanziari?

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

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Economia

settembre parte il prestito pensionistico dell’Ape Volontaria

Il governo avrebbe quasi messo a punto il decreto attuativo della cosiddetta Ape Volontaria, che potrebbe diventare operativa già a settembre. L’Ape, l’ anticipo pensionistico, è l’escamotage giuridico contabile inventato per poter consentire ai lavoratori dipendenti con almeno 63 anni di età e 20 di contributi di  smettere di lavorare subito senza aspettare i 66 anni e 7 mesi, ma invece di ricevere la pensione potrà usufruire di un prestito bancario erogato mensilmente, senza dover porre in questo modo nuovi oneri a carico dello Stato
In caso di premorienza, il prestito è garantito alle società di assicurazioni dal montante contributivo versato all’Inps. Da qui la necessità di fare accordi con le banche e compagnie di assicurazioni con appositi Accordi Quadro, cosa ancora in alto mare.
Il Consiglio di Stato cui il decreto era stato invitato per il prescritto parere, si è espresso fin dallo scorso luglio formulando in un linguaggio aulico e castale alcune osservazioni che dovrebbero essere  recepite nel testo finale.
Il CdS nel suo parere ha fatto presente una serie di osservazioni per rafforzare la tutela degli aventi diritto e ha  invitato l’Esecutivo a non mettere troppi steccati ne ne limitino la platea dei richiedenti, stimata eufemisticamente in circa 500.000.

Tra l’altro, il CdS  ha suggerito di prendere in considerazione i seguenti punti:
• di prevedere, se l’interessato lo chiede, la decorrenza retroattiva fin dalla data del 1° maggio 2017, con conseguente maturazione del diritto agli arretrati. Ciò potrebbe avvenire in favore di quei soggetti che versano in situazioni particolarmente disagevoli, perché magari disoccupati ma che non hanno i requisiti dell’APE sociale o di quella per i lavoratori precoci;
• di una sollecita conclusione degli Accordi Quadro con le banche e società di assicurazioni. Questo è il punto centrale perché così si saprà anche il costo dell’operazione ( 2,3,5%?) e la sua convenienza;
• di integrare il monitoraggio sugli aspetti non disciplinati né dalla legge né dal decreto attuativo, bensì dagli accordi quadro (le condizioni generali e particolari del contratto di finanziamento e del contratto di assicurazione, l’informativa precontrattuale e contrattuale), e che sono il punto centrale della riforma;
• di affiancare, alla assistenza e consulenza fornita essenzialmente dai patronati, altre forme di comunicazione, informazione, interlocuzione e orientamento, quali, per esempio, sportelli di ricevimento e di accoglienza presso l’Inps e numeri verdi, serviti da un adeguato call center;
• dell’introduzione di strumenti di mediazione e di conciliazione che, contribuiscano a ridurre il contenzioso in alternativa ai ricorsi ordinari, da attivarsi anche presso l’Inps, come per esempio gli attuali Comitati provinciali e Regionali;
• di distinguere la documentazione che ricade sotto la responsabilità personale del richiedente e quella, invece, rientranti sotto la piena responsabilità dell’Inps, poiché presenti nei suoi archivi;
• di disciplinare meglio il diritto di recesso dal contratto di finanziamento e dal contratto di assicurazione, in modo più trasparente verso il richiedente;
• di definire, anche sul piano temporale, la rilevanza di eventuali debiti pregressi non di particolare gravità che possono impedire il riconoscimento dell’APE;
• di specificare nelle condizioni generali di contratto, mediante clausole chiare e comprensibili, gli effetti conseguenti, in corso di erogazione dell’APE, all’aumento dell’età pensionabile, e che sulla nuova età richiesta saranno rideterminati il piano di ammortamento, della relativa rata mensile o finanche della durata del finanziamento), incidendo gli stessi sulla fase di esecuzione del contratto;
• di delimitare i poteri esercitabili dall’istituto finanziatore in relazione alla verifica delle dichiarazioni effettuate dal soggetto richiedente e di ridurre al massimo i casi di esclusione.

Infine il Consiglio di Stato suggerisce altresì l’introduzione di una misura utile a evitare o ridurre anche un futuro contenzioso, quale potrebbe essere un sub-procedimento interlocutorio avente ad oggetto richieste di chiarimento da parte dell’istituto finanziatore al soggetto richiedente, con risposte da presentarsi mediante osservazioni scritte.
Non c’è dubbio comunque che l’incidenza dell’aumento dell’età pensionabile in corso d’opera , anche se nei tre anni e mezzo di anticipo potrebbe accadere una sola volta, visto che dal 2019 queta è a scadenza biennale, raffredderà molti spiriti desiderosi di voler andare a casa. Saranno favoriti i percettori di stipedio medio alti. Perché l’ Ape volontaria non prevede la cessazione del lavoro. Per cui ci può chiedere tranquillamente il prestito e continuare a lavorare.

Un problema da affrontare è quello relativo all’aumento dell’età pensionabile. Il Consiglio di Stato dà per scontato che sarà sempre aumentata. . Tutti gli altri, sindacati, governo ecc, invece danno per scontato, anche se non è pacifico, che coloro che chiedono l’ape volontaria o sociale o  lavoratori precoci entro il 2018, la loro pensione scatterà a 66 anni e 7 mesi a prescindere cioè se  dal 2019,  l’età pensionabile sarà di 67 anni.
Sia l’Ape social che quella volontaria scadono a fine 2018 se, come si pensa,  saranno confermate  oltre la fase di sperimentazione, la conseguenza sarebbe uno slittamento di cinque mesi dei requisiti per accedere al pensionamento anticipato: da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. In questo caso si dovrebbe mantenendo fermi i 63 anni).

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Autore: clinguella@finanza Finanza.com Blog Network Posts

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