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Yellen took away a very effective hedge


Her comments made it hard to hedge the stock rally.

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Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 20 Luglio 2017

Setup e Angoli di Gann
FTSE MIB INDEX

Setup Annuale:
ultimi:
2016 (range 15017/21194 ) ) [ uscita rialzista ]
prossimo 2017

Setup Mensile:
ultimo Maggio (range 20572 / 21828 ) [ uscita ribassista ]
prossimi Agosto

Setup Settimanale:
ultimi: 10/14 Luglio ( range 21086//21571 + event est. ) [ in attesa ]
prossimi 24/28 Luglio

Setup Giornaliero
ultimo : 17/18 (range 21293 21571 ) [ in attesa ]
prossimi 21,25,26

Angoli annuali indice 2017 16500, 17400, 19800/20000, 20600, 22500, 23900
Angoli annuali comit 2017 755, 869, 1010, 1088/1094, 1155, 1280, 1330 ,1510

AngolI Mensili Luglio 19580, 19950, 21130, 21670,22600
Angoli Settimanali: 20920, 21300, 21680,22050
Angoli Giornalieri 21174, 21304, 21433, 21554, 21658

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continueranno sempre sull’articolo unico

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Autore: gianca60 Finanza.com Blog Network Posts

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Economia

FUTURE DAX VERSO LA FINE DEL CICLO ANNUALE – Analista Marco Magnani

Sono passate diverse sedute dall’ultima previsione sull’andamento del Future Dax. Procediamo quindi con il nostro consueto aggiornamento della stessa analizzando se l’evoluzione del mercato ha seguito la nostra precedete previsione.

Il target di possibile arrivo del ciclo Annuale Fusion in corso permane in area 13.000/13.500, tuttavia come evidenziavamo nell’ultimo aggiornamento riteniamo non venga raggiunto e con buone probabilità l’ultimo massimo dei prezzi è stato il massimo del ciclo.

Il motivi per cui consideriamo non raggiungibile il target sono gli stessi delineati nell’ultimo aggiornamento che per comodità riepiloghiamo.

DAX 01


L’indicatore di ciclo è in una zona di massimo e sta per svoltare al ribasso dando un segnale di svolta abbastanza forte.

DAX 02


Inoltre il fattore temporale ciclico sviluppato, attraverso il nostro algoritmo, sul ciclo Annuale Fusion evidenzia una zona di massimo raggiunta e rispettata dai prezzi.

Inoltre il ciclo Intermestrale è ampiamente ribassista (color senape nella parte inferiore del grafico), quindi non dovrebbe più fare massimi crescenti.

La nostra ultima previsione è stata quindi validata dal mercato che pare aver svoltato sul ciclo Annuale…

Tuttavia qualcosa non torna ciclicamente in quanto il tempo mancante, ipotizzato dalla previsione, alla fine del ciclo Annuale è troppo poco rispetto al tempo che impiegherebbe l’indicatore di ciclo a raggiungere la zona di minimo. Quindi ci troviamo di fronte ad una possibile variabile che affronteremo nel prossimo aggiornamento quando i prezzi saranno più vicini al minimo del ciclo Intermestrale in corso.

DAX 03


Ed infatti anche il nostro algoritmo previsionale ipotizza ribasso già iniziato, ma che durerà più tempo di quanto ipotizzato dalla previsione temporale ciclica.

Ritorneremo su questo argomento con calma in quanto, come già delineato, non andremo a mercato fino alla fine del rintracciamento per non essere contrari al probabile trend di fondo.

DAX 04



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Autore: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

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Economia

Domani la riunione Bce, si cercano indizi sulla fine del qe

Le attese sono tutte per settembre. Sarà allora, secondo molti analisti e investitori, che la Banca centrale europea annuncerà la politica di acquisti di titoli per il 2018: a dicembre finisce infatti l’attuale fase del quantitative easing, al quale sono dedicati 60 miliardi al mese. La riunione di luglio, allora, sarà tutta concentrata sulle sfumature, soprattutto dopo la brusca reazione dei mercati al discorso del presidente Mario Draghi a Sintra, il 27 giugno: un rafforzamento di valuta e tassi di interesse che ha colto di sorpresa la stessa Bce. In queste circostanze ci si può davvero aspettare qualche accenno, qualche indizio, sul futuro?

Come finirà il qe?
Gli investitori saranno in ogni caso molto attenti a ogni parola. Sembra chiaro, ormai, che i tassi di interesse non saranno toccati che dopo la fine degli acquisti di titoli, e probabilmente molto dopo. La questione, allora, è quando inizierà l’exit strategy dal quantitative easing. Non tutti sono convinti infatti che da gennaio in poi la Bce inizierà a ridurre gli acquisti di 10 miliardi al mese, portandoli a zero con giugno. Qualcuno ha immaginato in passato che la riduzione potesse iniziare già a ottobre, in anticipo. Altri, come Ben May di Oxford Economics, pensano che la Bce possa invece portare gli acquisti, per qualche mese, a un livello più basso, per esempio 40 miliardi.

Draghi: «prudenza» su modifiche al Qe, ottimista sulle riforme Ue

I punti fermi
La Bce non ha fornito elementi utili per capire. Al momento la forward guidance sul quantitative easing indica che gli acquisti proseguiranno fino a dicembre 2017, che non saranno azzerati bruscamente – ci sarà dunque una forma di riduzione graduale – e che, per tutto il tempo necessario, la Bce reinvestirà sul mercato le somme che riceverà dai rimborsi dei titoli a scadenza. Nulla di più.

Il nesso (mancante?) tra occupazione e prezzi
È vero però che la Bce – e lo ha dimostrato proprio il discorso di Sintra – sta riconsiderando il nesso tra crescita economica, che sembra più robusta in Eurolandia, e aumento dei salari e dei prezzi. La lentezza dell’inflazione a tornare al 2% – a giugno era all’1,3% – non ha scosso i punti fermi dei suoi modelli macroeconomici, la curva di Phillips e l’output gap (ampiamente contestabili anche nel contesto di un’analisi “ortodossa”, o mainstream) ma ha spinto a riconsiderarli.

La curva di Phillips è più piatta
L’atto di fede nel nesso disoccupazione-prezzi, quindi, viene confermato. Secondo la Bce il calo dei senza lavoro – in senso ampio, questa volta – si trasformerà in un aumento dell’inflazione, sia pure con un maggior ritardo rispetto al passato («la curva di Phillips è più piatta», ha detto qualche giorno fa il capoeconomista Peter Praet, con parole quasi identiche a quelle della presidente della Fed Janet Yellen). Senza contare che la risposta della dinamica dei prezzi varia – ha precisato Draghi – insieme al ciclo economico. La distanza, il gap, tra la piena capacità produttiva e quella attuale è inoltre ancora ampia e si ridurrà soltanto tra due anni.

Una politica monetaria «persistente»
Cosa significa tutto questo? Non è escluso che la Bce possa trarne la conclusione che occorre continuare a sostenere la crescita, e a questo scopo lo strumento principale resta il quantitative easing, magari a dosi ridotte. La dinamica del credito, del resto, non preoccupa ancora – ha spiegato una decina di giorni fa Benoît Cœuré, del consiglio direttivo – mentre la politica monetaria «deve essere persistente – ha aggiunto Praet – perché la nostra previsione di base per l’inflazione futura resta dipendente, in modo cruciale, da condizioni di finanziamento molto facili (easy) che, in gran parte, dipendono dall’attuale orientamento espansivo di politica monetaria».

La Bce smentisce la lettura dei mercati sulle parole di Draghi

Cautela e flessibilità nei cambiamentiCœuré ha precisato inoltre che i cambiamenti qualitativi e quantitativi della politica monetaria dovranno essere fatti «con cura e in modo flessibile», precisando e approfondendo così quel riferimento alla prudenza – oltre che alla persistenza e alla fiducia nei risultati della politica monetaria – fatta da Draghi a Sintra. Non si può escludere, quindi, che la Bce voglia ora essere più lenta nella sua uscita dal qe.

Prudenza nella comunicazione
Non è detto però che tutto questo si traduca in nuovi annunci già ora. La Bce sarà in realtà molto prudente anche nella comunicazione. Le reazioni di mercato al discorso di Sintra, soprattutto se basate – come sembra – su una cattiva comprensione dell’Ecbspeak, il linguaggio della Bce, non sono state ben accolte, a Francoforte. Lo stesso Draghi, in conclusione del discorso in Portogallo, spiegò – sia pure riferendosi a fattori globali – che «in passato, e specialmente in tempi di incertezza globale, la volatilità nei prezzi dei mercati finanziari ha causato a volte un irrigidimento non voluto delle condizioni finanziarie, che ha richiesto una risposta in termini di politica monetaria». Un motivo sufficiente per essere ancora più attenti nella comunicazione.

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SUPER EURO: ma il mercato potrebbe cambiare tendenza

super_euro_correzione_dollaro_usa

Tranquillità apparente ma in realtà il mercato si muove, eccome.
Se l’equity ha dato segnali altalenanti, il vero protagonista è stato in questi giorni la nostra moneta unica, l’Euro, grazie sopratutto alla debolezza del Dollaro USA. Sotto l’ombrellone ho seguito (non in modo maniacale, sia ben chiaro) l’evoluzione del biglietto verde e ho visto una serie di movimenti non di poco conto.

Colpa di Trump? Certo, il fallimento previsto dell’approvazione della riforma sanitaria ha causato un ulteriore ondata di vendite sul biglietto verde, a nuovi minimi un po’ contro tutti. Ma tutto questo rappresenta anche un segnale di fiducia nei confronti degli USA e del governo TRUMP, fiducia che è sempre più flebile. Infatti non dimentichiamo che l’agenda politica di Donald Trump comprenderebbe nei prossimi mesi, alcuni tasselli fondamentali. Tanto per cominciare la fondamentale riforma fiscale e poi anche la solita ma pesante questione del Debt Ceiling. Insomma, tutto potrebbe far pensare ad un raffreddamento della corsa alla crescita e quindi indirettamente, ad uno stop dell’iter di crescita dei tassi previsti dalla FED nelle precedenti sedute.

Se dunque la FED non alza più i tassi, il differenziali nei confronti dell’Euro diminuiscono e quindi Euro più forte.
Nel breve poi, l’Euro ha sfondato area 1,15, con conseguente reazione tecnica (stop loss a raffica) che ha causato un peggioramento della situazione.

Grafico EUR USD

eurusd-grafico-settimanale-2017

Il grafico weekly, anche a livello di RSI, ci illustra una situazione molto border line. Probabilmente siamo in una ase di esaurimento per il breve periodo e quindi è tardi per vendere. Anche perché il COT REPORT, di cui ho parlato già in passato, ha raggiunto livelli che non si vedevano dal 2011 con un USD estremamente venduto e shortato.
Certo, qualcosa potrebbe già anche muovere il Meeting BCE di giovedi: e visto che il Super Euro di certo non è una manna dal cielo per l’economia dell’Eurozona, mi aspetto da parte di Draghi una qualche frase sibillina che potrebbe essere interpretata pro Dollaro USA. Scommettiamo?
Torno sotto l’ombrellone (si fa per dire…)

STAY TUNED!

Danilo DT

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