Giornata borsistica di ieri, orfana di Wall Street, è stata abbastanza negativa. Era da un po’ di tempo che non si vedeva a Piazza Affari un -2%. La colpa è stata data alle possibili elezioni di settembre, elemento che potrebbe portare incertezza.
Poi probabilmente questa è una scusa bella e buona. Il mercato stava dando dei segnali di debolezza da qualche seduta ed era normale e anche fisiologica una correzione. Attenzione, al momento trattasi SEMPRE di correzione e non di inversione di tendenza, visto che quest’ultima potrebbe avere dimensioni ed effetti ben più pesanti. E per arrivare alla vera “inversione di tendenza” ci vorrà un detonatore che faccia saltare tutti i bei propositi delle banche centrali e del sistema in generale, ovvero tutto il circo che sta facendo carte false per poter far proseguire questa tendenza che porta ricchezza artificiale, bassa volatilità e dinamiche macroeconomiche sotto controllo.
Pensare che questa tendenza duri all’infinito sarebbe semplicemente presuntuoso. MA è altrettanto difficile capire quando questo break arriverà e quale sarà il detonatore che farà saltare il giochino.
Chi mi segue da più anni, sa benissimo che ho sempre martellato sul ruolo delle banche centrali e su quanto la politica monetaria abbia influito, direttamente ed indirettamente, sui mercati finanziari. Ora però è chiarissimo, qualcosa sta cambiando. Dopo anni di mercato unidirezionale, ovvero con borse in perenne crescita e obbligazionario in versione iper bullish, qualcosa cambierà per forza. Perché? Perché ormai stano maturando i tempi di quella “bestia nera” che si chiama exit strategy. Una bestia nera che, secondo me, rischia di essere molto più lunga e progressiva di quanto si possa immaginare, proprio per poter salvaguardare al massimo i mercati finanziari.
Intanto però JPM prova a stilare un’analisi di cosa potrebbe accadere nei prossimi anni proprio in ambito di exit strategy. Ecco vi cosa ne deriva.
Nel grafico di sinistra vedete i flussi finanziari comparati con le borse e nella tabella di destra trovate quello che teoricamente potrebbe essere il “momento della verità”. A partire dal 2018, la FED dovrebbe partire con una massiccia exit strategy, non più compensata dalla politica monetaria ultra espansiva di altre realtà (leggi BCE) che inizieranno a frenare la loro attività. E poi gli anni a seguire porteranno ad ulteriori frenate. La sfida è capire:
A) Se veramente la exit strategy sarà “pilotata” in questo modo
B) Quali saranno gli effetti della riduzione massiccia del bilancio delle banche centrali
Come ho detto, dubito che le banche centrali arriveranno a tanto. Ma per forza di cose, c’è il rischio che qualcosa capiti. A meno che le previsioni delle maggiori case d’affari vengano smentite e magicamente si torna in crisi. La malattia? Deflazione da debiti. Ma non voglio ripetermi, visto che è un quadro di mercato ben noto agli amici lettori di I&M.
STAY TUNED!
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EXIT STRATEGY: sarà questo il programma delle banche centrali?,
Autore: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts