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Compera Radeon RX 480, ottieni Civilization VI in bundle

Acquistando una scheda video AMD Radeon RX 480, sia in versione da 4 Gbytes di memoria video come in quella da 8 Gbytes, è possibile ottenere un codice che permette di scaricare una copia completa del gioco Civilization VI. La nuova promozione di AMD è iniziata lo scorso 15 novembre e terminerà il prossimo 15 gennaio 2017, o prima se i codici a disposizione saranno esauriti nel frattempo.

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Il codice potrà venir utilizzato per riscattare la propria copia del gioco entro il 15 marzo 2017. La promozione è inoltre accessibile anche a coloro che acquisteranno sistemi completo dotati di una scheda Radeon RX 480 all’interno. Per poter partecipare all’iniziativa è indispensabile, come sempre avviene in questi casi, che il rivenditore abbia scelto di aderire alla promozione: sarà infatti quest’ultimo a fornire il codice necessario per riscattare la propria copia del gioco al momento dell’acquisto.

A questo indirizzo, sul sito AMD, sono disponibili tutte le norme specifiche che regolano questa nuova iniziativa commerciale dell’azienda americana. A questa pagina, invece, sono presenti informazioni su tutte le più recenti operazioni in bundle fatte da AMD con propri prodotti.

Autore: GAMEmag – Videogames

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Dishonored 2: Beta Update 1.2 migliora le prestazioni su PC

Da oggi è disponibile su Steam l’Update 1.2 di Dishonored 2 che include un grande numero di fix e risolve diversi problemi migliorando le performance generali del gioco, le texture e tanto altro ancora. L’elenco completo delle migliorie apportate è presente in questa pagina.

Dishonored 2

L’Update 1.2 si installerà al posto dell’1.1 in quei casi in cui gli utenti avevano già scaricato il precedente aggiornamento. È per ora disponibile solo in versione Beta, quindi bisogna seguire la procedura per l’installazione del software Beta su Steam. Per farlo occorre recarsi nella propria libreria dei giochi, cliccare con il pulsante destro su Dishonored 2 e quindi su Proprietà. Selezionare la scheda Beta e dal menù a tendina la voce BetaPatch. A questo punto Steam si occuperà di aggiornare il software.

Si segnalano anche difficoltà con alcune release dei driver NVIDIA, nello specifico le versioni 375.70 e 375.86, che comprometterebbero le prestazioni. Steam consiglia, pertanto, di usare i driver 375.95.

Bethesda ha già pubblicato un contenuto su come risolvere i problemi tecnici di Dishonored 2.

Autore: GAMEmag – Videogames

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Assetto Corsa: disponibile su PC il Porsche Pack Vol. 2

Kunos Simulazioni ha pubblicato il Porsche Pack Volume 2 di Assetto Corsa, che introduce su PC alcune delle più iconiche auto da corsa mai create dalla casa automobilistica tedesca, come la 919 Hybrid, vincitrice a Le Mans nel 2015, la celebre 911 GT1 e la leggendaria 962c, presente nelle versioni “coda lunga” e “coda corta”. Questi tre modelli storici sono accompagnati da alcuni degli ultimi modelli Porsche 2016, così da mettere tra le mani dei giocatori un insieme di auto da strada, Supercar, GT d’epoca e moderne.

Ecco l’elenco completo delle automobili proposte:

  • Porsche 911 GT3 RS
  • Porsche 718 Spyder RS
  • Porsche Cayman GT4
  • Porsche 718 Boxster S con cambio manuale
  • Porsche 718 Boxster S PDK
  • Porsche 919 Hybrid 2015
  • Porsche 911 GT1
  • Porsche 962c con coda lunga
  • Porsche 962c con coda corta

A partire dal 29 novembre sarà inoltre disponibile su Xbox One e PS4 il primo DLC di Assetto Corsa, “Porsche Pack Volume 1”, il quale aggiunge al roster del gioco la Porsche 911 più potente di sempre: la leggendaria Porsche 935/78 dell’anno 1978, soprannominata “Moby Dick” per il suo distintivo retro largo e allungato.

Di seguito la lista delle auto presenti nel Porsche Pack Volume 1:

  • Porsche 911 Carrera S
  • Porsche 918 Spyder
  • Porsche 917/30 Spyder
  • Porsche 911 Carrera RSR 3.0
  • Porsche Cayman GT4 Clubsport
  • Porsche 718 Cayman S
  • Porsche 935/78 “Moby Dick”

Con l’ultima patch gli utenti riceveranno alcune migliorie all’esperienza di guida, grazie all’aggiornamento del motore fisico che gestisce i movimenti delle vetture e al miglioramento degli effetti sonori. Tutti i giocatori riceveranno gratuitamente la Porsche Panamera G2 Turbo e la versione storica del Circuito di Silverstone. I Porsche Pack Volume 1-3 sono compresi nel Season Pass di Assetto Corsa.

Autore: GAMEmag – Videogames

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NBA 2KVR permette di giocare a basket in realtà virtuale

A partire da oggi diventa disponibile NBA 2KVR, la nuova esperienza della famosissima e pluripremiata serie di 2K Games dedicata alla realtà virtuale. Subito compatibile con Playstation VR, HTC Vive e Samsung Gear VR, e successivamente anche con Oculus Rift, NBA 2KVR permette di affrontare una serie di mini-giochi e sfide ambientati all’interno del contesto dell’NBA.

NBA 2KVR

“Il nostro team è costantemente impegnato per offrire uniche e divertenti esperienze ai giocatori”, ha detto Greg Thomas, Presidente di Visual Concepts, la software house che si occupa dello sviluppo di NBA 2K. “Con NBA 2KVR i giocatori avranno modo di mettere alla prova le loro abilità in maniera differente rispetto al passato”.

NBA 2KVR permetterà di rivivere in prima persona le fasi cruciali della carriera di Paul George, la star di copertina di NBA 2K17 che milita negli Indiana Pacers. Dal momento del primo ingresso nello stadio dei Pacers, la Bankers Life Fieldhouse, ai vari allenamenti, i giocatori verranno continuamente accompagnati dal commento della stessa stella dell’NBA.

I giocatori si alleneranno nei tiri da tre punti, in altri test sulla precisione e la velocità e dovranno mantenere la calma nell’esercizio sul battisirena.

Autore: GAMEmag – Videogames

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[Recensione] Call of Duty Infinite Warfare: recensione e confronto PS4/PS4 Pro

Quando nacque nei primi anni 2000 Call of Duty era una tra le serie di sparatutto più amate dai giocatori PC. Sviluppati da Infinity Ward, i primi due capitoli, rilasciati rispettivamente nel 2003 e nel 2005, offrivano un’esperienza della seconda guerra mondiale che nel mondo dei videogiochi non aveva precedenti, sia dal punto di vista del ritmo di gioco che per il realismo e le meccaniche di firing, oltre che per il multiplayer e l’efficacia del netcode su cui era basato.

Call of Duty Infinite Warfare

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Il potenziamento grafico di Call of Duty Infinite Warfare su PS4 Pro è merito della tecnica di Checkerboarding Rendering, come abbiamo visto nella recensione di PS4 Pro

Se Call of Duty 3, poi, sarebbe stato un episodio interlocutorio, peraltro mai rilasciato su PC, la serie toccò probabilmente l’apice con Call of Duty 4: Modern Warfare. Non solo usava un motore grafico di nuova generazione, Modern Warfare si caratterizzava anche per un cambio di scenario molto importante, visto che era ambientato in epoca moderna, e per una rivoluzione netta della progressione e delle meccaniche di gioco della componente multiplayer. Inoltre, sarebbe stato l’ultimo Call of Duty affidato a Jason West e Vince Zampella, ovvero i due creatori della serie. Dopo ci sarebbe stata una clamorosa separazione tra i due e Activision, con il loro passaggio a Electronic Arts e l’instaurazione del franchise Titanfall.

È proprio quel gioco che Infinity Ward ha rivisto per le console di nuova generazione e che adesso si trova nel pacchetto che gli utenti si portano a casa acquistando Infinite Warfare. Activision non solo offre, quindi, l’ennesimo capitolo della serie in chiave futuristica, ma permette ai giocatori più giovani di rivivere quel capolavoro, con grafica e sonoro ammodernati in modo da sfruttare le console moderne. Certo il tutto è disponibile anche su PC, ma queste, lo sappiamo bene, sono operazioni che si sposano bene soprattutto con l’ecosistema console, visto che in chiave Windows nel corso degli anni Modern Warfare si è adattato bene ai vari cambiamenti ed è sempre rimasto godibile. Modern Warfare Remastered è stato creato da Raven Software, un altro team di sviluppo dal passato memorabile, soprattutto per aver creato la mitica serie di Soldier of Fortune.

Call of Duty Infinite Warfare

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Dopo Modern Warfare qualcosa è cambiato. Activision ha capito che la serie aveva un enorme potenziale commerciale, soprattutto se la si rendeva il più di massa possibile. Successivamente sono arrivati World at War e Modern Warfare 2, affidati rispettivamente a Treyarch e a Infinity Ward. Nel 2010 usciva il primo Black Ops, con uno spostamento di scenario al periodo della Guerra Fredda. Poi Modern Warfare 3, Black Ops II, Ghosts, Advanced Warfare e Black Ops III. Con il capitolo del 2014, Advanced Warfare, i team di sviluppo impegnati sulla serie contemporaneamente passavano da 2 a 3, visto che si aggiungeva anche Sledgehammer Games.

In quegli anni, infatti, Call of Duty diventava un fenomeno culturale, come da programmi di Activision. Complessivamente il produttore americano ha fatturato 10 miliardi di dollari con i vari Call of Duty e ha venduto più di 175 milioni di copie. Call of Duty è diventato il traino dell’intera industria dei videogiochi, il principale protagonista dell’ampliamento dell’industria del gaming avvenuto negli ultimi 10 anni, confermandosi come videogioco più venduto dell’anno per un lustro e oltre. Per rendere possibile tutto questo Activision ha dovuto rendere il titolo alla portata di un pubblico molto ampio, ha dilatato la reattività richiesta al giocatore, ha reso le campagne single player molto spettacolari ma anche molto lineari, ha attutito i toni delle storie, ha fatto in modo che anche i giocatori meno forti riuscissero a combinare qualcosa nel multiplayer.

Single player

Arriviamo così al Call of Duty di quest’anno, il quale conferma l’ambientazione futuristica degli ultimi capitoli, così come gran parte delle meccaniche di gioco. Infinity Ward usa il suo IW Engine, il quale partì dalla base delle tecnologie id Software ai tempi dei primi due capitoli di Call of Duty.

Call of Duty Infinite Warfare

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“Una sola vita è nulla rispetto al costo della guerra”, dice uno dei protagonisti della campagna di Infinite Warfare, rimarcando il tema alla base di questo nuovo capitolo

Rispetto al passato, la nuova campagna si contraddistingue per una narrazione più solida e coinvolgente. Soprattutto nelle battute iniziali Infinite Warfare cattura il giocatore così come lo fa una buona serie TV di fantascienza, con personaggi che hanno una loro profondità e una storia non banale. La storia ruota intorno alla ribellione inscenata dalla Settlement Defense Force, ovvero la forza militare a difesa delle colonie marziane, le quali si schierano contro il dominio terrestre e ne attaccano con ferocia i più importanti centri di comando.

Si scatena una guerra intergalattica che coinvolge vari pianeti della Via Lattea, come Titano, Mercurio e Marte, oltre che la stessa Terra. Il giocatore, per quanto riguarda le missioni della storia principale, si troverà quindi a combattere in pianeti differenti che riproducono le reali condizioni ambientali: su Mercurio, dunque, dovremo spostarci tenendo conto delle tempeste solari che si verificano realmente su questo pianeta. Una componente che accresce il coinvolgimento e rende gli scenari più interessanti.

Per altri versi, però, i livelli di gioco si mantengono piuttosto scialbi. Passando da un gioco come Battlefield 1 a Infinite Warfare emerge la considerazione per la quale DICE si conferma una software house che cura con grande attenzione i particolari, mentre Infinity Ward, o meglio la nuova Infinity Ward, si conferma più approssimativa. Ci riferiamo al fatto che niente nei Battlefield viene lasciato al caso: se c’è da gestire uno scenario molto ampio anche gli sfondi saranno dettagliati o, se ciò risultasse impossibile, verrebbero esclusi dall’esperienza finale. In Call of Duty non è così: Infinite Ward procede a semplificazioni importanti in nome della spettacolarità: ad esempio usando sfondi statici per “coprire” le distanze più ampie.

Il cuore emotivo di Infinite Warfare riguarda la figura del Capitano Reyes, ovvero il personaggio interpretato dal giocatore. Dopo la rivoluzione delle colonie, ovvero della già citata SetDef, le figure in comando della Retribution cadono sul campo di battaglia, e Reyes viene pertanto istantaneamente promosso a Capitano. I giocatori sentiranno il peso della responsabilità attraverso l’atteggiamento dei membri dell’equipaggio della Retribution, che penderà letteralmente dalle labbra del nuovo Capitano. Il che è abbastanza interessante congiuntamente alla rinnovata qualità delle sequenze di intermezzo, con taglio da serie televisiva, anche se purtroppo poi il gameplay non esalta questo rinnovato senso di coinvolgimento. Il giocatore non avverte la parte narrata come ricompensa alle sue azioni: le due cose rimangono abbastanza slegate e procedono su binari paralleli, una sensazione che è simile a quella che si era avuta con Quantum Break.

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Ci sono sostanzialmente due tipi di armi a disposizione dei giocatori, ovvero quelle tradizionali, da usare contro i bersagli umani; e quelle a energia, efficaci contro i robot

L’intera campagna si contraddistingue però per ritmi molto serrati, come da tradizione della serie. Alterna parti di combattimento a piedi a combattimenti spaziali a bordo di velocissime navi. In certi momenti, hai quasi la sensazione che Infinity Ward abbia voluto creare una sorta di versione semplificata e velocizzata di Star Citizen, anche perché ci sono le missioni facoltative. Per altri versi, però, le meccaniche di gioco iper permissive, la scarsa reattività dell’intelligenza artificiale e un firing scarsamente realistico e sempre troppo simile ai Call of Duty precedenti, rendono questa campagna un prodotto approssimativo come ormai consuetudine, purtroppo, per la serie. Anche perché si ha sempre la forte sensazione che molti asset siano riciclati dai precedenti capitoli, dalle texture alle animazioni fino a certe situazioni di gioco. Inoltre, la campagna non è giocabile in co-op come era accaduto con Black Ops III.

Il punto forte di questa modalità di gioco consiste proprio nelle missioni facoltative. Il giocatore può esplorare liberamente la mappa galattica e svolgere missioni a bordo di navi spaziali o stazioni orbitanti con il mero obiettivo di potenziare il proprio equipaggiamento e il proprio arsenale, come accade in un vero gioco di ruolo. Questo dà la sensazione di libertà decisionale, anche se dopo qualche ora di gioco ci si rende conto che le stazioni da abbordare hanno sempre la stessa conformazione e che quasi sempre l’obiettivo si riduce alla penetrazione nell’armeria della stazione per prelevare l’ennesima arma di ultima concezione. Potenziare granate ed equipaggiamento, poi, non altera gli equilibri della campagna, che rimane sempre estremamente lineare con pochissime possibilità di divagazione. Tutto questo restituisce, pertanto, una sensazione molto simile a quella avuta con Tomb Raider 2013, dove le abilità conseguite non permettevano di vivere in maniera differente la storia principale.

Per il resto Infinite Warfare si basa sullo stesso principio di gioco già proprio di Black Ops III: ci sono sostanzialmente due tipi di armi a disposizione dei giocatori, ovvero quelle tradizionali, da usare contro i bersagli umani; e quelle a energia, efficaci contro i robot. Stesso discorso si può dire per le granate, confermando la forte accezione futuristica degli ultimi CoD con la possibilità di dispiegare droni, mech e carri corazzati dotati di scudi energetici durante gli assalti.

Multiplayer

Se trascura un po’ la qualità, non si può certo dire che Call of Duty trascuri la quantità. Oltre alla campagna single player c’è, infatti, la possibilità di affrontare il multiplayer competitivo e la modalità Zombi. Quest’ultima è ambientata in un parco a tema che fa il verso ai film degli anni ’80. Ne sono protagonisti quattro aspiranti attori che devono seguire gli ordini del famoso regista Willard Wyler e sopravvivere a ondate di zombi che si riversano nel suddetto parco. Ritornano le meccaniche di potenziamento e sblocchi tipiche della modalità Zombi, e debutta un nuovo sistema di carte definito Carte Fato e Fortuna.

Si tratta di abilità sottoforma di carte: ogni giocatore può scegliere 5 carte dal proprio mazzo e portarle in partita. Da tenere a mente che l’utilizzo di queste carte è riservato ai momenti più impegnativi perché possono davvero determinare vittoria o sconfitta per i quattro giocatori impegnati nel match.

Oltre che affrontare le ondate i giocatori possono andare in giro a esplorare liberamente, impegnandosi in varie attività come le montagne russe o le partite ai coin-op Arcade. Queste attività consentono di accumulare “ticket”, una valuta alternativa ai dollari che permette l’acquisto di equipaggiamento particolarmente potente, rendendo i quattro personaggi finalmente competitivi contro i tantissimi zombi che penetrano nel parco.

I Kit di Battaglia consistono in una sorta di evoluzione degli Specialisti di Black Ops 3

Ma la modalità centrale di Infinite Warfare rimane il multiplayer competitivo, che vanta ancora una volta un vasto insieme di mappe, armi e modalità di gioco, oltre che un valido sistema di personalizzazione. Iniziamo parlando dei Kit di Battaglia, che consistono in una sorta di evoluzione degli Specialisti di Black Ops 3. I Kit di Battaglia sono delle tute dotate di dispositivi tecnologici che conferiscono al soldato impersonato dal giocatore caratteristiche e attributi differenti. Abbiamo: Guerrigliero, versatile soprattutto sulle medie distanze; Iperluce, adatto soprattuto allo scontro ravvicinato; Mercenario, specializzato nell’uso delle armi pesanti; Spettro, che verrà scelto soprattutto da chi ama giocare come cecchino; Striker, supporto per il gioco di squadra; e Sinapsi, ottimizzato sulla velocità di movimento.

Ad ogni modo tutte le armi possono essere utilizzate a prescindere dal Kit di Battaglia selezionato, il che dà completa libertà ai giocatori in termini di loadout. Infinity Ward ha introdotto anche nuove modalità che permettono di condividere l’esperienza di gioco multiplayer con gli amici, e parliamo delle cosiddette Missioni di Squadra. Si tratta di sfide da completare con il supporto degli amici che consentono di sbloccare speciali ricompense come elementi cosmetici, equipaggiamenti, skin e altro.

C’è anche una nuova modalità di gioco, definita Defender, la quale prevede la contesa di un drone che si sposta per la mappa di gioco. Bisogna quindi muoversi di conseguenza e di concerto con il resto della squadra per evitare che il nemico entri in possesso del drone. Tra le altre cose è adesso possibile “craftare” le armi a partire da crediti in-game che si ottengono giocando e conseguendo obiettivi. Si ottengono così armi speciali che possono appartenere a quattro differenti prototipi a seconda del loro livello di rarità e che si caratterizzano per specifici perk che sbloccano effetti secondari.

In definitiva si tratta senz’altro di un multiplayer molto solido, capace di far vivere molte ore di gioco appaganti, soprattutto ai giocatori meno esigenti. Ottima personalizzazione e tantissime armi differenti lo rendono comunque godibile come tutte le componenti multiplayer dei recenti Call of Duty. Allo stesso tempo, però, le differenze sostanziali rispetto al passato sono minime e, in uno scenario che offre una grandissima moltitudine di sparatutto, Call of Duty non può più essere consigliato con leggerezza dal redattore di videogiochi, soprattutto in considerazione del fatto che altri team di sviluppo si stanno impegnando alacremente per migliorare le tecnologie e per introdurre soluzioni di gioco innovative.

Confronto PS4/PS4 Pro

Ma passiamo al comparto tecnico, soprattutto per analizzare le due versioni PS4 e PS4 Pro che abbiamo avuto modo di provare. Il potenziamento grafico di Call of Duty Infinite Warfare su PS4 Pro è merito della tecnica di Checkerboarding Rendering, come abbiamo visto nella recensione di PS4 Pro. L’architettura hardware di PS4 Pro mette a disposizione degli sviluppatori due metodi per gestire l’upscaling a 4K: Geometry Rendering e Checkerboarding Rendering. Nel primo caso gestisce l’ottimizzazione dell’elaborazione dei frame sulla base delle informazioni sulla propagazione dei colori e dello spostamento dei bordi degli oggetti provenienti dai frame precedenti e immagazzinate nell’ID buffer.

Call of Duty Infinite Warfare

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Nel caso del Checkerboarding Rendering, invece, si tira dentro l’equazione anche il tracciamento dei triangoli e degli oggetti. Ogni pixel si caratterizza, così, per cinque parametri relativi al colore, ai valori per la profondità (2) e ai valori per ID (2), il che produce un consumo di risorse di calcolo della GPU maggiore e, conseguenzialmente, più overhead. Per questi motivi il Checkerboarding Rendering deve essere fatto a partire da una risoluzione di rendering nativa superiore rispetto al Geometry Rendering: nel caso di Call of Duty Infinite Warfare di 2880×1620.

Perché questo nome, ovvero perché Sony tira in ballo le scacchiere (Checkerboarding in inglese vuol dire proprio scacchiera)? Alla base la tecnica di upscaling deve fare una scelta su quali pixel ignorare, in modo da dimezzare la quantità di pixel da renderizzare a ogni frame. Da un altro punto di vista, si tratta di scegliere quali pixel mantenere rispetto ai frame precedenti senza dover ricorrere una nuova elaborazione. Normalmente si potrebbe decidere di mantenere in modo alternato la metà delle linee verticali e generare quelle ignorate sulla base delle informazioni provenienti dal frame precedente. Questo metodo, però, come ha spiegato Sony, genera inefficienza, immagini sfocate e artefatti, perché i pixel scartati si trovano tutti sulla stessa linea.

Sony ha quindi pensato di eliminare la metà dei pixel da renderizzare secondo un pattern a scacchiera, eliminando in un frame tutti i pixel che nell’immaginaria corrispondente scacchiera si troverebbero sulle caselle bianche e in quello successivo i pixel che idealmente si troverebbero nelle caselle nere. In questo modo si ottimizza il rendering e le immagini interpolate dai frame precedenti risultano più nitide e definite. Sono ovviamente in 4K, frutto di un upscaling più preciso rispetto a quello offerto dai sistemi tradizionali che non consente di percepire differenze nette a occhio nudo rispetto al 4K nativo.

Il fatto, poi, che Checkerboarding Rendering, a differenza di Geometry Rendering, consideri anche i triangoli, e non solamente i bordi, consente di avere maggiore definizione anche all’interno del poligono, il che si traduce in texture più dettagliate. È esattamente ciò che emerge dai nostri confronti tra immagini catturate dalle versioni PS4 e PS4 Pro di Infinite Warfare: sulla nuova console di Sony, infatti, abbiamo quasi sempre texture più definite e pulite, come evidenzia chiaramente, tra gli altri, l’esempio seguente.

Il fatto che Checkerboarding Rendering, a differenza di Geometry Rendering, consideri anche i triangoli, e non solamente i bordi, consente di avere maggiore definizione anche all’interno del poligono, il che si traduce in texture più dettagliate

Da notare in particolar modo come le scritte siano definite e leggibili su PS4 Pro, mentre su PS4 risultino illeggibili. Considerate, ovviamente, che per poter rintracciare le differenze abbiamo dovuto procedere a importanti zoom rispetto alle immagini originali (che comunque trovate nella pagina per avere un’idea più chiara sui confronti). Quello che si nota durante l’esperienza di gioco è una maggiore pulizia e un maggiore dettaglio, con immagini meno sfocate e meno pixel fuori posto in giro. Non si tratta, ripetiamo, di una sola questione di anti-aliasing ma anche di definizione delle texture. Tutto questo per come stanno le cose ora in questa fase di lancio di PS4 Pro, perché in futuro gli sviluppatori avranno modo di sfruttare la potenza di calcolo in più in maniera diversa e si può solo immaginare come potrebbe apparire un titolo in esclusiva ottimizzato per il nuovo hardware (The Last of Us 2?)

Call of Duty Infinite Warfare

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In definitiva, e torniamo a Infinite Warfare, la campagna single player si caratterizza per una narrazione più coinvolgente, ma evidenzia importanti limiti soprattutto nei combattimenti spaziali e a gravità zero, ovvero due delle novità a livello di gameplay di questo ultimo capitolo di Call of Duty. Il giocatore dovrà fare i conti con l’assenza di gravità e dovrà sapersi muovere nello spazio sfruttando anche il nuovo rampino, ma il tutto dà la sensazione di essere fin troppo semplificato ed eccessivamente lineare. La scarsa reattività dell’intelligenza artificiale contribuisce a rendere la campagna prevedibile e poco avvincente.

Il giocatore può personalizzare l’esperienza cambiando i loadout prima delle missioni, ma quello che colpisce durante l’azione è sempre l’ampia disponibilità di bocche di fuoco lasciate cadere dagli avversari. I giocatori possono sempre cambiare arma, il che li porta a doversi adattare alle nuove meccaniche di firing. Discorso analogo vale anche per il multiplayer, in cui si possono addirittura “craftare” le armi. Il multiplayer, a proposito, è ancora una volta solido da una parte e immediato dall’altra, con alcune perle come la nuova modalità, i Kit di Battaglia e la modalità Zombi, accessibile e spensierata come i vecchi Left4Dead.

“Una sola vita è nulla rispetto al costo della guerra”, dice uno dei protagonisti della campagna di Infinite Warfare, rimarcando il tema alla base di questo nuovo capitolo, ovvero quello della sopravvivenza e del sacrficio in condizioni critiche di guerra. Una narrazione migliorata, però, non è sufficiente a rendere appagante questa esperienza, anche perché la parte di racconto non giustifica il gameplay e viceversa, e le due cose rimangono sempre piuttosto slegate. Una campagna non memorabile che completerete in circa 6 ore, a cui si unisce un multiplayer sì divertente ma veramente molto poco innovativo oltre che semplicistico per firing e netcode.

Modern Warfare Remastered

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Nonostante siano passati 9 anni dal rilascio originale, Modern Warfare offre ancora oggi una grafica assolutamente coinvolgente

Impressionante poi come la grafica di Modern Warfare Remastered risulti così tanto vicina a quella del suo fratello ben più giovane in termini di complessità poligonale e ampiezza degli scenari di gioco. Modern Warfare, ancora oggi, risulta coinvolgente e allo stesso tempo immediato nelle meccaniche di firing, con un fascino ed equilibri che terranno incollato al gamepad/mouse il giocatore di una volta come quello di oggi. PS4 Pro renderizza MWR a 1620p nativi e a 60fps. Nonostante siano passati 9 anni dal rilascio originale, Modern Warfare offre ancora oggi una grafica assolutamente coinvolgente, pur presentando importanti limiti in termini di aliasing.

Il trailer di lancio di Call of Duty Infinite Warfare è stato il più odiato di sempre dalla community di YouTube. Come al solito i giocatori sono divisi: c’è chi ama e c’è chi odia la serie di Activision. Una cosa è certa: sempre di più nel mondo dei videogiochi, come già accade da diversi lustri nel cinema, l’autorialità e la qualità si dividono dal consenso del pubblico.

Autore: GAMEmag – Videogames