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Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville Recensione

Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville | Si trasforma in una pannocchia missile con germogli di mille ghiande…no, aspetta, forse stiamo facendo confusione. Ripartiamo. Dai giardini di guerra più famosi della storia mobile alle console, il brand conosciuto come Plants vs Zombies ha innamorato grandi e piccini con la sua semplicità cartoonesca. Grazie all’inaspettato successo della serie videoludicaGarden Warfare, l’opera targata Electronic Arts non ha tardato a trovare sostenitori, ora per merito di uno sparatutto incontrastabilmente originale, ora grazie all’intuitivo combat system. Spinto quasi per scherzo in un mercato all’epoca carente di titoli di analoghi con una forte ideologia, si conquistò la sua fedelissima nicchia di utenti, i quali, ammaliati dallo stravagante mondo di gioco o reduci dallo storico prodotto mobile, sono cresciuti esponenzialmente nei primi due capitoli diffusi, cogliendo di sorpresa anche qualche casual player. Dopo anni approda sul mercato il discendente spirituale della saga: Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville, che tiene fede alle promesse stipulate con gli storici fruitori, ma non manca di mettersi in discussione su quelli che erano gli aspetti contenutisticamente più carenti. Pronti per un tripudio di semi e cervella?

Plants vs Zombie La Battaglia di Neighborville

Lo stile esuberante è un marchio di fabbrica dell’universo targato PopCap Games.

La vendetta pare sia un ottimo concime in Plants vs Zombies

In perfetta armonia con l’incipit narrativo assaporato nei capitoli precedenti, la Terra è vittima del folle dualismo che mette le piante, gli eroi canonici della serie, e gli zombie, goffi villain in cerca di pura distruzione e – ovviamente – cervelli freschi, gli uni contro gli altri. Sebbene l’intelaiatura narrativa sia sempre passata in secondo luogo in passato, talvolta semplicemente un mero pretesto per non perdersi in preamboli, in Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville si intravede una maggiore riflessione sull’eterno scontro tra le due fazioni. Se da una parte le piante appaiono visibilmente più organizzate, dall’altra i non-morti vantano ora di una potere distruttivo altisonante, complice l’inserimento di alcuni nemici di spessore. Ambedue gli schieramenti si azzuffano per urlare la loro supremazia, arruolando personaggi strategicamente variopinti e dall’intrigante duttilità ludica. Le radici delle piante diventano così forti e germogliano micidiali combattenti esclusivi per questo nuovo titolo. Nell’angolo verde – bhe, si parla di piante abbonatecelo – fanno il loro ingresso il tenebroso Berretto da notte, ninja furtivo e assassino silenzioso, Quercia e Ghianda, un duo davvero esaltante da sfruttare e dalle abilità polivalenti, e Bocca di Drago, una vecchia conoscenza per i veterani del brand, tornata ora per incenerire gli erranti. Nell’angolo rosa cervello – li sento già leccarsi i baffi – fanno invece capolino degli zombie di prim’ordine, amanti della musica e della tecnologia aliena. L’Elettropattinatrice è la danzatrice fulminea apparsa per la prima volta in questo spin-off e sicuramente darà una bella scossa ai suoi compagni ambulanti, per di più se accompagnata da L’eroe degli anni ‘80, un pericolosissimo arciere non proprio amante dei compromessi. L’ultimo dei sei frizzanti personaggi introdotti è il Cadetto Spaziale: un buffo mostriciattolo che in vita sognava di dominare i cieli e adesso ha trasformato la sua goliardia in un’occasione per carbonizzare piante con i suoi raggi laser. Dite che non serviva una così romanzata descrizione dei personaggi? Bhe, la grande rivoluzione di questo spin-off è difatti racchiusa nella ventata d’aria fresca che i sei hanno portato nel reparto multigiocatore, celebrandone l’ardore eroico.

Plants vs Zombie La Battaglia di Neighborville

Il quadretto raffigurante i nuovi eroi del capitolo

Quando mangerai pop-corn ricordati dell’uomo mais

Il mirabolante universo immaginifico che ospita la perpetua battaglia tra bene e male è questa volta il parco giochi di Divertilandia. Il menù di attesa ora è difatti una delle attrazioni principe de La Battaglia di Neighborville. Tra luci sfavillanti e una pirotecnica scelta artistica, il cartoonesco shooter di casa EA non vi sembrerà mai così vivido. Il core competitivo dell’opera rimane uno dei saldi stilemi del brand, anche se la lungimiranza del team di sviluppo ha permesso il fiorire di altre succulenti modalità. Completamente restaurata l’organo cooperativo del gioco, ora decisamente più gradevole e appagante, anche grazie ad una miriade di missioni secondarie che non potrete assolutamente mancare. Longevità e una genuina varietà di interazioni disponibili nell’allegra Divertilandia donano al titolo una consistenza ludica alla lunga ricercata nel capitoli precedenti. Rimangono anche le certezze che hanno reso il titolo accattivante anche per i fruitori più accaniti, tra cui la minuziosa personalizzazione dei personaggi e la consueta modifica di abilità aggiuntive. Certezze e tante squisite novità concludono un cerchio di innovazioni tecniche e strategie irriverenti sorte con il primo capitolo su console, anche se le migliorie apportate alle modalità e i neonati eroi giocabili rimangono il piatto forte.

La palpabile rivoluzione artistica e contenutista di Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville non si ferma però all’apparenza, dato che sono state introdotte migliorie significative dal lato tecnico, ma anche qualche ombra sul fronte delle animazioni. Avere il pieno controllo sul personaggio in un gioco di pura frenesia è essenziale e – ahimè – i buoni propositi teatralmente sbattuti in faccia nel gameplay, si sgretolano nelle incertezze di un input lag snervante e un sistema di shooting non sempre affidabile. Badate bene però: qui si tratta di sottigliezze, sbavature tecniche che possono tranquillamente ricalibrate con patch e altri piccoli interventi, in fin dei conti ragioniamo dal day 0. Di gran lunga più lussureggiante il comparto del level design che, sebbene sempre azzeccato nei capitoli precedenti, qui raggiunge la sua piena maturazione, merito di uno studio lievemente più approfondito sul fronte degli ostacoli ambientali e dalla stratificazione della mappa. Il clima rimane spumeggiante e gonfio di elementi visivi ormai canonici nell’immaginario del brand, eppure non manca di sorprenderci la raffinata duttilità strategica che impreziosisce di molto le aree e origina una ricercata profondità ludica.

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Sebbene Plants vs Zombies La Battaglia di Neighborville sia uno spin-off in piena regola, possiamo senza dubbio affermare che si tratta di un’accezione decisamente azzeccata. Al di là dei sontuosi elementi grafici che tanto hanno ammaliato una cerchia sempre più importante di appassionati, l’opera non osa, ma si accontenta di fare il suo egregio compito, uscendo dagli schemi giusto per raffinare orizzonti ludici lasciati un po’ in penombra in passato. La modalità cooperativa e la storia ora raggiungono il degno coronamento per gli anni di lavoro di PopCap Games. Un plauso per il level design e la personalizzazione degli “eroi”, che possono vantare ad ora di avere pochissimi rivali nel genere cartoon shooter. Non mancano, e ce ne dispiace non poco, difetti a livello tecnico e delle animazioni, che certamente potevano essere curate, così da renderle più fluide. Spensierato e dirompente, il gioco saprà regalarvi ore di sano divertimento, e non è importante se voi siete amanti del pollice verde o di cervelli, qui l’unica perversione che conta è la dura legge del più forte. La lotta per l’ultimo angolo di paradiso ha inizio.

Author: GamesVillage.it

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