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WALL STREET: torna il sereno anche ad agosto

Si conferma la forza del mercato. Le mani forti non mollano l’osso. Anche se siamo in una fase sempre complessa, Wall Street sembra destinata a non cedere il passo. (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno proseguito, senza alcun timore, e con rafforzata convinzione nella loro tendenza rialzista. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha raggiunto quota 3.351, ed è ormai ad un tiro di schioppo dal suo massimo storico. Ciò ha prodotto ulteriore sconforto e frustrazione nella folta schiera dei ribassisti, che in pochi mesi hanno visto del tutto vanificato anche il loro ultimo e ricorrente proclama di sventura. Credo che ormai abbiano stabilito un vero e proprio record nelle campo delle previsioni finanziare disattese, e meritano ormai di diritto un posto nel celebre libro del Guinness dei primati. Ma aldilà delle battute, cosa alimenta, cosa muove l’attuale trend rialzista ? Beh, è indubbio che nelle ultime settimane molti dati macro siano risultati migliori delle attese, e soprattutto il futuro si annuncia meno disastroso di quanto lo si era disegnato. Anche io, nel mio piccolo, per quanto possa valere, constato con soddisfazione che nella mia cittadina turistica le presenze sono alquanto rilevanti, e non si registra affatto il crollo paventato solo alcuni mesi orsono. Dati macro migliori, che hanno, peraltro, trovato già riflesso nei conti delle singole società quotate, che hanno presentato, in gran parte, trimestrali, con risultati anch’essi migliori delle attese. Insomma v’è il fondato sospetto che in molti abbiano esagerato, e sovrastimato, i danni economici prodotti dalla terribile pandemia virale, peraltro, ancora forte e ben lungi dall’essere debellata. Esagerazione, sovrastima, probabilmente architettata e voluta, al fine di spillare un’altra montagna di soldi alle diverse Autorità governative dei Paesi dell’Occidente. Basti pensare che, finanche la parsimoniosa Europa a guida tedesca s’è vista costretta a varare tutta una serie di misure a sostegno dell’economia, mai adottate e consentite in precedenza. Per non parlare dell’America di Trump, che nel disperato tentativo di farsi rieleggere, ha già varato e continua a varare provvedimenti di sostegno per trilioni di dollari, tutti finanziati rigorosamente in deficit, con conseguente inevitabile esplosione del già enorme debito pubblico federale. I riflessi di tali discutibili scelte, si sono peraltro già manifestati sui mercati, e non mi riferisco solo a quelli azionari. Basti guardare, a quanto accaduto negli ultimi mesi alle quotazioni del dollaro, e dal canto opposto, alle valutazioni dell’oro. Insomma, non sono tutte rose e fiori come qualcuno vuol farci apparire, e v’è, a mio avviso, in prospettiva, il fondato pericolo che queste populistiche e demagogiche scelte vadano seriamente a minare la stabilità finanziaria dei mercati, di cui abbiamo tutti goduto nell’ultimo decennio. Rammento che già dopo l’attacco alle torri gemelle del 2001, ossia dopo un evento del tutto esogeno, come quello attuale del coronavirus, le Autorità monetarie e governative Usa risposero allargando a dismisura i cordoni della borsa, e tagliando di netto i tassi. Scelte azzardate ed ingiustificate che costituirono la premessa, e posero le basi della grande crisi finanziaria, che si manifestò, poi, nell’anno 2008.

Non precorriamo, però i tempi, ed andiamo ed esaminare cosa ci indica, in questo momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, dopo un’alquanto repentina caduta, nell’ultima ottava ha finalmente arrestato la sua discesa, e quota oggi 93,43. Resta comunque per me l’osservato speciale di questo periodo. Da monitorare con attenzione. Le commodities, invece, questa settimana rimbalzano con forza, lievitano infatti del 2,68 % in termini reali, ed avvalorano l’ipotesi che la situazione dell’economia reale sia meno peggio di quanto sinora prospettato. Tesi quest’ultima che sembra trovare conferme finanche nel settore obbligazionario. I rendimenti del bond decennale americano, lievitano infatti di 4 bps, e risalgono a quota 0,57 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, crescono anch’essi di 2 bps, e raggiungono quota 0,13 %. L’inclinazione della yield curve Usa si amplia pertanto leggermente, fino a 44 bps, ma sembra confermare che la vera ripresa dell’economia non sia ancora veramente iniziata. Del mercato azionario abbiamo già accennato in premessa, e come detto, dopo soli 4 mesi, siamo nuovamente in prossimità dei massimi storici, altro che quota 1.000 di S&P 500, come invece preconizzavano in marzo gli ormai ben noti e celebri disfattisti.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures edelle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 15.948

Large Traders : – 7.646

Small Traders : – 8.302

Un po’ a sorpresa, si riconferma, per un’altra settimana, la configurazione rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 3.869 contratti. In particolare, I Large traders, che sembravano sul punto di invertire la loro posizione, cedono invece l’intero lotto dei 3.869 contratti long, e riconfermano e consolidano la loro precedente posizione Net Short. Per contro i Commercial traders acquistano 2.234 contratti long, e restano significativamente, rafforzandola peraltro, in posizione Net Long. Gli Small traders, infine, acquistano anch’essi 1.635 contratti long, e riducono ulteriormente la loro ancora anomala posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, ci indicano che il sentiment positivo degli operatori non s’è ancora esaurito ed è destinato probabilmente a proseguire anche in questo mese di agosto. Rammento al riguardo che, i Commercial traders usano i derivati azionari come strumento di copertura dei loro investimenti sui mercati primari. Il fatto che, da mesi ormai, essi non sentono il bisogno di coprirsi, significa che gli stessi non intravvedono pericoli concreti sul mercato. E se non li vedono loro che sono gli operatori più forti e meglio informati, significa che al momento di pericoli non ce ne sono. Riconfermo pertanto, con accresciuta fiducia, la mia moderata view positiva circa l’andamento prossimo venturo dei mercati azionari.

Mercato, pertanto, ancora in relativa sicurezza, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi prima parte dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 5,02 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 16,67 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance dell’11,65 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 145 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio. Innalzo cioè dal 70 al 75 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 30 al 25 % le mie posizioni short, assumendo di fatto una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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Author: Finanza.com

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