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Leiji Matsumoto, un samurai sognatore tra treni e pirati spaziali

Author: GamesVillage.it

Leiji Matsumoto, un nome che evoca negli appassionati di illustrazione ed animazione di stampo giapponese, ovvero la celebre accoppiata Manga & Anime, reminiscenze di mondi lontanissimi, universi fantastici ed unici, narrati in maniera magistrale ed adulta. Si, non chiamateli solo cartoni animati, si diceva negli anni ottanta. Un periodo d’oro in cui le grandi produzioni dei due decenni precedenti sbarcavano, con colpevole ritardo, anche nel territorio tricolore, spesso trasmessi da Telemontecarlo, come Astroganga, nel 1980, o dalle piccole emittenti locali regionali, come Tele Milano, Rete A, T9 ed Odeon TV, pronte a rapirci il cuore. Per sempre. Assieme agli anime subito di culto basati sui Mecha, chiamati nel Belpaese con il simpatico epiteto Robottoni dalla stampa italiana, oltre che avventure a tema scolastico giapponese, c’erano queste meravigliose opere d’arte animate ambientate nello spazio profondo, con una nave spaziale, una misteriosa nave pirata, e persino un treno intergalattico che viaggiava tra i pianeti dell’Universo, bizzarramente pieni di misteriosi gatti…

I personaggi ideati dal Samurai di Mezzanotte Leiji Matsumoto coesistono insieme in un universo narrativo unico, il Leijiverse

La scoperta degli autori dell’animazione giapponese in Italia

All’epoca quasi nessuno sapeva il nome degli autori originali di queste affascinanti opere, che peraltro sbarcavano direttamente in versione televisiva, poiché i manga da cui esse derivavano, sarebbero arrivati in Italia solo parecchi anni dopo. Oggi, anche grazie ad un certo Internet, medium che dagli anni novanta in poi ha aperto letteralmente una finestra sul mondo, tutti conoscono i nomi degli autori più celebri degli anime nipponici. Tra questi ricordiamo ad esempio Go Nagai, autore di opere cult come Mazinga Z, Goldrake, Jeeg Robot, viste in TV già alla fine degli anni settanta, oltre che piccole chicche autoriali come Utamaro e Kekko Kamen. Scoprire che l’autore dell’anime cult Urusei Yatsura – Lamu era una donna, Rumiko Takahashi, per molti è stato quasi uno schock. Uno degli autori più amati resta però Leiji Matsumoto un artista unico, le cui tematiche universali, mascherate spesso da avventure fanta western bizzarre e colorite, sono valide ieri come oggi, in opere di fantascienza a volte distopica e di altissima qualità. Quello che molti chiamano il Leijiverse, o Matsumotoverse, termine meno usato, unisce in realtà diverse di queste opere, che si muovono appunto in un universo narrativo comune, come Capitan Harlock, Galaxy Express 999, Queen Emeraldas, La Regina dei mille anni, Space Symphony Maetel e La Corazzata Yamato.

Leiji Matsumoto con il baschetto da pirata spaziale ed uno dei suoi adorati gatti, spesso citati nelle sue opere

Leiji Matsumoto, le prime opere negli anni cinquanta e sessanta

Akira Matsumoto nasce a Kurume, ridente cittadina giapponese del sud situata nella prefettura di Fukuoka, una località che, all’epoca della sua nascita, ha appena quarant’anni di vita, si tratta infatti di un insediamento fondato nel 1889 per ospitare principalmente i militari nipponici dell’esercito imperiale, in cui passano veloci i treni, diretti altrove, in una penisola di fronte alla Corea del Sud. Proprio uno di questi militari è il padre dell’autore, sposato con una insegnante scolastica, con cui crea una famiglia decisamente numerosa, con ben sette figli, cosa che, per il tempo, non è affatto inusuale. Nato nel 1938, l’autore coltiva fin da piccolissimo cinque passioni principali, l’allevamento dei gatti, la storia dei treni giapponesi, i vecchi film, in particolare di genere western e picareschi, la fantascienza ed il disegno. Tutte queste cose torneranno sempre nelle sue opere. La sua prima opera giovanile, Cronache avventurose, datata nel 1953 e dedicata ai pirati, resta a lungo inedita in Giappone, venendo pubblicata ben quarantacinque anni dopo. Matsumoto ha solamente quindici anni quando debutta nel mondo dei fumetti giapponesi, nello stesso anno, con la seconda opera da lui interamente scritta e disegnata, Le avventure di un’ape, che contiene alcuni temi cari all’autore, come quelli della crescita e del valore della vita, oltre che la difesa dell’ambiente, e vince un concorso statale dedicato ai debuttanti, indetto dalla celebre rivista Manga Shonen. La vittoria del concorso porta all’autore una buona visibilità, al punto che viene subito a contatto col mondo del disegno professionale, trasferendosi giovanissimo, tre anni dopo, nella città di Tokyo.  L’artista trova facilmente lavoro nel settore, inizialmente come disegnatore di riviste illustrate per giovani ragazze, i cosiddetti Shōjo Manga, ma il suo vero sogno è realizzare storie a tema fantascientifico.

Risale ai primi anni cinquanta Le avventure di un’ape, che solo recentemente è stato localizzato anche in lingua italiana

La maggiore notorietà arriva proprio nel momento in cui cambia genere e comincia a disegnare Shōnen Manga, ovvero i fumetti nipponici dedicati al pubblico adolescente maschile.  Risale al 1964 la prima stesura di un’opera con alcuni elementi sci-fi mescolati ai temi adventure, ovvero Submarine Super 99, che verrà pubblicato solo sei anni dopo dall’editore Akita Shoten e che racconta le avventure di misterioso sottomarino legato all’impero oceanico che agisce in un non precisato anno dopo il duemila, il 20XX in stile Megaman. Nel 1965 Akira Matsumoto decide di usare lo pseudonimo artistico con cui tutti oggi lo conosciamo, Leiji Matsumoto, col significato di Samurai di Mezzanotte, anche interpretabile come Guerriero Zero, che però in origine doveva essere scritto con kanji differenti Reiji, per errore del tipografo traslitterato con la L iniziale. Quella lettera ha ricordato all’autore la parola Lion ed ha quindi deciso di mantenere il soprannome errato. La visione, nel 1966 del film italiano di genere spaghetti western I cinque della vendetta appassiona talmente tanto Leiji Matsumoto al punto da volerne creare una versione manga, pubblicata nel 1967 dall’editore Akita Shoten di Tokyo. Questa opera seminale sarà fondamentale per tutta la componente western del Maestro, a partire dalla successiva Gun Frontier.

Yuki numero 7, l’affascinante ragazza meccanica con chip emozionale, protagonista di Sexadroid, una delle prime Leiji Girls

Nel 1968 il mangaka, scrive l’eccezionale Sexadroid, la prima opera completamente a tema fantascientifico, con protagonista Yuki numero 7, una tipologia di androide dalle fattezze femminili, che ha ottenuto bellezza e vita eterna, che farà da modello per i futuri uomini meccanici visti nelle avventure del Galaxy Express. Nata come sex toy,  con uno speciale chip emozionale, per facoltosi uomini d’affari, la nostra eroina entra in seguito in una agenzia di spionaggio, ed in coppia con l’agente G3 è destinata a scoprire verità scottanti. Non mancano diverse scene erotiche, spesso ambientate nello spazio. La storia si svolge nell’anno 2222, quando il Giappone del futuro prossimo, in guerra col resto del mondo,  decide di provare la via dell’emigrazione spaziale, nel massimo segreto. Il manga viene pubblicato in patria pochi anni dopo, mentre arriva in Italia solo nel 2021 grazie alla traduzione e pubblicazione da parte dell’Associazione Culturale Leiji Matsumoto, che trovate anche su facebok. Non è dato sapere se il mangaka abbia visionato il film statunitense sci-fi cult Barbarella dello stesso anno, o letto il fumetto francese omonimo di qualche anno precedente, realizzato da  Jean-Claude Forest, ma ritroviamo decisamente molte similitudini stilistiche, magari si tratta di qualche influenza culturale comune ignota. Tra il 1969 ed il 1970 viene infine pubblicata Machinner Series, ultima opera degli anni sessanta.

Leiji Matsumoto ripropone per Eve, la protagonista del manga Mystery Eve, la fisionomia delle tipiche Leiji Girls, che diventeranno costanti nella produzione del Maestro

Il grande amore per la sci-fi esplode negli anni settanta

Il nuovo decennio si apre all’insegna della fantascienza con l’interessante manga Mystery Eve pubblicato nel biennio 1970-1971 da Sun Comics, e che racconta la storia di Eve, ragazza dai capelli lunghissimi precipitata sulla Terra dallo spazio profondo, la fisionomia del personaggio, come la precedente Yuki di Sexadroid, è quella delle tipiche Leiji Girls, ormai diventate una vera icona sci-fi, come la più nota Maisha del Galaxy Express. Una delle opere ritenute fondamentali nella sua carriera, perlomeno a livello di notorietà, è il successivo Otoko Oidon (Io sono un uomo) del 1971, storia autobiografica di uno studente universitario che affronta le peripezie della preparazione degli esami di ammissione all’università. L’anno successivo, nel 1972 debutta una nuova avventura che mescola western e fantascienza, l’eccezionale Gun Frontier, pubblicata sempre da Akita Shoten, che non solo ha il merito di essere una vera prima Space Opera di largo respiro, ma anche di lanciare personaggi fondamentali per il Leijiverse, ovvero Harlock, in una versione leggermente diversa, e Tochiro Oyama, il suo miglior amico. Come sappiamo a Capitan Harlock verrà in seguito dedicata una serie specifica. I due, accompagnati da una ragazza bellissima e da un misterioso ragazzino con mantello e cappello bucato (chi vi ricorda?), vanno alla ricerca degli ultimi abitanti del villaggio di Arroyo Samurai. Storie di una frontiera spaziale dal fascino stile vecchio west, ricche peraltro di fine umorismo, che verranno raccontate in video da un anime omonimo solo trenta anni dopo, nel 2002. Nel 1973 c’è spazio anche per il fumetto storico con Senjo Manga Series (La cabina di pilotaggio) con alcune storie ambientate durante Seconda Guerra Mondiale, che diventerà un anime solo negli anni novanta, ma il meglio, decisamente, deve ancora arrivare.

Western, buoni sentimenti e Space Opera si fondono in Gun Frontier, una delle prime opere degli anni settanta di Leiji Matsumoto

La consacrazione, Yamato, Harlock e Galaxy Express 999

Sempre più lanciato verso il genere sci-fi, in cui si sta specializzando il Maestro Matsumoto pubblica la sua opera più complessa e matura La corazzata Yamato nel 1975. L’eccezionale Space Opera, considerata una delle più influenti nel settore dei manga (e dell’animazione) racconta le peripezie dell’astronave terrestre Yamato impegnata nella difesa del pianeta Terra contro il malvagio Impero di Gamilon. L’enorme successo del fumetto porta alla produzioni quasi contemporanea di una serie anime, nota anche come Star Blazer, divisa in due stagioni, entrambe dirette da Leiji Matsumoto stesso, ed a cui seguono nuove produzioni, inclusi film animati. Il vascello spaziale della serie è un omaggio alla Nave Imperiale Yamato, realmente esistente durante la Seconda Guerra Mondiale. Peraltro una delle più note case editrici di anime in Italia, la Yamato Video, prende ispirazione per il suo nome proprio da questa opera. A partire proprio dalla metà degli anni settanta, quindi, la carriera di Leiji Matsumoto, si sdoppia, e lo vede impegnato, oltre che nell’illustrazione, anche nell’animazione, come autore e regista di serie animate, ma anche lungometraggi realizzati per la TV e cinematografici, e persino di serial televisivi e videoclip musicali. L’anno successivo esce un’opera molto importante per il Leijiverse, il manga Miraizer Ban, basato sui viaggi nel tempo, che spiega molte dinamiche dell’universo stesso, il fumetto è rimasto inedito in Italia per ben quarantatré anni.

L’anime di Galaxy Express 999, un romantico viaggio tra stelle, pianeti e mondi lontanissimi su un treno spaziale con 113 fermate…

Il seguente 1977 è poi un anno fondamentale per la produzione del Maestro, poiché debuttano in contemporanea, a partire da gennaio in edizione manga, ben due pietre pietre miliari tra le sue opere, ovvero Capitan Harlock e Galaxy Express 999. La prima, inedita in Italia fino al 1993, racconta le avventure degli eroici pirati spaziali dell’astronave Arcadia nell’anno 2977, in contrasto con il Governo Unificato della Terra, un pianeta in cui le risorse sono drammaticamente esaurite, ed i robot hanno ormai sostituito gli umani nei lavori di ogni genere. Ambientata nello stesso universo anche la seconda romantica e drammatica opera, che vede il viaggio di Masai un bambino terrestre verso un pianeta in cui regalano i costosissimi corpi meccanici, alla ricerca di una vita migliore dopo l’uccisione della madre da parte del Duca Meccanico, un signorotto locale senza scrupoli il cui passatempo è la caccia agli umani. Lo accompagna nel viaggio una misteriosa, malinconica ed affascinante ragazza di nome Maisha, che, come sappiamo, è la più celebre delle Leiji Girls, ed il buffo Controllore, a cui sono legate diverse gag comiche. In un episodio, peraltro, Leiji Matsumoto cita se stesso, nei panni di un mangaka esiliato su un piccolissimo pianeta deserto che passa le giornate a disegnare personaggi bizzarri, ed in un altro troviamo un gatto fantasma in un pianeta colmo di anime di animali defunti. L’enorme successo delle due serie manga porta presto alla produzione degli anime derivati, datati rispettivamente marzo 1978 e settembre 1978, entrambi in onda su Fuji TV e prodotti da Toei. L’anno prima Leiji Matsumoto, aveva già collaborato con la casa di produzione d’animazione Toei realizzando DANGUARD, unica produzione anime dell’artista dedicata ai Mecha, ovvero i classici Robottoni, peraltro non tratta da un manga. L’opera può vantare la collaborazione del celebre Shingō Araki, già attivo nella serie Goldrake, come autore del design dei personaggi. La serie debutta in Giappone su Fuji TV il sei marzo di quest’anno, e dura oltre cinquanta episodi.

Gli esseri umani dovrebbero sforzarsi di proteggere ogni essere vivente e la natura sul nostro pianeta”.

(Leiji Matsumoto)

I personaggi di Capitan Harlock restano impressi con il loro fascino e carisma, incluse le tradizionali Leiji Girls con le loro lunghissime chiome spaziali….

Tra il 1977 ed il 1979 Leiji Matsumoto produce anche quattro corti cinematografici, distribuiti all’epoca solo al cinema in Giappone, che oggi sono stati ripubblicati in DVD da Yamato Video. Nel 1978 è il turno del manga Queen Emeraldas, un vero e proprio spin-off delle due serie su Harlock e sul Galaxy Express, con cui condivide diversi personaggi, da cui verrà tratto ben venti anni dopo anche un OAV diviso in quattro parti, solo parzialmente giunto in Italia. Notevole una delle produzioni più tarde, che esce già negli anni ottanta, ovvero La regina dei Mille Anni, che dal 1980 viene pubblicato nell’inedito formato di striscia quotidiana, riprendendo una tradizione tipica degli anni trenta per la distribuzione dei fumetti, per un totale di ben mille pagine, come gli anni del titolo, e successivamente raccolti in volumi. A partire dall’aprile 1981 parte l’immancabile serie TV anime, scritta da Leiji Matsumoto e diretta da Shigeyuki Hayashi. La serie racconta di Tori, un orfano che vive con lo zio, direttore di un osservatore astronomico con la sua assistente Kira, una affascinante Leiji Girl con tanto di iconico gattino. La serie è ricca di spunti ecologisti e ci ricorda che abbiamo un pianeta solo, e dobbiamo proteggere chi ci abita, umani, piante ed animali.

La regina dei mille anni arriva all’inizio degli anni ottanta, e si inserisce perfettamente all’interno del Leijiverse, con diversi collegamenti alle altre serie e messaggi ecologisti

Dagli anni ottanta ad oggi, i sequel e il film con i Daft Punk

Tra gli anni ottanta e novanta Leiji Matsumoto si dedica principalmente a nuove produzioni legate alle sue serie più note, con sequel, film di animazione, e consulenza per alcuni videogiochi tratti da esse. Nel 1998, ad esempio, è il turno di Harlock Saga – L’anello dei Nibelunghi manga inedito che è un interessante esperimento, mescolando le atmosfere di Harlock con la mitologia norrena, trasportato in OAV l’anno successivo. Sempre nel 1998 un soggetto inedito di Matsumoto viene usato per creare il divertente film di animazione Fire Force DNA Sights 999,9, che ha moltissimi punti in comune con il Leijiverse e racconta di un meteorite che cade sulla Terra distruggendo Tokyo, due aliene Leiji Girls ed un gatto parlante. Con l’arrivo del nuovo millennio esce l’interessante Maetel Legend – Sinfonia d’inverno spin-off che unisce La Regina dei Mille Anni e Galaxy Express 999, datato 2000 e non tratto da alcun manga. A partire dagli anni duemila, oltre a sequel ed approfondimenti,  inizia una campagna di recupero dei vecchi manga precedenti al grande successo, trasformandoli in anime, tra i quali spicca Submarine Super 99, uscito negli anni settanta, ma scritto già ad inizio carriera. Uno dei progetti più ambiziosi dell’artista è poi il film d’animazione musicale INTERSTELLA 5555, datato 2003, e realizzato in collaborazione col gruppo musicale elettronico francese Daft Punk, che già si era avvalso dei disegni animati di Leiji Matsumoto per alcuni video musicali come ad esempio One More Time, che trovate sul loro canale Youtube. Un musical animato eccezionale, che dimostra ancora una volta come Leiji Matsumoto sia un artista poliedrico, attivo fino agli ultimi anni della sua lunga vita. Chi più adatto del resto di un duo di musicisti che si dichiarano apertamente robot alieni in visita sulla Terra, perennemente con casco spaziale in testa, per affiancarsi al Maestro? Trovate il sito ufficiale giapponese dell’autore a questo LINK.

La locandina originale del film Marianne De Ma Jeunesse con l’attrice Marianne Hold, musa del Maestro per le Leiji Girls

Negli anni dieci giunge l’ultima produzione anime dell’artista, ovvero Ozma, datata 2012, che racconta ancora una volta temi ecologici, la storia del pianeta Terra devastato dal riscaldamento globale e che pian piano si sta desertificando in un futuro non troppo remoto, Solo in tempi recenti, nel gennaio 2013 durante il Festival francese del fumetto di Angoulème, è arrivata una clamorosa rivelazione, Leiji Matsumoto ha svelato quale sia stata la sua musa ispiratrice per i personaggi femminili, ovvero l’attrice tedesca Marianne Hold, attiva tra gli anni cinquanta e sessanta, in particolare nel film Marianna della Mia Giovinezza, diretto dal regista francese Julien Duvivier nel 1955,nel quale l’attrice compare in una scena con un lungo mantello nero con cappuccio, identico a quello di Maisha (Maetel in lingua originale), e che ha ispirato direttamente anche L’Arcadia della Mia Giovinezza, uno dei film di Harlock. Peraltro persino il nome Arcadia deriva dal romanzo originale da cui è tratto il film, ovvero Schmerzliches Arkadien (Dolorosa Arcadia) dello scrittore tedesco Peter von Mendelssohn, pubblicato nel 1932. A volte le ispirazioni culturali fanno dei giri veramente vorticosi. La citazione della pellicola francese da parte del mangaka è servita a dare nuova visibilità al film, che oggi è stato riscoperto dal grande pubblico per la curiosità. L’anno successivo viene pubblicato infine l’ultimo manga realizzato dal Maestro, che è Capitan Harlock: Dimension Voyage datato 2014. In Italia abbiamo avuto il piacere di avere come ospite Leiji Matsumoto in una recente edizione del Lucca Comics & Games, nel 2018, dove ha disegnato dal vivo accompagnato da una orchestra sinfonica, in un momento  molto toccante. Nella mattinata del  venti febbraio di quest’anno il mondo ha appreso della scomparsa del geniale autore, dalle pagine social gestite dalla sua famiglia, come abbiamo detto in questa pagina, consegnando alla storia una produzione artistica che ha cambiato il mondo della sci-fi animata.

Leiji Matsumoto ha letteralmente scritto una importante pagina della letteratura disegnata ed animata giapponese, realizzando in una lunghissima carriera durata ben settanta anni, alcune delle opere più indimenticabili del settore, come La Corazzata Yamato, Capitan Harlock, Galaxy Express 999, Queen Emeralds e La Regina dei Mille anni, solo per citare le più note, alle quali vanno aggiunte quelle minori come Gun Frontier, Submarine Super 99, Sexdroid e Mystery Eve. Titoli oggi di culto nel macrocosmo sci-fi, spesso malinconici, ricchi di messaggi ecologisti e buoni sentimenti.  Un artista a tutto tondo e con cui siamo cresciuti, che ci mancherà davvero tanto, ma le cui opere universali vivranno per sempre. 

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