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Yahoo vuole licenziare quasi tutti i dipendenti in Italia

Ne erano rimasti solo 21, dopo numerosi giri di tagli. Ora l’ultima batosta legata all’annuncio di esuberi in tutto il mondo. E sul sito scompare la sezione notizie

Author: Wired

Yahoo vuole fare*__ tabula rasa__* in Italia. La multinazionale californiana, che nel 2024 compierà 30 anni, ha annunciato di voler tagliare quasi tutti i posti di lavoro delle sue sedi italiane. Lo apprende Wired da fonti confidenziali vicine alle partita, che hanno richiesto l’anonimato per poter contribuire a questo articolo. Delle 21 persone attualmente impiegate ne rimarrebbero due, secondo i piani divulgati dall’azienda. Un taglio netto, distribuito sui vari uffici della compagnia a Milano, Roma e Rieti. Al momento è questa la comunicazione piombata sui lavoratori italiani da parte dell’azienda, che mercoledì 1 marzo ha in calendario un incontro con i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per esporre le ragioni del taglio.

La situazione:

  1. I licenziamenti mondiali
  2. Il caso Italia
  3. Stop ai contenuti

I licenziamenti mondiali

Yahoo è uno degli ultimi colossi tech a far scattare le forbici. Il 9 febbraio scorso l’annuncio: entro fine anno fuori il 20% dei dipendenti. Nel mirino c’è in particolare la divisione pubblicità digitale: per metà delle forze impiegate la società di Sunnydale, California, ha previsto l’uscita. L’obiettivo sarebbe di licenziarne già mille nel primo mese. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, il fondo di di investimenti Apollo Global Management, che ha acquisito il 90% di Yahoo nel 2021 per 5 miliardi di dollari, vuole concentrare tutte le risorse sulla piattaforma demand side (Dsp) di programmatic advertising (la compravendita automatizzata di spazi pubblicitari online).

Il caso Italia

L’onda lunga dei licenziamenti arriva anche in Italia. Al momento la posizione dell’azienda prevede una riduzione ai minimi termini della presenza nel Belpaese, già ridotta pesantemente negli anni scorsi. Già nel 2014 la multinazionale aveva deciso per un taglio del 20% dell’organico in Italia. Nel 2016 l’annuncio di perdite per oltre 4,4 miliardi di dollari aveva causato un nuovo round di interventi per snellire l’organico. Ora l’ultima doccia da fredda, che lascia intendere una dismissione delle attività sul territorio. 

Tutto ora deve passare dai negoziati con i sindacati e con le parti sociali, che potrebbero indurre l’azienda a rivedere la strategia, facendo un passo indietro. Vedi il caso di Meta. La holding che controlla Facebook, Instagram e Meta, ha raggiunto un accordo con i sindacati sul piano di riorganizzazione di 11mila esuberi annunciato a livello mondiale dal fondatore Mark Zuckerberg lo scorso novembre. Gli esuberi calano dai 23 iniziali a 12. E, inoltre, l’unico criterio di scelta per i licenziamenti diventa l’adesione all’uscita volontaria delle lavoratrici e del lavoratori.

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