Categorie
Tecnologia

Diritti umani, stiamo facendo grossi passi indietro

Amnesty International ha presentato il suo rapporto sullo stato dei diritti umani nel mondo. Internet peggiora la repressione del dissenso. Pesanti passi indietro anche in Italia

Author: Wired

Ilaria Masinara direttrice delle campagne di Amnesty International Italia

Ilaria Masinara, direttrice delle campagne di Amnesty International Italia

Le donne e le ragazze – spiega Ilaria Masinara, direttrice delle campagne di Amnesty International Italia – sono state in prima linea nelle proteste, spesso sfidando il controllo patriarcale sui loro corpi, le loro vite, le loro scelte e la loro sessualità per conto dello Stato, della società e della famiglia. Per molte di loro la protesta rappresenta l’unico modo di riappropriarsi della voce, del pensiero e dello spazio pubblico in un contesto diffuso di discriminazione sistemica. Ne è un potente esempio l’ondata di mobilitazioni dilagate su tutto il territorio iraniano che gli agenti dello stato stanno reprimendo brutalmente, anche ricorrendo a stupri e altre forme di violenza sessuale, tra cui scariche elettriche sugli organi genitali e minacce di stupro, nei confronti delle persone che manifestano, adulte come minori, per fiaccare la loro resistenza, umiliarle, punirle ed estorcere confessioni”.

I passi indietro dell’Italia

Anche in Italia la situazione non è certo delle migliori e soprattutto non si registrano miglioramenti. “Il 2022 – dichiara Eliana Bello, Direttrice Generale di Amnesty International Italia – è stato un anno di occasioni perse, dove il rispetto dei diritti umani ha subìto un costante, ma progressivo deterioramento, che tuttavia si presenta, a nostro avviso, come il risultato di politiche che partono da lontano e che hanno gettato le basi per le violazioni a cui assistiamo oggi. Avrei voluto che il 2022 portasse con sé l’approvazione di un disegno di legge per introdurre la parola ‘consenso’ in materia di stupro nell’ordinamento giuridico italiano, per rafforzare le salvaguardie contro la violenza ai danni delle donne, in ottemperanza agli obblighi internazionali assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul; tutto questo mentre i femminicidi e gli episodi di violenza contro le donne continuavano ad essere perpetrati. Il 2022 è stato invece l’anno in cui per le donne è ancora difficile abortire, a causa dei numerosi obiettori di coscienza, che in alcuni territori rasentano anche il 100% dei medici-ginecologi. Avrei voluto ricordare il 2022 come l’anno della riforma della cittadinanza, attesa da anni da oltre un milione di minori, figli di genitori stranieri nati e/o cresciuti in Italia. Minori che hanno frequentato le nostre stesse scuole e che in altri paesi in Europa sarebbero stati riconosciuti cittadini di quel paese, senza esitazione. Avrei voluto ricordare 2022 come l’anno in cui l’Italia si dotava di un’Autorità nazionale per la tutela e la promozione dei diritti umani, a 30 anni dalla firma della risoluzione Onu 48/134, invece siamo l’unico paese nell’Unione Europea, con Malta, a non averne una. Invece, il 2022 è stato l’anno in cui si è rinnovato per altri tre anni, il Memorandum d’intesa tra l’Italia e la Libia in materia di migrazione e controllo delle frontiere, in spregio alle documentate e persistenti gravi violazioni dei diritti da parte delle forze di sicurezza, dei gruppi armati e delle milizie libiche”. 

Dura la critica ai primi provvedimenti approvati dal governo a guida Giorgia Meloni: “Il 2022 – spiega ancora Eliana Bello – è stato l’anno in cui il nuovo governo, come suo primo atto, ha introdotto un nuovo reato che punisce l’invasione della proprietà privata con l’obiettivo di organizzare raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, ritenuto pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica. Questa nuova fattispecie potrebbe risultare lesiva del diritto di riunione e della libertà di espressione. È proseguito l’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine, in occasione di alcune manifestazioni, spesso accompagnato dall’utilizzo di armi meno letali, come nel caso degli studenti manganellati mentre manifestavano per le morti durante l’alternanza scuola-lavoro. Niente o molto poco è stato fatto per la salvaguardia dell’ambiente ed il contrasto al cambio climatico. E così anche il 2022 è stato l’anno dei disastri ambientali e delle mancate riforme legislative a tutela dell’ambiente”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.