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Final Fantasy 16 Provato: una fantasia che vive di prospettive | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Giugno è alle porte e con lui è alle porte anche il debutto di Final Fantasy 16. Per promuovere il titolo, Square Enix si è lanciata in un press tour poderoso in cui ha trascinato in giro per il mondo il game producer Naoki Yoshida al fine di illustrare a giornalisti e influencer i contenuti della sua ultima creatura. Questo genere di campagne promozionali sono tutto meno che anomale – sono utili per ingraziarsi la stampa e per massimizzare la presenza mediatica di un prodotto –, tuttavia il caso di Final Fantasy 16 è non di meno particolare: nonostante se ne parli ormai da mesi, quello che sta per uscire è un episodio della saga tanto lontano dalla norma da risultare particolarmente complesso da inquadrare.

Nel tentativo di risolvere ogni ambiguità, Square Enix ci ha offerto la possibilità di sperimentare in anticipo le prime ore del gioco di una demo speciale pensata appositamente per la stampa, cosa che effettivamente ci ha aiutato a fugare alcuni dei dubbi e delle incomprensioni che ancora aleggiavano nella nostra mente. Un’idea di massima sul sistema di combattimento ce l’eravamo già consolidata mesi addietro, ai tempi della nostra prima anteprima hands-on, tuttavia questo ennesimo incontro con il gioco ci è servito a maturare qualche idea su tono e temi che dovremo aspettarci dalla componente narrativa. Vi racconteremo dunque le nostre impressioni, ovviamente evitando il più possibile di rovinarvi la sorpresa con spoiler e illazioni.

Final Fantasy 16 guarda all’Occidente

Esplicitiamo immediatamente una realtà molto schietta: Final Fantasy 16 è senza ombra di dubbio uno di quei titoli giapponesi che guardano con famelico appetito al Mercato Occidentale. Con questo capitolo, Square Enix ambisce a svincolarsi dalla nicchia dei cosiddetti “giochi di ruolo alla giapponese”, mira a sfornare un blockbuster. In altre parole: vuole fare il botto. Per sostenere un simile obiettivo, la casa nipponica ha attinto dichiaratamente a fonti d’ispirazione che hanno catalizzato l’immaginario di Stati Uniti ed Europa, in particolare a Il Signore degli Anelli e ai vari Game of Thrones. Com’è intuibile, questo approccio ha alterato non poco l’impostazione stessa del brand.

Nei decenni passati abbiamo visto la saga esplorare le vicende di adolescenti sfruttati come mercenari, genocidi, abusi emotivi di ogni tipo e persino la distruzione del pianeta. Gli autori non si sono mai tirati indietro quando c’era da trattare argomenti cupi, tuttavia il tono che veniva adottato era spesso assimilabile a quello adoperato nella sfera fiabesca. Con Final Fantasy 16 le cose sono cambiate: c’è sangue, c’è violenza, c’è sesso. Non a caso, alcuni dei Paesi più propensi alla censura hanno già provveduto a vietarne l’uscita.

Complici alcuni traumi passati, il fatto che questa transizione sia dettata dall’idea di sviluppare un videogame capace di sedurre anche il Mercato estero un po’ ci spaventa, tuttavia vogliamo dare fiducia alla fatica di Yoshida, ancor più perché l’industria videoludica parrebbe finalmente aver imparato dagli errori passati: così come Elden Ring ha reclutato George R. R. Martin come consulente per la stesura del copione, così Final Fantasy 16 è stato scritto a quattro mani con il Direttore del doppiaggio, lo statunitense Michael-Christopher Koji Fox

Nelle poche ore di provato che siamo riusciti a esplorare non abbiamo visto che la punta dell’iceberg: abbiamo scoperto di più sugli “Scudi” che difendono coloro che controllano le bestie divine note come Eikos, abbiamo capito meglio come mai il protagonista si trovi con il volto segnato con il marchio dei “Portatori” e ci siamo fatti un’idea di massima di ciò che promette di essere un colpo di scena parecchio prevedibile. L’impressione iniziale è tutto sommato buona, eppure non possiamo fare a meno di notare che avvenimenti e svolte di trama si succedano con ritmo tanto rapido da essere quasi martellante.

Un taglio cinematografico che appaga il palato

Precedenti episodi della saga avevano sottoposto i gamer al fiaccante “effetto corridoio”, li avevano infilati in percorsi estremamente lineari per poi incastrarli in percorsi scevri di grandi scossoni strategici. Final Fantasy 16 sembra percorrere un po’ questo tracciato, investe a sua volta su percorsi di gioco estremamente minimalisti, eppure la visione di Yoshida si dimostra tanto raffinata da tradurre un apparente limite in una risorsa preziosa. La dimensione dell’avventura è costrittiva, tuttavia questo confine ha permesso agli sviluppatori di riporre maggiore attenzione all’approccio registico, con il risultato che i livelli sono tanto densi di dettagli che si ha la sensazione di abitare un mondo potenzialmente smisurato.

Che si tratti di svolte a gomito introdotte in maniera organica, ostacoli ambientali che hanno senso di esistere o clip d’animazione avviate nei momenti più opportuni, durante il nostro trial non abbiamo mai patito alcun senso di soffocamento, anzi siamo stati ammaliati dall’illusione di ariosità postaci innanzi. Emulando un po’ gli stratagemmi della serie God of War, le ambientazioni sono pensate per evidenziare la piccolezza dei protagonisti in confronto agli ambienti che questi popolano, un escamotage tecnico che è capace di enfatizzare non poco il senso di progresso dell’avventura. 

In qualsiasi momento abbiamo avuto la percezione che le nostre azioni ci stessero conducendo da qualche parte, che non fossero una banale perdita di tempo: non stavamo semplicemente premendo una levetta, stavamo esplorando attivamente un mondo che,  a pensarci lucidamente, ha effettivamente ben poco spazio d’esplorazione. Si tratta di un effetto emotivo che è assolutamente necessario sperimentare di persona, difficilmente viene percepito attraverso la fruizione passiva di video e istantanee, ancor più perché il materiale promozionale distribuito è spesso e volentieri ammantato da un’eterna coltre di oscurità che rende confuse e sgradevoli le immagini rappresentate.

Anche in questo caso ci troviamo però di fronte a una decisione registica consapevole e che viene adeguatamente valorizzata in-game. Che sia per enfatizzare la densità ambientale, o che si tratti di un vezzo artistico ispirato da alcune scene di Game of Thrones, Yoshida ha deciso di gestire le fonti di luce simulando la verosimiglianza. Giusto per capirci, nel ventre di un castello la luce solare non raggiungerà i corridoi interni neppure in pieno giorno, quindi molti passaggi finiscono con l’essere illuminati solamente da fiaccole e candele, un approccio che richiama in qualche modo le ambizioni kubrikiane vissute in lungometraggi quali Barry Lyndon.

Inciampi e accessibilità

Controller alla mano, abbiamo avuto modo di esplorare l’antefatto del titolo – il quale dovrebbe essere a un certo punto distribuito anche sotto forma di demo pubblica –, lo spezzone di gioco immediatamente successivo e un’area aperta che ci ha illustrato le possibilità delle mappe di gioco. Di fatto avevamo a disposizione una versione non ancora definitiva del gioco completo e gli addetti Square Enix si sono dovuti assicurare di strapparci il controller dalle grinfie per evitare che superassimo una specifica sezione dell’avventura. Allo stesso tempo, non possiamo che confidare che la demo messa in campo necessiti ancora di qualche miglioria tecnica, soprattutto per quanto riguarda l’ottimizzazione grafica.

Come spesso capita per i titoli contemporanei, Final Fantasy 16 può essere fruito sia privilegiando la fedeltà grafica, sia concedendo priorità alle prestazioni. In ambo i casi non abbiamo potuto però fare a meno di notare qualche piccolo singhiozzo che ci ha impedito di immergerci pienamente nello splendido mondo high-fantasy. Tali difetti si sono dimostrati ancora più marcati quando abbiamo esplorato l’area aperta, la quale ha evidenziato alcune marcate carenze nella draw distance dei campi larghi. Nulla di catastrofico, soprattutto se si considera che buona parte del titolo sarà probabilmente dipanata in aree contenute, ma si tratta non di meno di una caduta che cozza non poco con le ambizioni di raffinatezza a cui punta invece il resto titolo.

Che Square Enix sia ancora a lavoro per rendere perfetto il gioco è d’altronde evidente! Alcune delle carenze che avevamo notato nel doppiaggio italiano sono state del tutto appianate e finalmente abbiamo potuto godere il titolo senza dover necessariamente confidare nella recitazione in lingua inglese (la quale rimane comunque fenomenale e raccomandabile).  Altrettanto piacevole è stato peraltro il notare il grado di attenzione che il  team di sviluppo ha riposto nell’assicurarsi che Final Fanasy 16 sia quanto mai accessibile a una vasta platea di utenti. Non stiamo necessariamente parlando della già iperdiscussa “modalità storia”, quanto di piccole accortezze tecniche, prima tra tutte la possibilità di consultare il compendio del gioco quando si sospende uno dei molti filmati espositivi che costellano l’avventura.

Un po’ come accade normalmente nei servizi di streaming, la schermata di pausa evidenzia la “Storia dei tempi correnti”, ovvero una sintesi di tutti i personaggi e le tematiche che sono al centro di quanto sta accadendo correntemente su schermo. Se siete tra coloro che hanno bisogno di prendersi lunghe pause tra una partita e l’altra, questa aggiunta vi sarà salvifica nel rispolverare tutte le informazioni che potreste aver nel frattempo dimenticato. Approviamo anche alcune l’introduzione di soluzioni pensate per giocatori che hanno uno spettro percettivo differente dalla norma, idee quali l’elaborazione grafica degli effetti sonori che non potrebbero altrimenti essere percepiti dagli ipoudenti. Aggiungiamo dunque una consolazione per i competitionist dal cipiglio compulsivo: sarà possibile rivisitare i capitoli conclusi, quindi si potrà procedere con la trama senza abbandonarsi al terrore di aver perso per strada qualche oggetto o segreto irrecuperabile.

Piattaforme: PlayStation 5

Sviluppatore Business Division III, Square Enix

Publisher: Square Enix

Data di uscita: 22 giugno 2023

Final Fantasy 16 non sarà probabilmente il Final Fantasy a cui la saga ci ha abituati, tuttavia non fa neppure finta di volerlo essere. Consci di questo, ci siamo trovati davanti a un titolo squisito che si fregia comunque di una produzione ricca e consapevole, la quale è scissa tra il desiderio di voler raggiungere il massimo numero di persone possibili e le alte ambizioni artistiche. A conti fatti siamo rimasti molto appagati dal nostro hands-on, non possiamo negarlo, tuttavia alcune scottature passate non possono che indurci a usare cautela quando abbiamo a che fare con Square Enix. Per ora affrontiamo il futuro con estremo ottimismo, ma non mancheremo di testare le nostre perplessità sul titolo, non appena sarà a disposizione nella sua iterazione finale.

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