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Il telescopio spaziale James Webb: nuove informazioni sulla stella Earendel

Author: Hardware Upgrade

Abbiamo scritto negli scorsi giorni della nuova immagine della Nebulosa Anello (Messier 57) catturata dal telescopio spaziale James Webb. Questa nebulosa planetaria si trova relativamente vicino alla Terra, distando solamente circa 2000 anni luce. Ben più distante è invece la stella Earendel avvistata per la prima volta dal telescopio spaziale Hubble all’inizio del 2022. Il JWST aveva già raccolto alcuni dati su questo particolare oggetto spaziale che si trova a circa 12,9 miliardi di anni luce e ora arrivano nuove considerazioni.

earendel

Studiare stelle che si trovano nell’Universo primordiale, come Earendel è importante per capire com’era il Cosmo in quel periodo e come si è evoluto fino ai giorni nostri (e come potrebbe diventare in futuro). Uno sguardo indietro nel passato che consente agli scienziati di cercare di capire il presente e ipotizzare il futuro. Questo è quello che è emerso nelle ultime pubblicazioni.

Il telescopio spaziale James Webb e la stella Earendel

Secondo quanto riportato congiuntamente da NASA, ESA e CSA grazie ai dati raccolti il 30 luglio 2022 e l’1 gennaio 2023 con lo strumento NIRCam (vicino infrarosso) è stato calcolato che Earendel è stella di tipo B che genera il doppio del calore del Sole ed è circa un milione di volte più luminosa.

Grazie a una lente gravitazionale creata dall’ammasso di galassie WHL0137-08 (che si frappone tra la stella e la Terra) è possibile osservare alcune delle caratteristiche di Earendel che altrimenti sarebbero invisibili sia a HST che al JWST. La stella del resto si trova molto lontano rispetto alla Terra e la luce che riceviamo ora è partita un miliardo di anni dopo il Big Bang.

earendel

Click sull’immagine per ingrandire

Quello che gli astronomi si aspettavano è che Earendel avesse una stella compagna, cosa piuttosto comune, ma che finora era sfuggita. Pur non riuscendo a rilevarla direttamente anche con il telescopio spaziale James Webb le osservazioni del colore della stella sembrerebbero far presumere che ci sia una stella compagna più piccola e più fredda che orbita intorno a quella più grande e calda. Il redshift è così accentuato che Hubble non è riuscito a rilevarla ma JWST potrebbe avere gli strumenti giusti essendo pensato specificatamente per l’infrarosso.

Per catturare l’immagine nel suo complesso sono stati impiegati i filtri F090W, F115W, F150W, F200W, F277W, F356W, F410M e F444W permettendo così di avere un’ampia possibilità di elaborazione dei dati. Insieme a Earendel si è posta attenzione sulla struttura chiamata Sunrise Arc.

Questa è una galassia (all’interno della quale si trova Earendel) che subisce sempre l’ingrandimento dovuto a una lente gravitazionale ed è quella che ha subito il maggior ingrandimento nell’Universo primordiale (sempre circa un miliardo di anni dopo il Big Bang). I ricercatori hanno rilevato regioni di formazione stellare, che risulta avere meno di 5 milioni di anni, che zone dove ci sono stelle più vecchie, con età stimata di almeno 10 milioni di anni. Il tutto in un diametro di soli 10 anni luce.

Grazie ai dati forniti da NIRSpec (uno spettrografo) sarà possibile stabilire gli elementi compositivi di questa galassia e della stella e stimare meglio la loro età, più di quanto fatto con NIRCam. Siamo solo all’inizio dell’esplorazione dell’Universo primordiale e c’è ancora molto da scoprire e da capire. Nel frattempo l’ESA ha reso disponibile l’immagine ad alta risoluzione da circa 60 MB della zona di cielo osservata.

Author: Hardware Upgrade

Abbiamo scritto negli scorsi giorni della nuova immagine della Nebulosa Anello (Messier 57) catturata dal telescopio spaziale James Webb. Questa nebulosa planetaria si trova relativamente vicino alla Terra, distando solamente circa 2000 anni luce. Ben più distante è invece la stella Earendel avvistata per la prima volta dal telescopio spaziale Hubble all’inizio del 2022. Il JWST aveva già raccolto alcuni dati su questo particolare oggetto spaziale che si trova a circa 12,9 miliardi di anni luce e ora arrivano nuove considerazioni.

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Studiare stelle che si trovano nell’Universo primordiale, come Earendel è importante per capire com’era il Cosmo in quel periodo e come si è evoluto fino ai giorni nostri (e come potrebbe diventare in futuro). Uno sguardo indietro nel passato che consente agli scienziati di cercare di capire il presente e ipotizzare il futuro. Questo è quello che è emerso nelle ultime pubblicazioni.

Il telescopio spaziale James Webb e la stella Earendel

Secondo quanto riportato congiuntamente da NASA, ESA e CSA grazie ai dati raccolti il 30 luglio 2022 e l’1 gennaio 2023 con lo strumento NIRCam (vicino infrarosso) è stato calcolato che Earendel è stella di tipo B che genera il doppio del calore del Sole ed è circa un milione di volte più luminosa.

Grazie a una lente gravitazionale creata dall’ammasso di galassie WHL0137-08 (che si frappone tra la stella e la Terra) è possibile osservare alcune delle caratteristiche di Earendel che altrimenti sarebbero invisibili sia a HST che al JWST. La stella del resto si trova molto lontano rispetto alla Terra e la luce che riceviamo ora è partita un miliardo di anni dopo il Big Bang.

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Quello che gli astronomi si aspettavano è che Earendel avesse una stella compagna, cosa piuttosto comune, ma che finora era sfuggita. Pur non riuscendo a rilevarla direttamente anche con il telescopio spaziale James Webb le osservazioni del colore della stella sembrerebbero far presumere che ci sia una stella compagna più piccola e più fredda che orbita intorno a quella più grande e calda. Il redshift è così accentuato che Hubble non è riuscito a rilevarla ma JWST potrebbe avere gli strumenti giusti essendo pensato specificatamente per l’infrarosso.

Per catturare l’immagine nel suo complesso sono stati impiegati i filtri F090W, F115W, F150W, F200W, F277W, F356W, F410M e F444W permettendo così di avere un’ampia possibilità di elaborazione dei dati. Insieme a Earendel si è posta attenzione sulla struttura chiamata Sunrise Arc.

Questa è una galassia (all’interno della quale si trova Earendel) che subisce sempre l’ingrandimento dovuto a una lente gravitazionale ed è quella che ha subito il maggior ingrandimento nell’Universo primordiale (sempre circa un miliardo di anni dopo il Big Bang). I ricercatori hanno rilevato regioni di formazione stellare, che risulta avere meno di 5 milioni di anni, che zone dove ci sono stelle più vecchie, con età stimata di almeno 10 milioni di anni. Il tutto in un diametro di soli 10 anni luce.

Grazie ai dati forniti da NIRSpec (uno spettrografo) sarà possibile stabilire gli elementi compositivi di questa galassia e della stella e stimare meglio la loro età, più di quanto fatto con NIRCam. Siamo solo all’inizio dell’esplorazione dell’Universo primordiale e c’è ancora molto da scoprire e da capire. Nel frattempo l’ESA ha reso disponibile l’immagine ad alta risoluzione da circa 60 MB della zona di cielo osservata.

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