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Come Siena è diventata la prima città d’arte sostenibile in Italia

Author: Wired

Nel Palazzo pubblico di Siena si trova un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti intitolato Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo. L’opera descrive le conseguenze di una buona amministrazione cittadina e risale a quasi 700 anni fa. “Se guardiamo con attenzione questo quadro scopriamo quella che è stata definita come l’agenda 1338, cioè tra i tanti dettagli del dipinto di Lorenzetti del 1338 si trovano anche i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”, spiega Federico Maria Pulselli, professore di chimica dell’ambiente e dei beni culturali all’Università di Siena.

Affreschi del Buono e del Cattivo Governo Ambrogio Lorenzetti

Affreschi del Buono e del Cattivo Governo – Ambrogio Lorenzetti (1338-1339)

Perché aldilà della tradizione del Palio e della ricchezza culturale senese, il capoluogo toscano si è distinto rispetto a tutte le altre città d’arte italiane per una qualità oggi sulla bocca di tutti: la sostenibilità. Quest’anno il Comune di Siena è stato la prima località artistica italiana ad essere riconosciuta come sostenibile secondo gli standard del Global sustainable tourism council (Gstc), che ha fissato dei criteri basandosi sui 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. “Il Gstc è nato da un’iniziativa dell’Onu e della United Nation World Tourism Organization, che chiede alle destinazioni di assolvere a 181 indicatori di sostenibilità che toccano tutti gli aspetti e non solo quelli ambientali come quello gestionale, culturale ed economico – spiega Susanna Gatti, direzione turismo, comunicazione e commercio del Comune di Siena, che ha fatto parte del gruppo operativo che ha intrapreso il percorso di certificazione nel 2021 – è stato un lavoro portato avanti da tutti: enti pubblici, associazioni e confederazioni aziendali”. Insomma, il riconoscimento del valore dell’impegno lungo un cammino di sviluppo sostenibile da parte della comunità cittadina. Ecco quali sono i motivi principali di questo riconoscimento:

  1. Città carbon neutral
  2. Spazi verdi ampi e funzionali
  3. Una città solidale e accessibile
  4. La tradizione culturale ed eno-gastronomica

Città carbon neutral

La storia di Siena come avanguardia italiana della sostenibilità inizia oltre vent’anni fa, nel 2001, con un progetto per comprendere i valori delle emissioni inquinanti nella provincia. “Attraverso il primo bilancio di CO2 abbiamo scoperto che la quantità di assorbimenti delle foreste locali era di circa il 72% rispetto alle emissioni. A quel punto il presidente della Provincia ha detto di voler diventare carbon neutral entro il 2015. – spiega Simone Bastianoni, presidente dell’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality e professore all’Università di Siena E così sono state messe in campo le politiche vere, in pochi anni: il piano rifiuti che ha ridotto 40 discariche ad una e la realizzazione di un termovalorizzatore che serve 250mila persone. È stato fatto un Piano energetico provinciale e in 5 anni la Provincia da importatore è diventata esportatrice di energia, grazie allo sviluppo della geotermia, del fotovoltaico, dell’energia da rifiuti”.

Il risultato di questo sforzo massiccio è stato eccezionale, oltre le ambizioni iniziali: Siena è diventata carbon neutral, cioè ha compensato il 100% delle proprie emissioni a livello provinciale, già nel 2011. E da quel momento questo parametro ha continuato a migliorare.

Spazi verdi ampi e funzionali

Ogni senese ha mediamente 28 metri quadri di spazio verde a disposizione. In Italia la media pro-capite di spazio verde per ogni cittadino si aggira intorno ai 31, ma questa considera anche città dove la superficie di verde urbano a disposizione dei cittadini non raggiunge nemmeno i 9 metri quadrati, ovvero il limite minimo stabilito dalla legge. Si tratta in particolare di città d’arte, che per loro conformazione sono più carenti di spazi green. Siena, invece, fa eccezione grazie anche alle cosiddette valli verdi. Su un totale complessivo di circa 160 ettari di superficie racchiusa dalle mura, le valli verdi ammontano a circa 30 ettari, pari al 18 % del totale della superficie all’interno della cinta muraria. Zona in parte dedicata alle coltivazioni che sono approvvigionamento a chilometro zero per la città fin dal Medioevo.

Author: Wired

Nel Palazzo pubblico di Siena si trova un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti intitolato Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo. L’opera descrive le conseguenze di una buona amministrazione cittadina e risale a quasi 700 anni fa. “Se guardiamo con attenzione questo quadro scopriamo quella che è stata definita come l’agenda 1338, cioè tra i tanti dettagli del dipinto di Lorenzetti del 1338 si trovano anche i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”, spiega Federico Maria Pulselli, professore di chimica dell’ambiente e dei beni culturali all’Università di Siena.

Affreschi del Buono e del Cattivo Governo Ambrogio Lorenzetti

Affreschi del Buono e del Cattivo Governo – Ambrogio Lorenzetti (1338-1339)

Perché aldilà della tradizione del Palio e della ricchezza culturale senese, il capoluogo toscano si è distinto rispetto a tutte le altre città d’arte italiane per una qualità oggi sulla bocca di tutti: la sostenibilità. Quest’anno il Comune di Siena è stato la prima località artistica italiana ad essere riconosciuta come sostenibile secondo gli standard del Global sustainable tourism council (Gstc), che ha fissato dei criteri basandosi sui 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. “Il Gstc è nato da un’iniziativa dell’Onu e della United Nation World Tourism Organization, che chiede alle destinazioni di assolvere a 181 indicatori di sostenibilità che toccano tutti gli aspetti e non solo quelli ambientali come quello gestionale, culturale ed economico – spiega Susanna Gatti, direzione turismo, comunicazione e commercio del Comune di Siena, che ha fatto parte del gruppo operativo che ha intrapreso il percorso di certificazione nel 2021 – è stato un lavoro portato avanti da tutti: enti pubblici, associazioni e confederazioni aziendali”. Insomma, il riconoscimento del valore dell’impegno lungo un cammino di sviluppo sostenibile da parte della comunità cittadina. Ecco quali sono i motivi principali di questo riconoscimento:

  1. Città carbon neutral
  2. Spazi verdi ampi e funzionali
  3. Una città solidale e accessibile
  4. La tradizione culturale ed eno-gastronomica

Città carbon neutral

La storia di Siena come avanguardia italiana della sostenibilità inizia oltre vent’anni fa, nel 2001, con un progetto per comprendere i valori delle emissioni inquinanti nella provincia. “Attraverso il primo bilancio di CO2 abbiamo scoperto che la quantità di assorbimenti delle foreste locali era di circa il 72% rispetto alle emissioni. A quel punto il presidente della Provincia ha detto di voler diventare carbon neutral entro il 2015. – spiega Simone Bastianoni, presidente dell’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality e professore all’Università di Siena E così sono state messe in campo le politiche vere, in pochi anni: il piano rifiuti che ha ridotto 40 discariche ad una e la realizzazione di un termovalorizzatore che serve 250mila persone. È stato fatto un Piano energetico provinciale e in 5 anni la Provincia da importatore è diventata esportatrice di energia, grazie allo sviluppo della geotermia, del fotovoltaico, dell’energia da rifiuti”.

Il risultato di questo sforzo massiccio è stato eccezionale, oltre le ambizioni iniziali: Siena è diventata carbon neutral, cioè ha compensato il 100% delle proprie emissioni a livello provinciale, già nel 2011. E da quel momento questo parametro ha continuato a migliorare.

Spazi verdi ampi e funzionali

Ogni senese ha mediamente 28 metri quadri di spazio verde a disposizione. In Italia la media pro-capite di spazio verde per ogni cittadino si aggira intorno ai 31, ma questa considera anche città dove la superficie di verde urbano a disposizione dei cittadini non raggiunge nemmeno i 9 metri quadrati, ovvero il limite minimo stabilito dalla legge. Si tratta in particolare di città d’arte, che per loro conformazione sono più carenti di spazi green. Siena, invece, fa eccezione grazie anche alle cosiddette valli verdi. Su un totale complessivo di circa 160 ettari di superficie racchiusa dalle mura, le valli verdi ammontano a circa 30 ettari, pari al 18 % del totale della superficie all’interno della cinta muraria. Zona in parte dedicata alle coltivazioni che sono approvvigionamento a chilometro zero per la città fin dal Medioevo.

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