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A che punto è la muraglia di alberi per frenare il deserto in Africa

Author: Wired

Caldo e siccità: due fenomeni correlati, ormai sempre più presenti in cronaca e non solo come aggiornamenti di meteo o scienza. Eppure la CopP15, la conferenza delle parti delle Nazioni Unite dedicata alla lotta contro la desertificazione, “è stata la Cenerentola di tutte le Cop, ricevendo meno attenzione e mezzi delle sue controparti. Per troppo tempo, la desertificazione e la siccità sono state considerate problemi dell’Africa”. Non è l’opinione di un attivista ma del presidente della Cop15 sulla desertificazione Alain-Richard Donwahi, che Wired ha intervistato. Quello che era un problema erroneamente considerato come regionale, secondo Donwahi, adesso è chiaro e pericoloso per tutti: La desertificazione si sta diffondendo in tutto il mondo. Con l’estate, molti Paesi temono gravi episodi di siccità e scarsità d’acqua che potrebbero avere un impatto significativo sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare”. Perché la desertificazione e la siccità sono fenomeni accelerati o indotti dal surriscaldamento globale che impattano su tanti aspetti della vita umana.

Temperature record a Siviglia, Spagna

Il continente si scalda a una velocità doppia rispetto alla media. Accelerano anche le energie verdi, la cui produzione supera quella da fonti fossili nel 2022

La siccità riguarda il 40% dei terrestri

Secondo le Nazioni Unite la siccità è “il degrado dei terreni nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, dovuto a una serie di fattori diversi, tra cui le variazioni climatiche e le attività umane”. Le aree degradate rappresentano una cifra stimata tra il 10 e il 15% dell’intera superficie terrestre, dove vive oltre il 40% della popolazione mondiale. E se pensiamo allo stress idrico, ovvero la carenza di acqua in certe aree del Pianeta, questo problema ormai riguarda un terzo della popolazione mondiale. Ciò che preoccupa è che la siccità e la desertificazione seguano avanzando: dal 2000 sono aumentate di circa il 30% le aree aride del pianeta. E tra il 1979 e il 2019 si possono stimare circa 650mila morti a causa della siccità nel mondo. Nessuno può dirsi escluso: nel prossimo futuro saranno 190 le nazioni che soffriranno qualche effetto a causa di siccità e devastazione. In sintesi estrema, succederà in tutto il mondo, considerando che sulla Terra sono registrate 194 nazioni.

La soluzione della Great Green Wall

Il cuore pulsante del processo di desertificazione più impattante al mondo è nel Sahel. La soluzione che si sta cercando è il progetto della Grande Muraglia Verde, guidato dall’Unione africana con il supporto delle più importanti organizzazioni intergovernative al mondo. Si tratta di una sorta di cintura alberata progettata per attraversare in orizzontale il continente africano. Dovrebbe costare circa 33 miliardi di dollari e al 2021 ne erano stati investiti 14: obiettivo realizzare entro il 2030 una linea di foreste con un’estensione di circa 8mila chilometri di lunghezza e 15 chilometri di larghezza. La cintura attraverserà 11 nazioni africane, dal Senegal e dalla Mauritania fino a Gibuti, e si propone di contrastare la degradazione ambientale e la povertà della regione, partendo dal miglioramento delle condizioni climatiche e ambientali dell’intera area.

Questi progetti aumenteranno la sicurezza alimentare e l’accesso all’occupazione, elementi essenziali per preservare la sicurezza, la stabilità politica ed evitare massicce ondate migratorie. Per quanto avveniristico, tarato sulle soluzioni rigenerative delle nature based solutions e ambizioso, il successo del progetto non è affatto scontato e anche Donwahi ammette che ci sono ritardi sensibili sulla roadmap: “Dobbiamo fare di più e in fretta. Solo il 20% dell’intera iniziativa è stato realizzato dal suo lancio ufficiale nel 2007. Se vogliamo completarla come previsto, entro il 2030, dobbiamo trovare più risorse, più fondi e destinarli ai progetti giusti. Abbiamo anche bisogno che i Paesi coinvolti inseriscano questa iniziativa nei loro piani di sviluppo nazionali e nei loro bilanci annuali, in modo che i fondi siano dedicati a far progredire la Grande Muraglia Verde e a sostenere le comunità”.

Frenare le migrazioni climatiche

Supportare la rigenerazione di Paesi che oggi soffrono la siccità a livello ambientale per crescere socialmente ed economicamente. E così allentare anche la portata del fiume carsico di migranti che dalle sponde del Nord Africa si riversano in Europa, con le conclusioni drammatiche che racconta la cronaca. Le migrazioni climatiche saranno sempre più impattanti nei flussi di persone a livello mondiale. E saranno siccità e desertificazione, che implicano problemi gravi di approvvigionamento idrico, a spingere ulteriormente questi flussi: “È un dato di fatto: la siccità è in aumento. Non solo in Africa, ma in tutto il mondo.

Per questo secondo il presidente della Cop15 i Paesi europei dovrebbero accelerare la realizzazione dei propri impegni ambientali nell’ottica realizzativa della Grande Muraglia Verde. Lo stesso impegno che devono riversare tutte le nazioni che hanno sottoscritto gli Accordi di Parigi: la mitigazione passa innanzitutto dalla transizione ecologica dell’economia mondiale. E dal rispetto degli impegni presi e sottoscritti.

Author: Wired

Caldo e siccità: due fenomeni correlati, ormai sempre più presenti in cronaca e non solo come aggiornamenti di meteo o scienza. Eppure la CopP15, la conferenza delle parti delle Nazioni Unite dedicata alla lotta contro la desertificazione, “è stata la Cenerentola di tutte le Cop, ricevendo meno attenzione e mezzi delle sue controparti. Per troppo tempo, la desertificazione e la siccità sono state considerate problemi dell’Africa”. Non è l’opinione di un attivista ma del presidente della Cop15 sulla desertificazione Alain-Richard Donwahi, che Wired ha intervistato. Quello che era un problema erroneamente considerato come regionale, secondo Donwahi, adesso è chiaro e pericoloso per tutti: La desertificazione si sta diffondendo in tutto il mondo. Con l’estate, molti Paesi temono gravi episodi di siccità e scarsità d’acqua che potrebbero avere un impatto significativo sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare”. Perché la desertificazione e la siccità sono fenomeni accelerati o indotti dal surriscaldamento globale che impattano su tanti aspetti della vita umana.

Temperature record a Siviglia, SpagnaIn Europa il caldo è fuori controllo

Il continente si scalda a una velocità doppia rispetto alla media. Accelerano anche le energie verdi, la cui produzione supera quella da fonti fossili nel 2022

La siccità riguarda il 40% dei terrestri

Secondo le Nazioni Unite la siccità è “il degrado dei terreni nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, dovuto a una serie di fattori diversi, tra cui le variazioni climatiche e le attività umane”. Le aree degradate rappresentano una cifra stimata tra il 10 e il 15% dell’intera superficie terrestre, dove vive oltre il 40% della popolazione mondiale. E se pensiamo allo stress idrico, ovvero la carenza di acqua in certe aree del Pianeta, questo problema ormai riguarda un terzo della popolazione mondiale. Ciò che preoccupa è che la siccità e la desertificazione seguano avanzando: dal 2000 sono aumentate di circa il 30% le aree aride del pianeta. E tra il 1979 e il 2019 si possono stimare circa 650mila morti a causa della siccità nel mondo. Nessuno può dirsi escluso: nel prossimo futuro saranno 190 le nazioni che soffriranno qualche effetto a causa di siccità e devastazione. In sintesi estrema, succederà in tutto il mondo, considerando che sulla Terra sono registrate 194 nazioni.

La soluzione della Great Green Wall

Il cuore pulsante del processo di desertificazione più impattante al mondo è nel Sahel. La soluzione che si sta cercando è il progetto della Grande Muraglia Verde, guidato dall’Unione africana con il supporto delle più importanti organizzazioni intergovernative al mondo. Si tratta di una sorta di cintura alberata progettata per attraversare in orizzontale il continente africano. Dovrebbe costare circa 33 miliardi di dollari e al 2021 ne erano stati investiti 14: obiettivo realizzare entro il 2030 una linea di foreste con un’estensione di circa 8mila chilometri di lunghezza e 15 chilometri di larghezza. La cintura attraverserà 11 nazioni africane, dal Senegal e dalla Mauritania fino a Gibuti, e si propone di contrastare la degradazione ambientale e la povertà della regione, partendo dal miglioramento delle condizioni climatiche e ambientali dell’intera area.

Sì, la Grande Muraglia Verde è parte della soluzione, perché contribuirà a combattere la desertificazione e il cambiamento climatico: è un progetto molto importante, non solo per l’Africa, ma per il mondo intero. Ma questa iniziativa non riguarda solo la creazione di foreste, bensì anche lo sviluppo di ecosistemi virtuosi per le comunità locali. La Grande Muraglia Verde comprende diversi progetti guidati dalle comunità, in particolare nel campo dell’agricoltura rigenerativa”

Alain-Richard Donwahi, presidente Cop15 sulla desertificazione

Questi progetti aumenteranno la sicurezza alimentare e l’accesso all’occupazione, elementi essenziali per preservare la sicurezza, la stabilità politica ed evitare massicce ondate migratorie. Per quanto avveniristico, tarato sulle soluzioni rigenerative delle nature based solutions e ambizioso, il successo del progetto non è affatto scontato e anche Donwahi ammette che ci sono ritardi sensibili sulla roadmap: “Dobbiamo fare di più e in fretta. Solo il 20% dell’intera iniziativa è stato realizzato dal suo lancio ufficiale nel 2007. Se vogliamo completarla come previsto, entro il 2030, dobbiamo trovare più risorse, più fondi e destinarli ai progetti giusti. Abbiamo anche bisogno che i Paesi coinvolti inseriscano questa iniziativa nei loro piani di sviluppo nazionali e nei loro bilanci annuali, in modo che i fondi siano dedicati a far progredire la Grande Muraglia Verde e a sostenere le comunità”.

Frenare le migrazioni climatiche

Supportare la rigenerazione di Paesi che oggi soffrono la siccità a livello ambientale per crescere socialmente ed economicamente. E così allentare anche la portata del fiume carsico di migranti che dalle sponde del Nord Africa si riversano in Europa, con le conclusioni drammatiche che racconta la cronaca. Le migrazioni climatiche saranno sempre più impattanti nei flussi di persone a livello mondiale. E saranno siccità e desertificazione, che implicano problemi gravi di approvvigionamento idrico, a spingere ulteriormente questi flussi: “È un dato di fatto: la siccità è in aumento. Non solo in Africa, ma in tutto il mondo.

Negli ultimi 20 anni, abbiamo assistito a un aumento del 29% degli episodi di siccità e prevediamo che oltre 190 Paesi saranno più esposti alla siccità nei prossimi decenni. A causa di questi fenomeni, oltre 200 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare le loro case e a migrare entro il 2050.

Alain-Richard Donwahi, presidente CopP15 sulla desertificazione

Per questo secondo il presidente della Cop15 i Paesi europei dovrebbero accelerare la realizzazione dei propri impegni ambientali nell’ottica realizzativa della Grande Muraglia Verde. Lo stesso impegno che devono riversare tutte le nazioni che hanno sottoscritto gli Accordi di Parigi: la mitigazione passa innanzitutto dalla transizione ecologica dell’economia mondiale. E dal rispetto degli impegni presi e sottoscritti.

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