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Tecnologia

46 anni fa partivano le sonde Voyager

Author: Wired

L’ultima a partire fu la prima ad arrivare a sorvolare Giove nel 1979, poi con una fionda gravitazionale sarebbe arrivata a visitare Saturno nel 1980 e lì, dopo aver scrutato Titano avrebbe inclinato la sua traiettoria abbandonando per sempre il piano su cui orbitano i pianeti. La Voyager 2, che su Saturno è arrivata nel 1981, ha poi proseguito verso Urano e Nettuno. Questi due pianeti, raggiunti rispettivamente nel 1986 e nel 1989, non hanno mai ricevuta una visita da un’altra sonda spaziale, detenendo pertanto il record di pianeti più trascurati del sistema planetario. Di fatto, qualunque informazione ad alta risoluzione che abbiamo di questi mondi, la dobbiamo alla Voyager 2. Ma più in generale sorvolando i giganti, le Voyager ci hanno permesso di scoprire tantissimo di questi mondi e delle loro lune, dai fulmini di Giove ai vulcani di Io, dalla struttura degli anelli di Saturno a quelli di Urano e Nettuno, dai fenomeni criovulcanici su Tritone alla Grande Macchia Scura di Nettuno. Non basterebbero libri interi per discutere della portata dei risultati scientifici del Grand Tour planetario delle Voyager.

Le sonde Voyager partivano 46 anni fa

Nasa/Voyager 2

Interstellari

Dopo la loro ultima tappa planetaria, entrambe le sonde hanno raggiunto la velocità di fuga dal Sistema Solare, ossia quella che gli consente di abbandonare la gravità del Sole. Nel 1990 la Voyager 1 si è voltata per l’ultima volta, immortalando la Terra da 6 miliardi di chilometri nella celeberrima immagine Pale Blue Dot, descritta da Carl Sagan nel libro omonimo del 1993.

Author: Wired

L’ultima a partire fu la prima ad arrivare a sorvolare Giove nel 1979, poi con una fionda gravitazionale sarebbe arrivata a visitare Saturno nel 1980 e lì, dopo aver scrutato Titano avrebbe inclinato la sua traiettoria abbandonando per sempre il piano su cui orbitano i pianeti. La Voyager 2, che su Saturno è arrivata nel 1981, ha poi proseguito verso Urano e Nettuno. Questi due pianeti, raggiunti rispettivamente nel 1986 e nel 1989, non hanno mai ricevuta una visita da un’altra sonda spaziale, detenendo pertanto il record di pianeti più trascurati del sistema planetario. Di fatto, qualunque informazione ad alta risoluzione che abbiamo di questi mondi, la dobbiamo alla Voyager 2. Ma più in generale sorvolando i giganti, le Voyager ci hanno permesso di scoprire tantissimo di questi mondi e delle loro lune, dai fulmini di Giove ai vulcani di Io, dalla struttura degli anelli di Saturno a quelli di Urano e Nettuno, dai fenomeni criovulcanici su Tritone alla Grande Macchia Scura di Nettuno. Non basterebbero libri interi per discutere della portata dei risultati scientifici del Grand Tour planetario delle Voyager.

Le sonde Voyager partivano 46 anni fa

Nasa/Voyager 2

Interstellari

Dopo la loro ultima tappa planetaria, entrambe le sonde hanno raggiunto la velocità di fuga dal Sistema Solare, ossia quella che gli consente di abbandonare la gravità del Sole. Nel 1990 la Voyager 1 si è voltata per l’ultima volta, immortalando la Terra da 6 miliardi di chilometri nella celeberrima immagine Pale Blue Dot, descritta da Carl Sagan nel libro omonimo del 1993.

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