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Cos’è il granchio crocifisso pescato in Italia

Author: Wired

Ha grandi dimensioni – i maschi possono raggiungere il peso di un chilogrammo – e un aspetto molto particolare: il granchio crocifisso è solo l’ultima specie “aliene” che sono state trovate nell’Adriatico. Dopo il granchio blu, il soprannome assegnato al Callinectes sapidus per il colore del suo esoscheletro, anche il granchio crocefisso non è un animale originario del Mediterraneo. Sono passati pochi mesi da quando il governatore del Veneto Luca Zaia ha mostrato un esemplare di granchio blu dal vivo in una conferenza stampa a Venezia, spiegando che nella Regione ne erano state pescate 326 tonnellate e accendendo i riflettori su una situazione che andava avanti ormai da molti anni.

In questi giorni, invece, sotto i riflettori è finito un altro granchio. È il granchio crocifisso, che è stato pescato al largo di Senigallia e ha catturato l’attenzione dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona (Cnr-Irbim), che lo sta studiando, anche se, diversamente da quanto successo per il granchio blu, per il granchio crocifisso non si può parlare di una vera e propria “invasione”. Il nome scientifico è Charybdis feriata e solitamente si trova nelle zone tropicali dell’oceano Indiano, ma è presente anche nell’oceano Pacifico.

Il primo avvistamento del granchio crocifisso nel Mar Mediterraneo risale al 2004, quando alcuni esemplari dell’animale sono stati trovati al largo delle coste di Barcellona. Altri, invece, sono stati avvistati nei pressi dei maggiori porti italiani, come Livorno (nel 2015) e a Genova solo l’anno scorso. Ma come ha raggiunto le acque dell’Adriatico? Secondo gli esperti, il granchio sarebbe arrivato attraverso le navi cargo. Proprio lo stesso sistema che ha permesso la proliferazione del granchio blu. L’innalzamento delle temperature dovuto al cambiamento climatico potrebbe favorire il proliferare della specie anche nel Mar Mediterraneo, per questo motivo sarà necessario tenere sotto controllo la diffusione.

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Ha grandi dimensioni – i maschi possono raggiungere il peso di un chilogrammo – e un aspetto molto particolare: il granchio crocifisso è solo l’ultima specie “aliene” che sono state trovate nell’Adriatico. Dopo il granchio blu, il soprannome assegnato al Callinectes sapidus per il colore del suo esoscheletro, anche il granchio crocefisso non è un animale originario del Mediterraneo. Sono passati pochi mesi da quando il governatore del Veneto Luca Zaia ha mostrato un esemplare di granchio blu dal vivo in una conferenza stampa a Venezia, spiegando che nella Regione ne erano state pescate 326 tonnellate e accendendo i riflettori su una situazione che andava avanti ormai da molti anni.

In questi giorni, invece, sotto i riflettori è finito un altro granchio. È il granchio crocifisso, che è stato pescato al largo di Senigallia e ha catturato l’attenzione dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona (Cnr-Irbim), che lo sta studiando, anche se, diversamente da quanto successo per il granchio blu, per il granchio crocifisso non si può parlare di una vera e propria “invasione”. Il nome scientifico è Charybdis feriata e solitamente si trova nelle zone tropicali dell’oceano Indiano, ma è presente anche nell’oceano Pacifico.

Il primo avvistamento del granchio crocifisso nel Mar Mediterraneo risale al 2004, quando alcuni esemplari dell’animale sono stati trovati al largo delle coste di Barcellona. Altri, invece, sono stati avvistati nei pressi dei maggiori porti italiani, come Livorno (nel 2015) e a Genova solo l’anno scorso. Ma come ha raggiunto le acque dell’Adriatico? Secondo gli esperti, il granchio sarebbe arrivato attraverso le navi cargo. Proprio lo stesso sistema che ha permesso la proliferazione del granchio blu. L’innalzamento delle temperature dovuto al cambiamento climatico potrebbe favorire il proliferare della specie anche nel Mar Mediterraneo, per questo motivo sarà necessario tenere sotto controllo la diffusione.

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