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Cosa c’entra lo Yemen nello scontro tra Israele e Hamas

Author: Wired

Lo Yemen è un piccolo e poverissimo paese schiacciato ai piedi della penisola araba. Da otto anni è devastato da una guerra civile e da una terribile crisi umanitaria, che hanno costretto alla fame una parte consistente della popolazione. Nonostante ciò, il piccolo stato ha deciso di entrare nel conflitto tra Israele e Hamas, a sostegno dei fondamentalisti. Dietro a questa decisione, e a tirare le fila della milizia sciita che l’ha presa, c’è sempre l’Iran.

In Medio Oriente, l’Iran è l’unico paese apertamente alleato di Hamas e anche il più pericoloso. Senza il supporto iraniano Hamas non sarebbe riuscito a compiere l’attacco del 7 ottobre. E senza il supporto iraniano nessuna delle molte milizie che usa per esercitare la sua influenza nella regione sarebbero attive da molto tempo. Teheran finanzia infatti guerriglieri in Siria e Iraq, Hezbollah in Libano e, soprattutto, i ribelli Houthi in Yemen.

L’ascesa al potere degli Houthi, avvenuta tra il 2012 e il 2015, si intreccia con al Qaeda e l’Isis, con le primavere arabe e con lo scontro interno al credo musulmano tra sciiti, come l’Iran, e i sunniti, come l’Arabia Saudita. Per sintetizzare, gli Houthi, con l’appoggio dell’Iran, hanno spaccato nuovamente lo Yemen, diviso in due stati fino al 1990, rifiutando di riconoscere l’autorità di un presidente democraticamente eletto e sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita.

Come nel caso di Hamas oggi, senza l’Iran gli Houthi non avrebbero mai avuto abbastanza forza per tenere testa a una coalizione che comprende tutti i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar), con anche l’appoggio degli Stati Uniti.

Ma la posizione strategica del paese è stata sufficiente per giustificare lo scontro. Lo Yemen si trova infatti nella parte più meridionale della penisola arabica e controlla mezzo stretto di Bab el Mandeb, che collega il mar rosso con il golfo di Aden e quindi con l’oceano indiano. Pertanto è di importanza fondamentale per il commercio globale, compreso il passaggio di petrolio.

Inoltre, lo Yemen è da tempo considerato uno stato fallito, che entrambi i paesi più potenti del Golfo, Arabia Saudita e Iran, vorrebbero completamente sotto la propria influenza. In questo scontro, Riyadh fa forza sul fatto di avere un lunghissimo confine con lo Yemen e quindi avanza il diritto di dover mettere in sicurezza la zona per ragioni di sicurezza nazionale. Mentre l’Iran si può giocare unicamente la carta della stessa dottrina religiosa, essendo i due paesi separati dall’intera penisola araba e anche dal golfo Persico.

Da quando Hamas e Israele hanno intensificato il loro conflitto, gli Houthi si sono ovviamente schierati a favore di Hamas e hanno cominciato a lanciare alcuni droni e razzi verso l’Arabia Saudita, l’Egitto e, forse, anche verso Israele, ma questi ultimi sono stati intercettati da una nave da guerra statunitense nel mar Rosso prima di arrivare a destinazione.

Come riporta Reuters, gli Houthi hanno anche minacciato di coordinare un intervento militare coordinato con le altre fazioni sciite dell’Iran, in Iraq e con Hezbollah. Nonostante alcuni abbiano ipotizzato la possibile apertura di un nuovo fronte a causa degli Houthi, la loro forza militare è irrisoria se paragonata a quella israeliana e dell’Arabia Saudita, dove potrebbe effettivamente attaccare da terra.

Author: Wired

Lo Yemen è un piccolo e poverissimo paese schiacciato ai piedi della penisola araba. Da otto anni è devastato da una guerra civile e da una terribile crisi umanitaria, che hanno costretto alla fame una parte consistente della popolazione. Nonostante ciò, il piccolo stato ha deciso di entrare nel conflitto tra Israele e Hamas, a sostegno dei fondamentalisti. Dietro a questa decisione, e a tirare le fila della milizia sciita che l’ha presa, c’è sempre l’Iran.

In Medio Oriente, l’Iran è l’unico paese apertamente alleato di Hamas e anche il più pericoloso. Senza il supporto iraniano Hamas non sarebbe riuscito a compiere l’attacco del 7 ottobre. E senza il supporto iraniano nessuna delle molte milizie che usa per esercitare la sua influenza nella regione sarebbero attive da molto tempo. Teheran finanzia infatti guerriglieri in Siria e Iraq, Hezbollah in Libano e, soprattutto, i ribelli Houthi in Yemen.

L’ascesa al potere degli Houthi, avvenuta tra il 2012 e il 2015, si intreccia con al Qaeda e l’Isis, con le primavere arabe e con lo scontro interno al credo musulmano tra sciiti, come l’Iran, e i sunniti, come l’Arabia Saudita. Per sintetizzare, gli Houthi, con l’appoggio dell’Iran, hanno spaccato nuovamente lo Yemen, diviso in due stati fino al 1990, rifiutando di riconoscere l’autorità di un presidente democraticamente eletto e sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita.

Come nel caso di Hamas oggi, senza l’Iran gli Houthi non avrebbero mai avuto abbastanza forza per tenere testa a una coalizione che comprende tutti i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar), con anche l’appoggio degli Stati Uniti.

Ma la posizione strategica del paese è stata sufficiente per giustificare lo scontro. Lo Yemen si trova infatti nella parte più meridionale della penisola arabica e controlla mezzo stretto di Bab el Mandeb, che collega il mar rosso con il golfo di Aden e quindi con l’oceano indiano. Pertanto è di importanza fondamentale per il commercio globale, compreso il passaggio di petrolio.

Inoltre, lo Yemen è da tempo considerato uno stato fallito, che entrambi i paesi più potenti del Golfo, Arabia Saudita e Iran, vorrebbero completamente sotto la propria influenza. In questo scontro, Riyadh fa forza sul fatto di avere un lunghissimo confine con lo Yemen e quindi avanza il diritto di dover mettere in sicurezza la zona per ragioni di sicurezza nazionale. Mentre l’Iran si può giocare unicamente la carta della stessa dottrina religiosa, essendo i due paesi separati dall’intera penisola araba e anche dal golfo Persico.

Da quando Hamas e Israele hanno intensificato il loro conflitto, gli Houthi si sono ovviamente schierati a favore di Hamas e hanno cominciato a lanciare alcuni droni e razzi verso l’Arabia Saudita, l’Egitto e, forse, anche verso Israele, ma questi ultimi sono stati intercettati da una nave da guerra statunitense nel mar Rosso prima di arrivare a destinazione.

Come riporta Reuters, gli Houthi hanno anche minacciato di coordinare un intervento militare coordinato con le altre fazioni sciite dell’Iran, in Iraq e con Hezbollah. Nonostante alcuni abbiano ipotizzato la possibile apertura di un nuovo fronte a causa degli Houthi, la loro forza militare è irrisoria se paragonata a quella israeliana e dell’Arabia Saudita, dove potrebbe effettivamente attaccare da terra.

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