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Tecnologia

Sempre più persone si chiedono com’era il mondo prima di internet

Author: Wired

Il mondo prima di internet era molto diverso da quello odierno. Chi è cresciuto durante quei tempi, ha chiari ricordi di come fosse la quotidianità prima che l’era digitale prendesse il sopravvento. Per questo motivo, sarà sempre più interrogato come fonte di memoria su un periodo ormai irripetibile. I Boomers, la Generazione X e parte dei millennials sono rimaste le ultime persone che ricordano cosa significasse usare un telefono a gettoni, una mappa cartacea, una macchina da scrivere. Le generazioni più giovani, nate immerse un mondo digitale, si chiedono sempre più com’era vivere nell’era “analogica”, quando i loro simili socializzavano, comunicavano e reperivano informazioni prima della metà degli anni Novanta, quando internet, le email egli smartphone hanno iniziato a dominare la realtà circostante.

I bei tempi andati

C’è una certa romanticizzazione associata ai tempi pre-internet, con discussioni su Reddit che mettono in luce la semplicità, la natura meno caotica della vita e il valore più alto attribuito alle connessioni interpersonali faccia a faccia. Questa nostalgia si estende a vari aspetti della vita quotidiana, dal modo in cui le persone trovavano i contatti che cercavano ai modi creativi con cui comunicavano. Scrive un utente su Quora:

Le notizie di attualità arrivavano attraverso giornali stampati, trasmissioni televisive e riviste. Abbiamo imparato a conoscere altre culture e stili di vita leggendo libri e riviste. Giocavamo molto a carte e a giochi da tavolo… Si comprava tutto in loco o per posta, da un catalogo. Le bollette arrivavano per posta ordinaria, si scriveva un assegno o si comprava un vaglia e si spediva il pagamento per posta… Per prendere un biglietto aereo si chiamava l’agenzia di viaggi. Potevano prenotare anche gli alberghi e un’auto a noleggio. Nessun altro poteva farlo; nessun altro conosceva i numeri di telefono giusti da chiamare o aveva tutti gli orari e le informazioni necessarie per prenotare un viaggio.

Altri articoli e saggi riflettono su come l’assenza del web fosse evidente in ogni aspetto della vita quotidiana. Per scrivere una tesi era normale passare giorni in biblioteca e su appunti scritti a mano. Le lettere cartacee erano ancora portatrici di novità inaspettate. Un ampio uso della pazienza era fondamentale, in attesa delle risposte dai centralini degli uffici e dell’inizio dei palinsesti televisivi preferiti. I ricordi venivano catturati con fotografie fisiche, e i viaggi comportavano telefonate dalle cabine telefoniche. E c’è persino chi s’è inventato definizioni teoriche per stabilire un “prima” e un “dopo”.

Gli immigrati digitali

Così alcuni sociologi si riferiscono agli individui cresciuti prima dell’arrivo di internet. Tipicamente, quelli nati prima del 1985. A differenza dei nativi digitali, cresciuti in un mondo plasmato da dispositivi intelligenti, gli immigrati digitali hanno dovuto adattarsi e imparare queste tecnologie più tardi nella vita. Il termine è stato coniato da Marc Prensky nel 2001 per descrivere le loro sfide, specialmente nel contesto dell’istruzione, e il divario tra questi e coloro che hanno parlato senza sforzo il linguaggio della tecnologia sin da giovani.

Author: Wired

Il mondo prima di internet era molto diverso da quello odierno. Chi è cresciuto durante quei tempi, ha chiari ricordi di come fosse la quotidianità prima che l’era digitale prendesse il sopravvento. Per questo motivo, sarà sempre più interrogato come fonte di memoria su un periodo ormai irripetibile. I Boomers, la Generazione X e parte dei millennials sono rimaste le ultime persone che ricordano cosa significasse usare un telefono a gettoni, una mappa cartacea, una macchina da scrivere. Le generazioni più giovani, nate immerse un mondo digitale, si chiedono sempre più com’era vivere nell’era “analogica”, quando i loro simili socializzavano, comunicavano e reperivano informazioni prima della metà degli anni Novanta, quando internet, le email egli smartphone hanno iniziato a dominare la realtà circostante.

I bei tempi andati

C’è una certa romanticizzazione associata ai tempi pre-internet, con discussioni su Reddit che mettono in luce la semplicità, la natura meno caotica della vita e il valore più alto attribuito alle connessioni interpersonali faccia a faccia. Questa nostalgia si estende a vari aspetti della vita quotidiana, dal modo in cui le persone trovavano i contatti che cercavano ai modi creativi con cui comunicavano. Scrive un utente su Quora:

Le notizie di attualità arrivavano attraverso giornali stampati, trasmissioni televisive e riviste. Abbiamo imparato a conoscere altre culture e stili di vita leggendo libri e riviste. Giocavamo molto a carte e a giochi da tavolo… Si comprava tutto in loco o per posta, da un catalogo. Le bollette arrivavano per posta ordinaria, si scriveva un assegno o si comprava un vaglia e si spediva il pagamento per posta… Per prendere un biglietto aereo si chiamava l’agenzia di viaggi. Potevano prenotare anche gli alberghi e un’auto a noleggio. Nessun altro poteva farlo; nessun altro conosceva i numeri di telefono giusti da chiamare o aveva tutti gli orari e le informazioni necessarie per prenotare un viaggio.

Altri articoli e saggi riflettono su come l’assenza del web fosse evidente in ogni aspetto della vita quotidiana. Per scrivere una tesi era normale passare giorni in biblioteca e su appunti scritti a mano. Le lettere cartacee erano ancora portatrici di novità inaspettate. Un ampio uso della pazienza era fondamentale, in attesa delle risposte dai centralini degli uffici e dell’inizio dei palinsesti televisivi preferiti. I ricordi venivano catturati con fotografie fisiche, e i viaggi comportavano telefonate dalle cabine telefoniche. E c’è persino chi s’è inventato definizioni teoriche per stabilire un “prima” e un “dopo”.

Gli immigrati digitali

Così alcuni sociologi si riferiscono agli individui cresciuti prima dell’arrivo di internet. Tipicamente, quelli nati prima del 1985. A differenza dei nativi digitali, cresciuti in un mondo plasmato da dispositivi intelligenti, gli immigrati digitali hanno dovuto adattarsi e imparare queste tecnologie più tardi nella vita. Il termine è stato coniato da Marc Prensky nel 2001 per descrivere le loro sfide, specialmente nel contesto dell’istruzione, e il divario tra questi e coloro che hanno parlato senza sforzo il linguaggio della tecnologia sin da giovani.

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