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Questi maiali potrebbero essere i primi animali geneticamente modificati sulle nostre tavole

Author: Wired

In agricoltura il dibattito sugli organismi geneticamente modificati è ormai vecchio, per quanto sempre attuale. Se parliamo di animali, invece, inizia ad entrare nel vivo solo in questi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, non esistevano animali geneticamente modificati (gm) approvati per il consumo umano. Le cose però stanno cambiando velocemente (almeno in America), e grazie alle nuove possibilità messe in campo da Crispr-Cas9, i tempi sembrano ormai maturi per l’arrivo della prima specie gm di rilevanza zootecnica destinata ad una diffusione mondiale: una razza di maiali modificata per resistere al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini, sviluppata dall’azienda inglese Genus con l’ambizione di eliminare nel giro di qualche decennio questa malattia, che provoca ogni anno danni miliardari all’industria del maiale. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La malattia

La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (o Prrsv) è una malattia virale che colpisce i maiali ed affini, e provoca due sintomatologie principali: infertilità e problemi riproduttivi, e disturbi respiratori che possono colpire animali di tutte le età, ma che risultano particolarmente gravi (e spesso letali) nei cuccioli. È stata identificata negli anni ‘80, e nei decenni seguenti ha raggiunto praticamente ogni angolo del globo, fino a rappresentare il principale pericolo infettivo per gli allevatori di maiali, con danni per il comparto stimati intorno ai 2,7 miliardi di dollari l’anno.

A causarla sono due virus, Prrsv-1 e Prrsv-2 appartenenti al gruppo degli Arteriviridae. Le strategie di prevenzione farmacologica attualmente consistono principalmente nell’utilizzo della vaccinazione, che però non risultano particolarmente efficaci, perché i due virus hanno un’elevata capacità di mutare, riducendo velocemente l’utilità dei vaccini. Ad oggi, quindi, un’epidemia di Prrsv in un allevamento procura quasi certamente grosse perdite, che richiedono tempi lunghi e il sacrificio di molti capi di bestiame per essere controllate. È per questo, che il mercato per una razza di maiali immuni alla malattia è considerato dagli esperti particolarmente promettente.

Prevenzione genetica

I due artesivirus che causano la Prrsv utilizzano un recettore chiamato CD 163 come porta d’ingresso per infettare le cellule dei maiali. E un esperimento dell’università del Missouri di qualche anno fa ha dimostrato che è possibile rendere immuni i maiali eliminando artificialmente il recettore in questione: fortunatamente, per farlo è sufficiente colpire un singolo gene, e questo rende quindi possibile effettuare facilmente la modifica (o più correttamente il knockout del gene, visto che basta silenziarlo) utilizzando Crispr-Cas9.

Partendo da queste ricerche, Genus, un’azienda inglese specializzata nella selezione genetica di animali da allevamento, ha testato la fattibilità della tecnica sperimentata dai ricercatori dell’università del Missouri, su scala commerciale. Le modifiche genetiche sono state effettuate su quattro animali, e dopo le verifiche del caso, necessarie per accertarsi che la procedura fosse andata a buon fine e non avesse causato la comparsa di tratti indesiderati, questi sono stati fatti incrociare per ottenere un popolazione di partenza con cui produrre una nuova razza di suini adatti all’allevamento, e immuni alla sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini. Le loro fatiche sono descritte in un articolo pubblicato sul Crispr Journal, e stando agli esami effettuati dagli scienziati dell’azienda avrebbero prodotto esemplari perfettamente sani e indistinguibili da animali non geneticamente modificati, che presentano tutti il knockout (cioè l’inattivazione) di entrambe le copie di CD 163.

Author: Wired

In agricoltura il dibattito sugli organismi geneticamente modificati è ormai vecchio, per quanto sempre attuale. Se parliamo di animali, invece, inizia ad entrare nel vivo solo in questi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, non esistevano animali geneticamente modificati (gm) approvati per il consumo umano. Le cose però stanno cambiando velocemente (almeno in America), e grazie alle nuove possibilità messe in campo da Crispr-Cas9, i tempi sembrano ormai maturi per l’arrivo della prima specie gm di rilevanza zootecnica destinata ad una diffusione mondiale: una razza di maiali modificata per resistere al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini, sviluppata dall’azienda inglese Genus con l’ambizione di eliminare nel giro di qualche decennio questa malattia, che provoca ogni anno danni miliardari all’industria del maiale. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La malattia

La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (o Prrsv) è una malattia virale che colpisce i maiali ed affini, e provoca due sintomatologie principali: infertilità e problemi riproduttivi, e disturbi respiratori che possono colpire animali di tutte le età, ma che risultano particolarmente gravi (e spesso letali) nei cuccioli. È stata identificata negli anni ‘80, e nei decenni seguenti ha raggiunto praticamente ogni angolo del globo, fino a rappresentare il principale pericolo infettivo per gli allevatori di maiali, con danni per il comparto stimati intorno ai 2,7 miliardi di dollari l’anno.

A causarla sono due virus, Prrsv-1 e Prrsv-2 appartenenti al gruppo degli Arteriviridae. Le strategie di prevenzione farmacologica attualmente consistono principalmente nell’utilizzo della vaccinazione, che però non risultano particolarmente efficaci, perché i due virus hanno un’elevata capacità di mutare, riducendo velocemente l’utilità dei vaccini. Ad oggi, quindi, un’epidemia di Prrsv in un allevamento procura quasi certamente grosse perdite, che richiedono tempi lunghi e il sacrificio di molti capi di bestiame per essere controllate. È per questo, che il mercato per una razza di maiali immuni alla malattia è considerato dagli esperti particolarmente promettente.

Prevenzione genetica

I due artesivirus che causano la Prrsv utilizzano un recettore chiamato CD 163 come porta d’ingresso per infettare le cellule dei maiali. E un esperimento dell’università del Missouri di qualche anno fa ha dimostrato che è possibile rendere immuni i maiali eliminando artificialmente il recettore in questione: fortunatamente, per farlo è sufficiente colpire un singolo gene, e questo rende quindi possibile effettuare facilmente la modifica (o più correttamente il knockout del gene, visto che basta silenziarlo) utilizzando Crispr-Cas9.

Partendo da queste ricerche, Genus, un’azienda inglese specializzata nella selezione genetica di animali da allevamento, ha testato la fattibilità della tecnica sperimentata dai ricercatori dell’università del Missouri, su scala commerciale. Le modifiche genetiche sono state effettuate su quattro animali, e dopo le verifiche del caso, necessarie per accertarsi che la procedura fosse andata a buon fine e non avesse causato la comparsa di tratti indesiderati, questi sono stati fatti incrociare per ottenere un popolazione di partenza con cui produrre una nuova razza di suini adatti all’allevamento, e immuni alla sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini. Le loro fatiche sono descritte in un articolo pubblicato sul Crispr Journal, e stando agli esami effettuati dagli scienziati dell’azienda avrebbero prodotto esemplari perfettamente sani e indistinguibili da animali non geneticamente modificati, che presentano tutti il knockout (cioè l’inattivazione) di entrambe le copie di CD 163.

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