Categorie
Tecnologia

Rischiamo che l’Artico resti senza ghiaccio in estate entro 10 anni

Author: Wired

Entro i prossimi 10 anni il ghiaccio marino dell’Artico potrebbe quasi completamente scomparire per alcuni giorni durante l’estate, a causa della crisi climatica indotta dalle attività umane. Un cambiamento simile non si verifica da almeno 80mila anni e si teme che possa avere effetti a catena sul clima locale e globale e sui sistemi ecologici, come la scomparsa di specie animali che abitano la zona e il rallentamento della corrente del Golfo, la cui azione è fondamentale per il mantenimento di temperature miti nel nord Europa.

La riduzione

In circa 40 anni, siamo passati dalla media di 5,5 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino estivo degli anni Ottanta del Novecento ai 3,3 milioni di chilometri tipici del periodo compreso tra il 2015 e il 2023. Senza una drastica riduzione delle emissioni inquinanti, questa quantità potrebbe ridursi a una superficie inferiore a 1 milione di chilometri quadrati entro il 2030. Lo rivela un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Reviews Earth & Environment, che sottolinea come le perdite di ghiaccio marino osservate nell’Artico siano una sentinella del cambiamento climatico antropogenico.

Secondo gli scienziati, con l’attuale livello di emissioni di metano e combustibili fossili, la scomparsa di ghiaccio durante l’estate potrebbe non limitarsi ad alcune giornate, ma riguardare l’intero mese di settembre tra il 2035 e il 2067 ed è possibile che l’assenza di ghiaccio si registri anche tra maggio e gennaio entro il 2100, in uno scenario ad alte emissioni. “Il momento esatto in cui comincerà questa riduzione dipende dalla velocità con cui il mondo ridurrà le proprie emissioni”, si legge nello studio.

L’Artico blu

“Questo trasformerebbe l’Artico in un ambiente completamente diverso, passando da un Artico bianco a un Artico Blu. Quindi, anche se le condizioni di assenza di ghiaccio sono ormai inevitabili, dobbiamo mantenere le nostre emissioni al livello più basso possibile per evitare che continuino in maniera prolungata”, ha detto Alexandra Jahn, docente di scienze atmosferiche e oceaniche dell’università del Colorado e principale autrice della ricerca.

Tuttavia, proprio perché “l’entità della perdita di ghiaccio osservata non sarebbe stata possibile senza le emissioni antropogeniche di gas serra”, se riuscissimo “a capire come eliminare la CO2 dall’atmosfera nel prossimo futuro, il ghiaccio marino tornerebbe ai livelli precedenti entro un decennio, anche se si fosse già sciolto del tutto” ha spiegato ancora Jahn. Nel frattempo però, gli animali dell’Artico soffrirebbero la perdita del loro habitat, le coste sarebbero soggette a una maggiore erosione a causa dell’intensificarsi delle onde e il riscaldamento globale aumenterebbe ulteriormente, dato che non ci sarebbe più il ghiaccio artico a riflettere le radiazioni solari. Insomma, un rischio che non possiamo correre.

Author: Wired

Entro i prossimi 10 anni il ghiaccio marino dell’Artico potrebbe quasi completamente scomparire per alcuni giorni durante l’estate, a causa della crisi climatica indotta dalle attività umane. Un cambiamento simile non si verifica da almeno 80mila anni e si teme che possa avere effetti a catena sul clima locale e globale e sui sistemi ecologici, come la scomparsa di specie animali che abitano la zona e il rallentamento della corrente del Golfo, la cui azione è fondamentale per il mantenimento di temperature miti nel nord Europa.

La riduzione

In circa 40 anni, siamo passati dalla media di 5,5 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino estivo degli anni Ottanta del Novecento ai 3,3 milioni di chilometri tipici del periodo compreso tra il 2015 e il 2023. Senza una drastica riduzione delle emissioni inquinanti, questa quantità potrebbe ridursi a una superficie inferiore a 1 milione di chilometri quadrati entro il 2030. Lo rivela un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Reviews Earth & Environment, che sottolinea come le perdite di ghiaccio marino osservate nell’Artico siano una sentinella del cambiamento climatico antropogenico.

Secondo gli scienziati, con l’attuale livello di emissioni di metano e combustibili fossili, la scomparsa di ghiaccio durante l’estate potrebbe non limitarsi ad alcune giornate, ma riguardare l’intero mese di settembre tra il 2035 e il 2067 ed è possibile che l’assenza di ghiaccio si registri anche tra maggio e gennaio entro il 2100, in uno scenario ad alte emissioni. “Il momento esatto in cui comincerà questa riduzione dipende dalla velocità con cui il mondo ridurrà le proprie emissioni”, si legge nello studio.

L’Artico blu

“Questo trasformerebbe l’Artico in un ambiente completamente diverso, passando da un Artico bianco a un Artico Blu. Quindi, anche se le condizioni di assenza di ghiaccio sono ormai inevitabili, dobbiamo mantenere le nostre emissioni al livello più basso possibile per evitare che continuino in maniera prolungata”, ha detto Alexandra Jahn, docente di scienze atmosferiche e oceaniche dell’università del Colorado e principale autrice della ricerca.

Tuttavia, proprio perché “l’entità della perdita di ghiaccio osservata non sarebbe stata possibile senza le emissioni antropogeniche di gas serra”, se riuscissimo “a capire come eliminare la CO2 dall’atmosfera nel prossimo futuro, il ghiaccio marino tornerebbe ai livelli precedenti entro un decennio, anche se si fosse già sciolto del tutto” ha spiegato ancora Jahn. Nel frattempo però, gli animali dell’Artico soffrirebbero la perdita del loro habitat, le coste sarebbero soggette a una maggiore erosione a causa dell’intensificarsi delle onde e il riscaldamento globale aumenterebbe ulteriormente, dato che non ci sarebbe più il ghiaccio artico a riflettere le radiazioni solari. Insomma, un rischio che non possiamo correre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.