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Cosa sappiamo del piano salva casa di Salvini

Author: Wired

Il cosiddetto “piano Salva casa” del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è vicino a vedere la luce. Come riporta Il Sole 24 Ore, il 22 maggio arriverà al vaglio del consiglio dei ministri dopo le modifiche resesi necessarie per colmare le lacune evidenziate dalla presidenza della Repubblica in merito ai suoi requisiti di urgenza. E sotto gli strali delle opposizioni, che contestano al decreto di essere un condono su cui il leader leghista preme sotto elezioni, approssimandosi l’appuntamento con il voto delle elezioni europee. La normativa prevede infine la regolarizzazione con semplice sanzione per le parziali difformità edilizie, come per esempio finestre e balconi.

Cosa c’è nel testo

La prima novità sostanziale riguarda il salva Milano, la parte del piano dedicata al capoluogo meneghino e finalizzata a risolvere i problemi autorizzativi che riguardano dei piani di rigenerazione urbana. Tale capitolo sarà aggiunto al piano solo in fase di conversione del provvedimento e non sarà dunque inserita al suo interno nelle sue primissime fasi.

A essere contenute sin dal principio nel decreto del “piano salva casa” saranno le norme relative agli interventi sulle tolleranze costruttive e alle difformità parziali, quelle che non impattano sulla struttura di un edificio o sulle sue caratteristiche essenziali. L’obiettivo del Mit è quello di dare la possibilità ai cittadini di sanare i piccoli interventi non pienamente legittimi, evitando però allo stesso tempo di condonare abusi. Sarà per esempio possibile sanare modifiche interne a un appartamento e, potenzialmente, l’ampliamento di finestre e balconi.

Questione di misure

Un altro passaggio del testo dovrebbe invece essere dedicato agli scostamenti dai parametri autorizzati, in particolare a quelli di misure tali da non poter essere considerati illeciti edilizi, e agli interventi non particolarmente impattanti, che non richiedono titoli abilitativi, permessi o comunicazioni, come per esempio le tende da esterno.

Il provvedimento salva case si concentrerà sugli edifici realizzati entro una data in via di definizione, presumibilmente la fine degli anni ‘70. A quell’epoca, accadeva spesso che in fase di cantiere si apportassero delle correzioni al progetto iniziale. In questo senso, sarà possibile sanare le tolleranze esecutive di cantiere, purché esse non ne compromettano la stabilità: si pensi, per esempio, al ridimensionamento di un edificio o alla mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali. Non ci saranno invece sanatorie per le variazioni essenziali, né per gli interventi compiuti senza preventivo permesso.

Author: Wired

Il cosiddetto “piano Salva casa” del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è vicino a vedere la luce. Come riporta Il Sole 24 Ore, il 22 maggio arriverà al vaglio del consiglio dei ministri dopo le modifiche resesi necessarie per colmare le lacune evidenziate dalla presidenza della Repubblica in merito ai suoi requisiti di urgenza. E sotto gli strali delle opposizioni, che contestano al decreto di essere un condono su cui il leader leghista preme sotto elezioni, approssimandosi l’appuntamento con il voto delle elezioni europee. La normativa prevede infine la regolarizzazione con semplice sanzione per le parziali difformità edilizie, come per esempio finestre e balconi.

Cosa c’è nel testo

La prima novità sostanziale riguarda il salva Milano, la parte del piano dedicata al capoluogo meneghino e finalizzata a risolvere i problemi autorizzativi che riguardano dei piani di rigenerazione urbana. Tale capitolo sarà aggiunto al piano solo in fase di conversione del provvedimento e non sarà dunque inserita al suo interno nelle sue primissime fasi.

A essere contenute sin dal principio nel decreto del “piano salva casa” saranno le norme relative agli interventi sulle tolleranze costruttive e alle difformità parziali, quelle che non impattano sulla struttura di un edificio o sulle sue caratteristiche essenziali. L’obiettivo del Mit è quello di dare la possibilità ai cittadini di sanare i piccoli interventi non pienamente legittimi, evitando però allo stesso tempo di condonare abusi. Sarà per esempio possibile sanare modifiche interne a un appartamento e, potenzialmente, l’ampliamento di finestre e balconi.

Questione di misure

Un altro passaggio del testo dovrebbe invece essere dedicato agli scostamenti dai parametri autorizzati, in particolare a quelli di misure tali da non poter essere considerati illeciti edilizi, e agli interventi non particolarmente impattanti, che non richiedono titoli abilitativi, permessi o comunicazioni, come per esempio le tende da esterno.

Il provvedimento salva case si concentrerà sugli edifici realizzati entro una data in via di definizione, presumibilmente la fine degli anni ‘70. A quell’epoca, accadeva spesso che in fase di cantiere si apportassero delle correzioni al progetto iniziale. In questo senso, sarà possibile sanare le tolleranze esecutive di cantiere, purché esse non ne compromettano la stabilità: si pensi, per esempio, al ridimensionamento di un edificio o alla mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali. Non ci saranno invece sanatorie per le variazioni essenziali, né per gli interventi compiuti senza preventivo permesso.

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