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Alberto Angela presenta in anteprima Pompei. Le nuove scoperte

Author: Wired

Andrà in onda il 27 maggio in prima serata su Rai1 Pompei. Le nuove scoperte, un nuovo speciale di Alberto Angela che, come promette già il titolo, svelerà scoperte recentissime avvenute nel parco archeologico tra i più visitati d’Italia, ma lo farà soprattutto con una tecnica realizzativa inedita. La trasmissione sarà una puntata speciale del format Meraviglie, prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e il Ministero della Cultura, e Angela l’ha presentata in una conferenza speciale in anteprima in cui ha rivelato i primi dettagli sulla tecnica del piano sequenza, adottata appunto per mostrare in modo nuovo gli scavi e chi ci lavora: “È stata una gioia una anche una sfida anche per noi del Parco Archeologico”, ha detto il direttore Gabriel Zuchtriegel, che ha parlato prima del conduttore: “Pompei è stata raccontata in mille modi, ma il vero obiettivo è quello di comunicare sempre meglio con la società”.

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Sfida che appunto Angela, che realizza servizi da questi luoghi fin dal 1994, ha voluto accettare di buon grado: “Potevamo fare il solito montaggio di varie scene, come si fa di solito. Ma questa volta abbiamo voluto superarci”, ha dichiarato. Rivolgendosi al pubblico, dice: “Avrete la sensazione di esplorare come se foste con me, vi prendo per mano”. Tutto merito appunto di questo piano sequenza, che è una tecnica di ripresa del tutto particolare, e quasi mai applicata alla documentaristica come in questo caso: “Tutto il programma è stato realizzato come se fosse una scena unica di quasi 3 ore, senza tagli né stacchi, e come se la telecamera fosse i vostri occhi”. Questo vuol dire che Angela ha percorso oltre 3 chilometri agli interno degli scavi di Pompei senza pause, sempre seguito da una stessa telecamera dotata di un sistema di stabilizzazione, dietro al quale, grazie a speciali corpetti, si alternavano tre diversi operatori, senza mai però posare o disturbare la telecamera.

Per migliorare la visuale di alcuni punti, però, la stessa telecamera doveva fare delle riprese dall’alto, e quindi veniva passata a un crane, una gru dotata di ganci magnetici che la portava fino a 8 metri d’altezza, anche qui senza soluzione di continuità. La fluidità del piano sequenza ha comportato uno sforzo notevole, perché tutto doveva essere fatto di filata, senza che nessuno sbagliasse: “Abbiamo fatto giorni e giorni di prove, poi siamo arrivati ad avere solo un lunedì, martedì e mercoledì per girare”, confida Angela: “Ma le previsioni davano brutto tempo, quindi abbiamo fatto tutto in due tentativi, il prima perfetto, il secondo ancora più liscio ed emozionante”. Il conduttore era seguito da un team di poche persone, per evitare che qualcuno intralciasse o finisse nelle riprese, ma la squadra complessiva era molto più grande, sopratutto per coordinare tutti gli incontri che Angela faceva man mano sul suo percorso.

Uno sguardo privilegiato

Oltre all’avanzamento tecnico e narrativo, infatti, l’intento era quello di mostrare il dietro le quinte di uno scavo enorme come Pompei: “Volevamo mostrare non solo la bellezza, ma anche il lavoro: l’archeologia non è un bel vaso in vetrina ma anche tutto quello che accede prima”, precisa Angela, il quale si è emozionato a veder anche quanti ragazzi e ragazze materialmente stiano lavorando su questi campi di scavo: “È bello vedere che il nostro passato è nelle mani di questi giovani, e quindi del futuro, anche se in ruoli che spesso stanno nell’ombra e nel silenzio, ma che noi abbiamo voluto valorizzare”. Perché ancora oggi, coi suoi 28 cantieri, di cui 10 di scavo, Pompei è ancora uno dei siti archeologici più attivi del mondo: “Ogni volta che ricominciavamo le prove, dagli scavi spuntava qualche altra nuova scoperta, quindi dovevamo anche riscrivere i nostri testi”, confida il presentatore.

La lezione di Pompei e anche di questo speciale televisivo è che dal passato bisogna sempre imparare: “Serve per capire il presente e decifrare il futuro”, è il mantra di Alberto Angela. Il quale è particolarmente orgoglioso di aver portato a termine questa impresa titanica ma piena di soddisfazioni: “È significativo che in anno in cui la Rai celebra la sua storia [nel 2024 cade il 70esimo anno dall’inizio delle trasmissioni, ndr], riesca anche a fare la storia”, sottolinea lui. L’intento è quello di vendere Pompei. Le nuove scoperte anche all’estero, e in generale di posizionarlo come un “longseller”, sempre secondo le parole di Angela, che si può vedere e rivedere e che – viene da aggiungere – ha settato una barra altissima per qesto tipo di prodzioni. Nel frattempo l’appuntamento è il 27 maggio alle 21.25 su Rai 1 e in streaming anche su RaiPlay. Presto in onda anche un altro speciale curato da Alberto Angela, questa volta dedicato allo sbarco in Normandia.

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Andrà in onda il 27 maggio in prima serata su Rai1 Pompei. Le nuove scoperte, un nuovo speciale di Alberto Angela che, come promette già il titolo, svelerà scoperte recentissime avvenute nel parco archeologico tra i più visitati d’Italia, ma lo farà soprattutto con una tecnica realizzativa inedita. La trasmissione sarà una puntata speciale del format Meraviglie, prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e il Ministero della Cultura, e Angela l’ha presentata in una conferenza speciale in anteprima in cui ha rivelato i primi dettagli sulla tecnica del piano sequenza, adottata appunto per mostrare in modo nuovo gli scavi e chi ci lavora: “È stata una gioia una anche una sfida anche per noi del Parco Archeologico”, ha detto il direttore Gabriel Zuchtriegel, che ha parlato prima del conduttore: “Pompei è stata raccontata in mille modi, ma il vero obiettivo è quello di comunicare sempre meglio con la società”.

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Sfida che appunto Angela, che realizza servizi da questi luoghi fin dal 1994, ha voluto accettare di buon grado: “Potevamo fare il solito montaggio di varie scene, come si fa di solito. Ma questa volta abbiamo voluto superarci”, ha dichiarato. Rivolgendosi al pubblico, dice: “Avrete la sensazione di esplorare come se foste con me, vi prendo per mano”. Tutto merito appunto di questo piano sequenza, che è una tecnica di ripresa del tutto particolare, e quasi mai applicata alla documentaristica come in questo caso: “Tutto il programma è stato realizzato come se fosse una scena unica di quasi 3 ore, senza tagli né stacchi, e come se la telecamera fosse i vostri occhi”. Questo vuol dire che Angela ha percorso oltre 3 chilometri agli interno degli scavi di Pompei senza pause, sempre seguito da una stessa telecamera dotata di un sistema di stabilizzazione, dietro al quale, grazie a speciali corpetti, si alternavano tre diversi operatori, senza mai però posare o disturbare la telecamera.

Per migliorare la visuale di alcuni punti, però, la stessa telecamera doveva fare delle riprese dall’alto, e quindi veniva passata a un crane, una gru dotata di ganci magnetici che la portava fino a 8 metri d’altezza, anche qui senza soluzione di continuità. La fluidità del piano sequenza ha comportato uno sforzo notevole, perché tutto doveva essere fatto di filata, senza che nessuno sbagliasse: “Abbiamo fatto giorni e giorni di prove, poi siamo arrivati ad avere solo un lunedì, martedì e mercoledì per girare”, confida Angela: “Ma le previsioni davano brutto tempo, quindi abbiamo fatto tutto in due tentativi, il prima perfetto, il secondo ancora più liscio ed emozionante”. Il conduttore era seguito da un team di poche persone, per evitare che qualcuno intralciasse o finisse nelle riprese, ma la squadra complessiva era molto più grande, sopratutto per coordinare tutti gli incontri che Angela faceva man mano sul suo percorso.

Uno sguardo privilegiato

Oltre all’avanzamento tecnico e narrativo, infatti, l’intento era quello di mostrare il dietro le quinte di uno scavo enorme come Pompei: “Volevamo mostrare non solo la bellezza, ma anche il lavoro: l’archeologia non è un bel vaso in vetrina ma anche tutto quello che accede prima”, precisa Angela, il quale si è emozionato a veder anche quanti ragazzi e ragazze materialmente stiano lavorando su questi campi di scavo: “È bello vedere che il nostro passato è nelle mani di questi giovani, e quindi del futuro, anche se in ruoli che spesso stanno nell’ombra e nel silenzio, ma che noi abbiamo voluto valorizzare”. Perché ancora oggi, coi suoi 28 cantieri, di cui 10 di scavo, Pompei è ancora uno dei siti archeologici più attivi del mondo: “Ogni volta che ricominciavamo le prove, dagli scavi spuntava qualche altra nuova scoperta, quindi dovevamo anche riscrivere i nostri testi”, confida il presentatore.

La lezione di Pompei e anche di questo speciale televisivo è che dal passato bisogna sempre imparare: “Serve per capire il presente e decifrare il futuro”, è il mantra di Alberto Angela. Il quale è particolarmente orgoglioso di aver portato a termine questa impresa titanica ma piena di soddisfazioni: “È significativo che in anno in cui la Rai celebra la sua storia [nel 2024 cade il 70esimo anno dall’inizio delle trasmissioni, ndr], riesca anche a fare la storia”, sottolinea lui. L’intento è quello di vendere Pompei. Le nuove scoperte anche all’estero, e in generale di posizionarlo come un “longseller”, sempre secondo le parole di Angela, che si può vedere e rivedere e che – viene da aggiungere – ha settato una barra altissima per qesto tipo di prodzioni. Nel frattempo l’appuntamento è il 27 maggio alle 21.25 su Rai 1 e in streaming anche su RaiPlay. Presto in onda anche un altro speciale curato da Alberto Angela, questa volta dedicato allo sbarco in Normandia.

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