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Digital Audio

Solomun Live DJ set from Destino Ibiza (Part 1)

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Economia

[668] Da Costa – The Fed has bungled its messaging

The top story: Sigmar Gabriel, the second-ranking politician in Europe's largest economy is basically rejecting the American – EU transatlantic free trade deal known as TTIP. Edward Harrison has details. Then, RT Correspondent Nicholas Sanchez O’Donovan outlines what’s happening at the impeachment trial of Dilma Rousseff, as she attempts to defend her record. Afterwards, Boom Bust’s Bianca Facchinei reports on the FBI’s warning that foreign hackers have allegedly penetrated US state election systems.After the break, Edward sits down with the Peterson Institute’s Pedro da Costa to talk about the Fed and US monetary policy options. And in the Big Deal, Edward is joined by Ed Schultz to discuss the potential failure of America’s signature transatlantic free trade pact TTIP.Take a look!Check us out on Facebook — and feel free to ask us questions:http://www.facebook.com/BoomBustRThttps://www.facebook.com/harrison.writedownshttps://www.facebook.com/biancafacchFollow us @https://twitter.com/AmeeraDavidhttp://twitter.com/edwardnhhttps://twitter.com/BiancaFacchinei

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HardwareSoftware

Open Office è ormai a rischio chiusura: c’è solo LibreOffice

Il progetto Open Office, dal 2011 conosciuto come Apache OpenOffice, potrebbe chiudere i battenti perché mancano gli sviluppatori che possano dare continuità allo sviluppo della suite office “alternativa”.

I responsabili del progetto si sono detti particolarmente preoccupati perché non si trovano sviluppatori che si dedichino allo sviluppo del software che una volta era la prima valida alternativa – peraltro distribuita come software libero e opensource – a Microsoft Office.
La preoccupazione è adesso soprattutto per ciò che riguarda la risoluzione dei problemi di sicurezza.

Open Office è ormai a rischio chiusura: c'è solo LibreOffice

Stando alle parole di Dennis Hamilton, vice presidente di Apache OpenOffice, al momento si contano sulle dita delle mani le persone che si stanno dedicando attivamente allo sviluppo del progetto. Come dire: OpenOffice rischia seriamente la chiusura.

Negli ultimi anni è verificata una vera e propria emorragia di sviluppatori che hanno abbandonato OpenOffice per lavorare su LibreOffice.

Una nutrita schiera di sviluppatori di OpenOffice aveva tempo fa abbandonato il progetto quando passò nelle mani di Oracle. Non sembrò opportuno che un progetto opensource di primo piano passasse in gestione ad un’azienda del calibro di Oracle, largamente impegnata nel closed source.
“The Document Foundation” (TDF), organizzazione che fu creata da un folto numero di ex sviluppatori di OpenOffice, chiese ad Oracle di poter acquisire, a titolo gratuito e definitivo, il conosciuto marchio della suite opensource. Ricevendo picche, LibreOffice crebbe come progetto autonomo su un binario completamente differente rispetto a OpenOffice (che venne poi donato da Oracle alla Apache Software Foundation).

Si pensi che LibreOffice ha beneficiato di 14 aggiornamenti solo nel 2015 mentre nello stesso anno OpenOffice ha ricevuto solo un aggiornamento (l’ultima versione è la 4.1.2 di ottobre).

L’opzione dello smantellamento del progetto Apache OpenOffice è dunque ormai sul piatto: se essa si concretizzasse, il codice sorgente verrebbe lasciato nelle mani di chiunque fosse interessato ad usarlo mentre le varie mailing list, il blog, gli account Twitter e Facebook verrebbero chiusi.

Verrebbe lasciato attivo solamente un indirizzo e-mail dove accogliere eventuali richieste di utilizzo del brand OpenOffice.

Nonostante il successo di LibreOffice, OpenOffice è utilizzato ancora da molti utenti (nel 2015 è stato scaricato da 29 milioni di utenti). Il viale del tramonto sembra però ormai imboccato.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Decreto rinnovabili, Assoidroelettrica ricorre al Tar

Assoidroelettrica si rivolge al Tar contro il nuovo decreto 23 giugno sulle rinnovabili elettriche non FV. L’associazione chiede che siano abrogati tre articoli del decreto e una definizione in un allegato. La sintesi dei punti contestati e una nota del legale dell’associazione.

Come preannunciato Assoidroelettrica ha presentato un ricorso al Tar contro il nuovo decreto 23 giugno 2016 con gli incentivi alle rinnovabili elettriche non FV.

L’associazione chiede che siano abrogati tre articoli del decreto – il 2, il 4 e il 22 – e una definizione contenuta nell’allegato 2, spiega una nota dei legali di Assoidroelettrica (in allegato in basso):

Con l’articolo 2 del decreto …

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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HardwareSoftware

iPhone 7: prestazioni molto elevate in single-thread nei primi benchmark

Leggendo distrattamente i dati delle specifiche tecniche di iPhone si può cadere nell’errore di reputarlo uno smartphone non all’altezza della concorrenza in quanto a performance pure. Tuttavia, con i benchmark alla mano il discorso cambia, e soprattutto nelle capacità di calcolo in single-thread l’Apple A9 di iPhone 6S e iPhone 6S Plus rimane ancora oggi incontrastato. Questo perché storicamente Apple predilige la potenza del singolo core ad un’architettura multi-core più difficile da gestire.

iPhone 7, primi benchmark

Su smartphone Apple non ha mai integrato processori da più di due core ed è probabile che anche sui nuovi modelli che verranno annunciati il 7 settembre troveremo una CPU dual-core. Secondo le indiscrezioni il core clock dovrebbe essere di 2,4GHz, raggiungendo vette inesplorate per le CPU di iPhone. Nelle scorse ore si sono aggiunte al coro dei rumor nuove voci, anticipando quelle che saranno le performance dei nuovi melafonini. Nello specifico, online sono stati pubblicati i risultati di Geekbench di Apple A10.

Quando abbiamo analizzato iPhone 6S, lo scorso anno, lo smartphone della Mela si è comportato molto bene nei nostri test prestazionali. Nello specifico su Geekbench 3 aveva totalizzato 4457 punti in multi-core, piazzandosi in seconda posizione dietro Galaxy S6, e 2526 punti in single-core, posizionandosi in prima posizione con un margine evidente sul secondo, che rimaneva iPhone 6. Molto indietro i concorrenti, con l’Exynos di Samsung che si fermava a circa 1500 punti.

Oggi, le differenze sono meno marcate: Galaxy Note7 utilizza un processore Exynos 8890 che riesce a portare a termine Geekbench con risultati di 2100 e 6500 circa rispettivamente nei test in single e multi-thread, laddove i dispositivi con Qualcomm Snapdragon 820 si aggirano intorno ai 2000 punti e i 5500 punti nei due test specifici. Ma quindi, alla luce di questi numeri a quanto arriva iPhone 7?

Secondo i primi test preliminari (e di cui l’affidabilità rimane al momento incerta), il nuovo melafonino potrebbe arrivare a quota 3379 punti nel calcolo in single-thread con Geekbench, superando qualsiasi dispositivo mobile ad oggi presente sul mercato. Anche iPad Pro, nella sua versione da 12,9″, verrebbe battuto di poco. Per quanto concerne il risultato in multi-thread il melafonino si fermerebbe a 5495 punti, svantaggiato rispetto alle altre soluzioni sul mercato per la sua struttura a soli due core.

Apple svelerà iPhone 7 e 7 Plus durante un evento specifico del prossimo mercoledì 7 settembre ed è molto probabile che la società svelerà alcuni segreti sulle prestazioni dei nuovi dispositivi. Per saperne di più dovremmo attendere le prime prove sul campo, che dovrebbero arrivare a qualche settimana di distanza dall’annuncio ufficiale.

Autore: Le news di Hardware Upgrade