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Chrome aumenta la durata della batteria: il test di Google

Vi ricordate il video che Microsoft aveva pubblicato lo scorso giugno e che “pubblicizzava” le doti di Edge sul versante del risparmio energetico (vedere Microsoft: Edge punta sul risparmio energetico).
L’iniziativa promossa da Microsoft era parte integrante di una campagna volta alla promozione del browser Edge, parte integrante di Windows 10.

Senza fare i nomi dei “concorrenti”, Google risponde pan per focaccia e pubblica un video – volutamente molto simile – in cui mostra gli sforzi che si sono compiuti, negli ultimi anni, per ridurre i consumi energetici da parte di Chrome.

Chrome aumenta la durata della batteria: il test di Google

Google preferisce mostrare i passi in avanti compiuti più che fare comparative con i prodotti rivali. La differenza tra Chrome 46 e Chrome 53, rilasciato nei giorni scorsi proprio con un occhio all’autonomia della batteria (vedere Chrome 53 punta sul risparmio energetico) è lampante.

Per la dimostrazione, Google spiega di aver usato due Surface Book identici richiedendo la riproduzione continua di un video pubblicato su Vimeo, utilizzando esclusivamente HTML5.
Il sistema con Chrome 53 installato ha potuto contare su un’autonomia notevolmente maggiore: ben 2 ore e 12 minuti in più rispetto all’altro.

Google parla di una riduzione complessiva dei consumi – su piattaforma Mac – pari a circa il 33% e una velocizzazione del caricamento del browser del 15%.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Ecodesign, con le nuove regole avremo apparecchi elettronici più longevi

Il 7 agosto è entrato in vigore il regolamento sull’Ecodesign che favorisce la progettazione e la produzione di apparecchi elettrici ed elettronici eco-compatibili, in modo da facilitarne le operazioni di trattamento, riutilizzo e recupero. Fine dell’obsolescenza programmata? Ne parliamo con Davide Sabbadin.

Mentre si parla ancora di obsolescenza programmata, il nostro Paese fa un passo importante verso la produzione di elettrodomestici e apparecchi elettrici più sostenibili, che durano più a lungo.

Il 7 agosto, infatti, è entrato in vigore il regolamento sull’Ecodesign (decreto n. 140 del 10 giugno 2016), firmato del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che favorisce la progettazione e la produzione di apparecchi elettrici ed elettronici eco-compatibili, in modo da facilitarne le operazioni di trattamento, riutilizzo e recupero quando smettono di funzionare.

L’obiettivo è quello di incentivare la produzione green, investendo sulla qualità ecologica dei prodotti, in linea con l’economia circolare di cui si parla tanto.

Dopo che le nostre case si sono riempite di computer, TV ed elettrodomestici vari, che qualche anno dopo si sono rotti o sono diventati obsoleti, si pensa ad un nuovo modello produttivo che utilizza le risorse in modo più sostenibile, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti.

Il terreno su cui si gioca la partita è, infatti, quello dei rifiuti elettronici (RAEE). Il 21 luglio è entrato in vigore il cosiddetto Uno contro Zero, che permette di smaltire gratuitamente nei negozi di elettronica i vecchi cellulari e tutti gli altri piccoli prodotti elettronici che non usiamo più.

Adesso si chiede ai produttori di implementare le strategie di eco progettazione con azioni che favoriscono l’aumento della vita media dei prodotti e ne facilitino le operazioni di riparazione, permettendo l’aggiornamento tecnico. Chi dimostra di aver ridotto il costo di gestione di fine vita di un prodotto potrà richiedere una riduzione dell’ecocontributo

Il Comitato di vigilanza e controllo sulla gestione dei RAEE valuterà la riduzione del contributo, in base ad un’analisi sul ciclo di vita e fine vita del prodotto, sulla riparabilità e sul disassemblaggio. Viene incentivata la cooperazione tra i produttori e operatori degli impianti di trattamento, recupero e riciclaggio, attraverso una banca dati aggiornata messa a disposizione dal Centro di Coordinamento.

E ci sarà, infine, un’etichetta “prodotto ricondizionato” (con garanzia minima di 12 mesi), per i prodotti messi sul mercato a 90 giorni dall’entrata in vigore del regolamento (cioè tra due mesi).

“Si tratta di una novità molto interessante che anticipa il dibattito attualmente in corso a Bruxelles sull’economia circolare”, commenta a QualEnergia.it Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente.

“Implementare la vita dei prodotti attraverso l’Ecodesign è un’azione molto importante per far affermare alcuni concetti alla base del dibattito, ovvero che tutti i prodotti devono essere riparabili e devono avere almeno una componente riciclabile. Su questo punto i produttori fanno parecchio ostracismo in sede europea. Dopo diverse discussioni la Commissione ha dato mandato agli organi preposti di definire due standard: uno per la riparabilità e l’altro per la riciclabilità. Senza queste definizioni non è possibile pensare ad una norma”, dice Sabbadin.

Nell’arco di un paio d’anni potremo quindi dire addio all’obsolescenza programmata?

Realisticamente rispondo di no perché c’è una forte resistenza da parte delle aziende che negano l’esistenza stessa del fenomeno. Non essendoci una definizione sui tempi nei quali rientra l’obsolescenza programmata né una formula per calcolarla è praticamente impossibile portare un’azienda in Tribunale per chiedere un risarcimento legato a questo. Se dovessi dirlo ora non so chi vincerà. Solo se si riuscirà a stabilire una definizione esatta potremo pensare ad una norma.    

Quando entreranno in vigore le nuove etichette energetiche?

Il dibattito a Bruxelles è ancora in corso e il mandato è nelle mani dell’eurodeputato italiano Dario Tamburrano. Il punto da chiarire è quello sui tempi: non si sa ancora quando far sparire le categorie A+, A++ e A+++ che confondono il consumatore. I produttori vorrebbero toglierle subito ma solo da frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici e elettrodomestici di questo tipo, mentre per caldaie e pompe di calore rimanderebbero le nuove classi energetiche al 2030. Ambientalisti e consumatori invece vorrebbero da subito nuove etichette per tutti i prodotti.

Come si modificheranno le classi energetiche e quale sarà la loro evoluzione?

C’è, inoltre, un punto critico rispetto alla nuova scala delle classi energetiche, che andrà dalla A alla G com’era in passato: la classe energetica più alta, ovvero la A, deve essere lasciata vuota per dare spazio all’innovazione tecnologica. Nel momento in cui sul mercato arrivano prodotti più performanti allora gli verrà assegnata la classe A. Successivamente i prodotti scaleranno alla classe energetica inferiore. Le aziende si oppongono a questo criterio che comporta un lavoro di cambio di etichette. Una novità abbastanza sicura è invece l’introduzione di un database dove le aziende avranno l’obbligo di registrare tutti i prodotti che immettono sul mercato. Grazie a questo strumento le autorità potranno effettuare facilmente i controlli e verificare che i prodotti siano in regola, senza dover chiedere i dati all’azienda.

A beneficiarne è il mercato?

Sì, infatti in America e Asia hanno già un database di questo tipo e le aziende sono state educate ad inserire i dati. Nel database ci sarà una parte accessibile solo agli operatori del settore, in cui si troveranno anche i risultati dei test effettuati, e una parte accessibile a tutti grazie alla quale il consumatore potrà effettuare confronti sui prodotti. Attraverso un QR, code-etichetta digitale, ricca di informazioni e funzioni aggiuntive, i cittadini potranno avere accesso al database direttamente dal proprio smartphone.

Avete qualche progetto in vista sull’efficienza energetica?

Stiamo lavorando al progetto Label Pack A+ che riguarda le etichette di sistema, obbligatorie da un anno in Europa sui prodotti per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. I Regolamenti europei  811 e 812 del 2013 obbligano i produttori ad allegare agli apparecchi venduti un’etichetta energetica recante informazioni relative ad efficienza e impatto ambientale. In molti casi le soluzioni proposte comprendono diverse tecnologie, ad esempio una caldaia con abbinato un regolatore di temperatura e pannelli solari. Questa etichetta permette di valutare la performance energetica non di un singolo prodotto, ma dell’insieme di prodotti, installati in un unico sistema. Questa deve essere obbligatoriamente fornita al consumatore finale permettendogli di confrontare sistemi diversi e fare scelte più consapevoli.

Consigli utili ai consumatori?

Il consiglio è comunque quello di affidarsi alle etichette energetiche che hanno avuto un enorme successo in termini di risparmio. Se non le avessimo oggi le nostre bollette sarebbero almeno il doppio. E ricordiamo che tutto quello che spendiamo in più per un prodotto che consuma meno ci viene ripagato in poco tempo. Degno di nota è il sito indipendente topten.ch, finanziato dalla Commissione europea, che presenta tutti i migliori prodotti per ogni categoria. A mio avviso è un ottimo strumento per effettuare confronti liberamente da qualsiasi interesse occulto.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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TvTech

Vetri e pavimenti puliti senza sforzo a IFA 2016

Pulire la casa è un peso per molti. Per fortuna oggi ci possono venire in aiuto piccoli oggetti smart e connessi: a IFA 2016 non abbiamo visto solo il robot che pulisce i pavimenti iRobot Braava Jet, ma anche quello che si occupa dei vetri WindowMate

Tag: AnteprimaFiereSmart HomeWi-Fi

Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video

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HardwareSoftware

Model S, nuovo incidente mortale. Tesla indaga sull’accaduto

Le vetture elettriche Tesla tornano nuovamente sotto i riflettori per un caso di cronaca. Nelle scorse ore, presso la cittadina di Baarn, in Olanda, si è verificato un nuovo incidente mortale che ha coinvolto il guidatore di una Tesla Model S. La vettura è uscita fuori strada ed ha terminato la sua corsa schiantandosi contro un albero. Per il conducente, un 53enne di cui non è stato ancora comunicata l’identità, non c’è stato nulla da fare. 

Difficoltà per i soccorritori e per i vigili del fuoco chiamati ad intervenire. Parte del battery pack è stato scagliato fuori dall’autovettura ed ha preso fuoco, l’altra parte ha creato ulteriori problemi ai soccorritori legati al rischio di folgorazione. Problematiche legate, quindi, al particolare sistema di propulsione elettrica delle Tesla che ha colto impreparati gli operatori. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i tecnici di Tesla che ha avviato un’indagine per determinarne le cause

Tesla ha avviato un’indagine sull’incidente. Quando l’esito sarà noto, Tesla lo condividerà pubblicamente

Al momento non è ancora possibile stabilire se il conducente aveva attivato o meno la modalità Pilota Automatico durante o prima dello schianto. Si tratta di una funzionalità controversa, che, secondo alcune associazioni di consumatori infonde nel conducente un fuorviante senso di fiducia e non risulterebbe sufficientemente testata per essere presentata commercialmente come una vera e propria modalità di auto-guida (si ricorda che, tecnicamente è una modalità di guida semi-autonoma). 

Per correttezza è opportuno sottolineare che, sino a quando non saranno effettuati gli opportuni accertamenti, non è corretto mettere sotto accusa Tesla per il non corretto funzionamento dell’autovettura e, nello specifico, dell’Autopilot. Incidenti riconducibili all’errore umano, purtroppo, accadono anche utilizzando vetture perfettamente funzionanti. Vero è che l’innovativa tecnologia integrata nelle autovetture Tesla, per forza di cose, tiene sempre puntati i riflettori sull’azienda quando si verificano casi di incidente. 

Nel primo incidente mortale che ha coinvolto il guidatore di una Tesla S negli States il Pilota Automatico risultava attivo. Si attendono ulteriori dettagli sull’episodio che in questa occasione ha riguardato una vettura Tesla circolante in una nazione europea. 

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Pc Games

Red Dead Redemption: nuove voci sulla possibile versione PC

Secondo il sito coreano Game Focus, la versione PC di Red Dead Redemption sarebbe prevista per la prima parte del prossimo anno. Il post è scritto nell’idioma locale, ma su NeoGAF si può trovare una convincente traduzione in inglese.

Red Dead Redemption

Si tratterebbe di una versione rimasterizzata del gioco originale, probabilmente destinata anche a PS4 e Xbox One. La storia proverrebbe da fonti del Nord America e l’annuncio sarebbe imminente. Potrebbe quindi arrivare anche al PlayStation Meeting che si svolgerà tra qualche ora a New York e che potrete seguire cliccando qui.

Per leggere la nostra recensione di Red Dead Redemption cliccate qui.

Autore: GAMEmag – Videogames