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A DONALD TRUMP NON PIACCIONO I RIALZI DEI TASSI!

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Etvoilà, all’improvviso il popolo di Icebergfinanza si rese conto di quanto importanti siano le analisi del nostro Machiavelli, dinamiche di medio e lungo termine che puntualmente trovano prima o poi, riscontro nella realtà!

Ve lo ricordate questo vecchio post, correva il 21 novembre del 2016, tempi non certo sospetti..TRUMP MOMENT!

Si a maggio ha dichiarato che se i tassi salgono in America i rischi per la loro economia aumentano. Se i tassi aumentano sarebbe un disastro si ha detto proprio un disastro.

“if interest rates went up, our economy is not doing well at all. And it’s going to hurt the economy very badly. If interest rates went up, it would be a disaster”, specifying

E ora tenetevi forte…

“Io sono una persona a basso tasso di interesse”

E puntuale arriva l’intervista alla CNBC…

A Donald non piacciono gli aumenti di tassi della Fed! 😉 https://t.co/TGezKwFdWF

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 19, 2018

#TRUMP SAYS HIGHER RATES PUT U.S. AT DISADVANTAGE! pic.twitter.com/LDZfglgm1u

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 19, 2018

Donald Trump attacca anche la Fed, dicendosi ”non contento” del rialzo dei tassi in corso.In un’intervista alla Cnbc, di cui sono stati diffusi alcuni estratti, Trump spiega che tassi di interesse alti mettono gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio.Interviene la Casa Bianca: Donald Trump rispetta l’indipendenza della Fed, non sta interferendo con la sue decisioni.

Poi ha precisato che l’attuale governatore della Federal Reserve Powell è un bravo ragazzo che sta facendo un buon lavoro, ma in fondo lo ha scelto lui e la Federal Reserve oggi è a sua immagine e somiglianza.

La Fed continuerà ad alzare i tassi perché alla prossima recessione non avrà scampo, sarà costretta a ridurli di almeno 4 punti e i tassi in America finiranno in negativo!

“Non ne sono felice”, ha detto Trump in merito agli aumenti dei tassi di interesse durante un’intervista condotta giovedì dalla CNBC.

Il signor Trump ha detto di non essere “elettrizzato” perché ogni volta che l’economia si rafforza “vogliono rialzare i tassi”.

Ma ha anche detto che non interferirebbe con la Fed. “Sto permettendo loro di fare ciò che sentono meglio”, ha detto.

Sto permettendo loro, risottolineo queste parole, sto permettendo loro, basta una sola telefonata e la Federal Reserve smetterà di alzare i tassi!

“Fare soldi in Europa è facile, e la loro moneta è in calo”, ha detto Trump alla CNBC. “La Cina, la loro valuta sta cadendo ( ps ha perso oltre il 7 % da aprile) . La nostra valuta sta salendo. Devo dirvi che ci mette in una posizione di svantaggio. “Un biglietto verde più forte rende le esportazioni statunitensi relativamente più costose sui mercati mondiali.

Tombola dell’ovvio!

Quando l’intervistatore ha chiesto cosa ne pensa di alcune persone  ce ritengono che non sia appropriato che il presidente commentasse i tassi di interesse o il dollaro,  ha riposto:

“Non mi importa nulla di quello che dicono”.

Come sempre tutti dietro in gregge alle parole di Trump, il gregge dei fondi passivi il cui pastore porterà le pecore ha morire volando dalla rupe!

Nelle prossime settimane vedremo se come dice Jesse, Donald sarà riuscito a negare la figura tecnica in atto sul Dollar index di cui parleremo nel prossimo Machiavelli…

I’m watching this ascending triangle breakout in the U.S. Dollar Index. If this has legs (and doesn’t fake-out), it will lead to more pain in commodities and emerging markets. This is a continuation of the dollar move I discussed in April: https://t.co/K1yEVM1uNI $UUP $USDU pic.twitter.com/GBhkOEm86t

— Jesse Colombo (@TheBubbleBubble) July 19, 2018

Un piccolo aiuto alla lunga agonia dell’oro di cui Machiavelli vi ha sempre parlato…

Nel frattempo un primo segnale inequivocabile di come i tassi stanno facendo davvero male al mercato immobiliare americano con un crollo di oltre il 12 % dell’avvio di nuove abitazioni…

Polverizzate le aspettative degli analisti che si attendevano una stabilizzazione mentre il dato precedente è stato rivisto al ribasso.

SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO!

Qualche notizia di gossip politico nostrano.

Mentre gli scienziati fanno il pelo alle recenti dichiarazioni del ministro Savona, sull’avanzo della bilancia commerciale, una chiara provocazione nei confronti della Germania, specialista in tal senso, il buon Cottarelli propone all’Italia un vero e proprio “salasso economico”  una sorta di sottrazione, a scopo terapeutico o preventivo, di una cospicua quantità di sangue da una vena periferica per ridurne la massa in circolazione… è proprio vero che non c’è limite alla stupidità, bisognerebbe praticare il salasso per ridurre la massa di ignoranti in circolazione, non è bastato il salasso dell’austerità?

Nel frattempo il fantasma della Fornero, torna a far sentire la sua voce, attaccando il governo, un governo aggressivo ed arrogante dice colei che ha definito aggressivamente e con arroganza i nostri giovani…

La sua faccia è tutto un programma…

“Io ho accettato di fare il ministro non avendone nessuna preparazione, ho accettato perché me l’ha chiesto Mario Monti“. Queste le dichiarazioni del ministro del Lavoro Elsa Fornero nel corso di un incontro a Firenze, all’istituto Stensen, che si aggiungono alle gaffe degli ultimi mesi: dal ‘choosy’ rivolto ai giovani, al tentativo di evitare i giornalisti

Si cara la mia Signora, hai accettato di fare il ministro perché Monti ti ha messa li come paravento, fai quello che ti dico e fai finta di piangere, dobbiamo distruggere la domanda interna.

Chiudiamo con un’ultima riflessione sulle banche di credito cooperativo una battaglia che va portata avanti per l’interesse dell’intero Paese, l’ultimo baluardo contro la finanza speculativa…

Uno strano malessere sta colpendo il mondo della cooperazione in molti Paesi, tra cui il nostro, e in molti settori di attività, compreso quello della cooperazione di credito. Molte cooperative…

Il cancro è un altro, dalla Svizzera alla Francia, passando per l’Olanda, senza dimenticare Austria e spesso Italia, come scrive Fabio Dragoni su twitter su 400 sparkassen 278 in Germania,  hanno nei consigli di amministrazione solo politici di professione, ovvero gente che usa i soldi come i lampioni più per sostegno proprio che per illuminazione e per il bene comune.

Senza dimenticare che il prossimo inquilino della BCE sarà un certo Weidmann un nemico giurato del nostro Paese, ora più che mai serve tenere lontane le nostre banche di credito copperativo dalle attenzioni della Banca centrale europea.

Noi ci siamo, siamo in prima linea in questa battaglia, questo è un tesoro da riformare, migliorare, ma da preservare a qualunque costo, la nostra storia lo impone! 

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Economia

TRENDS 2.0.85: IL MERCATO NON DORME MAI!

TRENDS - Analisi tecnica intermarket

Settimana che all’apparenza sembra tipicamente estiva, non tanto per il clima ma per gli eventi e le dinamiche di mercato. MA in realtà ci sono degli elementi di estrema importanza che devono essere tenuti in considerazione, più storie che stanno cambiando pelle. In questa analisi intermarket cerco di spiegarvi il mio punto di vista.

Eccoci quinci con il nuovo video di TRENDS.

Come sempre ho provato per l’ennesima volta a tracciare una serie di scenari per i vari mercati: forex, commodity, equity, bond, analizzando anche le varie correlazione. Ma ho deciso di lasciare la visione del video agli amici sostenitori del blog.

Quindi… benvenuti al nuovo numero di TRENDS, con tanti grafici e tante analisi intermarket che vi aiuteranno a capire le dinamiche dei mercati finanziari, sempre più correlati ed interessanti.

Riprendetevi i post di questa settimana, credo ne valga proprio la pena e poi, se possibile, sostenete questo progetto di cultura finanziaria e di consapevolezza operativa. La registrazione è stata fatta in modo abbastanza impulsivo e diretto, cercando di sintetizzare e velocizzare i ragionamenti. Spero di essere comunque comprensibile. Come sempre critiche e commenti sono ben graditi. Lascio massima libertà ai lettori di contribuire (se vorranno) all’iniziativa, cliccando qui sotto, in modo tale da capirne anche il livello di gradimento. Sappiate che il Vs sostegno è MOLTO importante per la continuazione di questo progetto che vive solo grazie al Vostro sostegno.

Eccovi il video. Buona visione a tutti!

http://www.vimeo.com/281007509

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Danilo DT

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CINA: DEBITO, BANCHE e RATING. Funny world!

Ormai vi sarete annoiati dei miei moniti sulla Cina. Un paese che ha un debito societario e privato impressionante, una vera mina vagante, ma che, allo stesso tempo, possiamo dire che ha le spalle molto larghe.Proprio un mese fa la PBoC è stata protagonista di un’iniezione di liquidità “monstre” che è passata quasi inosservata dai media.

Alle prese con timori crescenti sul rischio di una valanga di default sui debiti da parte delle imprese, la Cina è ricorsa al suo strumento MLF (Medium-term Lending Facility) per iniettare una liquidità pari a 463 miliardi di yuan, l’equivalente di $72 miliardi. Da segnalare che le aziende cinesi devono rimborsare nella seconda metà di quest’anno, sia nel mercato onshore che nell’offshore, bond per un valore totale di 2,7 trilioni di yuan. [Source

Quindi default a raffica, un rischio che non rappresenta una novità. Ma come vi ho già spiegato, tutto viene “filtrato” e a noi arrivano solo notizie incomplete. In realtà la Cina vuole “lavare i panni sporchi a casa sua” e quindi è disposta anche a nazionalizzare quelle aziende che devono essere salvate. E le altre, quasi in sordina, chiuderanno i battenti.Già la BRI recentemente aveva denunciato indirettamente la questione.

(…) È la certificazione, da parte della Banca per i regolamenti internazionali, dell’aumento esponenziale post-crisi del 2008 del debito pubblico/privato a livello globale. Alla faccia del salutare deleverage, ora anche la Banca centrale delle Banche centrali certifica che anneghiamo nel debito. Tutti. Nel 2007 l’aggregato complessivo globale del debito era pari al 179% del Pil, mentre alla fine dello scorso anno era al 217%. E se le economie avanzate sfiorano ormai il 270%, sono soprattutto quelle emergenti che hanno visto le loro ratio crescere in maniera esponenziale, salendo dal 113% al 176%, soprattutto per l’impatto debitorio di settore corporate e famiglie. (…) [Source

C’è stato il deleveraging non è vero? Come no! La stessa BRI lo ammette, ed è un elemento MOLTO preoccupante. Ma forse non fa comodo dirlo in giro, rovinerebbe il sentiment e la fiducia che sostiene questo mondo di carta.Ma io me ne frego e ve lo dico ugualmente.

Chiaramente in modo elegante ma chiarissimo, la BRI infatti ci dice che, secondo il loro parere, la gran parte delle banche mondiali ha apertamente truccato i propri bilanci, utilizzando pratiche di ingegneria finanziaria, il cosiddetto window-dressing, sfruttando in tal senso l’operatività espansiva delle Banche centrali. Insomma, l’ente di controllo massimo certifica che le banche operano dolosi maquillage dei loro stati patrimoniali attraverso i magheggi delle operazioni Repo, esattamente come nel 2014.Dobbiamo essere felici di tutto questo? Direi proprio di no. Ma “certifica” quanto diciamo da ANNI. Il sistema ci dice cosa gli fa comodo, e sta facendo il possibile per tenere in piedi la baracca. Finchè si può.

BRI e CINA

E sempre parlando di “brogli”, la BRI ha anche qualcosa da dirci proprio sulla CINA: tanto per cominciare, lo sapete che la PBoC ha deciso di tagliare i requisiti di capitale delle principali banche, dal 5 luglio prossimo, una mossa che dovrebbe liberare nel sistema circa 700 miliardi di yuan (108 miliardi di dollari)?Probabilmente no. Ma attenzione, la cosa interessante è un’altra. Questo denaro NON potrà essere utilizzato per investire, ma dovrà tassativamente essere detenuto in cassa. Come mai? Il sistema bancario dovrà fare l’impossibile per sostenere le aziende con operazioni di deleveraging e rinegoziazione del debito. Con un SOLO obiettivo: arginare quanto possibile i default.

Grafico Shanghai Index SHCOMP via TradingView

Intanto fatevi una domanda. Come mai lo Shanghai Index ha avuto performance così negative negli ultimi mesi? Colpa di Trump e del protezionismo? Nein, si tratta di problemi che hanno origini più profonde.

Un ulteriore elemento che lascia un chiaro segnale di difficoltà è lo spread tra i titoli HY cinesi e quelli USA: uno spread che non fa che ampliarsi.

(…) Lo scarto fra gli spread societari HY cinesi e i Treasury statunitensi ha continuato ad ampliarsi a luglio, raggiungendo i 367 punti base – il livello più alto da aprile 2015, quando la banca centrale era impegnata a tagliare i tassi per contrastare il declino del ritmo di crescita. La mossa recente riflette i timori sempre più diffusi fra gli investitori per il crollo del 5,3% del renminbi sul dollaro USA negli ultimi tre mesi e le crescenti preoccupazioni per gli effetti delle nuove barriere commerciali previste dagli Stati Uniti nei confronti delle esportazioni cinesi. (…) [Source

Sono segnali chiarissimi. C’è del dolo? In qualche caso si, ma proprio perché si vuole tenere alto il livello di fiducia altrimenti…se molla la fiducia come farà la Cina a mantenere tassi di crescita quantomeno del 6% a lungo termine, autofinanziando così il debito sempre più invasivo?E come sempre sarà fondamentale il ruolo delle banche. Ma proprio a questo proposito vi faccio vedere questa slide. Dolo? Si, in questo caso sembra chiaro.

Si nega l’evidenza e in Cina le banche sono viste tutte come porti solidissimi e sicuri.Sarà anche vero che la PBoC salverà tutto il salvabile, ma pensare che sia tutto risk free… Beh, quest no! Auguri….

PS: quasi mi dimenticavo di dirvelo. Intanto proprio in queste ore è saltata una azienducola mandando in default i suoi 11 miliardi di USD debito. Non è stato possibile tenere nascosta la notizia….

(…) China this month recorded one of its biggest corporate-debt defaults yet, with the downfall of a coal miner that had ridden the country’s wave of credit until policy makers changed the game with their deleveraging campaign. (…) For investors in Wintime Energy Co., it’s been far from a winning time now that the company from northern Shanxi province is proving incapable of rolling over debt that quadrupled in less than five years. How the borrower ran up a 72.2 billion yuan ($10.8 billion) tab that it now can’t make good on illustrates why this year will be China’s worst yet for corporate defaults. And with a potential lifeline from state-owned banks unveiled Wednesday, it could also emerge as an example of China’s unwillingness to allow unbridled corporate failures. (…) [Source]

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Breaking Down The Crypto-Market


The crypto-market is making big moves after bitcoin makes serious gains, holding above the $7,000 threshold. Jeffrey Tucker and Christy Ai are back as Bart discusses what we’re seeing. Natasha Sweatte is joining us from Los Angeles as well; she’s helping us understand California’s brand new privacy laws. Hilary Fordwich sits down with Boom Bust as she and Bart discuss the EU’s latest fine against Google! All this and more on Boom Bust! [1120] Follow us on Twitter:
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Ed ora riformare l’Inps

Con la sua relazione tecnica sugli effetti del decreto dignità sul mercato del lavoro, e la sua audizione in Parlamento, il presidente dell’Inps ha distrutto di un colpo solo, tutta i la benemerenza che si era conquistato per aver dato una mano alla riduzione delle pensioni ad alcuni vecchi parlamentari e loro superstiti, con un’operazione la cui costituzionalità è tutta da accertare. Come aveva avuto già modo di affermare, il presidente dell’Istituto di previdenza sociale di fronte ai reiterati attacchi governativi che lo accusavano di essersi semplicemente inventato i numeri, ha ribadito che quelli erano e che i dati non sono intimidibili. Ora è indubbio che i dati di per sé sono delle rappresentazioni comparabili di un qualcosa. Ma sono interpretabili.

I dati sono sovente presentati come un’entità super partes, fonte di una verità imparziale e quindi inoppugnabili, nonostante che già all’inizio del secolo scorso il filosofo – sociologo Otto Neurat si fosse premurato di affermare che non esiste una neutralità della scienza o dei fatti scientifici.Per fare un esempio quando parliamo dei flussi del Tfr ( circa 50 miliardi), li dobbiamo comprendere nella spesa previdenziale oppure nella massa retributiva, visto che si tratta di salario differito. Perché non è indifferente dove cataloghiamo il tfr. Nel primo caso aumentiamo la spesa pensionistica, nel secondo la rendiamo compatibile con i parametri europei e dell’Ocse e quindi ci sono spazi per ulteriori miglioramenti alle pensioni. Però le risposte tranchant avrebbero fatto partire il count down per liberare il posto che potrebbe portare anche ad una riforma dell’ente, ormai imbalsamato dalla legge 88/89 e dal decreto legislativo 479/94.

L’INPS, dopo aver assorbito lo Scau, l’Inpdai, l’Ipost l’Enpals e l’Inpdap, è un megaente che amministra 23 milioni di assicurati, 22 milioni di pensioni e un budget di 800 miliardi di euro fra entrate e uscite,svolge un ruolo centrale per la tenuta del nostro sistema di sicurezza sociale.Sicuramente si trova nel mare agitato dalle grandi difficoltà dovuto alle nuove competenze aggiuntive continuamente affidate si può dire a ritmo mensile, ultime le famose Api vanno ad aumentare fisiologicamente le difficoltà storiche dovute della scarsezza delle risorse tecnologiche, alcune molto obsolete e quelle umane. Ora è il momento di attuare una rinnovata governance. Se ne parla dal 2014, con impegni presi dal governo Letta in Parlamento e come da anni chiedono i sindacati ed i rappresentanti dei datori di lavoro, non solo, ma anche la Corte dei Conti. Non per questioni astratte, di potere o strapotere di una parte o dell’altra ma di funzionalità ed efficienza che i nuovi compiti mettono costantemente a dura prova. .Si pensi alla vicinanza fisica con l’utenza. Non si può pensare che l’Inps diventi un soggetto virtuale esistente solo su internet. Meno male che esistono i patronati con il loro contato umano.Partiamo dal modello organizzativo. Più volte è stata ribadita la necessità di una governance diversa, pur confermando il modello duale, nella quale il ruolo del Presidente (o del Consiglio di Amministrazione), sia bilanciato dal rafforzamento delle funzioni di indirizzo e vigilanza del Civ, e rafforzando parimenti il ruolo e la funzione dei Comitati Regionali e Provinciali e dei diversi Comitati nazionali.. La non risolta carenza del personale avrebbe dovuto dissuadere dall’ istituire strutture nuove come le Direzioni metropolitane, che si affiancano alla preesistenti Direzioni Regionali e che ha creato in ambito regionale almeno una duplicazione delle strutture e annessi uffici di supporto.Che si potesse o dovesse creare un raccordo operativo nell’ambito delle città metropolitane e le regioni in territori complessi ed articolati forse poteva essere anche una idea sufficientemente ragionevole e pragmatica, ma la creazione di organismi paritetici fra loro crea nei fatti al di là delle migliori intenzioni dei preposti conflitti di competenze, espliciti e, più insidiosi, quelli latenti.Il personale è diminuito in cifra assoluta mentre è aumentata l’età media degli ultra cinquantenni. Si spera molto nelle nuove risorse umane che arriveranno dai concorsi in fase di espletamento. Ma ci vorranno ancora alcuni anni se tutto procederà a ritmo spedito.

Circa un anno fa  l’Inps ha approntato un “Modello di presidio territoriale a operatività differenziata” . Al centro di questo modello ritroviamo  l’agenzia territoriale sia pure in base a nuovi presupposti teorici. Il documento individua due parametri di riferimento. Il primo è il Criterio della popolazione residente, il secondo è il numero dei lavoratori da adibire, in un’ottica di completa telematizzazione dei servizi, il primo parametro è costituito da 60.000 abitanti, mentre il secondo parametro individua la forza lavoro in almeno 10 unità di personale. Facendo un po’ i classici conti della serva, vuol dire che nel Lazio che ha 5.800.000 abitanti, mille impiegati sono più che sufficienti, mentre l’ Italia che ne ha 60 milioni ne bastano 10.000, poi mettiamoci 5000 dipendenti per le attività strumentali e con 15mila  a regime si va più che bene.Il documento Inps afferma inoltre che “L’Agenzia rimane comunque il nucleo base di servizi standard, il nucleo produttivo più vicino al cittadino/utente, ma fa cadere il rapporto diretto fra impiegato Inps e utente, perché la produzione si baserà sullo sviluppo tecnologico e multicanale. Ci saranno nuove modalità di distribuzione dell’attività produttiva, con possibilità di eseguire da remoto una serie di operazioni che prima richiedevano un contatto con gli utenti. La conseguenza di queste scelte organizzative ed informatiche, magari anche dovute, ma non sempre condivise fra i due poteri Presidente/Inps, anzi speso in forte contrapposizione,porteranno a diradare di molto il rapporto con l’utenza privilegiando il colloquio di natura telematica.

In ultimo, rispetto all’Ape volontaria, il Consiglio di Stato nell’emanazione del suo parere, aveva suggerito l’introduzione di strumenti di mediazione e di conciliazione per contribuire a ridurre il contenzioso in alternativa ai ricorsi ordinari, da attivarsi anche presso l’Inps, coinvolgendo i Comitati provinciali e Regionali, dando per scontato che l’Ape volontaria e quella sociale, saranno confermate.

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