Categorie
Economia

PETROLIO in backwardation. Preannuncia un rallentamento economico?

Fino a qualche anno fa, il petrolio era un vero “faro” per l’analisi intermarket (ulteriore segno di come i tempi siano cambiati, complice anche una politica monetaria molto, forse troppo accomodante). Infatti era normale studiare l’andamento dell’oro nero per poter capire, guardando anche la curva future, le previsioni sui prezzi, sulla domanda dello stesso e quindi sull’andamento della crescita economica.

Ma oggi, con un mondo teoricamente più votato all’energia pulita, ha ancora senso guardare al petrolio come cartina tornasole della crescita? Non dimentichiamo che soprattutto nei paesi emergenti, il consumo di materie prime energetiche continua ad essere molto importante. Partiamo dal grafico del WTI. E’ innanzitutto chiarissima la tendenza dello stesso.

Grafico WTI

Grafico petrolio WTI by TradingView

E’ evidente che è fondamentale quota 67,50 $. Ma a prescindere da questo livello, guardate questo altro grafico.

Backwardation per i prezzi future BRENT

Potete notare due cose.

  • Innanzitutto che la curva dei prezzi future è in backwardation. In altre parole, a termine il petrolio costa meno che a pronti.
  • Inoltre tale divario di prezzo aumenta proprio nelle ultime settimane. Un segnale che potrebbe anticipare un prossimo indebolimento MA attenzione, usiamo sempre il grafico come fonte principale per la tendenza. La curva in backwardation serve però da monito per il medio periodo.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 0.0/10 (0 votes cast)

Author: Finanza.com

Categorie
Economia

1.000.000 %

E’ il tasso inflazione previsto dal FMI per il paese del Venezuela. Occhio al rischio contagio.

1.000.000 %Un tasso che mai avrei immaginato di commentare. Non è un tasso di interesse, ma è il tasso inflazione che il Fondo Monetario Internazionale ipotizza per il Venezuela, un paese che è sempre stato “monitorato” dal questo blog (CLICCATE QUI) e non a sproposito, in quanto la crisi di questa nazione, al momento, è quasi sottovalutata da tutti ma (lasciando da parte il dramma umanitario) non si può nemmeno pensare che i paesi limitrofi, finanziariamente non così forti, ne possano rimanere indenni.

(…)The South American nation’s economy has been steadily collapsing since the crash of oil prices in 2014 left it unable to maintain a socialist system of subsidies and price controls.“We are projecting a surge in inflation to 1,000,000 percent by end-2018 to signal that the situation in Venezuela is similar to that in Germany in 1923 or Zimbabwe in the late 2000’s,” Alejandro Werner, director of the IMF Western Hemisphere department, wrote in a post on the agency’s blog.Venezuela’s Information Ministry did not immediately reply to a request for comment. (…) [Source

Ovvio, non si può pensare che il ministro del Venezuela sia felice di queste previsioni e le confermi, anche perché forse sa che quanto sta dicendo il FMI non è così infondato. MA se già nei miei ultimi post sembrava chiaro che la situazione fosse “sfuggita di mano”, ora…cosa posso dire???Al momento sembra che i prezzi al consumo, per questo 2018, siano saliti del 47.000 %, numeri sempre mostruoso ma lontani dal famoso milione descritto prima.Siamo oltre a qualsiasi reminiscenza storica, la Repubblica di Weimar post WWII era addirittura a livelli inferiori, e tutti poi ci ricordiamo che tutto questo ha portato ad un’implosione economica del paese.Curioso questo grafico sul costo di un caffè a Caracas.

Un grafico su un “bene reale” che ci aiuta però a capire qual è il vero tasso inflazione in Venezuela. E ahimè ci porta ad un tasso annuo del 300.000 %.Forse il FMI non è così lontano dalla realtà.Quindi cari lettori, per i venezuelani non resta che la fuga verso altri paesi e per chi resta, il dramma è trovare i beni di prima necessità. Ed una volta trovati con cosa il paghi? Con i Dollari se si hanno. E soprattutto se non si hanno altri beni da scambiare, altrimenti si torna la baratto.Questa si chiama evoluzione.O forse è il destino per chi ha tirato troppo la corda con una gestione politica che definire dittatorial-deliquenziale è poco. Inoltre, non dimentichiamo che esistea anche l’”effetto contagio“. Con questo non sto dicendo che tutta l’Americao latina andrà in tilt, ma che un’area di per sè già fragile economicamente (seppur meno rispetto al passato) potrebbe subire anche delle conseguenze peggiorative. Tenetene conto.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

VN:F [1.9.20_1166]

please wait…

Rating: 9.5/10 (2 votes cast)

1.000.000 %, 9.5 out of 10 based on 2 ratings Author: Finanza.com

Categorie
Economia

Il 90% dei trader perde soldi

Il 90% dei trader perde soldi

Io come tutti i trader che oggi guadagnano costantemente nel primo periodo le cose non erano rose e fiori. Perdevo soldi facendo il contrario di quello che dovevo fare, per la mancanza di un metodo ma soprattutto per la mancanza dell’applicazione rigorosa.

Una volta risolti i miei problemi emozionali le cose andarono molto meglio.

Non tutte le persone ovviamente hanno gli stessi problemi, ma state sicuri che la maggior parte dei Trader che perdono costantemente, parliamo del 90%, hanno problemi irrisolti che condizionano le loro emozioni, le quali anche ove presente la giusta preparazione (fondamentale a prescindere dal lato emotivo) non permettono di ottenere risultati.

Partecipa al nostro percorso formativo gratuito con una strategia in regalo, applicabile fin da subito. CLICCA QUI PER ACCEDERE: https://goo.gl/TB3j3V

Analisi lungo periodo S&P500

Osservando l’immagine che rappresenta un Battleplan di un ciclo Ventennale il quale sembra essere molto fedele ai prezzi, Attualmente i prezzi sembrano fare un doppio massimo prima della discesa, mentre l’ultimo ciclo Biennale(rosso in basso) è in procinto di svoltare.

Le bande di lungo periodo hanno segnalato un’inversione in quanto tutte e tre le bande si sono testate, in corrispondenza del cerchio blu in alto. Sembra in corso un possibile doppio massimo.

Medio periodo FTSEMIB

Nel medio periodo sul nostro indice abbiamo i prezzi che ….OMISSIS…..

Approfitta del nuovo percorso formativo GRATUITO formato da una serie di video che ti spigheranno come poter imparare una strategia che potrai applicare subito dopo.

CICCA QUI PER ACCEDERE : https://goo.gl/TB3j3V

DISCLAIMER :

Qualsiasi informazione, notizia, nozione, previsione, valore, prezzo o tecnica espressi all’interno del presente articolo sono semplici pareri personali dell’autore, con esclusiva finalità educativa e didattica, il suo contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o “raccomandazione di investimento” o “incentivo all’investimento” né in forma esplicita che implicita. Nulla di quanto riportato ha lo scopo di prestare consigli operativi personalizzati, di acquisto e/o vendita, nè raccomandazioni personalizzate riguardo una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. Nessuna opinione espressa riguardante investimenti o strategie di investimento può pertanto considerarsi adeguata alle caratteristiche di una specifica persona in merito alla sua conoscenza ed esperienza del trading online ed alla sua situazione finanziaria. L’autore del presente articolo avvisa che quanto scritto o previsto è un semplice punto di vista personale e non deve assolutamente essere considerato attendibile o adatto per possibili guadagni futuri.  Chiunque utilizzi queste informazioni per scopi diversi da quelli didattici lo fa esclusivamente di propria iniziativa e sotto la propria esclusiva responsabilità. 

VN:F [1.9.20_1166]

Rating: 0 (from 0 votes)

Author: Finanza.com

Categorie
Economia

Infrastructure Deficit: Pipelines


Sayah Tavangar takes a look at pipelines in the US and if they're up to par or a disaster waiting to happen. Follow us on Twitter:
https://twitter.com/RT_BoomBust
https://twitter.com/bartchilton?lang=en Check us out on Facebook — and feel free to ask us questions:
http://www.facebook.com/BoomBustRT

Categorie
Economia

I dazi non sono la soluzione

Author: Redazione Rete MMT

Ancora in queste settimane si parla della guerra dei dazi scatenata da Trump per difendere l’occupazione statunitense. Ma è questa la strategia giusta?

Il Presidente sa che, quando si va a fare spese, acquistare al prezzo più basso è l’emblema del vincitore, mentre pagare troppo è l’emblema del perdente. Ma quando si tratta di comprare legname dal Canada, automobili dalla Germania e, ora, acciaio e alluminio, il Presidente attacca senza pietà e mette in campo misure di ritorsione contro gli altri Paesi perché non ci fanno pagare abbastanza i loro prodotti!

E come Trump la pensano anche i principali analisti mainstream. C’è evidentemente qualcosa di molto sbagliato nella logica mainstream sottostante, che porta a questo genere di costoso abbaglio presidenziale. Sì, quando compriamo beni d’importazione si perdono posti di lavoro, proprio come si perdono posti di lavoro quando ai lavoratori sostituiamo le macchine, compresi i tosaerba, gli aspirapolvere e le idropulitrici. Eppure in qualche modo ancora sopravviviamo a tutto questo. Siamo passati dall’avere bisogno di mettere il 99% della popolazione a lavorare per produrre il nostro cibo, ad arrivare ad aver bisogno di meno dell’1% della popolazione per farlo, e l’occupazione nel settore manifatturiero è scesa al 7% della forza lavoro. Leggi di più.

Rileggiamo con attenzione un importante passaggio dell’articolo di Warren Mosler sopra riportato. “E se la preoccupazione è quella della sicurezza nazionale, la risposta politica che serve al meglio l’interesse pubblico prevede di ordinare al Dipartimento della Difesa di richiedere la fornitura nazionale di ciò che è considerato strategicamente importante e lasciare che il resto di noi continui a fare acquisti ai prezzi più bassi possibili”

Importare o produrre internamente? La risposta deve basarsi sempre su un ragionamento politico orientato all’interesse pubblico

In questa video di soli 4 minuti Mike Norman spiega il fondamento anti democratico alla base delle politiche pro-export: lavoratori mal pagati che producono beni che loro stessi non possono consumare, e che vengono spediti e goduti altrove.

Per chi volesse approfondire i concetti di export e di import segnaliamo due articoli:

Vento di protezionismo dagli USA. Ma i dazi non sono la risposta. Leggi di più.

Video pillola MMT “export e privazione netta”: