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FACEBOOK: quando qualcosa è gratis, diventi TU la merce

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

In questi giorni, siamo tutti testimoni del grande problema che ha coinvolto Facebook (e a cascata, tutti gli altri social network) sulla sicurezza dei dati e della privacy.
E per certi versi mi ha sorpreso come gli utenti degli stessi social network si sono stupiti e a tratti anche sconvolti. Ma come è possibile che certe cose accadano?

Io mi permetto solo di dire una cosa.
La storia insegna, al mondo nessuno ti regala nulla. Quindi come potete pensare che Facebook faccia beneficenza? La verità è che l’utente diventa merce.

(…) La vicenda non è interessante solo perché dimostra – ancora una volta – quanto Facebook fatichi a tenere sotto controllo il modo in cui sono usati i suoi dati (che in fin dei conti sono i nostri dati), ma anche perché Cambridge Analytica ha avuto importanti rapporti con alcuni dei più stretti collaboratori di Donald Trump, soprattutto durante la campagna elettorale statunitense del 2016 che lo ha poi visto vincitore. La storia ha molte ramificazioni e ci sono aspetti da chiarire, compreso l’effettivo ruolo di Cambridge Analytica ed eventuali suoi contatti con la Russia e le iniziative per condizionare le presidenziali statunitensi e il referendum su Brexit nel Regno Unito. (…) [Source]

Non voglio tediarvi oltre con l’argomento, se volete approfondire COSA è successo nella realtà, vi lascio questo LINK che vi spiegherà tutto. Capite che la questione in realtà è molto più complessa di quanto sembri. I mercati intanto incassano la questione con preoccupazione e perdono terreno. Solo emotività? Forse NON solo.

La domanda che dovremmo porci (come investitori), alla fine, è la seguente.

Molte società sono in perdita da sempre e continuano a scontare utili futuri difficilmente realizzabili. Sono società che per molti sono “disruptive”, e quindi temi che cambiano la vita dei cittadini, in un modo o nell’altro. Ma se i modelli di business non sono sostenibili, prima o poi succede qualcosa che rende palese l’irrealizzabilità di certi obiettivi.

I social network fanno soldi se vendono i dati, e se in futuro ci saranno controlli stringenti, molti introiti verranno meno. Un altro grande colosso “degli ultimi tempi”, ovvero Netflix, produce più debito che fatturato e arriverà un momento in cui non potrà più accaparrarsi i diritti per costosissime serie televisive. Ci vorranno aumenti di capitale o nuovi finanziamenti. E poi c’è sempre la storia di Tesla di cui ho parlato spesso in passato e che vi invito a rivedere cliccando QUI.
E poi, se proprio vogliamo fare un po’ di terrorismo misto però a concreto realismo, è giusto menzionare anche il capitolo criptovalute.
Già sapete cosa penso, in futuro le criptovalute avranno un ruolo importante ma oggi è un mercato fortemente immaturo, con quotazioni discutibili e, soprattutto, molte ICO piazzate nell’ultimo anno che finiranno molto male.

Devo continuare? La sala operativa mi ha fatto sapere che su Poste Italiane l’aumento di dividendo è voluto soprattutto dal Tesoro che vuole collocare una seconda tranche di titoli (e quindi deve mettere le basi per una nuova IPO) e da CDP che invece ha bisogno di soldi, che poi girerà, guarda caso, al Tesoro.
Mi fermo qui, ma di quanto ho scritto, forse, non è proprio tutto da buttare nel cestino. Non credete?

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Economia

Il Ftse Mib al test del supporto dei 22.000 punti. Buona forza relativa per Enel

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

Analisi tecnica, Ftse Mib, Enel, Facebook | tradingideas

Il Ftse Mib parte debole in scia all’impulso ribassista che si è sviluppato nella seduta precedente. Probabile un test al supporto rappresentato dalla soglia dei 22.000 punti la cui violazione renderebbe probabile la chiusura del gap up rimasto aperto a 21.826. Solo un ritorno sopra 22.400 porterebbe un miglioramento al quadro grafico di breve periodo. Enel mette in luce oggi una buona forza relativa che potrebbe essere la base per un tentativo di risalita verso 4,90 euro a condizione della tenuta dei supporti a 4,61 e 4,54. Per Facebook, test da brividi per il supporto a 160 dollari.
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Economia

CINA TRUMP: SCOPPIA LA TERZA GUERRA MONDIALE COMMERCIALE!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

Sembra quasi che Donald si diverti ad eliminare ad uno ad uno i suoi consiglieri come birilli, soprattutto se non sono d’accordo con le sue visioni, ora è la volta di McMaster, il problema è che al suo posto come nuovo consigliere per la sicurezza nazionale hanno messo, Bolton, un guerrafondaio, uno che ama gli interventi militari, con Corea del Nord e Iran sullo sfondo non è proprio una bella notizia.

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I due signori sulla sinistra di Trump, nella foto iniziale sono Ross e Navarro,  ci riportano indietro al passato, la famigerata Smoot Hawley, Donald Trump pronto a ripercorrere sino in fondo le orme fallimentari dell’allora presidente degli Stati Uniti Hoover?

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La notizia del giorno che ha fatto affossare ieri Wall Street è la dichiarazione ufficiale di guerra commerciale nei confronti della Cina per il momento…

Trump salva la Ue dai dazi ma attacca la Cina: barriere su 60 miliardi di import

La «guerra dei dazi» entra oggi in una nuova fase potenzialmente più destabilizzante, con Usa e Cina in prima linea mentre l’Europa, per ora, è fuori dal conflitto. Donald Trump ha infatti firmato un memorandum che dà mandato al Tesoro di imporre tariffe sulle importazioni dalla Cina con l’obiettivo di combattere l’appropriazione di tecnologia americana da parte di imprese cinesi. Le misure – che colpiranno merci per un valore stimato di 60 miliardi di dollari – prenderanno di mira l’import cinese in cento categorie commerciali, dalle calzature all’elettronica, e imporranno restrizioni agli investimenti cinesi negli Usa. L’annuncio alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi su acciaio e alluminio, che tuttavia escludono per ora l’Unione Europea.

Per ora, se l’Europa non farà come vuole Trump, la Germania finirà molto male!

“Abbiamo appena iniziato a negoziare con l’Unione europea perché in un certo senso ha escluso il nostro Paese. Fanno scambi commerciali con noi, ma noi non possiamo farli con loro. Ci sono barriere forti, tariffe alte. Non è semplicemente giusto”.America 24

Consumatori e produttori americani pagheranno molto cara questa guerra commerciale, lo suggerisce l’analisi empirica, lo sottolinea la storia.

“Riusciremo a trovare migliori accordi commerciali, ma per ora dobbiamo prendere un provvedimento. […] Abbiamo un deficit commerciale di 504 miliardi di dollari o, dipende da come lo calcoliamo, di 375 miliardi con la Cina. Si tratta del più grande deficit commerciale nella storia del mondo. Il più grande della storia dell’umanità abbiano un enorme debito di proprietà intellettuali”. America 24

Ovviamente i cinesi non staranno a guardare…

Cina critica “unilateralismo e protezionismo” Usa

La Cina si “oppone con forza al protezionismo e all’unilateralismo commerciale degli Usa”. Lo ha detto il ministro cinese del Commercio, cos” come riferito da Nbc News, aggiungendo che Pechino “di sicuro adotterà le misure necessarie per difendere con risolutezza i suoi interessi e diritti legittimi”.

Per ora, sempre per ora!

Ross, in Usa ci aspettiamo ritorsioni da Cina ma non saranno “fine del mondo”

Gli Stati Uniti si aspettano ritorsioni da parte della Cina ma non crede che saranno “la fine del mondo”. Lo ha detto Wilbur Ross, il segretario americano del Commercio dopo l’annuncio da parte del presidente Donald Trump di nuove tariffe “da circa 60 miliardi di dollari” sulle importazioni cinesi in Usa. Secondo Ross, quei 60 miliardi rappresentano “una frazione minuscola” delle economie americana e cinese.America 24

Per ora non ci aspettiamo la fine del mondo, più o meno quello che dissero Smoot e Hawley

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… FLEXIBLE CLAUSE!

Le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio sono sospese fino al 1 ° maggio 2018, in attesa di discussioni su mezzi alternativi soddisfacenti a lungo termine per affrontare il pericolo di compromissione della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, dice il comunicato.

I Paesi attualmente esenti da tali tariffe per un solo mese sono:

  • Argentina;
  • Australia;
  • Brasile;
  • Canada;
  • Messico;
  • i paesi membri dell’Unione Europea; e
  • Corea del Sud.

Entro il 1 maggio 2018, il Presidente deciderà se continuare a esentare questi paesi dalle tariffe, in base allo stato di avanzamento delle discussioni. L’Unione europea negozierà a nome dei suoi paesi membri.

Immagine correlata

Il Presidente conserva ampia autorità per modificare ulteriormente le tariffe, anche eliminando le sospensioni o sospendendo altri paesi.

Nel frattempo l’Araba Fenice finisce arrosto a temperature sotto i 12.000 gradi e il trentennale americano si appresta a dare il colpo di grazia alle aspettative sull’inflazione, il momento è topico. Si sa quando inizia, ma non si sa quando finisce!

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Economia

Le lingue di Bayer – Analista Simone Rubessi

Author: Il Respiro del Grafico Finanza.com Blog Network Posts

DISCLAIMER : Qualsiasi informazione, notizia, nozione, previsione, valore, prezzo o tecnica espressi all’interno del presente articolo sono semplici pareri personali dell’autore, con esclusiva finalità educativa e didattica, il suo contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o “raccomandazione di investimento” o “incentivo all’investimento” né in forma esplicita che implicita. Nulla di quanto riportato ha lo scopo di prestare consigli operativi personalizzati, di acquisto e/o vendita, né raccomandazioni personalizzate riguardo una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. Nessuna opinione espressa riguardante investimenti o strategie di investimento può pertanto considerarsi adeguata alle caratteristiche di una specifica persona in merito alla sua conoscenza ed esperienza del trading online ed alla sua situazione finanziaria. L’autore del presente articolo avvisa che quanto scritto o previsto è un semplice punto di vista personale e non deve assolutamente essere considerato attendibile o adatto per possibili guadagni futuri.  Chiunque utilizzi queste informazioni per scopi diversi da quelli didattici lo fa esclusivamente di propria iniziativa e sotto la propria esclusiva responsabilità.


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Le lingue di Bayer



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DOLLAR INDEX VS LIBOR.OIS

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Rileggendo l’ultimo manoscritto mi sono accorto che prima di trasformarlo in PDF ho omesso un’altra importante informazione a corollario di quanto sino ad oggi detto.

Secondo Nordea Markets è giunto il momento di comprare un biglietto della lotteria in dollari!

Ma prima partiamo dallo spread LIBOR OIS  per spiegare come nel corso della recente crisi ci sono state notevoli tensioni sul mercato monetario, che
hanno portato ad un sensibile differenziale tra i tassi su depositi interbancari privi di garanzia a medio-breve termine (LIBOR) e i tassi su Overnight Indexed Swaps, Lo spread LIBOR-OIS è principalmente un indicatore che segnala il rischio di liquidità in entrambi i mercati.

Dal 2014 l’indice DXY ( dollar Index )  ha sostanzialmente seguito l’andamento dello spread LIBOR OIS. Se questa correlazione non si rompe, significa un potenziale rafforzamento relativo per il dollaro nei prossimi trimestri “, afferma Andreas Steno Larsen, senior strategist di Forex presso Nordea Markets.

Larson e il team Nordea hanno segnalato un divario crescente (spread) tra il costo del prestito in dollari USA al London Interbank Offered Rate (LIBOR) e il tasso nel mercato degli swap sugli indici overnight overnight, che segue da vicino il principale tasso di interesse della Federal Reserve.

Sopra: grafico di Nordea Markets che mostra lo spread LIBOR-OIS (blu) e l’indice del dollaro USA (rosso).

Lo “spread” LIBOR-OIS (sopra) è raddoppiato nel 2018. La causa del movimento è stata un aumento del tasso LIBOR, che è il tasso che le banche si fanno pagare reciprocamente per prendere a prestito liquidità per brevi periodi.

Nordea attribuisce la prevedibile scarsità del dollaro USA al coinvolgimento sempre minore della Federal Reserve nel mercato obbligazionario e alle riforme fiscali del presidente Donald Trump, che sembrano agire come un aspirapolvere che sta aspirando dollari americani dal sistema finanziario internazionale.

Il principale tra i motivi per la preferenza di  “King Dollar” è la scelta del presidente Trump per il direttore del Consiglio economico nazionale Larry Kudlow e la prospettiva di una guerra tariffaria commerciale. Una guerra commerciale con altri paesi potrebbe sostenere il biglietto verde a breve termine, data l’incertezza che potrebbe colpire l’economia globale.

“L’aumento del debito pubblico degli Stati Uniti sulla scia della politica fiscale espansiva dell’amministrazione Trump viene spesso ricordato. Tuttavia, i primi anni ’80 ci ricordano che una politica del genere sostiene un dollaro più forte a medio termine e una politica commerciale protezionistica in genere sosterrebbe il dollaro “, afferma Ulrich Leuchtmann, responsabile della strategia FX presso Commerzbank .

“Di conseguenza, l’attuale debolezza dell’USD, che dovrebbe essere dovuta principalmente a fattori di mercato, è improbabile che duri molto più a lungo. Anticipiamo un dollaro più forte entro la fine dell’anno. “

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