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[976] Gold: Bright Future or Faded Luster?


Peter Schiff from Euro Pacific Capital joins Bart Chilton as they discuss the current prices of gold and if it has a bright future going into 2018. Moody’s downgrades Higher Education stocks from stable to negative, David Miller is on to discuss. GOP tax bill is still under scrutiny as it heads to conference; Steve Malzberg discusses with Bart Chilton. Follow us on Twitter:
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RIFORMA FISCALE: TERRORE IN EUROPA!

Author: icebergfinanza Finanza.com Blog Network Posts

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Donald trump ha appena raccontato alla Merkel come intende sistemare l’Europa, mentre tacchini e polli americani continuano ad alimentare miseri consumi indebitandosi all’inverosimile, superando ormai il record precedente la Grande recessione, il buon Donald sta favorendo gli affari di Wall Street e delle multinazionali alle spalle della classe media americana.

La scorsa settimana in DEBT NIGHTMARE! abbiamo scritto che tra le pieghe della nuova riforma fiscale sta nascosta una vera e propria bomba deflattiva, una sorta di protezionismo nascosto a favore delle multinazionali americane…

Ve la ricordate l’arma letale di Trump, «Border tax»: ecco l’arma letale di Donald Trump

Nascosta tra le righe della riforma c’è un dettaglio, ce l’ha messo il diavoletto che vuole portare a termine questa nemesi,  una piccola norma che non mancherà di colpire le società straniere che vendono beni e servizi in America, una percentuale del 20 % via controllate che operano sul territorio USa e in più una minimum tax del 10% da richiedere ogni volta che ci saranno trasferimenti di denaro a favore di controllate o case madri all’estero.

La“border adjustment tax” la giusta dose di protezionismo travestito a danno delle aziende globali.Nel prossimo outlook 2018 vi racconteremo la vera dimensione di questa riforma fiscale.

… e puntuale arriva la risposta da quel che resta di questa Europa alla deriva…

Ue, 5 ministri delle Finanze: “La riforma fiscale di Trump ci preoccupa molto 

La riforma fiscale avviata da Donald Trump «causa preoccupazioni significative da una prospettiva europea». Con una lettera firmata dai ministri delle Finanze dei cinque Paesi più grandi – Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna – l’Europa lancia un appello alla Casa Bianca, chiedendo un «compromesso più bilanciato» in vista dell’approvazione definitiva. Dunque una retromarcia. Perché «è importante che la sovranità del governo Usa sulla politica fiscale interna sia esercitata in coerenza con gli obblighi internazionali che ha sottoscritto». Per evitare «un impatto distorsivo sul commercio internazionale».

I timori Ue – di cui i ministri hanno discusso una settimana fa a Bruxelles durante la riunione dell’Ecofin – sono elencati punto per punto. Il primo riguarda l’imposta del 20% sui pagamenti alle società estere che agiscono attraverso delle controllate locali. Una mossa che «avrebbe un impatto sugli accordi commerciali», potrebbe finire «in contrasto con le regole della Wto» e rischierebbe di violare gli accordi sulla doppia imposizione.

C’è inoltre il timore di ripercussioni sui mercati finanziari, perché la «Base erosion ad anti-abuse tax» finirebbe per colpire le attività bancarie e assicurative internazionali, sottoponendo le transazioni finanziarie infragruppo transfrontaliere a un’imposta del 10%, che colpirebbe le società estere. I cinque ministri – Peter Altmaier, Bruno Le Maire, Philip Hammond, Pier Carlo Padoan e Cristobal Montoro Romero – vedono inoltre «la possibilità che alcune delle misure proposte possano costituire pratiche commerciali sleali e scoraggiare gli istituti finanziari non statunitensi dall’operare negli Stati Uniti».

Ahahahahhh! Hanno paura che colpiscano le attività bancarie e assicurative capito!

C’è infine il timore per gli effetti della proposta che prevede un regime fiscale preferenziale per «i redditi immateriali derivati dalle attività estere», ossia il reddito che deriva dalla vendita o dalla concessione di licenze per beni e servizi per il loro uso al di fuori dagli Usa che è considerato in eccesso rispetto al rendimento delle attività materiali. La Casa Bianca intende ridurre l’aliquota al 12,5% e questo, secondo i cinque, rischia di caratterizzarsi come un «sussidio illegale alle esportazioni», in violazione delle norme della Wto.  La lettera, indirizzata al Segretario al Tesoro Usa Steven Turne Mnuchin, si conclude con un appello in cui vengono ribadite le «forti preoccupazioni» europee per i possibili impatti e le distorsioni sulle attività commerciali e di investimento. «Vi saremmo molto grati – scrivono i ministri – se teneste in considerazione queste nostre preoccupazioni nel corso degli ulteriori sviluppi» della riforma.

Ridicoli, vi saremo molto grati, invece di minacciare ritorsioni, non hanno ancora capito che si sta preparando una guerra commerciale planetaria, Trump mira a questo!

Tu pensa che quel mattacchione di Mnuchin ha appena aumentato le stime del Pil americano per i prossimi dieci anni portandole dal 2,2 % al 2,9 % grazie ai tagli, questi signori pensano di accelerare la crescita per coprire il deficit in piena deflazione da debiti, ignoranti sino al midollo, non succederà MAI!

Usa: Tesoro, crescita economica garantira’ entrate per coprire tagli a

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – New York, 11 dic – L’agenda economica del partito repubblicano generera’ una crescita tale che garantira’ entrate addizionali da imposte per 1.800 miliardi di dollari, piu’ di quanto serve per coprire i tagli alle tasse per 1.500 miliardi di dollari in 10 anni su cui il Gop sta lavorando. Lo sostiene il dipartimento americano del Tesoro, ricorrendo a stime di crescita che sono decisamente piu’ rosee di quelle elaborate da un organismo congressuale bipartisan chiamato a calcolare gli effetti dell’imposizione fiscale. Stando al ministero guidato da Steven Mnuchin, il tasso di crescita di lungo termine passera’ a un +2,9% annuo da un +2,2%. E’ quella differenza a generare le entrate extra stimate ma nel documento diffuso oggi il Tesoro non vengono forniti i dettagli sulle fonti di quella crescita. Se per il personale del Tesoro un simile tasso di crescita e’ “molto ragionevole”, per il Joint Committee on Taxation (JCT) il Pil crescera’ in media dello 0,8% in un decennio sulla scia di una riforma fiscale, molto meno del rialzo annuo dello 0,7% stimato dall’amministrazione Trump. Stando all’organismo congressuale bipartisan, dunque, non ci saranno entrate sufficienti per coprire i tagli alle aliquote (nel caso delle aziende dovrebbero scendere al 20% dal 35% attuale). JCT ha stimato che la bozza di riforma fiscale approvata al Senato (e che deve essere uniformata con quella della Camera) farebbe esplodere il deficit di mille miliardi di dollari nel prossimo decennio.

Jason Furman ha definito le analisi dell’amministrazione Trump, “uno scherzo imbarazzante”, mentre i democratici l’hanno definita una pagina intera di “finta matematica” ed hanno ragione, solo un idiota può pensare che questa riforma fiscale possa stimolare assunzioni o investimenti e la risposta la trovate qui sotto…

Bank of America annuncia buyback aggiuntivo da 5 miliardi

Ve ne ho postate solo due, preparatevi ad assistere al festival degli azionisti, altro che investimenti o nuova occupazione, c’è da scompisciarsi dalle risate.

Ma questo lo vedremo insieme nel prossimo “Outlook 2018 EPIC MOMENT”

Appare soltanto in tempi di pace e prosperità, e scompare nei tempi bui…

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Piazza Affari: FTSE Mib al test dei 22.830 punti

Author: redazione [email protected] Finanza.com Blog Network Posts

FTSE Mib: l’indice italiano oggi è alle prese con il test dei 22.830 punti, dopo la rottura venerdì scorso della resistenza dei 22.500 punti. I corsi affrontano dunque una barriera psicologica importante non solo per la presenza di un livello statico ma anche dinamico. In area 22.800 punti passa infatti anche la ex trend line rialzista, ora resistenza, che ha accompagnato i corsi da giugno. Da monitorare i volumi su un tale impulso rialzista e cercare la conferma anche sui listini europei quali Eurostoxx 50 e Dax che per ora rimangono ancora nel trading range in auge da metà novembre.

Eurostoxx 50: l’indice europeo rimane al di sotto della resistenza psicologica dei 3.600 punti. A differenza dell’indice italiano dunque l’Eurostoxx 50 ha espresso meno forza venerdì scorso. I prezzi si mantengono in un trading range da metà novembre tra la su citata resistenza e il supporto a 3.520 punti. Da monitorare dunque i 3.600 punti, la cui rottura avrebbe come prime resistenze 3.627 punti e 3.700 punti. Al ribasso invece i primi supporti sono a 3.574 punti e 3.520 punti.

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In the Long Run Are We All Dead?


James Boyce, Michael Grubb, Richard Heede & Adair Turner discuss climate change and denial. Download the papers & presentations: https://www.ineteconomics.org/conference-session/in-the-long-run-are-we-all-dead

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BITCOIN FUTURES, c’è qualcosa che sfugge.

Author: Marco Dal Prà Finanza.com Blog Network Posts

Mentre la notizia dei Bitcoin Futures sta rimbalzando tra i mass-media di tutto il mondo, compresi i TG italiani e mentre si susseguono interpretazioni e previsioni su quello che potrà succedere da oggi in avanti alla nota criptovaluta, colgo l’occasione di queste righe per portarvi anche il punto di vista di un tecnico, in modo da darvi l’opportunità di meglio comprendere la mole di tasselli che compongono l’ecosistema formato da bitcoin e le altre criptovalute.

Il rischio infatti è di dare per scontate certe cose “abituali” che nel mondo delle criptovalute non lo sono affatto.

Ci tengo anche ad evidenziare che non sono tra coloro che ritengono bitcoin come un’entità “soprannaturale” pura ed intoccabile, ma al contrario mi ritengo molto pratico, realista e pragmatico. Ecco perché, come ho già avuto modo di dire, non ho trovato nulla di strano o “scandaloso” nella notizia dell’apertura al mercato dei Futures anche per bitcoin. Anzi direi che è un passaggio che doveva prima o poi avvenire.

Personalmente ritengo bitcoin una valuta, decentrata e peer-to-peer, ma sempre e comunque una valuta. Pertanto soggetta alle regole del mercato o se vogliamo, dei mercati finanzari.

Questo si è visto le scorse settimane dopo l’annuncio del CME, con la corsa all’acquisto di bitcoin e per riflesso di tutte le altre criptovalute, fino a Venerdì 8, quando con il picco di quasi 20.000 $ raggiunto in qualche Exchange, sono cominciate le vendite. Vendite che non si sono spostate solo nel denaro fiat, ma anche nelle “Altcoin”, le criptovalute diverse da bitcoin, che alcuni investitori ritengono buone per parcheggiare i propri fondi.

Cosa che quest’anno è successa già altre volte.

Ma cosa succederà da domani ? Forse anche nulla !

Vediamo perché.

Primo motivo – Cassettisti

Moltissimi di coloro che acquistano bitcoin e criptovalute lo fanno per accantonare i propri risparmi e non per fare trading. Li tengono fermi e basta. Vuoi per renderli immuni da una eventuale crisi economica stile Lehman Brothers (o peggio), vuoi perché non vogliono rischiare un sequestro dal loro conto corrente bancario stile Cipro, vuoi perché lo trovano un sistema per contestare il sistema bancario attuale, sta di fatto che a tutta questa gente dei futures non importa proprio nulla. Non saranno loro a creare una esplosione di vendite. Si fidano troppo della solidità della sottostante “blockchain”.

Per il resto ci saranno i trader che operano quotidianamente e che sanno già come muoversi, evitando o limitando di usare lo strumento “stop loss” che qui farebbe molti danni.

Secondo Motivo – Cambiavalute

I canali ufficiali per fare ingresso nel mondo delle criptovalute, gli Exchange,  sono ancora pochissimi. Secondo il portale Cryptocompare gli exchange sono meno di 100, ma quelli che scambiano con valute fiat sono ancora meno; gli altri si limitano a scambiare bicoin con le altcoin, senza gestire le valute tradizionali, come fa ad esempio la svizzera Shapeshift o l’americana Poloniex.

Ma c è un’altro fattore da tenere in considerazione : qui non esistono canali interbancari, pertanto le banche devono operare assieme a tutti gli altri, compresi i piccolissimi utenti che entrano per scambiare anche solo 20 dollari.

Ricordo inoltre che in questi ultimi mesi gli exchange sono “ingolfati” da migliaia di richieste al giorno di nuovi utenti che vogliono registrarsi. Coinbase, forse il più famoso, dicono ne abbia ricevute fino a 55.000 in un solo giorno. Utenti che nella maggior parte dei casi entrano solo per provare o comunque con cifre veramente trascurabili. Ma pur sempre utenti che si autenticano al portale e che effettuano operazioni.

Come faranno i grandi player della finanza ad entrare in questo mondo ? Non posso escludere che qualcuno di loro stia cercando di concludere accordi con qualche exchange per ottenere una corsia preferenziale, ma non credo che siano in tanti a poter concludere simili accordi : gli exchange sono troppo pochi !

Addirittura i canali preferenziali potrebbero essere già esauriti da tempo.

Se alcuni lo faranno o lo hanno già fatto, non so nemmeno se riusciranno a tenere la notizia tanto “sottobanco”.  Gli elefanti sono difficili da nascondere se la stanza è piccola. Figurarsi una balena nella vasca da bagno.

Terzo motivo – KYC & C.

Le normative antiriciclaggio (AML) e “conosci il tuo cliente” (KYC) che sono arrivate nel 2017 anche negli exchange, non sono state accolte con molto entusiasmo, soprattutto quando coinvolgono clienti che risiedono negli Stati Uniti.

Alcuni exchange non sono molto propensi a gestire questo genere di clienti, che sono una vera e propria “rogna” dal punto di vista burocratico.

C’è poi da aggiungere che Bitfinex, uno dei più grandi exchange a livello mondiale, ha il dente avvelenato con le banche americane, che lo hanno osteggiato in tutti i modi, tanto che lo stesso Exchange ha avviato cause legali direttamente negli USA.

In poche parole, se al punto precedente abbiamo notato che la stanza è piccola, ora si scopre che anche la porta è molto stretta, soprattutto per chi arriva dagli Stati Uniti.

Quarto motivo – Orari

Bitcoin è una valuta, pertanto funziona H24, 365 giorni all’anno. Non ci sono giorni di chiusura, non è chiusa di notte. Non ci sono le feste comandate.

Come si pongono i futures contro questa situazione ? Tu scommetti su qualcosa e poi il giorno dopo ti accorgi che durante la notte è successo qualcosa di completamente diverso.

Non sono qui io l’esperto per parlare di futures, ma è possibile “giocare” con questi prodotti, mentre il sottostante continua a muoversi ?

Senza contare un grossissimo rischio legato ai precedente Secondo Punto : talvolta gli exchange vanno fuori servizio per eccessivo numero di utenti ! Una cosa che succede molto più spesso di quanto si creda.

Basta vedere il report di GDAX, la piattaforma di trading di Coinbase : nonostante il livello di qualità molto elevato… ci sono problemi ogni tre giorni (LINK QUI)!

Siete disposti a fare un grosso investimento, per poi rischiare di non concludere nulla ( o di perdere) perché il vostro exchange è bloccato da troppi utenti  ?

Quinto motivo – Blockchain

La blockchain è un ottimo sistema per archiviare le transazioni delle criptovalute, ma è un sistema ancora in stadio prototipale. Funziona con i piccoli numeri ma con i grandi numeri c’è ancora moltissimo lavoro da fare. Bitcoin a livello mondiale non riesce a fare più di 3 pagamenti al secondo. Sono pochissimi. Un numero ridicolo. Visa o Mastercard nel fanno oltre 50.000. Su questo argomento la comunità di sviluppatori bitcoin si è addirittura divisa, dando luogo a delle monete alternative (Bitcoin Cash e Bitcoin Gold sono alcune), una vera e propria scissione che con soluzioni tecniche diverse.

E la lentezza di bitcoin è uno dei motivi che ha portato alla nascita della criptovaluta Ethereum, molto più efficiente della prima. Ma che oggi è stata messa in difficoltà da un banale gioco (crypto kitties) nel quale la valuta è usata come piattaforma per scambiarsi dei gattini virtuali. Follia !

Cosa direste alla vostra banca se vi informano che un bonifico tarda ad arrivare perchè gli altri clienti stanno giocando con la playstation ? Significa che molto lavoro c’è ancora da fare. Tempi incerti non consentono, ad esempio, di fare arbitraggio tra gli exchange.

Spesso infatti la differenza nelle quotazioni di bitcoin tra un exchange e l’altro ha valori molto importanti, anche oltre 3000$ . Un “gioco” che frutterebbe ritorni importanti, se la velocità degli spostamenti fosse sempre assicurata, ma purtroppo non è così.

Stiamo usando internet del 1992 : chi si poteva aspettare che un giorno ci avrebbe permesso vedere video on demand ? Ci siamo ma occorre pazientare e permettere alla tecnologia di affinarsi e correggersi.

Conclusione

Da tecnico vedo piuttosto difficile che il mondo finanziario tradizionale riesca oggi ad interferire in modo importante sul piccolo mercato delle criptovalute, un mondo ancora ad un livello primordiale e troppo poco attrezzato per supportare grandi numeri e grandi player. Significa che le cose potrebbero cambiare, ma in modo molto meno accentuato di quanto si creda, proprio per i limiti tecnologici che si troverà davanti.

Per quanto riguarda i futures, pur non sapendo “che fine faranno”, hanno certamente il merito di aver pubblicizzato bitcoin e le criptovalute tanto da provocare l’entrata di moltissimi nuovi utenti. Un avvenimento che costringerà le piattaforme di scambio, gli Exchange, a migliorarsi e ad aumentare le loro potenzialità.

Ma questa non è solo l’occasione per aumentare l’adozione delle criptovalute come bitcoin e portarla sempre più vicina al grande pubblico, ma anche per aumentare l’efficienza e la solidità del software che ne permettono il funzionamento.

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