Categorie
Tecnologia

Game of Thrones 8, la recensione del secondo episodio

Author: Eleonora Caruso Wired

ATTENZIONE SPOILER – Ancora niente azione, ma gli estranei ormai sono lì, poco fuori le mura di Grande Inverno. Le ultime parole vengono dette, anche il segreto dei segreti. Le lame verranno sguainate nella prossima puntata. O almeno speriamo

Dopo l’accoglienza prevedibilmente mista del primo episodio (qualcuno l’ha trovato solido, qualcun altro debole), anche questa settimana Game of Thrones prosegue sullo stesso tracciato: poca azione, molti incontri, parecchi nodi che vengono al pettine.
Jaime Lannister arriva a Winterfell, dove si svolge l’intero episodio. L’accoglienza che riceve non è delle migliori, dati i suoi trascorsi tanto con gli Stark tanto quanto con i Targaryen, e la sua presenza è sufficiente a far affiorare in superficie le tensioni nell’aria tra Sansa, Daenerys e Jon.

Jaime se lo aspettava, tuttavia, e mantiene lo stato di rassegnazione dimessa che da un po’ di tempo caratterizza il personaggio. Poco male, dato che si tratta di uno tra i più riusciti dell’intera saga, e questo diventa ancora più evidente nel momento in cui prima Bran, poi Tyrion, lo mettono davanti alla verità; il primo non perdonandolo, il secondo smontando una bugia che da tempo lo show cerca di imboccarci: “Cersei non ti ha mai ingannato. Hai sempre saputo chi era, e l’hai amata comunque”.

game of thrones

La tensione tra Daenerys e Sansa sembra potersi risolvere, per un attimo, ma le due donne continuano a volere cose inconciliabili: una il trono, l’altra l’indipendenza del Nord. Il loro confronto è comunque interrotto dall’arrivo di Theon, sugellato da un toccante abbraccio che mette fine, almeno simbolicamente, al suo lungo e doloroso arco di redenzione. Anche più di Jaime, Theon Greyjoy si conferma uno dei personaggio più umani e riusciti di Game of Thrones, complice l’ottimo Alfie Allen.

Com’è evidente nell’episodio, Daenerys è intrattabile quanto Cersei, e questo si presta a svariate interpretazioni, da un punto di vista critico. Alcuni, infatti, considerano problematico che gli sceneggiatori sappiano immaginare le donne di potere in un solo modo, cioè nervose, dispotiche ed egoiste. Per quanto mi riguarda, ritengo invece che questo risvolto sia coerente al discorso che George R. R. Martin ha cominciato, nei libri, sulla tossicità del potere. Daenerys adesso è più potente di qualsiasi altro personaggio, dal punto di vista sia personale che politico, e pretendere da lei che sia anche dolce, equilibrata, tranquilla, sarebbe ridicolo e stucchevole. Più importante è che sappia tornare sui propri passi, riflettere una volta sbollita la rabbia, ascoltare i consigli anche se mal volentieri. È questo a renderla diversa da Cersei, da suo padre e dalla maggior parte degli altri Re che abbiamo visto. E poi, perché dovrebbe essere per forza simpatica?

Soddisfazione assoluta, piacevolmente puerile, per l’evoluzione del rapporto tra Arya e Gendry (era dalla seconda stagione, quando entrambi erano ragazzini, che i fan aspettavano), solita noia per l’ennesimo episodio non richiesto della soap opera tra Verme Grigio e Missandei. Che sorpresa sarà, quando uno dei due morirà nel prossimo episodio, vero?

Necessario il confronto tra Daenerys e Jon sulle origini di quest’ultimo e bello che sia accaduto subito, non più avanti, tanto per allungare il brodo. Il momento più emozionante dell’episodio, però, è senza ombra di dubbio quello in cui Jaime nomina Brianne cavaliere dei Sette Regni, la notte prima della grande battaglia. Questa scena, già di per sé ben pensata, dimostra quanto si possa fare dei dei personaggi ben costruiti e dei bravi attori a dar loro vita. Il desiderio di Brienne di diventare cavaliere è sempre passato in sordina di fronte ai clamori della storia, e che proprio Jaime lo riconosca ed esaudisca ha un grande significato. Davvero un momento magnifico, che vale da solo più delle tante strizzate d’occhio girl power così in voga in questi anni.

Al netto di ciò che funziona, è impossibile non notare i soliti difetti che la serie si trascina ormai da un po’. I dialoghi sembrano tutti a beneficio dello spettatore, servono a spiegare chiarire e rivangare, e le scene assecondano i suoi desideri. Questo non può che indispettire il pubblico più smaliziato, che vede quali fili vengono tirati e sa fin troppo bene cosa aspettarsi ogni volta. Tuttavia, per quanto io stessa noti e non apprezzi questo cambiamento (cominciato nel momento in cui non ci sono più stati i libri di Martin come riferimento), mi rendo anche conto del fatto che fosse inevitabile; a un certo punto Game of Thrones è diventato troppo grosso, dentro e fuori dalla serie, per non dover cedere a un po’ di didascalismo, e continuare a lamentarsene sarebbe sterile. La qualità è ancora alta, la serie tiene botta, intrattiene, sta andando da qualche parte. All’ottava stagione di un progetto così ambizioso, non è poco. Vediamo se col prossimo episodio – che si preannuncia fondamentale – sapremo andare oltre a questo.

Leggi anche

Potrebbe interessarti anche

Categorie
Tecnologia

10 foto per celebrare la Giornata mondiale della Terra

Author: Daniele Biaggi Wired

Un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, da 49 anni si celebra la Giornata mondiale della Terra per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’ambiente

Come ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, si celebra la Giornata Mondiale della Terra, occasione in cui, su spinta delle Nazioni Unite, 175 paesi prendono parte alle celebrazioni con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravosi temi ambientali con cui il mondo deve fare i conti oggi più che mai.

Venne celebrata per la prima volta nel 1970, e da quel momento è diventata un’occasione educativa e informativa con cui organizzazioni, governi e cittadini fanno i conti con temi all’ordine del giorno come inquinamento, esaurimento delle risorse non rinnovabili, riciclo, tutela degli habitat ed estinzioni.

Per celebrare la ricorrenza, abbiamo raccolto 10 scatti suggestivi in giro per il mondo: li trovate nella gallery qui in alto.

Potrebbe interessarti anche

Categorie
Tecnologia

Earth Day, la vera storia della Giornata della Terra

Author: Stefano Dalla Casa Wired

Lo sapete che in realtà questa celebrazione è stata il mese scorso? Si tratta di una delle tante storie che girano attorno alla giornata dedicata all’ambiente (tra complotti e furti del nome)

23 aprile 1970, una prima pagina dedicata al primo Giorno della terra (Photo By: /NY Daily News via GettyImages)

Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata della Terra, ma probabilmente non ci siamo accorti che circa un mese fa si è celebrata una ricorrenza con lo stesso nome. Il motivo è che l’originale Earth Day, che coincide con la data dell’equinozio di primavera, è stato quasi completamente dimenticato. Eppure è stato proposto per la prima volta nell’autunno del 1969 a San Francisco dal pacifista e religioso John McConnell, si è celebrato per la prima volta l’anno seguente, ed è stato rapidamente ufficializzato dalle Nazioni Unite, nel 1971. La tradizione principale associata alla ricorrenza, dedicata sia all’ambiente che alla pace, è diventata una cerimonia al quartier generale delle Nazione unite a New York, dove appunto si suona la Campana della pace nel momento esatto dell’equinozio dell’emisfero settentrionale. In giro per il mondo alcune istituzioni promuovono eventi simili, ma nel complesso il tutto ha smesso da tempo di fare notizia.

Il Giorno della Terra del movimento ambientalista

L’altra Giornata della Terra, quello che tutti conosciamo, è nato nello stesso anno da un’idea del senatore democratico Gaylord Nelson, ambientalista, e inizialmente era stato pensato per i soli Stati Uniti. Ma a differenza del simbolico giorno della terra marzolino, l’iniziativa di Nelson chiamava all’azione: una giornata di dibattiti rigorosamente organizzati dal basso e in tutto simili a quelli contro la guerra del Vietnam, per discutere la necessità di affrontare le crisi ambientali in corso. Nel ’69, tra le altre cose, si era infatti verificato un gravissimo incidente petrolifero a Santa Barbara, California.

Il successo della prima Giornata della Terra, nel 1970, segnò una svolta per il movimento ambientalista americano. Durante il cosiddetto decennio ambientalista che seguì, gli Stati Uniti vararono importanti leggi per l’ambiente e la salute. Nonostante in quel periodo 2 presidenti su 3 siano stati repubblicani, alcune di quelle leggi sono ora minacciate dall’amministrazione Trump.

Un nome rubato?

Secondo McConnell, Nelson aveva pensato indipendentemente alla sua iniziativa, ed erano già in corso i preparativi per i dibattiti del 22 aprile 1970. Ma insinua che gli avrebbe almeno rubato il nome, dopo aver tentato di convincerlo a spostare la data della sua giornata al 22 aprile e unificarle. In effetti inizialmente l’iniziativa era stata chiamata National environmental teach-in day, e non serviva un genio del marketing per capire che serviva un nome più accattivante. Ma secondo diversi testimoni anche il nome Earth Day sarebbe stato ideato dallo staff di Nelson, indipendentemente da McConnell, e la stampa lo adottò subito.

In ogni caso McConnell non accettò la fusione, anche perché pensava che il suo giorno meritasse una data a propria volta simbolica: l’equinozio di primavera lo era sicuramente, anche da un punto di vista religioso. Nelson invece era stato più pratico, in linea con quello che aveva in mente. Il 22 aprile non aveva un particolare significato, ma non si sovrapponeva né alle festività né alle vacanze dei college, inoltre in questo periodo le temperature e le condizioni meteo sono di solito buone.

Le leggende metropolitane negazioniste: il complotto comunista…

Ma Nelson e il movimento ambientalista non avevano fatto i conti con l’inventiva dei negazionisti scientifici, da sempre pronti a cercare di infangare ogni forma di partecipazione popolare, sostenuta dal consenso scientifico, che possa portare a regolamentazioni finanziariamente indigeste. Nel decennio precedente ne aveva fatto le spese personalmente Rachel Carson, autrice di Primavera silenziosa, che non a caso fu additata come comunista. Oggi dagli stessi ambienti è addirittura accusata di genocidio per aver portato al bando del ddt.

Il Giorno della terra fu puntualmente accusato di essere un complotto comunista sotto mentite spoglie. Un detto diffuso in certi ambienti dice che gli ambientalisti sono cocomeri, verdi fuori e rossi dentro, ma in questo caso si erano traditi. Il 22 aprile era la data di nascita di Vladimir Lenin, e nel 1970 cadeva il centenario: ovviamente quel bolscevico di Gaylord Nelson intendeva diffondere il socialismo sotto mentite spoglie… A parte il fatto che Nelson nega di essere mai stato a conoscenza della coincidenza (ma si sa, non si può prendere per buona la parola dei rossi), non esiste alcuna prova che colleghi la creazione della Giornata della terra al rivoluzionario. Nelson ha ricordato che fu l’ultraconservatrice John Birch Society ad accusarlo per prima, ma dopo sessant’anni il meme è ancora molto popolare nei vari siti di destra. Alcuni di questi cercano di legare il giorno della terra al subbotnik, cioè giornate di lavoro gratuito (più o meno volontario) dedicate a servizi di pubblica utilità, per esempio pulizia della città. L’usanza fu istituita da Lenin per i weekend dopo la rivoluzione d’Ottobre, ma non ha nulla a che vedere col suo compleanno né con l’ambientalismo. Se è possibile che per il 22 aprile, tra le varie iniziative, siano previste anche operazioni collettive di pulizia, la Giornata della Terra è stata pensata per dire ai politici cosa fare, non viceversa.

… e il fondatore assassino

Un’altra leggenda sul Giorno della terra riguarda Ira Einhorn, meglio noto come The Unicorn Killer. Nel ’77 Einhorn uccise la sua ex-ragazza Holly Maddux, il cui corpo fu trovato solo due anni dopo, a casa sua. Dal momento che Einhorn, allora figura di spicco della controcultura, aveva partecipato attivamente al primo Giorno della terra a Filadelfia, oggi in giro si può leggere che la ricorrenza ambientalista sarebbe stata ideata, almeno in parte, da questo assassino. È stato lo stesso Einhorn, dopo la cattura, a enfatizzare la sua connessione con il primo Giorno della Terra, ma come spiega Snopes la realtà è molto diversa. Einhorn aveva partecipato solo alle iniziative di Filadelfia, quando già il messaggio del senatore Nelson era stato recepito. Il comitato promotore però fu costretto a impedirgli l’accesso alle assemblee, dove era visto come una fonte di disturbo. Del resto stiamo parlando di una persona che si difese dicendo che era stato incastrato dalla Cia, perché sapeva troppo delle loro ricerche sul paranormale.

La persistenza di queste voci, per quanto stupide e infondate, può forse darci un’idea di quello che dovranno sopportare le Greta di questo mondo negli anni a venire.

Leggi anche

Potrebbe interessarti anche

Categorie
Tecnologia

Top Contributors Awards! VB.NET Type conversions and many more!

Author: [Kamlesh Kumar] TechNet Blogs

Welcome back for another analysis of contributions to TechNet Wiki over the last week.

First up, the weekly leader board snapshot…

As always, here are the results of another weekly crawl over the updated articles feed.

Ninja Award Most Revisions Award
Who has made the most individual revisions

#1 Peter Geelen with 111 revisions.

#2 Ramabadran Vasudevan with 36 revisions.

#3 Emre Ozan Memis with 31 revisions.

Just behind the winners but also worth a mention are:

#4 Dave Rendón with 22 revisions.

#5 Fernando Lugão Veltem with 11 revisions.

#6 Edward van Biljon with 10 revisions.

#7 Leon Laude with 9 revisions.

#8 Hamid Sadeghpour Saleh with 8 revisions.

#9 George Chrysovaladis Grammatikos with 8 revisions.

#10 Av111 with 8 revisions.

Ninja Award Most Articles Updated Award
Who has updated the most articles

#1 Peter Geelen with 45 articles.

#2 Emre Ozan Memis with 19 articles.

#3 Ramabadran Vasudevan with 17 articles.

Just behind the winners but also worth a mention are:

#4 Dave Rendón with 9 articles.

#5 Av111 with 4 articles.

#6 Hamid Sadeghpour Saleh with 4 articles.

#7 George Chrysovaladis Grammatikos with 3 articles.

#8 Fernando Lugão Veltem with 2 articles.

#9 Richard Mueller with 2 articles.

#10 Leon Laude with 2 articles.

Ninja Award Most Updated Article Award
Largest amount of updated content in a single article

The article to have the most change this week was Azure Managed Instance: Configure P2S VPN Using Certificates and Connect to SQL managed Instance from On-premise Machine , by Shanky_621

This week’s reviser was George Chrysovaladis Grammatikos

Ninja Award Longest Article Award
Biggest article updated this week

This week’s largest document to get some attention is VB.NET Type conversions (Part 1), by Kareninstructor

This week’s revisers were Peter Geelen & Kareninstructor

Ninja Award Most Revised Article Award
Article with the most revisions in a week

This week’s most fiddled with article is Microsoft Power Platform: Entendendo , by Fernando Lugão Veltem. It was revised 15 times last week.

This week’s revisers were Fernando Lugão Veltem, Dave Rendón & Peter Geelen

Ninja Award Most Popular Article Award
Collaboration is the name of the game!

The article to be updated by the most people this week is Windows server 2019 Step-By-Step: Setup Active Directory environment using PowerShell , by Ramabadran Vasudevan

This week’s revisers were Ramabadran Vasudevan, George Chrysovaladis Grammatikos, Emre Ozan Memis & Peter Geelen

Ninja Award Ninja Edit Award
A ninja needs lightning fast reactions!

Below is a list of this week’s fastest ninja edits. That’s an edit to an article after another person

Ninja Award Winner Summary
Let’s celebrate our winners!

Below are a few statistics on this week’s award winners.

Most Revisions Award Winner
The reviser is the winner of this category.

Peter Geelen

Peter Geelen has been interviewed on TechNet Wiki!

Peter Geelen has featured articles on TechNet Wiki!

Peter Geelen has won 295 previous Top Contributor Awards. Most recent five shown below:

Peter Geelen has TechNet Guru medals, for the following articles:

Peter Geelen’s profile page

Most Articles Award Winner
The reviser is the winner of this category.

Peter Geelen

Peter Geelen is mentioned above.

Most Updated Article Award Winner
The author is the winner, as it is their article that has had the changes.

Shanky_621

Shanky_621 has been interviewed on TechNet Wiki!

Shanky_621 has featured articles on TechNet Wiki!

Shanky_621 has won 9 previous Top Contributor Awards. Most recent five shown below:

Shanky_621 has TechNet Guru medals, for the following articles:

Shanky_621’s profile page

Longest Article Award Winner
The author is the winner, as it is their article that is so long!

Kareninstructor

Kareninstructor has been interviewed on TechNet Wiki!

Kareninstructor has won 15 previous Top Contributor Awards. Most recent five shown below:

Kareninstructor has TechNet Guru medals, for the following articles:

Kareninstructor has not yet had any featured articles (see below)

Kareninstructor’s profile page

Most Revised Article Winner
The author is the winner, as it is their article that has ben changed the most

Fernando Lugão Veltem

Fernando Lugão Veltem has won 54 previous Top Contributor Awards. Most recent five shown below:

Fernando Lugão Veltem has not yet had any interviews, featured articles or TechNet Guru medals (see below)

Fernando Lugão Veltem’s profile page

Most Popular Article Winner
The author is the winner, as it is their article that has had the most attention.

Ramabadran Vasudevan

Ramabadran Vasudevan has won 3 previous Top Contributor Awards:

Ramabadran Vasudevan has not yet had any interviews, featured articles or TechNet Guru medals (see below)

Ramabadran Vasudevan’s profile page

Ninja Edit Award Winner
The author is the reviser, for it is their hand that is quickest!

Peter Geelen

Peter Geelen is mentioned above.

 Says: Another great week from all in our community! Thank you all for so much great literature for us to read this week!

Please keep reading and contributing, because Sharing is caring..!!

Best regards,

Categorie
Tecnologia

Lo squalo bianco ha il terrore dell’orca assassina

Author: Viola Rita Wired

Il più grande pesce predatore del mondo si ritira appena scorge un’orca: un nuovo studio mostra come le interazioni fra i grandi predatori dell’oceano possano essere più complesse di quanto sappiamo

squalo bianco
(foto: Benjamin Lowy/Getty Images. Il grande squalo bianco – o semplicemente squalo bianco – presso l’isola di Guadalupe in Messico)

Lo squalo bianco, tra le altre cose protagonista del film Lo squalo di Steven Spielberg, è il maggiore pesce predatore che esista sulla Terra. Eppure anche lui potrebbe non essere invincibile: quando incontra sul suo cammino un’orca assassina, un altro fra i più potenti predatori (in questo caso il film di riferimento per i cinefili è L’Orca assassina di Michael Anderson) si tira indietro e lascia il campo – l’oceano – libero. Anche il colossale squalo, dunque, da predatore potrebbe diventare predato.

E fra i due litiganti è il terzo a godere: a giovare di questo suo allontanamento è l’elefante marino, un mammifero della famiglia delle foche, la preda preferita dello squalo bianco. A descrivere queste dinamiche è uno studio coordinato dal Monterey Bay Aquarium di Monterey, in California, che ha analizzato per anni, attraverso indagini strutturate, le abitudini di questi grandi predatori. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports.

Gli autori hanno analizzato gli spostamenti di 165 squali bianchi con un chip che li ha seguiti dal 2006 al 2013. Inoltre, hanno svolto rilievi per 27 anni sulle abitudini di squali bianchi, orche assassine e elefanti marini presso le isole Farallon, a largo delle coste di San Francisco. “La ricerca in questo paper combina due sorgenti di dati molto solide”, sottolinea Jim Tietz, biologo e coautore dello studio. “Siamo stati in grado di mostrare in maniera definitiva in che modo gli squali bianchi filano via quando appaiono le orche”.

Per studiare se e quando orche e squali sono stati presenti nello stesso tratto di oceano, gli autori hanno comparato i dati delle osservazioni durate 27 anni con quelli raccolti attraverso il tag elettronico apposto agli squali. In tutti i casi esaminati lo squalo bianco si è allontanato dall’isola appena sono arrivate le orche, prendendo il largo nel giro di pochi minuti, e non ritorna fino alla stagione successiva. Di norma la sua meta sono altre colonie di elefanti marini lungo la costa, oppure si dirige al largo. E questo avviene anche se le orche spesso sono solo di passaggio, e si trovano presso le coste delle isole Farallon per meno di un’ora. Gli animali studiati, è giusto sottolinearlo, sono “enormi squali bianchi”, ha commentato Scot Anderson, coautore dello studio, “alcuni sono lunghi 5,5 metri e di solito qui dettano legge”.

Probabilmente gli squali bianchi fuggono per paura o per avversione al rischio e alla competizione, elementi che potrebbero giocare un ruolo anche nella caccia di questi grandi predatori e influenzare l’ecosistema dell’oceano. Ma gli autori non hanno per ora tratto conclusioni sulle ragioni alla base dell’allontanamento: potrebbe essere dovuto al fatto che le orche considerano gli squali bianchi prede, oppure che vogliano semplicemente competere con loro per catturare gli elefanti marini.

Gli elefanti marini, invece, sembrano trarre dei benefici da tutto questo: gli eventi in cui questi animali vengono predati sono diminuiti bruscamente negli anni in cui gli squali erano lontani. Durante i 27 anni di osservazioni gli autori hanno rilevato in media 40 attacchi predatori per ciascuna stagione, con un picco nei mesi di ottobre e novembre, ai danni degli elefanti marini. Negli anni in cui sono state presenti le orche, con gli squali lontani, questi eventi sono calati fino a non essere stati più registrati.

La ricerca, spiegano gli autori, mette in luce l’importanza delle interazioni fra i maggiori predatori, che ancora non sono ben documentate. “Ritengo che questo dimostri che la catena alimentare non è sempre lineare”, conclude Salvador Jorgensen, primo autore del paper. “Le cosiddette interazioni laterali fra i maggiori predatori sulla terraferma sono piuttosto note mentre è più difficile documentare quelle che avvengono negli oceani. E dato che questa avviene così raramente, potrebbe richiedere un po’ più di tempo per comprenderne le dinamiche”.

Leggi anche

Potrebbe interessarti anche