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I 10 film di squali più assurdi mai inventati

Author: Gabriele Niola Wired


Esiste un mondo intorno ai film di squali, un mondo fatto di squali mutati, preistorici e in vacanza in luoghi come mari, lagune, paludi e montagne (?!) in cui non dovrebbero stare. Dal successo di Lo squalo ogni ritegno è caduto e lo sfruttamento dell’atavica paura del grande predatore acquatico può essere declinata in ogni direzione.

Questa settimana Shark – Il primo squalo amplia le dimensioni come nessuno mai, inventando un megalodonte (specie di squalo gigante) mai rilevato, in vita a profondità marine mai esplorate e chiaramente sfrugugliato dagli umani fino a diventare violentissimo e in guerra con chiunque stia in superficie. Per fortuna a combatterlo c’è l’unico essere umano che mena anche sott’acqua: Jason Statham.

La grande passione moderna per gli squali, non è un mistero, è materia di B movies, budget bassissimi, creatività che si esaurisce nello spunto o nel titolo e pochi film diretti alle sale ma più che altro pensati per l’home video o la televisione direttamente.

Non è una questione insomma di grandi film ma di massa e di trovate. Le 10 migliori le abbiamo radunate qua sotto.

10. Shark Invasion
In un laboratorio subacqueo degli scienziati scoprono dei nuovi cristalli (così, con questa vaghezza) che tuttavia hanno anche un imprevisto effetto sugli squali aumentandone a dismisura l’aggressività con esiti prevedibili. Film del 2005 finito dritto in home video senza passare per le sale.

9. Up From The Depths
Questo è un classico vero: 1979, exploitation pura del successo di Lo squalo di Spielberg, è un film in cui uno squalo preistorico rilasciato dal fondo del mare arriva in una cittadina e comincia a mietere vittime tra i turisti fino a che i pescatori non si decidono a partire per una battuta di caccia che catturi l’animale.

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Passato al cinema.

8. Spring Break Shark Attack
Nella grande invasione degli squali di metà anni 2000 è arrivato anche questo thriller pensato per la tv, il cui titolo dice tutto e che promette ufficialmente donne in bikini e massacri sanguinari. Questa volta gli squali sono squali tigre.

7. L’ultimo squalo
Produzione italianissima, diretto da Enzo G. Castellari (lo stesso di Quel maledetto treno blindato) ha incassato molto per il budget di produzione quando è stato distribuito nel 1981. Tuttavia è talmente identico nelle premesse e nella trama a Lo squalo che la sua uscita in Nordamerica è stata bloccata per accuse di plagio.
Effetti speciali impagabili.

6. Swamp Shark
Prodotto espressamente per il canale Syfy, appassionato di simili produzioni, ha un titolo fenomenale per come imposta e promette e per l’appunto racconta di un contrabbandiere di animali per errore rilascia uno squalo in una palude e da lì si dà il via alla strage.

5. Shark in Venice
Squali e misteri a Venezia con Stephen Baldwin. L’idea è incredibile cioè mescolare Dan Brown con l’orrore della morte per squalo. I figli di un uomo misteriosamente morto a Venezia arrivano in città per scoprire cosa sia successo e subito capiscono che c’è uno squalo. Ma c’è di più ovviamente, scovano anche caverne sotterranee piene di trucchi e trabocchetti e, copiando abbondantemente da Indiana Jones, imbastiscono una trama archeologico-squalistica.

4. Snow Shark
Ok qui l’affare si complica, per riuscire a rendere possibile questo titolo che è tutto un programma la trama immagina che una bestia preistorica rimasta ghiacciata per millenni venga risvegliata in quello che oggi è un bosco innevato e ovviamente inizi a mietere vittime. Complimenti a tutti per avere tramutato in realtà uno spunto da serata alcolica.

3. Ghost Shark
Anche qui l’idea è tutto. Uno squalo massacrato dai parenti di una delle sue vittime torna ad infestare le acque sotto forma di fantasma. Ripeto: lo squalo è morto ma il suo fantasma comunque mangia la gente. La soluzione, trovata grazie al fondamentale apporto di un guardiano del faro ubriaco, non sarà ovviamente di ucciderlo come avviene sempre ma di dar pace alla sua anima.

2. Sharktopus vs Whalewolf
Qui c’è solo il genio. Ovviamente è la Asylum la responsabile, la casa di produzione sgangheratissima che negli ultimi anni ci ha regalato il cinema più ridicolo (pensato ovviamente solo per home video e tv) a realizzazione rapidissima e idee pazzesche. Quella dello sharktopus (non credo ci sia bisogno di spiegare cosa sia) è una saga, questo è il quarto film e lo scontro con la balena mannara (ottenuta da uno scienziato matto incrociando i geni di una balena e di un lupo con il fine di combattere l’invecchiamento di un giocatore di baseball) è da nobel per il cinema di serie Z

1. Sharknado
Saga in sei film che ha reso famosa la Asylum e ha portato il genere a nuove altezze. Dal terzo film in poi tutti ci hanno voluto fare un cammeo, ed è diventata la quintessenza del film così brutto da essere bello. Girato in pochissimo, con effetti speciali risibili e il vanto di trame esili ma anche un’autoironia potentissima, gli squali volanti lanciati da un tornado hanno fatto il giro del mondo e dello spazio.

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5 fumetti steampunk per l’estate

Author: Andrea Curiat Wired

Abiti vittoriani, occhiali da inventore e via, rotta verso la luna a bordo di un dirigibile alimentato a vapore. È il genere steampunk, e sta invadendo anche il mondo dei fumetti

Che cos’è la fantascienza steampunk? Inutile perdersi in lunghe dissertazioni, bastano due elementi fondamentali per coglierne pienamente lo spirito: macchine fantastiche alimentate a vapore, in una società ucronica che ricorda l’Inghilterra Vittoriana. Tutto qui. Certo, possono esserci innumerevoli variazioni, che vanno dallo steampunk distopico al gaslamp fantasy, caratterizzato da toni leggeri e spirito d’avventura, sino al dieselpunk, che sposta in avanti di qualche decennio le retro-tecnologie di contorno. Ma gli ingredienti di base non cambiano mai, e prevedono vestiti vittoriani, occhiali da meccanico (o da aviatore) e macchine incredibili. Negli ultimi anni, la cultura steampunk è fiorita soprattutto tra cosplayer (anche troppo) e giocatori di ruolo, mentre non sono moltissimi gli esempi di comics che attingano bene, e a piene mani, da questo immaginario. Ve ne proponiamo 5 esempi per proseguire, dopo le escursioni nei generi western e underground, il nostro viaggio estivo tra le nicchie del fumetto.

5. La lega degli straordinari Gentlemen, di Alan Moore e Kevin O’Neill

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La Lega degli straordinari gentlemen è, prima di tutto, un canto d’amore alla letteratura britannica, ricco di citazioni colte e divertissement intellettuali che vanno ben oltre l’apparenza del solito fumetto sui superteam di avventurieri. Ma è anche, indubbiamente, un’opera steampunk, soprattutto se si considera l’influenza delle visioni di Jules Verne sul genere. Quale migliore esempio che non una serie di graphic novel in cui il Nautilus del Capitano Nemo affiora dalle acque sporche del Tamigi, inquinate dagli scarichi di un’Albione imperiale e retro-industrializzata, mentre da Marte piovono come meteore i tripodi da invasione di una razza ostile? Sicuramente uno dei fumetti migliori del genere, da recuperare nei volumi pubblicati in Italia da Bao Publishing.

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4. Clockwerx, di Henderson, Selvaggio, Izu e Hostache

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Nell’Inghilterra del 1897, un ex-agente segreto e una temeraria inventrice devono fronteggiare l’oscura associazione Golden Shell, e scoprire come sconfiggere i temibili Clockwerx, robot giganti che imperversano per le strade di Londra. Un fumetto che giunge dalla moderna scuola francese, in cui le più raffinate suggestioni steampunk si fondono al fascino bambinesco dei robottoni giganti distruggi-città. Un approccio leggero al genere, che diverte e coinvolge grazie anche a tavole magnificamente costruite. In Italia è edito in volumi da Mondadori Comics.

3. Il castello delle stelle, di Alex Alice

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Il Castello delle stelle è un’opera che si allontana dalle atmosfere più cupe dello steampunk vittoriano per regalarci l’immagine di un mondo illuminato tanto dalla luce della ragione quanto dal sole, privo di nebbie e gas di scarico, ma popolato comunque da macchinari fantastici, improbabili alianti e mongolfiere in grado di volare sino a sfiorare le stelle. E ci racconta cosa accadrebbe se l’esplorazione spaziale fosse iniziata nel lontano anno domini 1869. L’opera di Alex Alice si distingue anche per un altro aspetto: le meravigliose illustrazioni acquarellate. In Italia è stato raccolto in volume da Mondadori nella raccolta Oscar Ink.

2. Greystorm, di Antonio Serra e Gianmauro Cozzi

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Non poteva mancare un’opera italiana nel novero, e Greystorm (Sergio Bonelli Editore) è decisamente particolare. A partire dal protagonista, il nobile Robert Greystorm; un giovane brillante e orgoglioso che inventa un macchinario volante e parte all’esplorazione dell’Antartide. Infettato da un misterioso parassita, nell’arco dell’intera miniserie di 12 numeri Greystorm percorrerà una spirale discendente che lo renderà una minaccia per il mondo intero. Tra zombie, superpoteri e atmosfere alla Jules Verne, un ottimo esempio di steampunk declinato in salsa italiana.

1. 11, di Paul Jenkins, Matthew Daly e Mairghread Scott

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Questa interpretazione statunitense del genere steampunk, scritta dalla star del fumetto supereroistico Paul Jenkins, offre una visione distopica del futuro. Nella Lantern City che dà il titolo all’opera, i Grey sono la classe dominante e occupano i quartieri alti, protetti da una schiera di guardie fedelissime. Tutti gli altri sono costretti a vivere nei bassifondi, lavorando duramente per sostenere lo stile di vita dei più ricchi. Finché un cittadino qualsiasi, membro di una nascente Resistenza, non riesce per caso a infiltrarsi tra i ranghi delle guardie. Una storia non particolarmente originale, ma ben congegnata e arricchita da una visione affascinante di una città del futuro in salsa steampunk. Un’opera di Boom! Comics portata in Italia da Editoriale Cosmo.

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Giornata mondiale degli elefanti, ecco i miti e le leggende che li riguardano

Author: Stefano Dalla Casa Wired

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Per la giornata mondiale degli elefanti, ricordiamo alcune bufale su questi animali a rischio di estinzione. Dalla paura dei topi ai cimiteri, dagli elefanti pittori alle tragedie mai avvenute

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Tutto ciò che sappiamo di Red Dead Redemption 2

Author: Lorenzo Fantoni Wired

Red Dead Redemption 2 arriverà il 26 ottobre per PlayStation 4 e Xbox One e sarà quasi certamente un successo incredibile. Si fa presto a dire così in un mercato come quello dei videogiochi, dominato più dall’aspettativa per ciò che deve arrivare che per i contenuti disponibili, ma in questo caso ogni previsione al rialzo pare sensata.

Perché? Perché il gioco arriva da Rockstar Games, quelli che ancora, dopo anni, fanno soldi con Gta V. Forse una delle opere pop più importanti di sempre. E anche se il West di sicuro non può avere la stessa presa mainstream di un gioco ambientato ai giorni nostri, c’è comunque così tanta carne al fuoco che è impossibile non farsi venire l’acquolina.

Ma qual è l’ambientazione? Siamo nel 1899 e il mito dei fuorilegge sta iniziando a tramontare. La modernità è pronta a mangiarsi tutto e il West sta per trasformarsi in qualcos’altro. Dopo un colpo andato storto nella città di Blackwater, Arthur Morgan e la banda di Van der Linde sono costretti alla fuga.

Con gli agenti federali e i migliori cacciatori di taglie alle costole, la spietata banda deve rapinare, combattere e rubare per farsi strada e cercare di sopravvivere nel cuore di un’America dura e selvaggia.

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Il nostro alter ego sarà proprio Arthur, un veterano della banda e il luogotenente fidato del capo, Dutch. Si è unito a questo gruppo da ragazzo, con loro ha passato la maggior parte della sua vita rapinando, fuggendo, sbronzandosi e sostenendosi a vicenda.

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La banda è la sua vita, il suo piccolo microcosmo personale fatto di poche parole e molti fatti. Al gruppo apparteneva anche John Marston, protagonista del primo Red Dead Redemption.

La chiave di un gioco così atteso e l’attenzione al dettaglio e in questo Rockstar se la gioca con pochi altri sviluppatori al mondo. Scenari, missioni, IA, grafica e animazioni contribuiscono a creare un mondo vasto e che probabilmente restituirà una sensazione di realtà difficile da eguagliare. Ogni arma è stata riprodotta con cura, gli effetti climatici in tempo reale possono cambiare una tranquilla fuga in una lotta nel fango, ogni cavallo ha un carattere diverso, ogni personaggio ha la sua storia e si interfaccerà in base ai ciò che gli avete fatto o alla vostra fama.

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Senza dubbio l’aspetto più interessante è la gestione dei rapporti con gli altri. Non saremo costretti sempre a far cantare i revolver, ma potremo anche intimidire, cercare di convincere o magari lasciar perdere qualcuno che in quel momento è troppo bellicoso per i nostri gusti. Un cambio che può sembrare da poco, ma che in un videogioco così offre migliaia di combinazioni differenti.

Il giocatore può dialogare praticamente con chiunque, o anche essere avvicinato da altri personaggi che potranno chiedergli favori o qualcosa di peggio. Queste interazioni variano in base al contesto e alle figure coinvolte: situazioni diverse offriranno ad Arthur opzioni diverse. Ad esempio, Arthur può far rallentare una diligenza di passaggio, distrarne il conducente, chiedere un passaggio fino alla città più vicina, o anche rapinarla. Un agente potrebbe intimargli di andarsene, prima di estrarre l’arma e dare inizio a una sparatoria. Arthur potrebbe minacciare il testimone di un crimine per evitare che spifferi tutto, oppure rapinarlo e ucciderlo. Tutte le conversazioni si svolgono nel mondo di gioco stesso, non tramite menu statici o dialoghi con struttura a albero. È tutto immediato, veloce, senza troppo interruzioni e permette al giocatore di creare un personaggio che rispecchi le sue inclinazioni. Saremo dunque noi a decidere se creare un vero bastardo o un brigante gentiluomo con un suo codice d’onore.

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Gli umani non saranno gli unici con cui dovremo instaurare un rapporto. Potremo infatti creare un legame col nostro cavallo curandolo e calmandolo, in modo che reagisca nel modo giusto nelle situazioni di stress e non ci disarcioni quando viene spaventato da un animale o dagli spari. Arthur può usare una sella e delle bisacce per trasportare armi aggiuntive, carcasse di animali uccisi e altri oggetti che non può portare addosso. È anche possibile catturare i cavalli selvaggi per domarli e cavalcarli o cercare cavalli più adatti al tiro e ai lavori pesanti. Oppure potete semplicemente rubarli di notte in un ranch.

Visto il rapporto tra Arthur e la sua “posse” il cuore di tutto il gioco sarà l’accampamento, un luogo in costante evoluzione in cui anche noi dovremo fare la nostra parte, contribuendo con rifornimenti, cibo e denaro. Non saremo costretti a farlo, ma ovviamente ogni buona azione verrà ricompensata con oggetti e bonus speciali. Essendo ricercata, la banda non sarà mai completamente al sicuro restando troppo a lungo in un posto e dovrà cambiare zona in base all’evoluzione della trama. È molto probabile anche le persone che si ritroveranno la sera attorno al fuoco saranno molto diverse in base alle nostre scelte.

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E in tutto questo ancora non sappiamo quasi niente di come si svilupperà la trama, né quali saranno le opportunità per chi vorrà giocare online e creare una gang di giocatori pronti a tutto. Visto l’incredibile e continuato supporto di Rockstar a Gta Online è lecito aspettarci qualcosa di simile anche per Red Dead Redemption 2.

Guardando il trailer i paragoni con i classici del western si sprecano, da Il Mucchio Selvaggio a Gli Spietati, passando per C’era una volta il West o I Magnifici Sette. Tuttavia, Red Dead Redemption 2 vuol’essere qualcosa di più, non un semplice gioco né un omaggio ai classici, punta all’esperienza totalizzante, a una sorta di Westworld che possiamo giocare sul pad, punta a diventare una forma di intrattenimento che film, libri e fumetti non possono raggiungere. E presto per dire se ci riuscirà, ma di sicuro Rockstar è in grado di tentare l’assalto a questa diligenza.

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I luoghi abbandonati riconvertiti più belli d’Europa

Author: Ivana De Innocentis Wired

Tra ex prigioni, chiese, bunker e fabbriche, andiamo a scoprire alcuni dei più spettacolari esempi di recupero urbano in Europa

Sono tanti gli scheletri di luoghi abbandonati e a lungo dimenticati intrisi di storia a cui è stata concessa una seconda vita. Il merito va a opere di ristrutturazione ma anche a complessi e imponenti progetti architettonici o ad ambiziose e originali iniziative sociali e culturali. Nella maggior parte dei casi questi recuperi edilizi puntano a realizzare spazi e ambienti moderni e confortevoli che rispettino però la natura del luogo, la sua memoria e i suoi aspetti ed elementi preesistenti.

Andiamo allora a scoprire, in quello che è un possibile itinerario di viaggio, alcuni dei più famosi e interessanti lavori di recupero urbano in Europa, procedendo tra diverse tipologie di edifici abbandonati.

La Fábrica di Ricardo Bofil, capolavoro di architettura in Spagna

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Quella di La Fábrica più che una storia è quasi una favola. Era il 1973 quando un gruppo di architetti, capitanato da Ricardo Bofil, rinviene un enorme fabbrica di cemento in disuso nel cuore della Catalogna. Come affermò lo stesso Bofil, il team rimase sconvolto dalla bellezza e dall’ambiguità del luogo e decise immediatamente di intervenire, rispettandone le forme e scolpendola come fosse un’opera d’arte.

Ci sono voluti quarant’anni per dare forma a La Fábrica, ora casa e studio di architettura. Tra silos-appartamenti, scale a spirale e un’imponente oasi-verde, quello che spicca maggiormente è lo spazio interno chiamato “La Cattedrale”, ovvero un’ampia sala alta 10 metri frutto di ingegno e creatività e ora adibita a mostre e conferenze.

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Il Maam Metropoliz a Roma, da fabbrica a museo d’arte e città etica

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Si fa quasi fatica a credere che uno stabilimento del salumificio Fiorucci in stato di abbandono nella periferia est di Roma potesse un giorno diventare uno dei più grandi musei d’Italia di arte contemporanea, nonché una vera e propria città meticcia. Il museo Maam e il Metropoliz, frutto di un’occupazione nel 2009, sono due realtà consolidate e autogestite che convivono sotto gli stessi tetti, all’interno di una grande comunità in cui si intrecciano amore, arte e solidarietà. La libertà di espressione, l’incontro tra diverse culture ed etnie e il diritto alla casa sono i capisaldi di questa fortezza abitativa chiamata Metropoliz, un vero e proprio condominio con eventi, incontri, appuntamenti settimanali, laboratori e percorsi educativi. Allo stesso tempo, sotto l’ala del curatore Giorgio De Finis, il museo Maam è diventato un luogo di arte e bellezza reso unico anche grazie alla presenza e al contributo di oltre 500 artisti.

Gli appartamenti di lusso ex bunker a Siegen, in Germania

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Trasformare un bunker tedesco fuori terra, risalente agli anni ’40, in un complesso di appartamenti di lusso è stata una vera e propria sfida per lo studio di architetti Plan3. Per valorizzare gli ambienti dalla forma stretta e lunga il team ha puntato a un design che fosse accurato e personalizzato e allo stesso tempo minimal ed elegante. Per dare respiro agli ambienti gli architetti sono infatti ricorsi a soluzioni intelligenti quali porte scorrevoli e mobili da incasso, aree multi-uso, un arredamento esclusivamente di colore bianco e ampie finestre. Non mancano anche terrazze con vista sullo splendido bosco circostante.

La chiesa di Llanera, in Spagna, trasformata in skate park

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Per gli amanti delle attività urbane e della street art, l’ex chiesa di Santa Barbara di Llanera, piccolo comune spagnolo, è una tappa obbligata. La chiesa venne progettata dall’architetto asturiano Manuel del Busto nel 1912 e versò per molti anni in uno stato di abbandono e deterioramento.

Fortunatamente un collettivo locale chiamato Brigata della Chiesa decise di salvare e di riqualificare l’incantevole struttura trasformandola in uno skate park pubblico, un sogno reso possibile grazie a una campagna di  crowdfunding e alla sponsorship della Red Bull.

Una parte del ricavato fu destinato alla decorazione degli spazi interni della ex chiesa, affidata all’artista spagnolo Okuda. Famoso in tutto il mondo per la sua inconfondibile arte urbana pop surrealista che intrappola animali e ritratti umani in geometrie dai brillanti colori arcobaleno, Okuda ha qui realizzato un’opera monumentale, che lui stesso ha definito la “sua Cappella Sistina”. Questo intervento, terminato poco prima dell’inaugurazione dello skate park soprannominato Skate Temple, ha accresciuto tanto la fama dell’artista quanto quella di questo luogo magico.

Nei Paesi Bassi un hotel di lusso ricavato da una prigione

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Negli ultimi dieci anni nei Paesi Bassi molte carceri, vuote e abbandonate, sono state riconvertite in istituti per l’igiene mentale, centri di accoglienza per i profughi siriani o alberghi di lusso. Appartiene a quest’ultima categoria l’hotel Het Arresthuis (in olandese “arresti domiciliari“) a Roermond, appena fuori Amsterdam. Le camere degli ospiti sono ex celle di detenzione che, fatta eccezione per le porte originali, sono state abbellite al punto da diventare irriconoscibili. Gli ospiti possono scegliere di trascorrere il loro soggiorno in una delle quattro suite, denominate il Secondino (The Jailer), l’Avvocato (The Lawyer), il Direttore (The Director) e il Giudice (The Judge). L’hotel è caratterizzato da un impeccabile design moderno, calde luci colorate e offre servizi quali connessione wifi, tv a schermo piatto, ristorante gourmet, centro fitness e sauna.

I Gasometri di Vienna accolgono strutture residenziali e commerciali

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Nella periferia industriale di Vienna, e precisamente nel distretto di Simmering, è possibile ammirare quattro grandi gasometri, utilizzati dal 1899 al 1984 come serbatoi di stoccaggio del gas e poi chiusi nel momento in cui Vienna è passata al gas naturale. Nel 1984 quattro equipe di celebri architetti hanno dato il via ai lavori di rivitalizzazione dei quattro colossi, di cui sono state conservate solo le pareti frontali esterne in mattoni. Le strutture, completate nel 2001, sono ora meta dei turisti e di appassionati di architettura, e includono tra le altre cose una music hall che può ospitare fino a 3000 persone, un cinema, un dormitorio per studenti, un centro commerciale, ristoranti e molto altro ancora.

L’irlandese Abbeyglen Castle è ora un hotel

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L’Irlanda, famosa per la musica folk, la Guinness, le scogliere e i panorami mozzafiato, offre anche itinerari e tour alla scoperta dei castelli sparsi nel territorio. Per chi non si accontentasse però di una semplice visita, è bene sapere che alcuni di questi castelli sono stati trasformati in hotel.
Uno dei più famosi è l’Abbeyglen Castle Hotel, inaugurato negli anni ’60.
Il castello all’interno del quale è stato costruito è del 1832; dal 1854 fu convertito prima in orfanotrofio femminile, dove le donne venivano preparate al meglio per svolgere i servizi domestici, e poi in orfanotrofio misto, fino alla chiusura nel 1955 a causa della mancanza di fondi. L’hotel di lusso ha ridato vita all’antica struttura, offrendo ora relax, comfort e servizi eccellenti, ma sempre mantenendo viva la storia e le tradizioni locali. Ogni martedì, ad esempio, l’Abbeyglen Castle organizza la notte irlandese, con piatti tradizionali e menù scritti in gaelico.

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