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Cos’è la sizigia, il fenomeno citato ne Il problema dei 3 corpi

Author: Wired

Avrete sicuramente colto il riferimento alla Sizigia in una scena de Il problema dei 3 corpi, la serie tv di Netflix tratta dai romanzi di Liu Cixin, per sua natura di grande complessità. Rientra, infatti, in quella categoria della fantascienza chiamata come hard science fiction o fantascienza hard, caratterizzata quindi da un ampio uso di concetti, teorie e dettagli scientifici e tecnici.

Il termine sizigia

Sizigia è un parola usata in campo astronomico che risale all’antica Grecia e indica un qualunque allineamento tra tre corpi celesti. Riferendosi alla Luna, sia la luna piena (plenilunio) che la luna nuova (novilunio) sono esempi di sizigia perché si verificano quando Terra, Sole e Luna sono allineati. La congiunzione è il momento durante la luna nuova in cui il Sole e la Luna si trovano sullo stesso lato della Terra. L’altra condizione di sizigia, invece, è l’opposizione e si verifica durante la luna piena quando il Sole e la Luna sono posizionati sui lati opposti della Terra.

Gli effetti sulla Terra

Dato che la sizigia è un allineamento che riguarda il corpo celeste più vicino a noi ha alcuni effetti sul nostro pianeta: l’azione combinata dell’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna si farebbe sentire, infatti, con i moti di marea. In particolare, si tratta di fenomeni chiamati con il termine “marea sizigiale”: in entrambi i casi di sizigia (opposizione e congiunzione), le forze gravitazionali che danno vita alle maree del Sole e della Luna si sommano e si rafforzano a vicenda e le ampiezze delle maree sulla Terra sono massime.

Sizigia e super Luna

Il concetto astronomico di sizigia è collegato anche al termine super Luna, coniato nel 1979 dall’astrologo Richard Nolle per descrivere sia la luna nuova sia quella piena che si verificano al o vicino al perigeo. Tuttavia, la super Luna è finita poi per denotare il significato più restrittivo di una Luna piena al perigeo, anche se il termine astronomico esatto per questo fenomeno è Luna perigeo-sizigia. Oltre a proporre questo nuovo termine, Nolle credeva che il fenomeno della super Luna causasse un aumento delle condizioni meteorologiche avverse, dei maremoti e dei terremoti. Va precisato, tuttavia, che la scienza non ha ancora dimostrato che la posizione della Luna sia in grado di influenzare la sismicità del nostro pianeta e generare eventi catastrofici.

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Ecco gli eventi celesti da non perdere nel 2024

Author: Wired

Il 2023 ha regalato diverse emozioni agli appassionati del cielo e il nuovo anno non sembra voler essere da meno. Per godersi al meglio gli spettacoli celesti di questo 2024, come sempre, è bene organizzarsi in anticipo, per trovare il luogo perfetto dove gustarsi il firmamento notturno, con un vasto orizzonte aperto e al riparo dall’inquinamento luminoso delle città. O perché no, organizzando magari un bel viaggio nei paesi in cui i cieli regaleranno gli spettacoli più mozzafiato. Per aiutarvi, ecco una breve lista degli eventi astronomici da non perdere nel 2024.

Sciami meteorici

Il primo appuntamento dell’anno in realtà è appena finito: lo sciame meteorico delle quadrantidi, attivo tra il 12 dicembre e il 12 gennaio, con un picco che questa volta è arrivato nella notte tra il 3 e il 4 gennaio, purtroppo alle 13.53 italiane. A seguire, sarà la volta delle Liridi, con il picco previsto tra il 22 e il 23 aprile che dovrebbe regalare circa 18 avvistamenti l’ora ai più fortunati. A maggio è quindi tempo delle Eta Aquaridi, che il 6 regaleranno circa 50 stelle cadenti l’ora. Senza citare tutti gli sciami meteorici dell’anno (troppo numerosi per non annoiarvi) possiamo concentrare l’attenzione sul più prolifico: le Geminidi che avranno il loro picco il prossimo 14-15 dicembre, concludendo l’anno in bellezza con punte di 150 stelle cadenti l’ora. E con un anno d’anticipo, c’è tutto il tempo per farsi trovare pronti per l’appuntamento.

Eclissi di Sole

Per i più fortunati, il 2024 sarà certamente un anno da ricordare, visto che un’eclissi di Sole totale è un evento che si può sperare di vedere al più una volta nella vita. La notte dell’8 aprile arriverà uno di questi momenti. Ma sfortunatamente per noi, il fenomeno non sarà visibile dall’Italia. In America, gli abitanti di alcuni stati come Texas e Maine riusciranno a godere del pacchetto completo, la luna che copre il Sole fino a oscurarlo completamente, lasciando per diversi minuti gli osservatori nel buio più totale. Per molti altri, in una striscia di pianeta che attraversa il Nord America per arrivare fino all’Irlanda, l’eclissi sarà solo parziale, ma regalerà comunque uno spettacolo unico ed emozionante. Nel resto d’Europa purtroppo questa volta non vedremo nulla di particolare. Gli Stati Uniti comunque non sono poi così distanti, e per i più appassionati non dovrebbe essere difficile organizzare una visita nei giorni dell’eclissi. Gli altri, invece, possono consolarsi con la consapevolezza che non ci sarà da attendere poi molto per la prossima eclissi visibile dal nostro paese: il 29 marzo 2025 e ancora meglio il 2 agosto 2027 un’eclissi parziale sarà visibile su tutta la penisola, con punte di oscurità che raggiungeranno nel secondo caso anche il 90%.

Le superlune

Per quanto affascinanti, di norma le superlune non sono un evento poi tanto raro. In un anno normale ci si può aspettare di vederne almeno 3 o 4, ma in questo 2024 saranno molte meno: appena due, e quindi è il caso di non farsi cogliere impreparati, col rischio di perdersene qualcuna. Prima delle date, un minimi ripasso. Con il termine superluna ci si riferisce alla coincidenza di una luna piena con il perigeo lunare, ovvero il momento in cui il nostro satellite si trova nel punto di minima distanza dalla Terra. L’orbita della Luna non è infatti perfettamente regolare, e la porta a oscillare tra i 356mila e i 410mila chilometri di distanza dal nostro pianeta. Se la luna piena avviene quando si trova più vicina alla Terra, l’effetto è un aumento delle sue dimensioni apparenti che qualcuno calcola raggiunga il 14% di larghezza in più e il 30% di luminosità extra (ma c’è anche chi assicura che in realtà non si dovrebbero cogliere differenze apprezzabili, visto che sono molto più lo sfondo su cui la guardiamo e l’altezza sull’orizzonte a determinare quanto ci appare grande la Luna).

Al netto degli scetticismi, una superluna è sicuramente l’occasione perfetta per dedicarsi all’osservazione del nostro satellite. Cercando di farsi trovare pronti nel momento in cui sorge nel cielo notturno, che corrisponde a quello in cui la Luna tende ad apparire più grande agli occhi degli esseri umani. C’è tempo per organizzarsi, comunque, visto che entrambe le superlune di quest’anno arriveranno in autunno. La prima è prevista per la notte del prossimo 18 settembre, la seconda il 17 ottobre.

Saturno

L’8 settembre arriverà anche un altro appuntamento da non perdere: quello con Saturno. Il pianeta sarà infatti in opposizione, cioè dal lato opposto del sole rispetto alla Terra. Questo vuol dire anche che sarà nel punto di distanza minimo dal nostro pianeta, l’occasione migliore per osservarlo. Lontano dalle luci cittadine, e con un cielo sufficientemente terso, dovrebbe essere possibile vederlo persino ad occhi nudi, come una stella particolarmente luminosa. Ma ovviamente è per chi si armerà di telescopio che Saturno regalerà una vista davvero mozzafiato, con tanto di anelli, visibili se si utilizza un dispositivo (telescopio o binocolo) capace di raggiungere almeno i 30 ingrandimenti.

Una cometa

La cometa Pons-Brooks è nota dal 1812, e in passato c’è chi l’ha paragonata al Millennium Falcon di Han Solo, per via di due corna frontali visibili in alcune delle foto che le sono state scattate. La sua orbita la porta a tornare nei pressi del nostro pianeta ogni 71 anni, e quindi il 2024 sarà un’occasione da non perdere per osservarla da vicino. Il 2 giugno passerà ad “appena” 232 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, nel punto di minor distanza dal nostro pianeta. Gli esperti però prevedono che la massima luminosità nel cielo potrebbe raggiungerla molto prima, intorno alla fine di marzo, e quindi per gli interessati è bene iniziare a tenere d’occhio i cieli già tra un paio di mesi, perché dai primi di aprile la vicinanza con il Sole oscurerà progressivamente la cometa. Per i fortunati che si troveranno negli Stati Uniti l’8 aprile, però, arriverà un’ultima occasione per godersi la cometa Pons-Brooks: durante l’eclissi solare totale, infatti, dovrebbe tornare perfettamente visibile nel cielo, e in pieno giorno!

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È stato scoperto un sistema solare “perfetto” a 100 anni luce dalla Terra

Author: Wired

A circa 100 anni luce da noi, nella costellazione della Chioma di Berenice, c’è un sistema solare “perfetto”. A scoprirlo è stato un team di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Chicago che, grazie ai dati forniti dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa e dal Characterising Exoplanet Satellite (Cheops) dell’Esa, ha osservato come in questo nuovo sistema, composto da 6 esopianeti che orbitano attorno alla stella HD110067, regni l’armonia. Condizione, quindi, che lo rende un modello ideale per aiutarci a capire meglio come si formano i pianeti, come si evolvono e se possano o meno ospitare forme di vita. Lo studio, a cui l’Italia ha collaborato con gli osservatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Padova, Pino Torinese e Catania, l’Università di Padova e l’industria, con Leonardo, è stato pubblicato su Nature.

Perfetto, in che senso?

Differentemente dal nostro Sistema solare, creato da violentissime collisioni che hanno portato a mix di pianeti di diverse dimensioni, dove giganti come Giove si trovano accanto a piccoli mondi come il nostro, per il nuovo sistema solare le cose non sarebbero potute andare più diversamente. È composto, infatti, da 6 pianeti, tutti più o meno della stessa dimensione, che sono cambiati pochissimo da quando si sono formati miliardi di anni fa. “È l’ideale per studiare come vengono creati i pianeti, perché questo sistema solare non ha avuto gli inizi caotici del nostro ed è rimasto indisturbato fin dalla sua formazione”, ha commentato l’autore dello studio Rafael Luque, definendolo “il sistema solare perfetto”.

La danza dei pianeti

Non solo: i pianeti orbitano attorno alla propria stella in totale sincronia. Si muovono, infatti, con un ritmo così preciso, in un fenomeno che gli astronomi chiamano risonanza orbitale: il pianeta più interno compie tre orbite attorno alla stella per ogni due del pianeta successivo (risonanza 3/2). Uno schema che si ripete tra i quattro pianeti più interni, mentre per quelli più esterni lo schema è di quattro orbite per ogni tre del pianeta successivo (risonanza 4/3). “Pensiamo che solo l’1% circa di tutti i sistemi rimanga in risonanza, e ancora meno possa mostrare una catena di pianeti in tale configurazione”, ha spiegato Luque. Ecco perché è speciale, aggiunge l’esperto: “ci mostra la configurazione originaria di un sistema planetario che è sopravvissuto intatto”.

La danza dei pianeti è così tanto precisa da poter essere messa in musica, come si evince dal video qui sotto.

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10 incredibili osservatori astronomici di oggi e di ieri

Author: Wired

Da quando abbiamo iniziato a guardare gli astri, abbiamo costruito luoghi appositi per ammirarli e studiarli. Quasi come dei templi dell’astronomia, gli osservatori astronomici sono luoghi ricchi di fascino, che uniscono la storia dei secoli passati alla ricerca di frontiera sulle meraviglie dell’Universo. Ecco allora una selezione degli osservatori del presente e del passato che più hanno contribuito e contribuiscono alla ricerca in ambito astronomico.

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10 luoghi da cui vedere il cielo stellato, in Italia e nel mondo

Author: Wired

L’inquinamento luminoso ha reso il cielo stellato una rarità, invece che la norma. Oltre il 90% della popolazione europea (e l’80% di quella mondiale) non ha la possibilità di vedere la Via Lattea se non andando in posti molto lontani da casa, in altitudine o nei deserti. L’International Dark Sky Association, un’organizzazione statunitense senza fini di lucro che si dedica alla protezione dell’ambiente notturno, certifica come Dark Sky Places i luoghi del mondo in cui il cielo è migliore e in cui è forte la volontà di mantenerlo tale. Nel 2023, i luoghi con questa certificazione nel mondo sono 201: 115 parchi, 38 comunità, 20 riserve, 16 santuari, 6 siti urbani e 6 sky friendly developments of distinction, un riconoscimento per i luoghi che si impegnano nella protezione del cielo notturno. Attraverso una mappa interattiva è possibile localizzare queste certificazioni. Altra risorsa utile può essere la Light pollution map, una mappa che mostra i dati satellitari aggiornati sullo stato dell’inquinamento luminoso. Ecco allora una selezione di luoghi in cui è ancora possibile trovare un cielo come si deve, per pianificare vacanze astronomiche in Italia e nel mondo.