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Eclissi totale di Sole, le foto più belle

Author: Wired

Ci siamo, la tanto attesa eclissi totale di Sole è arrivata. Senza passare per l’Italia (l’ultima visibile nel nostro paese è stata Il 15 febbraio 1961). Stavolta infatti la fase totale comincerà nell’Oceano pacifico, passerà per Messico, Stati Uniti e Canada e terminerà nell’oceano Atlantico.

L’eclissi di quest’anno, per una serie di ragioni, sarà ancora più speciale delle altre. La prima l’abbiamo già raccontata: solitamente le eclissi solari totali, che avvengono (più o meno) ogni 18 mesi, sono visibili solo da regioni inaccessibili – molto spesso, per un’ovvia questione probabilistica, dal mezzo di qualche oceano – mentre quella dell’8 aprile andrà in scena in una delle aree più popolate al mondo. Ma c’è di più: l’ultima eclissi totale di Sole visibile dagli Stati Uniti, avvenuta nell’agosto 2017, aveva coinciso con un momento in cui l’attività solare era al minimo; quella di quest’anno, invece, coinciderà con il momento di massima attività della nostra stella

Un cane con un paio di occhiali da sole La Nasa vuole capire gli effetti delle eclissi sugli animali

L’agenzia spaziale americana ha lanciato un progetto per raccogliere le osservazioni di volontari durante l’evento dell’8 aprile, per studiare meglio il suo impatto sulla fauna

Vedere un’eclissi totale di Sole è un’esperienza incredibile (e il fenomeno ha generato anche parecchie teorie del complotto) . Noi europei, dopo quella dell’11 agosto 1999, avremo la possibilità di vederne una il 12 agosto del 2026. Il fenomeno sarà totale in Spagna e nell’Italia occidentale raggiungerà il 90%. Per goderci un’eclissi totale di Sole dall’Italia ci vorrà un (bel) po’ più di tempo, la prossima sarà il 3 settembre 2081.

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Le 10 eclissi solari più famose della storia

Author: Wired

Quando la Luna si allinea con il Sole in cielo, avviene un’eclissi solare. A volte parziale, a volte totale, a volte anulare, a seconda del moto reciproco tra la Terra e la Luna e a seconda del luogo della superficie terrestre da cui stiamo osservando l’evento. In ogni luogo della Terra le eclissi totali avvengono una volta ogni 400 anni circa, ma da qualche parte del pianeta ne avviene una ogni circa 18 mesi. Spesso gli eventi di eclissi sono divenuti famosi poiché la visione astrologica del cielo portava gli antichi a cercare dei legami tra gli eventi astronomici e quelli terrestri, come la nascita o la morte di re o profeti. Inutile dire che questi legami non esistono e si tratta solo di correlazioni temporali interpretate tramite gli occhi della superstizione, ma è la ragione per cui molte di queste eclissi solari sono passate alla storia.

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La Nasa vuole capire gli effetti delle eclissi sugli animali

Author: Wired

Le testimonianze non finiscono qui. A Bharatpur, in India, durante una breve eclissi nel 1995, gli scienziati hanno registrato che le nitticore, una specie di uccello, avevano abbandonato i loro rifugi diurni. Un anno prima, in Kansas, quattro specie di volatili diurni si sono comportati come se fosse notte. Nel 1984, in Georgia, alcuni scimpanzé in cattività si sono arrampicati sul loro recinto rivolgendosi verso il cielo. Ma ci sono anche casi di uccelli che smettono di cantare, di grilli che non friniscono o di api che tornano al loro alveare, oltre a studi che negano che questi comportamenti siano attribuibili alle eclissi.

Per questo motivo gli scienziati della Nasa hanno deciso non solo di sistematizzare le osservazioni fatte in passato e anche di raccogliere nuove documentazioni.

Un progetto di scienza collaborativa

Eclipse soundscapes , questo il nome del un progetto di citizen science della Nasa, punta per mettere insieme le esperienze dei volontari disposti contribuire alla ricerca sul comportamento degli animali in caso di eclissi solare. L’iniziativa si ispira a uno studio condotto quasi un secolo fa da William M. Wheeler e da un gruppo di suoi collaboratori. Nel 1932, la Boston natural history society invitò cittadini, guardaparchi e naturalisti a segnalare le attività di uccelli, mammiferi, insetti, rettili e pesci durante un’eclissi estiva, raccogliendo quasi 500 segnalazioni. Il rapporto finale delo studio sottolineava che alcuni animali avevano mostrato “comportamenti notturni, ritornando ai nidi e agli alveari o emettendo di vocalizzi tipici della notte. Il nuovo studio della Nasa aggiungerà le osservazioni effettuate durante l’eclissi solare del 14 ottobre 2023 e quella del prossimo 8 aprile.

Solo negli Stati Uniti, 30 milioni le persone in grado di vedere l’evento. Se a queste persone si aggiungono anche i cittadini di Messico e Canada, la mole di dati raccolti potrebbe essere enorme. Il progetto prevede diversi ruoli per i volontari: apprendista, osservatore, raccoglitore di dati, analista di dati e facilitatore.

SRINAGAR KASHMIR INDIA  20221025 Birds fly as a partial solar eclipse is seen in Srinagar. The partial solar eclipse was...

SRINAGAR, KASHMIR, INDIA – 2022/10/25: Birds fly as a partial solar eclipse is seen in Srinagar. The partial solar eclipse was seen around the globe today. The eclipse marks the second and final solar eclipse of 2022. The next solar eclipse will be visible from India on August 2, 2027. (Photo by Saqib Majeed/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)SOPA Images/Getty Images

Per partecipare come apprendista al progetto è necessario seguire corso online e ottenere un certificato. I volontari dovranno registrare le loro osservazioni con qualsiasi mezzo a loro disposizione per poi condividere i dati ottenuti nel formato indicato dalla Nasa. I raccoglitori di dati saranno invece dotati di dispositivi di registrazione AudioMoth, in grado di captare suoni per periodi prolungati, che verranno poi esaminati dagli analisti. I facilitatori infine saranno formati per organizzare gruppi e squadre di raccolta dati. Un comitato formato da biologi acustici ed ecologi analizzerà i dati per rispondere a due domande fondamentali: in che modo le eclissi influenzano il comportamento degli animali e quando il fenomeno genera cambiamenti rilevabili nei paesaggi sonori.

Questo articolo è apparso precedentemente su Wired en Espanol

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Eclissi 2023, ecco quelle previste (di cui una molto rara)

Author: Wired

Per gli appassionati di astronomia il 2023 si prospetta un anno ricchissimo di eventi, tra eclissi di Sole e di Luna e sciami meteorici “di qualità”, staffette di pianeti e persino il passaggio di una cometa. Ecco cosa ci attende, in ordine di comparsa.

Gennaio e febbraio

Ad aprire la danza del cielo sarà lo sciame meteorico delle Quadrantidi, il cui picco è previsto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio qualche ora prima dell’alba. Tuttavia, spiegano gli esperti dell’Unione Astrofili Italiani (Uai), l’osservazione sarà disturbata dal chiarore lunare. Sono previsti anche piogge di stelle cadenti “minori”: Cancridi (17 gennaio), alfa Idridi (19 gennaio) e alfa Leonidi (31 gennaio).

La cometa C/2022 E3 (Ztf), anche detta cometa dei Neanderthal, farà capolino nei nostri cieli tra gennaio e febbraio. Questo corpo celeste ha un periodo di rivoluzione attorno al Sole molto lungo, attorno ai 50mila anni. Per questo è possibile che i Neanderthal, i nostri antichi cugini estintisi circa 40mila anni fa, l’abbiano potuta vedere all’epoca del suo precedente passaggio ravvicinato al Sole. Il 12 gennaio 2023 la cometa si troverà in perielio, cioè il punto della sua orbita più vicino alla nostra stella, e nei giorni seguenti si avvicinerà progressivamente alla Terra per arrivare a una distanza minima di 42 milioni di chilometri il 2 febbraio. La vicinanza col Sole potrebbe rendere la cometa visibile dal nostro pianeta anche a occhio nudo, di certo con binocoli e, ancora meglio, piccoli telescopi. 

Protagonisti del cielo di gennaio e febbraio saranno anche i pianeti. Marte, in particolare, è ancora visibile nella costellazione del Toro. Venere si renderà evidente più a lungo al tramonto sull’orizzonte a ovest e sarà in compagnia in Saturno: i due pianeti si troveranno in congiunzione il 22 gennaio. Sull’orizzonte est, alle prime luci dell’alba, ricomparirà Mercurio, mentre Giove sarà visibile sull’orizzonte sud-ovest nelle prime ore della notte. Chi volesse scorgere Urano e Nettuno dovrà munirsi di un telescopio, puntandolo rispettivamente in serata a sud e sull’orizzonte ovest dopo il tramonto del Sole.

Aprile e maggio

Il 20 aprile ci sarà la prima eclissi solare del 2023, e sarà uno spettacolo molto raro. Si tratterà infatti di un’eclissi ibrida: “poiché la superficie terrestre è curva – spiegano gli esperti della Nasa – a volte un’eclissi può passare da anulare a totale mentre l’ombra della Luna si sposta sulla superficie terrestre”. Sarà visibile dall’Oceano Indiano meridionale, Indonesia e Australia. A seconda del punto di osservazione, dunque, l’eclissi apparirà totale o anulare.