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È stato scoperto un sistema solare “perfetto” a 100 anni luce dalla Terra

Author: Wired

A circa 100 anni luce da noi, nella costellazione della Chioma di Berenice, c’è un sistema solare “perfetto”. A scoprirlo è stato un team di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Chicago che, grazie ai dati forniti dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa e dal Characterising Exoplanet Satellite (Cheops) dell’Esa, ha osservato come in questo nuovo sistema, composto da 6 esopianeti che orbitano attorno alla stella HD110067, regni l’armonia. Condizione, quindi, che lo rende un modello ideale per aiutarci a capire meglio come si formano i pianeti, come si evolvono e se possano o meno ospitare forme di vita. Lo studio, a cui l’Italia ha collaborato con gli osservatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Padova, Pino Torinese e Catania, l’Università di Padova e l’industria, con Leonardo, è stato pubblicato su Nature.

Perfetto, in che senso?

Differentemente dal nostro Sistema solare, creato da violentissime collisioni che hanno portato a mix di pianeti di diverse dimensioni, dove giganti come Giove si trovano accanto a piccoli mondi come il nostro, per il nuovo sistema solare le cose non sarebbero potute andare più diversamente. È composto, infatti, da 6 pianeti, tutti più o meno della stessa dimensione, che sono cambiati pochissimo da quando si sono formati miliardi di anni fa. “È l’ideale per studiare come vengono creati i pianeti, perché questo sistema solare non ha avuto gli inizi caotici del nostro ed è rimasto indisturbato fin dalla sua formazione”, ha commentato l’autore dello studio Rafael Luque, definendolo “il sistema solare perfetto”.

La danza dei pianeti

Non solo: i pianeti orbitano attorno alla propria stella in totale sincronia. Si muovono, infatti, con un ritmo così preciso, in un fenomeno che gli astronomi chiamano risonanza orbitale: il pianeta più interno compie tre orbite attorno alla stella per ogni due del pianeta successivo (risonanza 3/2). Uno schema che si ripete tra i quattro pianeti più interni, mentre per quelli più esterni lo schema è di quattro orbite per ogni tre del pianeta successivo (risonanza 4/3). “Pensiamo che solo l’1% circa di tutti i sistemi rimanga in risonanza, e ancora meno possa mostrare una catena di pianeti in tale configurazione”, ha spiegato Luque. Ecco perché è speciale, aggiunge l’esperto: “ci mostra la configurazione originaria di un sistema planetario che è sopravvissuto intatto”.

La danza dei pianeti è così tanto precisa da poter essere messa in musica, come si evince dal video qui sotto.

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Scoperto un enigmatico esopianeta ricoperto di nuvole metalliche

Author: Wired

Si chiama LTT9779b ed è l’esopianeta più brillante che abbiamo scoperto fino ad oggi. A raccontarlo è stato un tema di ricerca internazionale che, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Cheops dell’Agenzia spaziale europea (Esa), sono riusciti a osservare come l’esopianeta, estremamente caldo, è ricoperto da nuvole metalliche, per lo più di silicato (stessa sostanza di cui è fatta la sabbia e il vetro) mescolato a metalli come il titanio, che si comportano proprio come un gigantesco specchio. Lo studio è stato pubblicato su Astronomy and Astrophysics.

Cosa sappiamo

L’esopianeta, ricordiamo, è stato scoperto nel 2020 dalla missione Tess della Nasa. Sappiamo ad oggi che è distante circa 260 anni luce dalla Terra, ha le dimensioni simili a quelle di Nettuno, impiega circa 19 ore per orbitare intorno alla sua stella e ha temperature estremamente elevate che raggiungono i 2mila gradi. Tuttavia, fin dall’inizio la sua elevata capacità di riflessione, chiamata in termini tecnici albedo, non convinceva gli scienziati. La maggior parte dei pianeti e delle lune, infatti, ha un’albedo bassa perché assorbono, piuttosto che riflettere, la luce. Ad eccezione di mondi ghiacciati come il satellite di Giove Europa, o pianeti nuvolosi come Venere. Quest’ultimo ad esempio è il corpo celeste più luminoso del nostro cielo (Luna a parte), il cui spesso strato di nubi riflette circa il 75% della luce solare (la Terra, in confronto, ne riflette il 30%).

Sebbene riflettesse proprio come uno specchio (ossia l’80% della luce della sua stella), LTT9779b sembrava essere troppo caldo perché si potessero formare nuvole. Dalle ultime analisi svolte dal telescopio spaziale Cheops, i ricercatori hanno potuto osservare che l’atmosfera dell’esopianeta è così satura di metalli e vapori di silicati che si formano goccioline, comprese gocce di pioggia composte da titanio. “Era davvero un enigma, finché non ci siamo resi conto che avremmo dovuto pensare a questa formazione di nuvole allo stesso modo della condensa che si forma in un bagno dopo una doccia calda”, ha spiegato Vivien Parmentier, tra gli autori dello studio. “Per riscaldare il bagno con il vapore, puoi raffreddare l’aria fino a quando il vapore acqueo non si condensa, oppure puoi mantenere l’acqua calda in funzione fino a quando non si formano le nuvole perché l’aria è così satura di vapore che semplicemente non ne può più trattenere. Allo stesso modo, LTT9779 b può formare nubi metalliche nonostante sia così caldo perché l’atmosfera è satura di silicati e vapori metallici”.

E cosa non capiamo (ancora)

Essere così brillante, non è l’unica cosa enigmatica di questo esopianeta. I pianeti delle sue dimensioni che hanno un’atmosfera, infatti, non dovrebbero esistere così vicino al loro sole, in quanto lo strato esterno si sarebbe semplicemente bruciato. “È un pianeta che non dovrebbe esistere”, ha spiegato Parmentier. “Ci aspettiamo che pianeti come questo abbiano la loro atmosfera spazzata via dalla loro stella, lasciando dietro di sé roccia nuda”. L’ipotesi, quindi, è che sia aiutato dall’elevata capacità di riflessione causata dalle nuvole metalliche. “Le nuvole riflettono la luce e impediscono al pianeta di surriscaldarsi ed evaporare”, ha concluso il primo autore Sergio Hoyer. “Nel frattempo, essere altamente metallici rende il pianeta e la sua atmosfera pesanti e difficili da spazzare via”.