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Il biometano e la rete: cosa sta succedendo in Italia?

Author: stefania Rinnovabili

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Focus sul biometano tra aspettative e possibilità

(Rinnovabili.it) – Il parere positivo concesso dalla Commissione europea, lo scorso marzo, al decreto biometano dell’Italia ha spalancato le porte a un mercato energetico in fermento. La filiera del biogas italiano aspettava da tempo la conclusione dell’iter normativo, arrivata quest’anno nel migliore dei modi: il nuovo provvedimento stanzia 4,7 miliardi di euro di incentivi a supporto del settore dal 2018 al 2022.

Il GSE, in collaborazione con le Istituzioni che hanno portato all’emanazione del decreto, ha organizzato la scorsa settimana un incontro dedicato a tutti gli stakeholder per indagare le prospettive e le opportunità di sviluppo legate l’attuazione della norma.  Una di queste opportunità è quella riferita da Massimo Ricci, Direttore responsabile della Direzione Mercati elettricità e gas ad ARERA, che associa il biocarburante al settore dell’energy storage. “Spesso si ragiona in termini di stoccaggio guardando allo stoccaggio elettrochimico e a pompaggio, che hanno un rapporto tra potenza ed energia […] tale per cui possono ‘spostare energia’ da quest’ora all’ora dopo, da questo giorno a quello dopo, da questa settimana a quella dopo. In un sistema integrato con fonti rinnovabili come il fotovoltaico si richiede anche di spostare energia tra l’estate e l’inverno”, ovvero di avere energia disponibile anche quando certe fonti ci sono. E in questo contesto, spiega Ricci il gas, ma soprattutto il biometano, in termini di stoccaggio dell’energia del sole, vanta “uno spazio d’accumulo molto inferiore rispetto alle altre tecnologie”. Sul fronte ARERA, Ricci ha anticipato la pubblicazione, nelle prossime settimane, di una nuova consultazione sull’integrazione fisica della qualità del gas.

>>Leggi anche Il biometano “made in Italy” può ridurre la dipendenza dal gas estero<<

Uno dei dati più interessanti emersi dal convegno riguarda l’evoluzione della rete nazionale, in termini di allacciamenti ai nuovi impianti produttivi. Come spiegato Gianluca Zonta, vice presidente commerciale senior alla Snam, la principale utility regolata del gas in Europa, negli ultimi 12 mesi il biometano sta diventando una presenza costante nelle offerte di allacciamento della società ai produttori che ne fanno richiesta. “Sta diventando un elemento sempre più consolidato”, afferma Zonta. Un dato che va a braccetto con quello del metano per autotrazione CNG, “confermato anche da come il mercato sta rispondendo a questo tipo di opportunità”.

Da un punto di vista prettamente geografico il settore appare essere più avanti l’Italia settentrionale. Ad oggi la Snam registra 20 offerte accettate, ossia allacciamenti in corso di realizzazione agli impianti di produzione che nei prossimi mesi entreranno in esercizio. Si trovano per lo più nel Nord (14 delle 20), 3 nel Lazio e i rimanenti nel Sud. Nel complesso tuttavia vi sono ben 600 contatti preliminari e 200 richieste di allacciamento formalizzate. “Abbiamo un impianto già in esercizio da circa un anno a Montello, in provincia di Bergamo e sono previste quattro nuove entrate in esercizio nei prossimi mesi”, aggiunge Zonta. “Questa è la fotografia più aggiornata per quanto riguardi gli allacciamenti di biometano”.

Video dell’evento in verisone integrale

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