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La corte di giustizia Ue deferisce l’Italia per i livelli di Pm10 e rifiuti radioattivi

Author: redattore4 Rinnovabili

pm10

La procedura di infrazione riferita al particolato Pm10 per l’Italia è partita nel 2014

(Rinnovabili.it) – Quanto anticipato dall’Ansa la scorsa settimana si è avverato: la Commissione Ue ha infatti deferito l’Italia alla Corte di giustizia europea per aver violato le norme europee antismog. Si tratta di una decisione che riguarda le continue violazioni da parte del nostro Paese dei limiti stabiliti per il particolato Pm10 dall’Unione europea. Il provvedimento non coinvolge solo l’Italia ma anche Ungheria e Romania, deferite per la stessa motivazione, mentre Francia, Germania e Regno Unito per il superamento dei limiti di biossido di azoto (No2). 

La procedura di infrazione riferita al particolato Pm10 per l’Italia è partita nel 2014 e solo oggi ha portato a questo esito, mentre una seconda procedura avviata nel 2015 e che fa riferimento al superamento dei valori limite di biossido di azoto (NO2) per ora non ha portato ad alcun deferimento. Il piano messo in campo dall’Italia per provvedere ad una normalizzazione per quanto riguarda i livelli di Pm10 è stato considerato troppo lento per Bruxelles. Proprio lo scorso gennaio infatti il commissario europeo all’ambiente Karmenu Vella aveva convocato i ministri di nove Paesi tra cui l’Italia, per invitarli ad adottare misure più efficaci in materia di inquinamento atmosferico.

Ma non finisce qui. La Commissione europea ha deferito l’Italia anche per quanto riguarda i rifiuti radioattivi e non aver seguito le indicazioni di abbattimento degli ulivi colpiti da xylella, il batterio killer di queste piante, richiesto per evitare la diffusione nel territorio dell’Ue del batterio. Sui rifiuti radioattivi il nostro Paese è stato conforme alla direttiva in materia, soprattutto per quanto riguarda la notifica dei programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Lo scorso luglio era già arrivato un parere motivato all’Italia, così come ad Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo in quanto avrebbero dovuto notificare i propri programmi entro il 23 agosto del 2015.

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