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Robot killer, San Francisco fa marcia indietro

Dopo le grandi proteste, la città ha sospeso la controversa decisione che attribuiva ai robot teleguidati la licenza di uccidere

Author: Wired

Ci sono molte ragioni per cui armare i robot è una cattiva idea – sostiene Peter Asaro, professore associato alla New School di New York che si occupa di ricerca sull’automazione delle forze di polizia ed è convinto che il piano di San Francisco faccia parte di un movimento più ampio finalizzato alla militarizzazione della polizia –. È dannoso per il pubblico, e in particolare per le comunità di colore e le comunità povere“.

Asaro è scettico anche nei confronti dell’idea secondo cui le armi in dotazione ai robot possano essere sostituite da bombe e sottolinea che l’uso di esplosivi in un contesto civile non potrebbe mai essere giustificato (attualmente alcune forze di polizia negli Stati Uniti utilizzano robot muniti di bombe per determinati interventi; nel 2016, per esempio, la polizia di Dallas ha utilizzato uno di questi robot per uccidere un sospetto in quello che gli esperti hanno definito un caso “senza precedenti”).

Secondo Asaro, l’introduzione di robot killer minerebbe la capacità delle forze di polizia di interagire con la comunità anche in altri modi: “Non c’è un numero sufficiente di applicazioni in cui saranno utili“, dice. Nel frattempo, altre applicazioni in cui i robot svolgono un ruolo importante – come il trasporto di telefoni e altri oggetti nelle trattative con gli ostaggi – verrebbero compromesse dal sospetto che la macchina possa in realtà essere in grado di sparare.

Ma al di là degli aspetti pratici, c’è una questione più fondamentale: i robot di qualsiasi tipo, anche se controllati a distanza, non dovrebbero essere in grado di uccidere. Per Aitken, sarebbe sbagliato permettere ai robot di prendere decisioni che determinano la vita o la morte di una persona: “C’è una chiara dissociazione tra l’azione e la persona che prende la decisione – spiega –: è l’essere umano che prende la decisione di agire, ma è il robot a eseguirla fisicamente su ordine di una persona che potrebbe non avere un quadro completo della situazione“.

Il futuro del progetto

La retromarcia da parte di alcuni membri del Consiglio dei supervisori di San Francisco sull’uso della forza letale nei robot è stata accolta con favore dagli attivisti che la scorsa settimana hanno cercato di impedire la decisione: “Grazie agli appassionati residenti della Bay Area [l’area metropolitana intorno alla Baia di San Francisco, ndr] e alla leadership dei supervisori Preston, Ronen e Walton, oggi il Consiglio ha votato contro l’uso della forza letale da parte della polizia di San Francisco mediante robot controllati a distanza“, ha dichiarato Matthew Guariglia, analista politico della Electronic frontier foundation.

La tregua però è solo temporanea: il Consiglio rivaluterà la decisione in futuro, trovandosi di fronte con ogni probabilità a una reazione altrettanto forte, dice Guariglia. “Se la commissione dovesse riconsiderare la questione, la comunità deve unirsi per fermare questo pericoloso uso della tecnologia”.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.

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