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Donne, in Italia la ricerca del lavoro è un’impresa

Uno sondaggio a cui hanno partecipato mille donne evidenzia come, nella metà dei casi, in fase di colloquio sono state sottoposte a domande su matrimonio, gravidanza e cura dei figli

Author: Wired

Confusione, solitudine e rassegnazione sono i sentimenti più comuni che le donne provano durante la ricerca di un posto di lavoro. A dirlo sono i risultati dell’osservatorio su Ostacoli e discriminazione contro le donne nella ricerca lavoro realizzato da Jobiri, l’azienda che ha creato un consulente digitale di carriera basato sull’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato dai dati contenuti nello studio, ottenuti grazie a un questionario somministrato a 1.053 donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni provenienti da varie zone di Italia nei mesi tra gennaio e ottobre 2022, oltre il 70% delle candidate si sente molto confusa durante la ricerca, mentre il 69% prova solitudine, il 45% rassegnazione, il 40% ansia, il 22% paura, il 16% rabbia e il 10% ha sperimentato addirittura una sensazione di perdita di identità.

A questi stati emotivi si aggiungono anche una serie di pregiudizi e discriminazioni: il 71% delle candidate dichiara di aver subito una discriminazione nella ricerca di un posto di lavoro in quanto donna, il 46% in riferimento all’età e il 38% all’aspetto fisico. In fase di colloquio, il 56% ha ricevuto domande sul matrimonio, al 55% delle intervistate sono state sottoposte domande sulla salute e sulla cura dei figli mentre rispettivamente il 16%, il 12% e l’11% hanno subito apprezzamenti a sfondo sessuale, domande sulle preferenze sessuali e contatti fisici inopportuni.

Anche in fase contrattuale non mancano le esperienze negative: il 12% delle intervistate dichiara di aver ricevuto una promessa assunzione o favori in cambio di prestazioni sessuali, mentre addirittura il 68% un’offerta di stipendio più bassa rispetto ai colleghi uomini. La ricerca ha inoltre evidenziato difficoltà nella compilazione di un curriculum vitae efficace, a causa di un gap di competenze o esperienze. L’83% delle candidate, infatti, non ha avuto accesso – o ha potuto partecipare solo limitatamente – ai corsi formativi durante il periodo di maternità, mentre il 41% lamenta una nulla o limitata coerenza del percorso formativo rispetto all’annuncio. Si riscontra particolare difficoltà anche nella valorizzazione dei traguardi sul curriculum: nell’86% dei casi la descrizione dei risultati raggiunti è nulla, mentre nell’85% c’è una mancanza o un limitato utilizzo di parole chiave.

Tra i problemi più comuni alla base del mancato superamento dei colloqui c’è, nella fase di preparazione, il mancato raccoglimento delle informazioni sul recruiter nell’83% dei casi e l’assenza di una preparazione consona per affrontare l’incontro. Durante il colloquio, quasi 7 candidate su 10 hanno difficoltà a interagire efficacemente con il recruiter e il 66% non riesce a gestire efficacemente i video-colloqui, mentre nella fase di successiva, gli errori più comuni sono, nel 92% dei casi, non inviare la mail di ringraziamento dopo il colloquio, e nell’82% dei casi, non concentrarsi su ciò che è possibile migliorare. Infine, l’osservatorio si concentra sulle criticità dei servizi al lavoro nel mondo della formazione: il 98% delle intervistate segnala un’inadeguatezza del software, il 97% insufficienti banche dati con offerte.

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