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Nucleare, la Germania dice addio tra le polemiche

Con la chiusura degli ultimi tre reattori nucleari attivi, Emsland, Isar2 e Neckarwestheim2, il 15 aprile finisce la stagione dell’atomo tedesca. Ma il dibattito politico sull’opportunità di uscire dal nucleare resta aperto

Author: Wired

Con la chiusura degli ultimi tre reattori nucleari attivi, Emsland, Isar2 e Neckarwestheim2, e considerata l’avanzata fase di disattivazione di altri 21 reattori sparsi sul territorio nazionale, il prossimo 15 aprile la Germania dirà definitivamente addio alla produzione di energia nucleare.

Lo stop non sembra però riguardare, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il dibattito sul tema che ha animato il paese dal 17 giugno 1961, giorno in cui fu attivata a Karlstein am Main la prima centrale nucleare tedesca, anzi. La crisi energetica lo ha addirittura inasprito, dividendo anche le forze interne alla coalizione semaforo formata da socialdemocratici, verdi e liberali, che governa il paese.

La chiusura delle tre centrali, inizialmente prevista per lo scorso 1 gennaio e poi slittata a metà aprile a causa della crisi scatenata dallo stop all’importazione di energia dalla Russia, mette infatti d’accordo Spd e Verdi, ma non trova il consenso dello FpD, che spinge per mantenerle attive, alla stregua di quanto stanno facendo dai banchi dell’opposizione i rappresentanti di Cdu-Csu.

In particolare, questi ultimi rimproverano al governo una certa incoerenza, sottolineando quanto sia più dannosa per l’ambiente la decisione di riaprire, seppur momentaneamente, le centrali elettriche alimentate a carbone e lignite, che aumentano le emissioni di anidride carbonica, mentre sopperire alla mancanza del gas russo ed evitare il razionamento dell’elettricità attraverso il mantenimento in attività dei tre reattori permetterebbe di non emettere gas serra.

Le annose polemiche sul nucleare non hanno risparmiato mai nessuno dei protagonisti della scena politica tedesca. Come ricorda Il Sole 24 Ore, nel 1986 la Germania reagì al disastro di Chernobyl dando vita al ministero dell’Ambiente. A cavallo tra il primo e il secondo decennio del nuovo secolo, era toccato invece ad Angela Merkel, la seconda cancelliera più longeva della storia del paese, esporsi sul tema. Nel 2008, Merkel respinse infatti le pressioni antinucleari degli alleati socialdemocratici. Dopo il disastro di Fukushima del marzo 2011, la cancelliera dovette però fare marcia indietro, scegliendo di accelerare l’uscita dal nucleare.

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