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Economia Tecnologia

Quando bitcoin e criptovalute torneranno a salire?

Author: Wired

“Una marea di sedicenti aziende decentralizzate del web3 consisteva in realtà soltanto in tre persone, un paio di server e un piano per gonfiare i prezzi, ha spiegato all’Atlantic Will Wilkinson, responsabile della policy del gigante del fintech Block. In poche parole, l’intero settore delle criptovalute è costantemente piagato dai suoi storici problemi, senza mai riuscire a lasciarseli alle spalle e portando così moltissimi investitori a perdere la fiducia e a ritirare i loro capitali, innescando un circolo vizioso dal quale è difficile riprendersi.

Certo, una realtà che da sempre opera seriamente come Ethereum ha compiuto grandi e concreti passi in avanti, ma a che cosa serve una piattaforma blockchain efficiente e scalabile quando tutti i progetti che vengono costruiti su di essa (ovvero quelli legati al mondo del web3) si rivelano inutili? Che cosa serve che piattaforme come Solana, Cardano o Polygon si dimostrino ricche di potenzialità tecniche quando poi nessuna delle loro promesse viene mantenuta?

Bitcoin è morto, viva bitcoin

A questo punto, va specificata una cosa: sarebbe un errore dare i bitcoin (che peraltro, almeno loro, una funzione ce l’hanno: quella di bene d’investimento puro e semplice) e le altre criptovalute per spacciati, visto che hanno mostrato ormai in centinaia di diverse occasioni di essere in grado di riprendersi da ogni crisi. Non si può nemmeno escludere che in futuro vengano finalmente trovate delle funzioni concrete e di successo per questi strumenti o che davvero il vagheggiato web3 prenda forma.

Inoltre, le criptovalute si sono dimostrate uno strumento utile per pagare le rimesse, per finanziare, per esempio, la resistenza ucraina e per altre nobili cause. Volendo essere cinici, c’è però soprattutto un enorme mercato in cui le criptovalute hanno dimostrato di essere realmente utili: quello dell’illegalità. Non è una cosa da poco: secondo il World Economic Forum, questa economia valeva qualcosa come 650 miliardi di dollari già dieci anni fa, mentre secondo altre stime oggi potrebbe valere a 3-5mila miliardi di dollari.

In un futuro che si presenta sempre più cashless, è inevitabile che una gran parte delle transazioni illegali si svolgerà attraverso le criptovalute più attente alla privacy (come per esempio Monero). È davvero possibile che si riveli questo lo scopo ultimo di una tecnologia nata con la speranza di cambiare il mondo in meglio e con il sogno di restituire il potere finanziario alle persone comuni?

Author: Wired

“Una marea di sedicenti aziende decentralizzate del web3 consisteva in realtà soltanto in tre persone, un paio di server e un piano per gonfiare i prezzi, ha spiegato all’Atlantic Will Wilkinson, responsabile della policy del gigante del fintech Block. In poche parole, l’intero settore delle criptovalute è costantemente piagato dai suoi storici problemi, senza mai riuscire a lasciarseli alle spalle e portando così moltissimi investitori a perdere la fiducia e a ritirare i loro capitali, innescando un circolo vizioso dal quale è difficile riprendersi.

Certo, una realtà che da sempre opera seriamente come Ethereum ha compiuto grandi e concreti passi in avanti, ma a che cosa serve una piattaforma blockchain efficiente e scalabile quando tutti i progetti che vengono costruiti su di essa (ovvero quelli legati al mondo del web3) si rivelano inutili? Che cosa serve che piattaforme come Solana, Cardano o Polygon si dimostrino ricche di potenzialità tecniche quando poi nessuna delle loro promesse viene mantenuta?

Bitcoin è morto, viva bitcoin

A questo punto, va specificata una cosa: sarebbe un errore dare i bitcoin (che peraltro, almeno loro, una funzione ce l’hanno: quella di bene d’investimento puro e semplice) e le altre criptovalute per spacciati, visto che hanno mostrato ormai in centinaia di diverse occasioni di essere in grado di riprendersi da ogni crisi. Non si può nemmeno escludere che in futuro vengano finalmente trovate delle funzioni concrete e di successo per questi strumenti o che davvero il vagheggiato web3 prenda forma.

Inoltre, le criptovalute si sono dimostrate uno strumento utile per pagare le rimesse, per finanziare, per esempio, la resistenza ucraina e per altre nobili cause. Volendo essere cinici, c’è però soprattutto un enorme mercato in cui le criptovalute hanno dimostrato di essere realmente utili: quello dell’illegalità. Non è una cosa da poco: secondo il World Economic Forum, questa economia valeva qualcosa come 650 miliardi di dollari già dieci anni fa, mentre secondo altre stime oggi potrebbe valere a 3-5mila miliardi di dollari.

In un futuro che si presenta sempre più cashless, è inevitabile che una gran parte delle transazioni illegali si svolgerà attraverso le criptovalute più attente alla privacy (come per esempio Monero). È davvero possibile che si riveli questo lo scopo ultimo di una tecnologia nata con la speranza di cambiare il mondo in meglio e con il sogno di restituire il potere finanziario alle persone comuni?

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